Capitolo 16 pt. 1
Ovviamente avevo accettato l'accordo e Logan mi aveva falsificato l'autorizzazione senza troppi giri di parole.
Poi eravamo rimasti a parlare, ci teneva a spiegarmi come funzionasse questa "prova di sopravvivenza", così l'aveva chiamata. Come prima cosa, anche ovvia, - non dobbiamo farci colpire dalla squadra avversaria; a quanto pare avremo delle lance in mano, queste bisogna scagliarle contro il nostro rivale. Ognuno di noi dovrà usare tutte le nozioni acquisite, fra cui: pozioni, arti di difesa e altre cose. Noi che siamo del primo anno ovviamente, dovremo solo farci bastare la nostra strategia.
L'ultimo che arriverà in finale sarà il vincitore, non importa quante persone saranno, l'importante è essere tutti di un mondo.
Spero vivamente che Rúmil non racconti niente ai miei genitori, già ieri sera mi aveva ricattata, ma non l'avevo nemmeno ascoltato. Non posso tirarmi indietro, devo vivere la mia vita, devo conoscere le mie forze e le mie debolezze, solo così potrò essere un bravo angelo.
Oggi siamo davvero tantissimi, ci troviamo in un posto completamente diverso da Flemminia e Watwerveiled. Questo luogo ho appeso si chiami Ataraxia; si trova al centro del fiume che divide i due posti. È come se fosse una città disabitata, ci sono dei detriti in giro, è pieno di grandi alberi alti, cresciuti come se dovessero ricoprire qualcosa.
C'è un venticello fresco che fa venire i brividi, proprio come la visuale.
Siamo già schierati da una parte all'altra, al centro ci sono i nostri insegnanti che ci stanno spiegando tutto ciò da sapere - e tutto quello che già so -.
«Al termine dei dieci secondi sarete teletrasportati e sparpagliati in parti diversi della foresta», dice un insegnante degli angeli neri. Sta tenendo in mano una clessidra in legno davvero grande, dove la sabbia scorre lentamente.
Stiamo tutti con il fiato sospeso. Alcuni di noi sono qui per la prima volta, mentre altri hanno già partecipato e sono più preparati di noi.
Ho l'adrenalina che scorre per tutto il corpo.
«Mi raccomando, non imbrogliate e rispettate tutte le regole. Buona fortuna!». Dice la nostra insegnante prima di sbattere il bastone per terra.
Che il gioco abbia inizio!
Vengo invasa da un'ondata di energia e appena apro gli occhi mi ritrovo dentro una foresta; mi guardo attorno, sotto questi maestosi alberi mi sento piccola, ma anche vulnerabile. Le mie gambe tremano ad ogni passo. Sento il profumo delle foglie bagnate, guardo per terra e le mie scarpe sono sporche di terra. La foresta sembra deserta: alberi spogli e secolari e per terra c'è un tappeto di foglie di tanti colori diversi: verdi, gialle, rossicce, marroni. Più avanti vado e più comincio a sentire del freddo.
Non si sente e non si vede nulla, anche se in realtà è come se mi osservassero mille occhi, pronti a farmi fuori ad un mio passo falso.
Ho uno zaino sulle spalle con dell'acqua e del cibo, una mappa e una lancia tra le mani.
Per distinguerci dagli altri angeli abbiamo indosso una maglietta bianca, mentre loro nera.
Cammino e mi guardo attorno, sto attenta ad ogni rumore. Ho occhi da per tutto, il battito accelerato e una paura incontrollabile.
Quasi quasi mi pento di essere qui.
Rúmil mi ucciderà non appena tornerò a casa, ne sono sicura. «Julie?». Sento una voce sopra di me.
Metto pronto la lancia per tirarlo, sollevo lo sguardo e sopra l'albero vedo Mason. Tiro su un sospiro di sollievo quando mi accorgo che non è un mio nemico. Sul serio sarei stata capace di colpire?
Scende dall'albero facendo un salto e atterrando sui suoi piedi senza problemi. Delle foglie si sollevano attorno a a lui. «La prossima volta specifica chi sei, mi hai fatto prendere un colpo». Metto la mano sul cuore.
Sorride e mette un braccio attorno alle mie spalle facendomi stringere a lui in maniera affettuosa. «Mi dispiace», sorride divertito guardandomi. «Ti svelo un trucchetto, ti conviene stare sopra gli alberi e spostarti da lì. Fidati, io mi sono sempre trovato bene in questo modo».
Mi aiuta a salire sopra l'albero con un gran saldo, sono abbastanza grandi da farci stare entrambi.
Non sapevo si saper saltare così in alto, è come se in questo mondo fossi più leggera ed agile. «E se cado?». Gli chiedo impaurita guardando giù.
Prende la mia mano e la stringe. «Non cadrai finché ci sarò io». Risponde facendomi sentire più sicura.
Sento le mie guance diventare più rosee, Mason è davvero gentile.
Ci spostiamo attraverso gli alberi, io gli guardo le spalle e lui sta avanti.
Abbiamo appena visto degli angeli neri e ci mettiamo in modo che non possano vederci.
È una ragazza, da sola, sembra spaventata. Mason senza pensarci due volte le tira la lancia dietro le spalle e lei scompare nel nulla.
Spero che non le abbia fatto del male. «Sei stato davvero crudele, lo sai?». Dico seccata.
Lo so che dovremmo fare proprio questo, ma non è leale colpire le persone alle spalle. «La prossima volta lo farai tu, non devi avere paura, è questo il gioco». Risponde sedendosi e poggiandosi con la schiena all'albero.
Chiude gli occhi e la lancia appena lanciata gli spunta fra le mani. La stringe e la mette dietro, nel suo zaino. «Coma mai delle lance e non qualche altra cosa meno appuntita?». Chiedo curiosa.
Siamo in giro da non so quanto tempo, credo che sia arrivata l'ora di riposarci. Lui si è già sistemato, io sto cercando il posto giusto invece, non vorrei dormire troppo vicino a lui, anche se non ho altra scelta. «Il nostro corpo non è fragile come quello degli esseri umani, ci vuole ben altro per ferirci. E poi non appena veniamo teletrasportati c'è il medico che ci controlla, non preoccuparti», dice mettendo le braccia incrociate dietro la sua testa, in modo da potersi appoggiare più comodamente all'albero. «Quindi alla fine come hai fatto a convincere i tuoi genitori?». Mi chiede curioso osservandomi.
Esco una bottiglietta d'acqua dallo zaino e ne bevo un sorso, devo farmela bastare. Poi mi siedo accanto a lui e metto una copertina che avevo nello zaino sopra di noi. «Non li ho convinti, sono scappata». Confesso alzando le spalle.
Mi guarda piuttosto stupito.
Gli dirò anche chi è stato a farmi il favore, non ho paura di farlo. L'ho deciso io di scendere a questo patto. Perché dovrei nascondermi dalla gente?
Soprattutto dei miei nuovi amici. «E l'autorizzazione? Chi te l'ha firmata?».
Sapevo che questa sarebbe stata la sua prossima domanda. Guardo attorno a noi, ho paura che qualcuno ci osservi, forse ho visto troppe volte Hunger Games, ma non posso rischiare di essere cacciata fuori perché ho falsificato il documento più importante. Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro la verità: «Un mio amico mi ha falsificato la firma». Dico sorridendo.
Tutto ciò mi diverte.
Julie non è mai stata così.
Fa una piccola risata divertita e mi da una pacca sulla spalla. «Sei una ragazzaccia!», sorride prendendomi in giro. «Era quel tua amico?». Mi chiede sempre più curioso.
Annuisco con la testa sentendomi in imbarazzo adesso. Sanno di Logan, l'hanno visto quella volta al locale e più volte gli ho anche parlato di lui.
Guardo sotto di noi, tutto è diventato più buio, c'è leggermente freddo e ho un po' di paura nel chiudere gli occhi. Potrei risvegliarmi con tutti quelli che hanno già perso. «Julie, lo sai che devi stare alla larga da loro, vero? Possono essere subdoli delle volte». Mi avvisa preoccupato.
Come può farmi la ramanzina lui? Che va nei locali dei nemici e combatte con loro fingendosi uno di loro. Questa cosa mi manda in confusione il cervello. «È tutto sotto controllo, non preoccuparti». Mi rannicchio al suo fianco.
Sbadiglio e poggio la testa in modo timido sulla sua spalla, ho paura della sua reazione, potrebbe infastidirsi e invece non fa niente, anzi, mette un braccio sopra le mie spalle e poggia la sua testa sulla mia.
Vengo svegliata di soprassalto da un fruscio provenire sotto di noi.
Apro gli occhi e guardo in basso, riesco ad intravedere una sagoma. Focalizzo di più l'immagine e noto che la maglietta non è bianca. L'angelo nero si guarda a destra e a sinistra, cercando la sua vittima.
Con calma, ma con le mani tremanti, prendo la mia lancia e la tiro sopra la schiena, proprio come aveva fatto Mason prima.
Scompare e io mi sento sollevata. «Che cosa è successo?». Mi chiede il ragazzo svegliandosi.
Con l'altra mano gli stavo strattonando la maglietta, probabilmente volevo svegliarlo per poter far fare a lui tutto il lavoro.
Mi sento così sollevata, prima di energia, vorrei sorridere all'infinito.
Mi alzo dall'albero e guardo ancora sotto di noi, non vedo nessuno. «Ho eliminato una persona», rispondo soddisfatta di me stessa. «Andiamo?». Gli chiedo facendo un cenno con la testa verso i prossimi alberi.
Il riposino è stato abbastanza lungo e noi dobbiamo muoverci. Lui si alza e questa volta camminiamo senza tenerci per mano, adesso mi sento più sicura di me stessa, riuscirò a controllarmi e non avrò pressioni. «Sono contento che tu abbia colpito qualcuno». Dice sorridente.
Anche io sono felice, spero solo di non avergli fatto male. «Grazie, spero che non sia l'ultimo».
Sono davvero intenzionata ad arrivare fino alla fine. Devo cambiare tutto della mia vita, ho bisogno di voltare pagina ed essere più felice.
Spero anche che un giorno riuscirò a dimenticare Logan e troverò un ragazzo che sia alla mia altezza, che sia un angelo bianco proprio come me.
Facciamo varie soste lungo il tragitto, oltre a stare attenti dobbiamo anche pensare a noi stessi e mangiare. Per fortuna abbiamo trovato qualcosa e non siamo rimasti a digiuno. Non possiamo rimanere privi di forze, in tal caso i nemici sarebbero più avvantaggiati. «Ho sentito qualcosa!». Dice guardandomi.
Stiamo zitti e cerchiamo di capire se c'è qualcuno oltre a noi. Noto che ci sono una coppia di angeli bianchi non molto lontani da noi e li indico per farglielo vedere a Mason. «Che ne dici di fare un'altra pausa?». Mi chiede sedendosi.
Non rifiuto la sua proposta e mi siedo accanto a lui. Noto che guarda entrambe le ragazze in maniera molto interessata, gli do una gomitata leggera sul braccio e sorrido. «Cosa c'è? Vuoi darti da fare?». Gli chiedo quasi divertita.
Darcey lo prenderebbe a sberle se fosse qui.
Anche a me viene voglia di darle una sberla da parte sua. «Non posso rischiare di essere castrato dalla tua amica». Sorride.
Nonostante questo però non toglie lo sguardo di dosso alle ragazze.
Sono davvero così i ragazzi?
Mi viene da vomitare. «Allora chiudi quella bocca e smettila di sbavare». Metto la mano sotto il suo mento e gli faccio chiudere la bocca sul serio.
Poi scende e cade proprio davanti le due ragazze. Le ha fatte spaventare, ma per sua fortuna non lo hanno colpito. È divertente vedere quanto un ragazzo diventi stupido non appena vede delle semplici ragazze passeggiare.
Io non scendo, non voglio intromettermi. «Ma guarda un po' chi c'è». Dice qualcuno facendomi spaventare.
Cavolo, per poco con colpivo Logan con il bastone. «Tu sei matto!». Dico ancora spaventata.
Guardo dietro di lui e mi chiedo come abbia fatto a trovarmi. Questo ragazzo è veramente un folle, perché non se ne approfittava per colpirmi? «Cerca di stare più attenta invece di osservare gli altri ragazzi». Dice guardando dalla mia stessa parte.
Si è seduto accanto a me, come se nulla fosse. Se lo vedesse Mason sono sicura che gli tirerebbe il bastone.
E se invece decidesse lui di colpirlo?
No, questo non lo deve proprio fare. «Che ci fai qui?». Chiedo infastidita.
Prima era lui quello ad essere sempre antipatico, adesso sto diventando io quella scorbutica, ma dopo lo spavento che mi ha fatto prendere è il minimo che riesco a fare. «Ti ho vista e ho pensato di farti visita», fa spallucce. «È lui il ragazzo per il quale hai voluto partecipare?». Indica Mason.
Non si sta accorgendo di niente il ragazzo sotto di noi, è troppo concentrato a parlare con quelle due ragazze. «Te l'ho già detto che non esiste nessun ragazzo». Rispondo incrociando le braccia al petto.
Perché continua ad insinuare cose del genere?
Dovrebbe sapere che non mi piace nessuno. «Hai ragione, questo è il ragazzo della tua amichetta. È l'altro quello che ti piace». Risponde con sempre quel fastidioso sorriso sulle labbra.
Meglio che vada via prima che succeda un casino.
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