Capitolo 12
Alle nove di sera mi ero fatta trovare davanti casa di Darcey a Fremminia, qui le case sembrano tutte così simili fra di loro esternamente, ma internamente acquisiscono l'aspetto totalmente normale di quelle che ci sono sul pianeta terra.
C'era qualche foto di lei e la sua famiglia appesa per l'entrata principale - non che io abbia visto molto in realtà - ma non avevo nemmeno avuto il tempo di poter osservare meglio il tutto, perché mi aveva trascinata nella sua stanza dandomi qualcosa di adatto da poter indossare questa sera.
Aveva insistito così tanto quando oggi le avevo confidato che non sapevo cosa poter indossare, perché il mio armadio non era molto "pieno" di vestiti.
Per questa sera dovevamo avere un outfit nero per poterci mimetizzare il più possibile, quindi indossai qualcosa del genere, sentendomi però inadatta.
I jeans mi stavano stretti come non mai, mettendo in risalto il mio sedere naturalmente tonico, mentre il top era di pelle, con delle spalline sottili e una leggera scollatura a cuore che faceva intravedere i miei piccoli seni. Sopra però misi un chiodo di pelle per nascondere un minimo l'imbarazzo.
Dopo esserci cambiate eravamo corse davanti il fiume che divideva Fremminia da Waterveiled, dove ci aspettavano i ragazzi da non so quanto tempo.
Da qui si intravedeva già un cielo grigio all'orizzonte, sembrava che dall'altra parte ci fosse anche un po' di vento. Mason ci aveva senso passato due elisir ciascuno: uno per diventare invisibili e l'altro nascondeva il nostro profumo.
Perché a quanto pare il nostro era diverso da quello degli angeli neri.
Dopo aver bevuto entrambe le cose, ci eravamo teletrasportati dall'altra parte del fiume, tenendo fra le dita una foglia che a quanto pare un amico di Tyson gli aveva portato per fare questa bravata.
Appena arrivammo al pub Athunia cominciai a rilassarmi un po', per tutto il tempo ero rimasta tesa, non avevo idea di quello che avrei visto o di dove saremmo stati.
Adesso però mi sento molto più serena; in ogni tavolo rotondo di questo pub si trovano degli enormi boccali di birra. Tutti i tavoli sono messi in modo da poter formare uno spazio al centro del locale, come se a breve la dovessero allestire per poter ballare.
Ma probabilmente questa cosa era impossibile.
La maggior parte delle persone già sembravano ubriache, o comunque, dai loro occhi non si percepiva nulla se non il vuoto assoluto.
Un po' mi mettevano i brividi. Non tutti però, solo alcuni di loro.
Ovviamente prima di teletrasportarmi al di fuori della mia stanza non ho detto niente ai miei genitori, non avrebbero accettato la mia richiesta, immaginavo già cosa avrebbe detto soprattutto mia madre: «Non conosci ancora nessuno da poterti fidare, non puoi andarci, sei ancora "piccola"».
Sempre le solite stupide parole.
Waterveiled è molto più tetro di quanto mi aspettassi: il cielo era scuro come se fosse notte e come se da un momento all'altro ci dovesse essere un grosso temporale, la gente non sembra affatto contenta gentile e spensierata come da noi e le strade non erano nemmeno molto pulite.
«Allora, cosa c'è di così speciale in questo posto?». Dice Darcey in modo disgustato guardandosi attorno. Prende posto accanto a Mason.
La ragazza stasera ha indossato un vestitino nero attillato, che mette in risalto tutte le sue bellissime forme, mentre sopra ha una giacca di jeans dello stesso colore, e ai piedi dei tacchi a spillo.
Le ho dato della pazza non appena l'ho vista.
Io per fortuna ho le mie converse insostituibili.
Mason e Tyson indossano entrambi dei pantaloni neri: quelli del primo sono più attillati dell'altro, che ha optato per dei cargo. Tyson inoltre ha una polo e Mason una camicia lasciata per metà sbottonata.
Mi sento un po' in difetto rispetto a loro, sono così belli che provo invidia ogni volta che li guardo. «Non fermarti alle apparenze, tra un po' vedrai». Risponde facendole l'occhiolino.
Darcey ha provato a far cambiare idea al suo "ragazzo" fino ad un attimo prima di entrare nel locale, ma è stato irremovibile. Ha continuato a dirci che sarebbe stata una bella serata.
Per tutto il tempo non ho fatto altro che guardarmi attorno, come se volessi cercare qualcosa, come se volessi trovare qualcuno...
Ma le uniche cose o persone che notavo erano gli angeli neri che ci fissavano appena ci passavano accanto.
Chissà se ci riconoscevano.
Una ragazza si avvicina al nostro tavolo, ha un blocchetto degli appunti in mano. Indossa un pantaloncino nero in pelle davvero cortissimo, così tanto da farle uscire una lieve parte di sedere fuori, e la maglietta è davvero striminzita, le si vedono i due seni che sembrano stiano per scoppiare.
Guardo i due ragazzi che quasi sbavano alla vista di quel corpo. «Cosa desiderate?». Ci chiede fissando Mason e mostrandogli i denti.
Le sta sorridendo, come se lo conoscesse.
E se lo conosce, sa che è un angelo bianco o no?
Mi stupiscono come ci odino, solo perché siamo di sangue diverso.
È come essere razzisti, no?
Non lo capirò mai.
Tyson da una veloce occhiata al volantino delle bibite sopra il tavolino: «Quattro birre». Dice senza chiedere a nessuno di noi.
Scrive qualcosa sul blocchetto e si allontana spostando i suoi capelli neri da un lato. Sa benissimo che nel voltarsi i ragazzi l'avrebbero ancora guardata, e lei sembra così sicura di se.
Ha un tatuaggio dietro il collo, sembra una rosa. «Non hai nemmeno chiesto», dice seccata Darcey. «Avete intensione di stare in questo posto per tutta la serata? Io pensavo che dovessimo divertirci».
Mason le mette un braccio sopra le spalle avvicinandosela a sé. «Ti divertirai, ma ti chiedo di aspettare solo qualche altro minuto. Sei impaziente». Le dice sfiorandole il naso.
Le luci del locale sono piuttosto basse, mentre il genere musicale metal che c'è come sottofondo mi infastidisce un po'. È capace di farmi venire il mal di testa.
Nel giro di qualche secondo sentiamo un rumore piuttosto forte, come se avessero appena dato un pugno a qualcosa. Non appena mi giro, anzi, ci giriamo, noto che sono entrati dei grossi uomini tatuati nella stanza.
Sono muscolosi e tutti sudati, sembrano così sudici che mi sta venendo il voltastomaco.
Camminano in gruppo e ridono non so di che cosa.
Dietro di loro si notano un altro gruppo di ragazzi, tra cui riesco a scorgere Logan.
Nell'istante in cui l'ho visto ho sentito il mio viso andare in fiamme, non dovrebbe provocarmi questo effetto quel ragazzo, e invece... «Cosa c'è Julie? Ti piace qualcuno?» Mi chiede Mason sorridendo.
Si vede così tanto che c'è qualcosa che non va in me adesso?
Si, si vedrà da un miglio il mio viso rosso.
Cerco di ricompormi e raddrizzo le spalle, sbattendo più volte le palpebre sperando si trattasse di un sogno, o un incubo.
Anche Tyson mi stava scrutando, in realtà è da quando mi ha vista che ha continuato a lanciarmi qualche occhiata, probabilmente per il modo in cui sono vestita, o magari penserà che sia brutta?
Scuoto la testa fingendomi tranquilla. «Non avevo mai visto così tanti angeli neri». Mi giustifico.
Li vedo un po' dubbiosi, ma per fortuna quell'espressione cambia non appena nel nostro tavolo irrompe un altro ragazzo, facendo per fortuna finire l'attenzione su di lui. «Ed ecco il mio amico Tyson in dolce compagnia». Dice guardandoci ad uno a uno. Poi sofferma lo sguardo su di me, mentre io strofino nervosamente le mani sulle mie cosce. «E tu chi sei? Non ti ho mai vista».
Faccio un sorriso tenendo però le labbra incollate fra di loro, sento il mio viso diventare nuovamente rosso, soprattutto quando dietro di lui scorgo Logan.
Mi ha notata e uccisa con lo sguardo nello stesso momento.
Ho provato una fitta, come se fosse stato lui stesso a provocarmela, mentre probabilmente era il mio corpo che reagiva in maniera strana a lui. «Io sono Julie, piacere». Dico strizzando gli occhi per sorridere il più possibile.
Probabilmente al momento sembrerò un clown e non una ragazza sorridente.
Anche lui - come tutti quelli che ho incontrato finora - è tanto bello. È alto quanto Tyson circa, pelle scura, barba appena spuntata sul suo viso allungato e sorriso da mozzare il fiato, con dei denti bianchissimi e i capelli di un riccio africano scuro e perfetto. Indossa una maglia che gli mette in risalto i muscoli e le maniche corte lasciano intravedere dei tatuaggi. «Sei incantevole». Dice prendendo la mia mano e inchinandosi, baciando le nocche.
I ragazzi hanno sollevato gli occhi al cielo, credo che sia una cosa che il ragazzo faccia spesso.
Dico un "grazie" a denti stretti, sperando che questa attenzione su di me finisca il prima possibile.
E sembra proprio cosi, perché si volta verso Mason. «Tu stasera non farai a botte?». Gli chiede.
A botte?
Io e Darcey ci guardiamo contemporaneamente, e in quell'attimo ci accorgiamo che entrambe abbiamo sentito la stessa cosa.
Il ragazzo scuote la testa e sorride. «Non dopo l'ultima volta che mi hanno quasi scoperto», dice accentuando il tono sulla penultima parola. «E tu?».
Lui solleva le spalle e ci saluta con la mano, andando verso uno dei tavoli liberi. Anche i suoi amici lo seguono, tranne uno, Logan.
Mi guarda tenendo le braccia conserte, come se aspettasse qualcosa da me. Mi fa un cenno con la testa, per dirmi di andare da lui.
I ragazzi lo stanno scrutando e Tyson mi afferra la mano non appena mi alzo dal tavolo. «È tutto a posto». Lo assicuro prima di allontanarmi.
Al suo tocco il mio corpo era andato in fibrillazione,
Vado verso Logan che si sposta a pochi passi dal tavolo, tenendo però gli occhi sempre puntati su di esso. Sembra davvero arrabbiato.
Come al solito indossa degli abiti rigorosamente neri, che però sembrano cuciti nella sua pelle, gli stanno talmente incollati da mettere in risalto ogni parte del suo corpo, dei suoi muscoli, del suo...
Basta Julie.
«Che diavolo ci fai qui?». Mi chiede infuriato.
Ha le pupille dilatate e il respiro pesante.
Credo che se avesse avuto l'opzione di farmi fuori, in questo momento l'avrebbe fatto.
Rimango sorpresa dal suo tono così accigliato. «Ora ti importa sapere cosa faccio? Assurdo!». Gli dico alzando gli occhi al cielo.
In realtà il cuore mi sta scoppiando, batte impazzito sul mio petto senza fermarsi un attimo, ma sto cercando di far rimanere mio volto impassibile.
Adesso mi guarda con riluttanza. «I tuoi genitori ti hanno permesso di venire qui?». Mi chiede sorpreso.
Non pensavo che si preoccupasse di me e dei miei genitori. Che cosa gliene frega a lui?
Continua a guardarmi come se volesse buttarmi fuori da questo posto a calci. Lo vedo scrutare veloce il mio abbigliamento prima che ricominci a parlare. «E a te cosa importa?». Gli chiedo con tono più pacato, ma abbastanza pungente da farlo inspirare ancora più profondamente.
Guarda oltre le mie spalle, sicuramente stara squadrando i ragazzi seduti al mio tavolo. «Fai come ti pare, questo però non è un posto adatto a voi».
Il suo tono questa volta mi era sembrato distaccato però. Dopodiché senza aggiungere più nulla è andato via e io sono tornata con gli altri.
Ad un tratto tutto l'entusiasmo che avevo per questa serata è svanito. Non riesco a capirlo, è incoerente con se stesso. Prima se ne frega di me, mi evita, quasi mi molla ad una festa e poi ad un tratto viene qui fingendo che gli importi qualcosa. «Quindi è quello l'angelo nero di cui mi parlavi». Mi fa l'occhiolino Darcey sorridendomi.
Ero così immersa nei miei pensieri che non mi ero accorta dello sguardo di tutti e tre su di me. «Si, ma non ha importanza». Dico sospirando. È il suo sorriso scompare ad un tratto. «Potete dirmi in che cosa consiste questo spettacolo? Prima ho sentito lotta».
Darcey fa un'espressione imbronciata e sospira mettendosi una mano sulla guancia mentre appoggia i gomiti sul tavolo. «Io speravo che si spogliassero tutti questi ragazzi». Dice annoiata.
Io e gli altri due scoppiamo a ridere, così come anche lei. «Ti piacerebbe!», sbuffa Mason. «Ci sarà una lotta amichevole, un po' come il wrestling».
«Quindi finta?». Chiedo curiosa.
Scuote la testa muovendo il dito da una parte all'altra come ad indicare "no". «Una lotta fino allo sfinimento di arti marziali. Come quelle che ci insegnano a scuola. Diciamo che lo considerano un "allenamento", ma si fanno male delle volte».
La mia amica guarda male entrambi i ragazzi ed apre la bocca a mezz'aria. «E cosa ci sarebbe di tanto divertente?».
Se sapevo che ci fosse stata una lotta non sarei nemmeno venuta, non mi piacciono queste cose. «Ecco le vostre birre». La ragazza di prima posa quattro boccali sopra il tavolo.
Sono veramente enormi!
Come ha fatto a portarli tutti e quattro insieme?
Pesano tantissimo!
«Non essere noiosa». Mason le da una pacca sulla spalla.
Lei lo fulmina con lo sguardo, sono sicura che una prossima volta non ci fideremo più delle sue idee.
Più tardi dal tetto era calato una sorta di palco, con dei lacci lungo i bordi, proprio come un vero è proprio ring. La parte di sotto era fatto di spugna, in modo che i colpi fossero attutiti.
C'erano stati tre round: quello che vinceva doveva lottare con il successivo e così via.
Io e Darcey ci eravamo limitate a dare ogni tanto qualche occhiata fugace, mentre i due ragazzi sembravano felici nel vedere quello spettacolo.
«La prossima volta decido io dove andare». Dice Darcey non appena hanno portato quel ring di nuovo al tetto riformando una sorta di lampadario gigante.
Si è lamentata tutta la serata, ovviamente non è rimasta contenta di questo posto e nemmeno io infondo. L'unica cosa "positiva" era stata l'inaspettato incontro con Logan, anche se il suo comportamento era stato del tutto insensato. «Dovevamo aspettarci che ci avrebbero portato a vedere qualcosa del genere, sono pur sempre ragazzi». Dico con toni ovvio.
Ci alziamo dal tavolo e guardo qualche ragazza e ragazzo che lavorano qui, spazzare per terra. Oltre a bottiglie di birra rotti, ci sono anche dei tovaglioli sporchi di sangue.
Metto una mano sullo stomaco sperando di non sboccare la birra che ho lasciato a metà. «Siamo state delle stupide!». Continua a lamentarsi. Poi si ferma un attimo e guarda dietro le mie spalle. «Il tuo amico ti sta fissando». Dice sottovoce.
Intende Logan?
Non sapevo nemmeno fosse ancora qui.
Faccio un passo verso di lei per cercare di non parlare troppo forte. «Mi stai prendendo in giro?». Le chiedo sorpresa.
Scuote la testa e sorride leggermente. «Adesso ha distolto lo sguardo, ma prima stava guardando proprio da questa parte. Avete qualche conto in sospeso per caso?».
Conto in sospeso?
A stento credo di conoscerlo ormai. «Già è tanto se oggi mi ha rivolto la parola, di solito non lo fa mai». Rispondo sincera.
Dopo essere usciti dal locale torniamo di nuovo a Flemminia, anche perché l'effetto del "profumo" stava per svanire.
Mason e Darcey nel tragitto hanno anche cominciato a litigare, probabilmente si sarà tanto arrabbiata per quello che abbiamo fatto.
Io e Tyson - imbarazzati più che mani - decidiamo di camminare un po' lontano da loro vedendo quegli animi bollenti. «Vi siete annoiate allora?». Mi chiede mettendosi le mani in tasca.
Tiene la testa bassa come sempre, è uno dei ragazzi più introversi e misteriosi che io abbia mai conosciuto, anche più di Logan. «Infondo non è andata male secondo me». Rispondo.
Come prima uscita, per me, è andata bene.
Non è stata fantastica, ma passare del tempo con loro è stato piacevole, non mi dispiacerebbe rifarlo un'altra volta. «È rassicurante sapere che almeno una delle due la pensi in questo modo», fa un piccolo sorriso guardandomi. «Sapevo però che non fosse un'ottima idea andare li». Aggiunge.
Faccio spallucce e poso anch'io lo sguardo a terra, mi emana tante sensazioni strane questo ragazzo. «La prossima volta però faremo decidere a Darcey, non mi piacerebbe che finisse nuovamente così». Dico indicando i due.
Stanno ancora litigando, anche se sono lontani lo si vede dai movimenti dei loro corpi. Credo che non sia solo per quello che abbiamo fatto, ma c'era stato un momento in cui la cameriera ci aveva un po' provato con lui, quindi gli stava rinfacciando anche quello.
Almeno questo è un mio pensiero.
Mi sento quasi in colpa, sono stata io ad accettare per prima ad andare in questo posto. «Oh non preoccuparti, litigano almeno una volta al giorno. Fra un po' li vedrai baciare». Mi rassicura.
Fingerò di crederci, intanto credo che andrò a casa, sono tanto stanca. «Scusami se ti abbandono proprio adesso, ma devo tornare sulla terra». Dico fermandomi sul prato che c'è sotto ai nostri piedi. Lui fa lo stesso guardandomi. «È stato un piacere uscire con voi, salutami gli altri». Dico salutandolo con la mano.
Si abbassa verso di me e mi da un bacio inaspettato sulla guancia, lasciandomi con la bocca mezza aperta.
Chiudo subito gli occhi teletrasportandomi con il cuore accelerato nella mia stanza.
Non credo di aver mai passato una serata così bella in vita mia.
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