1 - La selva oscura

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-io sono... Tomura e... Mi farebbe piacere-

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La sveglia suonò, costringendo (T/N) a maledire la vita, come sempre del resto.

La massa informe che erano i suoi capelli (C/C) sembravano dover prendere vita da un momento all'altro, non si disturbò a metterli in ordine, tanto sapeva che suo padre era giá uscito, a malincuore scese in cucina, trovando la colazione pronta, merito di suo padre, scosse il capo iniziando a mangiare le uova ed i toast, voleva bene a suo padre, con tutto il cuore, ma era davvero troppo voler passare qualche ora o minuto con lei, sua figlia?

Ogni tanto odiava quella solitudine, ed il lavoro del padre.

Ma ogni volta sapeva come farsi perdonare, e metteva davvero tutto se stesso per farla sorridere.

Quando (T/N) finalmente si decise a vestirsi e rendersi presentabile al mondo, andò a fare due passi, guardava con una fitta al cuore tutta la gente, ognuno di loro aveva un quirk mentre lei no, suo padre non le aveva mai fatto pesare la cosa anzi, "ti rende speciale" diceva e tutt'ora dice, aveva una marcia in piú, questo l'aveva spinta a lavorare sulle sue doti artistiche inoltre aveva molti hobby ed era fiera di dire che sapeva fare parecchie cose senza l'aiuto di niente e nessuno.

-forse potrei fare un giro per il centro? Nah troppa poca voglia di vivere-

Borbottò sistemandosi la borsa.

-magari... Potrei vedere se quel panificio è aperto... E mangiare quei deliziosi panini al latte! Hmm si farò cosí!-

La sola idea dei fantastici panini al latte l'avevano fatta sbavare, camminò rapida verso la sua destinazione, piú si avvicinava e piú la folla si faceva numerosa, (T/N) sospirò aveva capito immediatamente cosa stava succedendo.

-ancora questi stupidi incontri, facessero qualcosa di piú interessante non dovrei rovinarmi la giornata-

Udì qualcuno in una felpa nera brontolare mentre entrava nel negozio dove (T/N) si stava dirigendo.

Quando entrò vide di sfuggita il suo viso, sebbene fosse con le labbra screpolate ed uno sguardo assonnato, gli fece diventare la faccia completamente rossa.

Fortunatamente i commessi erano sempre in coppia quindi servirono subito anche lei, il ragazzo era uscito prima di lei quindi non ci diede altro peso.

Fuori dal negozio (T/N) voleva solamente mangiarsi il suo panino, ma aprendo la busta, con suo orrore, notò tre fette di pizza.

-quel tizio ha confuso le buste!-

Decisa a riottenere i suoi panini, girò ovunque per trovarlo, stranamente non fu difficile, lo individuò all'istante, corse tra la folla, spintonando anche alcuni passanti, non le importava che il ragazzo avesse imboccato una strada malfamata e isolata, i panini prima di tutto.

-hey aspetta! Fermo!-

Lo vide girarsi e con sorpresa fissarla.

-hanno scambiato le nostre buste-

Gli occhi rossi si posarono sulla busta ed il suo contenuto.

-che palle...-farfugliò.
-mi dispiace, alle volte capita-sorrise.

Notò l'espressione confusa del ragazzo.

-tutto ok?-
-si certo, abbiamo finito?-
-oh si...-

Quando le dita di (T/N) sfiorarono le mani del ragazzo, lei lo percepì irrigidirsi.

-scusa io non-
-no, sono io... Non sono... Molto a mio agio con le persone-
-tranquillo posso capire-

Prima che si dividessero, due tipacci si erano avvicinati a loro, e (T/N) li conosceva bene, erano due suoi compagni di classe delle medie che amavano tormentarla, ma lei non li aveva mai considerati.

-hey (T/N)! Ancora a girare da sola?-
-avete dei problemi per caso?-si voltò a guardarli.
-con le bastarde senza quirk che girano nel nostro territorio si-

(T/N) chiuse la bocca.

-toccato un tasto dolente?-
-chi è questo idiota? Un tuo amico? Ah no scusa tu amici non ne hai-

Lei era pronta a risponde ma fu interrotta dal ragazzo.

-si sono un suo amico ed io non ho problemi a spaccarvi il culo, quindi levatevi dalle palle-
-che paura!-
-scommetto che è un altro senza quirk, la vostra razza sta sempre in gruppetto vero?-

La mano del ragazzo afferrò il cappello di uno dei due, ed in pochi attimi divenne polvere.

-adesso se non volete fare la stessa fine, via dalla mia vista!-

(T/N) giurò di sentire i due dementi piagnucolare mentre fuggivano.

-grazie!-gli disse appena si fu girato con un sorriso.
-oh... Prego...?-
-non eri tenuto a farlo, quindi... Grazie davvero! Posso offrirti un thè per sdebitarmi? Ah che scema, io sono
(T/N)!-allungò la mano.

Tomura afferrò la presa con titubanza, ma vedere questa ragazza non mostrare la minima paura lo faceva stare bene.

-io sono... Tomura e... Mi farebbe piacere-

I due passarono l'intero pomeriggio a passegiare e chiacchierare, (T/N) si sentiva a suo agio con lui, come se lo conoscesse da sempre.

-devo andare temo-disse lei.
-oh...-
-hey ci possiamo rivedere? Se ti va ovvio, so che una persona quirkless è una palla al piede ma-
-non sei una palla al piede (T/N), non per me-
-grazie Tomura... tieni questo è il mio numero di cellulare!-gli diede un foglietto.

Lui sorrise annuendo.

-ti scrivo-
-ci conto!-

La guardò andare via e per la prima volta si sentì bene con il mondo.

Quando (T/N) tornò a casa notò tre paia di scarpe a lei fin troppo familiari, corse in soggiorno dove trovò i suoi due "zii" preferiti, sedere sul divano a bere caffè.

-zio Aizawa! Zio Yamada!-

Yamada corse ad abbracciarla prendendola di peso, mentre Aizawa rimase seduto, salutandola con la mano ma sorrideva.

-yo nipote! Finalmente sei arrivata! Eravamo qui proprio per te!-
-siamo qui per lavoro-
-sempre e solo lavoro tu, lavoro e gatti, gatti e lavoro-
-i gatti sono meravigliosi, non puoi capire-
-mio padre dov'è scappato?-
-se non ha fatto esplodere la cucina è là-

(T/N) roteo gli occhi ridendo.

-papà che stai facendo? Giuro che se hai rotto un'altra tazza...-
-ah tesoro! No no, non ho rotto ancora niente-
-è quell'ancora che mi turba-

Gli occhi blu di suo padre la fissarono con un'aria imbarazzata.

-scusa se non ho potuto fare colazione con te-
-va benissimo papà, ci siamo visti ora no?-

I due si abbracciarono.

Essere la figlia di All Might comportava dividere il proprio padre con il mondo, ma a (T/N) Toshinori andava bene così, suo padre aveva un cuore abbastanza grande per tutti, e sua figlia aveva un posto speciale.

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