Di chi è il corpo?

Altra attività ispirata a domande ed esperimenti mentali di Judith Jarvis Thomson. Come per ogni gioco morale visto finora, non esiste una risposta giusta.

Primo scenario: ti svegli dopo una notte passata a sbronzarti e ti ritrovi a letto con un famoso calciatore (no, non in quel senso). Ha un'infezione al sangue che gli risulterebbe fatale, ma il suo fan club ha scoperto che tu hai il corredo genetico che potrebbe salvarlo, perciò ti ha rapito e collegato al suo corpo, in modo che il tuo sistema immunitario possa combattere l'infezione.

Se verrà scollegato da te in questo momento, morirà sicuramente. Se rimarrà connesso a te per nove mesi, sopravvivrà. Il calciatore ha dei diritti sul tuo corpo per cui può restare connesso anche se tu non vuoi?

No, per niente direi. Chiedere era tanto difficile?


Bisogna mettere in ordine le malattie in base alla loro mortalità. Io ho fatto così: ginocchio della cameriera, aborto spontaneo, sclerosi multipla, cancro, infarto, ictus.

Cosa dà valore alla vita umana? Tra biologia, essere senzienti, gli attributi della personalità e il potenziale di sviluppare la personalità, vada per biologia: basta essere viventi per avere diritto alla vita, il resto è un contorno.


Secondo scenario: vivi in una casa che tende a diventare molto calda. Potresti vivere nel caldo soffocante con le finestre chiuse, ma preferisci di no, quindi ogni tanto le apri. C'è un problema, però. Fuori ci sono cose chiamate "semi di persone" che vagano nell'aria come polline. Se uno di questi "semi" entrerà in casa, si depositerà sul tuo tappeto e nell'arco di pochi mesi diventerà un bambino umano. Non vuoi bambini, dunque hai attaccato reti per schermare le finestre e respingere i "semi di persone".

Sfortunatamente, le reti non sono efficaci al 100% , dunque può capitare che un seme entri e attecchisca. Se ciò accade, la persona-pianta è autorizzata a usare la tua casa per il tempo che le ci vuole per svilupparsi, anche se tu non vuoi?

No, o con questa scusa mi troverei casa piena di bimbi-pianta.

Terzo scenario: stavolta al "seme di persona" non occorrono mesi per svilupparsi, ma solo una settimana. Non ti sarà chiesto se ha diritto di restare, ma che cosa dovresti fare tu.

Per capire la differenza, ecco un esempio: Bill e Ben sono fratelli. Bill ha ricevuto dei cioccolatini in regalo, che sta felicemente mangiando. Ben chiede a Bill se può avere un cioccolatino. In questa situazione, non dovremmo dire che Ben ha diritto a un cioccolatino , ma piuttosto che Bill dovrebbe dare un cioccolatino a Ben, lo giudicheremmo male se non ne offrisse uno a suo fratello.

In poche parole, c'è differenza tra dire che qualcuno dovrebbe fare qualcosa per qualcun altro e dire che l'altra persona ne ha diritto.

Quindi, tu cosa dovresti fare? Dovresti permettere alla persona-pianta di usare casa tua per una settimana o ti andrebbe bene distruggerla se non la vuoi?

Ma, riportarla fuori come faccio con gli insetti?


Questo esperimento riguardava l'aborto, forse l'avrete già capito. È quasi finito.

Quando l'aborto è giustificato moralmente? Mai, in circostanze molto limitate (stupro, se vita madre in pericolo), normalmente solo se non accade a gravidanza avanzata (unico limite), sempre.

Inizialmente avevo pensato di rispondere normalmente, ma poi ho scelto sempre, perché chi lo sa che problemi possono sopraggiungere durante la gravidanza.










Risultati: sostengo il diritto della donna di controllare il proprio corpo, che ha precedenza sul diritto alla vita del feto, dunque non c'è l'obbligo morale di terminare una gravidanza. Un feto però è umano, biologicamente, dunque c'è contraddizione per il valore della vita e con l'assegnare la malattia più mortale.

Ho già espresso cosa penso dell'aborto qui: https://www.wattpad.com/1060285953-screditando-il-bon-ton-ai-matrimoni

Ecco il link per l'attività: https://www.philosophyexperiments.com/whosebody/Default.aspx

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