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Keaton stava correndo lungo il corridoio. Energia blu e viola ne percorreva le pareti a intervalli regolari, creando un sonoro "woomp" al suo passaggio e facendogli venire la pelle d'oca.

Il direttore uscì nella saletta da poker chiudendosi la porta alle spalle.

Qualcosa era andato storto.

Non sapeva cosa, ma non c'era tempo per capirlo.

Doveva drenare la zona Esper da ogni energia, come aveva fatto quel giorno. Se fossero riusciti a indebolire Eonia, forse avrebbero potuto confinarla di nuovo nella sua prigione e fermarne la furia.

E Sanders?

Già, e Sanders?

Se Eonia gli avesse fatto del male e lui si fosse ancora trovato nella zona Esper durante il drenaggio, sarebbe potuto morire. Era un Esper, ma una parte considerevole di lui era umana, e poteva sopportare quell'operazione solo fino a un certo punto.

Tuttavia, per quanto gli dolesse, se doveva scegliere fra salvare le vite di tutti e quella di Sanders, non c'era confronto. Keaton doveva preoccuparsi del danno minore, quando si arrivava a compiere quel tipo di scelte, e, in quel caso, significava abbandonare Gene al suo destino.

Se Eonia avesse distrutto il GOPEP e fosse uscita all'esterno, non voleva nemmeno pensare a cos'avrebbe potuto fare. Non solo loro sarebbero morti, ma anche migliaia di altre persone. Non erano poi così lontani da Londra, in fin dei conti, e quella creatura poteva viaggiare molto velocemente. Si era appena risvegliata e ora era lenta, ma una volta recuperate tutte le forze avrebbe acquisito un potere immenso, che, unito alla sua rabbia e al suo odio, si sarebbe trasformato in una forza distruttiva travolgente.

Keaton deglutì e corse affannosamente verso la porta del personale, inciampando nei propri piedi, mentre gridava a squarciagola agli Esper di uscire dalle proprie camere.

Loro fecero capolino in corridoio, osservandolo con aria perplessa, mentre lui armeggiava con la serratura.

Keira lasciò cadere a terra la rivista porno che aveva ancora in mano e si avvicinò a Keaton, seguita da Otello, che ansimava rumorosamente, come se fosse sul punto di avere un attacco d'asma, e le tirava la maglia come un bambino, nel tentativo di avere delle risposte.

- Cosa succede? K-Keira, cosa sta succedendo? - balbettava, gli occhi sbarrati, mentre quello al centro della sua fronte dardeggiava da lei a Keaton, per poi scomparire, rivoltandosi.

Keira gli strinse una mano per placarlo, ma la sua attenzione restò focalizzata su Keaton.

- John, ci vuoi spiegare qualcosa?

- Dobbiamo uscire da qui - gorgogliò Keaton, la mano con cui reggeva il badge che tremava.

Keira capì che si trattava di qualcosa di grave, ma non fece in tempo a chiedere altre informazioni che avvertì delle dita squamose posarglisi su una spalla.

- Keira, lascia fare a me - mormorò una voce dolce e gentile, quasi femminile. Silenzioso. Era del tutto inopportuna, se paragonata al suo aspetto inquietante, specie a quella pelle verdastra e alle brillanti squame verde acqua.

- Ha parlato - farfugliò Otello, indicandolo con un dito tremante. - Ma non eri diventato muto?

- Non lo sono mai stato - sbottò Silenzioso, inarcando un sottile sopracciglio trasparente. - Keaton, so cos'è successo. La sento. Si sta avvicinando. Dobbiamo fermarla, o potrebbe sfuggire completamente al nostro controllo.

- E' quello che ho intenzione di fare io - sibilò John, mentre la porta scivolava di lato con un sibilo.

Fece per proseguire, ma trovò Etienne a sbarrargli la strada. Anche lui aveva il badge in mano, come se fosse stato sul punto di usarlo, e le sue ali erano spalancate.

Non appena li vide, li travolse e afferrò Keaton per le spalle.

- Cosa sta succedendo? Ho avvertito una grande scarica di energia, e...

La voce gli morì in gola perché, dopo aver fatto correre rapidamente lo sguardo fra loro, si era reso conto che qualcuno mancava all'appello.

- Dov'è Gene? - sussurrò, con voce stridula. Diede uno scossone a Keaton. - Rispondimi!

- Pensiamo sia rimasto sotto con lei - rispose Silenzioso, incrociando le braccia sul petto.

- Lei? Di chi state parlando? - gorgogliò Otello, che continuava a guardarli cercando di capirci qualcosa. Gli sembrava di essere appena caduto da una nuvola.

Silenzioso serrò la mascella e le fasce muscolari sul suo collo si contrassero, mettendo in mostra la carne tenera delle branchie, che si gonfiarono.

- Etienne, perché non glielo dici? E tu, Keira? Non sai nulla al riguardo?

- Ti sembra questo il momento? - ruggì il medico, cominciando a perdere la pazienza. Era rado vederlo perdere il controllo, Keaton non ricordava una volta in cui avesse alzato la voce.

Etienne emise un uggiolio denso di disperazione e fece per proseguire, ma Silenzioso lo trattenne.

- Cosa pensi di fare? Lei ti odia.

- Non mi interessa! - esplose Etienne, frustandogli il viso con un'ala. - Non ho intenzione di abbandonare Tayran un'altra volta!

Restò lì ad ansimare per un breve istante, osservando con aria confusa il taglio sul volto di Silenzioso, dal quale colava un sangue verde scuro. Lo scienziato si passò due dita sulla ferita, per poi sospirare.

Etienne si rese conto di quello che aveva fatto e gli mise una mano sulla guancia, guarendolo all'istante.

- Senti, mi dispiace per quello che abbiamo fatto, d'accordo? Ma tutte le volte in cui avrei voluto andare da Eonia e liberarla non ho potuto farlo, perché era talmente furiosa che mi avrebbe ucciso non appena mi avesse visto. Non avremmo dovuto lasciarla lì, ma non abbiamo avuto scelta. Eravamo stanchi, disperati. Lo sai bene anche tu. Non potevamo tornare a casa, perché non ce l'avevamo più. Ci stavano cercando, ci avrebbero uccisi. E abbiamo dovuto compiere una decisione, per quanto sbagliata e dolorosa. Ora io andrò laggiù e salverò Gene. Eonia è ancora debole. Posso riuscire a sconfiggerla, se voglio.

- Tu non sei un guerriero Etienne - mormorò Silenzioso, corrugando la fronte. - Morirai. E sia per te che per Gene non ci sarà speranza.

- Se devo morire, morirò - ribatté Etienne. - Ho avuto una vita più lunga di quanto ognuno di voi possa immaginare. Ho visto troppa morte. Preferisco essere io a spegnermi che vederne dell'altra. E ora scusami, ma devo andare.

Si rivolse a Keaton e annuì.

- Immagino tu voglia attivare il drenaggio. Io ho abbastanza energia per tenere in vita sia me che Gene per un certo lasso di tempo oltre il limite. Tu tieni accesa quella macchina finché non vedrai l'ultima luce di Eonia spegnersi. Ormai è diventata un mostro. Per quanto mi disgusti ucciderla, non possiamo lasciarla in vita. Ha già causato abbastanza dolore.

John annuì e prese Otello per un braccio, trascinandolo con sé, mentre ignorava le sue domande confuse - "Eonia? Mi avevate detto che l'avevate portata in uno zoo spaziale!"

- Non ho intenzione di lasciarti andare da solo - disse Keira, che era andata dietro a Etienne.

- Il drenaggio ti ucciderebbe - gemette il medico, spingendola verso la zona del personale. - Non voglio avere la tua morte sulla coscienza, vattene!

Keira però non aveva intenzione di abbandonarlo e il suo corpo, da quello formoso e femminile che aveva di solito, cominciò a lievitare, fino a diventare quello di un uomo piuttosto muscoloso, perfettamente in grado di tenere testa a Etienne.

- Non farmi arrabbiare, medico - sibilò, con voce profonda. - Keiran non è dolce come Keira. O vengo con te o ti prendo a cazzotti sul naso.

- Lascia stare, Keiran - lo interruppe Silenzioso. - Etienne ha ragione, Eonia ti ucciderebbe. Bastiamo io e lui per questo compito.

- Tu? Non avrai mica intenzione di fargli del male... non hai fatto altro che odiarci per tutti questi anni - ringhiò Keiran, stringendo forte le mani nervine, a punto tale da sbiancare le nocche. - Non te lo permetterò, Hlovatt.

- No. Non gli farò nulla, lo prometto - mormorò lo scienziato, impassibile, sostenendo il suo sguardo senza il minimo segno di cedimento. Deglutì e sembrò incupirsi, mentre un accenno di sincero dolore attraversava i suoi piccoli occhi lucenti. - Eonia non è più quella che conoscevo un tempo, la mia amica. Ormai è solo una belva imbizzarrita. Mi avrebbe fatto del male, quel giorno, se non l'aveste fermata. E il modo in cui ha usato quel povero ragazzo... Gene non ha avuto nulla a che fare con la sua segregazione, eppure l'ha quasi fatto impazzire. Non voglio che questo si ripeta. E' anche colpa mia se è successo. Avrei dovuto parlare con Eonia da subito, una volta scoperto che usava Wendy per uccidere, ma non volevo crederci. In effetti, non ci ho creduto finché non l'ho vista cercare di farlo con i miei occhi.

Silenzioso trasse un profondo sospiro, mentre Keiran lo scrutava. Sembrava sincero.

- D'accordo. Ti lascerò andare con Etienne e vi aspetterò dall'altra parte... ma se lui o Gene non dovessero tornare, te ne pentirai amaramente - sibilò, piantandogli un indice sul petto, prima di andarsene pestando i piedi a terra.

Il boccaporto che li separava dalla sezione del personale si chiuse ed Etienne e Silenzioso si trovarono da soli.

Si scambiarono un'occhiata.

- Mi aiuterai a salvare Gene? - mormorò il medico, fremente per l'angoscia.

- Sì - sbottò Silenzioso, aprendo la strada. - Ma non credere che questo cambi qualcosa fra noi o cancelli ciò che avete fatto in passato. Una volta che tutto questo sarà finito, troverò un modo per andarcene da qui. Poi, ci separeremo e ognuno proseguirà come meglio gli aggraderà. Io so già che non vorrò più vedervi. E ora, muoviamoci.

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