Capitolo 5
Mi sveglio stiracchiandomi, tra il calore che emanano le coperte che mi avvolgono tutta, è davvero una bella sensazione.
Aspetta un'attimo perchè la mia sveglia non suona? E perchè non sento quel dolce profumo di brioches e cappuccino?
Poi ricordo. Non sono più piccola.Non sono più a casa. Non avrò mai più i miei dolci risvegli. Non sentirò più la voce della mia migliore amica Sissi.
Sono stata rapita, venduta e come se non bastasse regalata a qualcuno come se io fossi un oggetto. Davvero bello.
I miei pensieri s'interrompono quando sento bussare alla porta.
Velocemente chiudo gli occhi e fingo di dormire.
Qualcuno entra dentro, ma non so chi sia.
"Buongiorno signorina" sento una voce femminile dirmi con affetto.
Faccio ancora finta di dormire ma a quanto pare la donna se ne accorge.
"Le ho portato dei vestiti puliti. Il signor Petronovic la aspetta di sotto per fare colazione"
Non ho nemmeno il tempo di alzarmi che la donna ha già chiuso la porta dietro di sé.
Mi alzo e vedo i vestiti che mi ha portato.
L'intimo è di colore bianco e semplice. Una maglietta a maniche lunghe di colore....rosa...non dico che sia un brutto colore, ma, non mi è mai stato bene addosso. E infine, un paio di jeans skinny bianco.
Sbuffo. Devo mettere questi vestiti per forza, non mi va di rimettermi quel vestitino.
Mi guardo un po' intorno alla stanza. Ora che c'è la luce del giorno riesco a vederla meglio. È molto grande tanto quanto il soggiorno di casa mia. Noto che c'è una porta.
Vado verso la porta e la apro. Wow. È il bagno, molto grande. Il lavandino di marmo è di un colore bianco avorio molto bello. Lo specchio è rotondo ma gigante e infine c'è la vasca.
La riempio di acqua calda e mi ci tuffo dentro.
Mi immergo quasi del tutto, lasciando fuori solo gli occhi.
Dopo una decina di minuti, circa, esco. Non voglio metterci troppo tempo. Credo che se facessi aspettare quel uomo dagli occhi di ghiaccio si incazzerebbe.
Mi asciugo e mi vesto. Apro qualche cassetto del bagno e trovo un asciugacapelli. I miei capelli ritornano lisci. Ed infine esco dal bagno.
Aspetta ai piedi cosa metto? Beh sicuramente non quei tacchi. Alla fine decido di stare scalza anche perchè non saprei che mettermi.
Esco dalla stanza. Mi guardo in torno e non vedo nessuno. Poi cerco di ricordare da quale direzione siamo venuti io e lui.
Il mio sesto senso mi dice di andare a sinistra. E così faccio. Per fortuna questa volta ho azzeccato la direzione.
Intravedo in lontananza le scale per scendere al piano di sotto.
Ad un tratto mi fermo. Sento una voce parlare in russo. Mi avvicino alla porta mezza socchiusa e vedo con la coda dell'occhio Dominik. È impegnato in una conversazione al telefono.
Sono appoggiata alla porta. Quanto vorrei sapere il russo in questo momento.
"La transizione deve essere fatta entro questa sera. Se così non fosse sai cosa succede." Dice freddo e con tono duro.
Ha davvero una bella voce. Dura, autoritaria, aggressiva ma in modo buono e sopratutto possessiva. Con una voce così e quello sguardo freddo riesce a rapirmi completamente. Il modo in cui mi fissa solo a pensarci mi vengono i brividi, ma dei brividi piacevoli.
Un'attimo ma che diavolo sto dicendo? Forse questo clima freddo mi fa male al cervello.
Mentre sono in contemplazione del suo viso nei miei pensieri la sua voce mi fa ritornare alla realtà.
"Che stai facendo?" Domanda irritato.
Quasi salto in aria dallo spavento.
Ero così concentrata nei miei pensieri che non mi sono accorta che mi è venuto davanti.
"N-niente" dico spaesata.
Sbuffa. "Sai che è maleducazione origliare le conversazione degli altri?"
Lo guardo confusa. Ha appena detto qualcosa ma sono troppo concentrata sulle sue labbra. Sono carnose e, forse, pure morbide.
Chissà come bacia bene.
Ma che cavolo mi prende?
Mi sventola una mano davanti alla faccia e poi ritorno in me.
Si abbassa un po' e avvicina pericolosamente il suo viso al mio. Ora siamo faccia a faccia, a soli due centimetri di distanza. Riesco a sentire il suo profumo pervadermi le narici. È un buono profumo di muschio mischiato a....vaniglia...una strana combinazione ma devo dire che è davvero un buon profumo.
"Così riesci a vedermi meglio?" Chiede malizioso con le labbra a distanza di due millimetri dalle mie.
"I-io...e-ecco.." balbetto. Non riesco a formulare delle parole decenti. Divento talmente rossa che, si potrebbe addirittura cuocere un uovo sulla mia faccia.
Sorride spavaldo dato che ha ottenuto l'effetto che voleva. Non lo sopporto.
"Seguimi" dice divertito iniziando a camminare. Lo seguo. Sono dietro di lui. La camicia bianca gli sta a pennello. Riesco a vedere benissimo la sua schiena muscolosa e perfetta.
Il mio sguardo scivola un po' più in basso, sul suo sedere. È davvero bello sodo, non posso negarlo. Non sono una che dice le bugie, sono una brava ragazza io.
Rido tra me e me. Sto davvero diventando pazza e questo tipo mi fa un effetto davvero strano.
Si volta un attimo per vedere se lo sto seguendo e...merda...mi ha beccata di nuovo a fissarlo. Vedo un sorriso prendere possesso delle sue labbra.
Arriviamo a quello che credo sia la sala da pranzo. Una stanza molto grande, con delle portefinestre davvero enormi che fanno entrare tanta luce naturale. Le pareti bianche sono colorate solo da qualche quadro astratto con colori vivaci.
Il tavolo è lungo, di legno scuro.
Lui si siede a capotavola e mi indica di sedermi alla sua sinistra.
Rimango zitta a fissare il tavolo, che ad un tratto sembra diventato molto interessante.
Non voglio che mi becchi a fissarlo di nuovo. Sarebbe la terza figura di merda e non va bene.
Arriva una donna sulla mezza età. Credo sia una domestica.
"Buongiorno Signor Petronovic, buon giorno signorina"
Riconosco la voce della donna, è di quella che è entrata in camera mia.
La donna porta un caffè a Dominik. A me invece una brioches e...un cappuccino. Sgrano gli occhi. Rimango a fissare tutto sorpresa, quasi impaurita.
Deve essere uno scherzo. È una coincidenza. È solo una coincidenza. Una stupida coincidenza.
"Spero le possa piacere" dice la donna con voce dolce.
Sono persa nei miei pensieri.
Questo profumo di brioches appena sfornata e di cappuccino caldo mi riporta a dei ricordi di mia madre.
Ricordi. Odio i ricordi. Li odio perchè fanno pensare al passato e il passato è per chi non ha la forza di andare avanti. Il passato è brutto, beh almeno il mio lo è stato ma dettagli.
Se penso al passato mi ci immergo, perchè mi divora e se lo fa sono fottuta, risulterei una ragazza fragile e indifesa. Cosa che non sono.
Da quando mia madre non c'è più me la sono sempre dovuta cavare da sola. Ho fatto tutto da sola e ce la stavo facendo, ma poi sono stata rapita.
Alzo lo sguardo. La donna e Dominik mi stanno fissano preoccupati.
La donna mi porge un fazzoletto. La guardo confusa e solo dopo mi rendo conto che mi sono uscite delle lacrime senza che me ne rendessi conto.
Non prendo il fazzoletto ma con le maniche mi asciugo le lacrime.
"Scusate, non ho fame." Dico con un filo si voce. Mi alzo e vado via.
Salgo le scale correndo. Cerco di trovare quella che deve essere camera mia. Dopo un po che giro a vuoto la trovo.
Mi butto a pancia in giù sul letto e affogo la testa nel cuscino.
Inizio a urlare ma per fortuna nessuno sente niente perchè ho il cuscino che para i rumori.
Alzo la testa per prendere fiato e poi inizio a tirare pugni al cuscino.
"Perché?!" Dico singhiozzando. "Perché?!Cazzo perchè a me?!" Grido in un momento di rabbia.
Prendo il cuscino e lo lancio via.
Mi metto a fissare il vuoto.
"Mamma mi manchi." Porto la mano al collo.
No. Non può essere. Corro in bagno e mi guardo allo specchio. Spalanco gli occhi. Non me ne ero accorata prima, con tutto quello che è successo.
Dov'è? Dov'è la collana? Non posso averla persa. Non ora. Non ce la faccio. Non ce la posso fare, senza quella collana, che mi da un briciolo di sicurezza, non posso fare nulla.
Ormai sto piangendo. E io che mi ero detta che non avrei pianto mai più.
Ad un tratto sento la porta aprirsi. Non vedo chi è perchè sono con le ginocchia al petto e la testa bassa.
Sento una mano sulla mia spalla, alzo lo sguardo e vedo lui. I suoi occhi mi guardano tristi, quasi provasse compassione per me.
"Vattene" dico con voce rotta.
"No." Risponde
"Ho detto vattene!"urlo tra la rabbia e il dolore ed intanto mi alzo in piedi e gli indico la porta con il braccio.
Senza preavviso mi prende per i polsi e mi sbatte contro il muro.
"Tu a me non dai ordini" sussurra incazzato. Ha il viso a due centimetri dal mio. Non riesco a reggere il suo sguardo e quindi abbasso la testa.
"Che cavolo di problemi hai?" Domanda. Non rispondo. Scuoto solo la testa in segno di no.
Lo vedo alzare gli occhi al cielo.
"Dimmi che hai" ordina e di nuovo scuoto la testa.
"Fallo!" Urla spazientito e stringendomi di più i polsi.
I miei occhi si riempiono di lacrime.
"Fallo" sussurra più dolcemente con gli occhi fissi su di me. Alzo lo sguardo "La collana" dico con voce rotta. Mi guarda confuso "Quale collana?"
"Quella di mia madre. Non la tolgo mai. La rivoglio indietro"
"Io non la ho, non posso aiutarti" risponde un po' deluso credo.
"Non puoi chiedere a Mike se la ha lui?" Domano con un briciolo di speranza.
"Più tardi" risponde.
Annuisco e basta.
Ora ci stiamo fissando. Lui ha i suoi occhi sui miei e io ho i miei immersi nei sui.
Si sta avvicinando lentamente, il suo profumo mi pervade. Fisso le sue labbra che piano piano si stanno avvicinando alle mie. Chiudo gli occhi. Sento le sue labbra che stanno per sfiorare le mie ma...squilla il suo cellulare...apro gli occhi e vedo che lui mi guarda sorpreso. Forse non si è nemmeno reso conto di quello che stava per fare.
Mi lascia andare i polsi. Tira fuori il cellulare e vedo il suo viso incupirsi. Si irrigidisce e spazientito risponde alla chiamata andando via. Prima di farlo mi lancia un'occhiata e poi sparisce del tutto.
Ciao a tutte💞.
Vorrei sapere cosa ne pensate per ora di questi primi cinque capitoli.
Sapere se la storia vi sta piacendo o no.
Scusate per gli errori e grazie per dedicare tempo a questa storia😊❤
Baci a tutte😘
By Blackwitch
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