Capitolo 26
Questi sedili sono così scomodi. Non ho mai viaggiato in aereo prima d'ora (se non quando sono dovuta arrivare a Parigi, ma il tragitto è stato più breve).
Non immaginavo che dei sedili potessero far venire un mal di schina così atroce e in più ho male al sedere.
Comunque, mi dispiace per Dominik, l'uomo sovrappeso di fianco a lui non ha fatto altro che mangiare per tutto il tempo: patatine di qua, snack di là e chi più ne ha più ne metta. Anche io adoro mangiare ma questo tizio è un pozzo senza fondo.
Fortunatamente manca poco più di mezz'ora dall'arrivare a New York. Parlando onestamente non mi è mancata poi così tanto.
L'unico posto di cui ho nostalgia è Central Park, c'era un piccolo posto nascosto vicino a degli enormi alberi, che mi permetteva di stare da sola e tranquilla senza, che nessuno mi disturbasse.
Adoravo andare lì d'estate. Ci andavo in bici, prendevo sempre una tovaglia con me, la poggiavo sull'erba e mi ci sdraiavo. A volte leggevo, altre volte piuttarvo qualcosa e altre volte ancora, non facevo nulla, mi godevo solo la pace e la tranquillità di quel posto.
Forse ci dovrei portare Dominik, magari questo mi farebbe aprire ancora di più e forse mi darebbe forza a dar voce ad alcuni miei pensieri.
Di Dom non so molto, se non quello che mi ha detto lui e sinceramente va bene così, lo capisco. Ogni cosa a suo tempo e credo che io e lui ne avremo molto da spendere insieme, quindi, che fretta c'è?
"Non ne posso più" sussurra Dom al mio orecchio mentre rido divertita, osservando il tizio ciccione che sta mangiando l'ennesimo sacchetto di patatine, in più masticha con la bocca aperta ed è davvero una cosa che odio.
"Tranquillo tra un po' siamo arrivati" lo rassicuro, per poi poggiargli una mano sulla spalla e accarezzarlo.
Infine atterriamo per davvero e dopo aver preso le valigie ci dirigiamo ai parcheggi. Dom tira fuori la chiave di una macchia: una Rang Rover nera. Ci dirigiamo verso essa e saliamo.
"Ally ora che ci penso, tu abitavi a New York vero?" Chiede dopo un po' che siamo in viaggio.
"Si, vivo qui da nove anni. In un certo senso New York è bella." Rispondo guardando le goccioline di pioggia che scivolano via dal vetro.
"Che intendi dire?" domanda non distogliendo lo sguardo dalla strada.
"Che la maggior parte dei ricordi legati a New York sono malinconici." rispondo poggiando la testa sul finestrino, continuando a guardare la gente con gli ombrelloni aperti che va avanti e indietro.
Il resto del tragitto lo passiamo in silenzio. Arriviamo in un grande hotel e saliamo al decimo piano.
Appena entrati nell'appartamento si può notare l'enorme vetrata che fa avere un bellissimo panorama delle strade newyorkesi piene di luci colare. L'arredamento è lussuoso e moderno.
Mi avvicino all'enorme vetrata, poggiando a terra e vicino al divano la mia valigia.
"Sei felice di essere tornata?" Dom imita il mio gesto per poi arrivare dietro di me, mi cinge la vita e mi da un bacio sulla nuca.
"In parte sì" rispondo mentre co sguardo vuoto osservo il panorama.
"Vado a farmi una doccia bambolina" e mi da un altro bacio sulla testa.
Dom si dirige in bagno così ne approfitto per cercare qualcosa da cucinare. Nel frattempo accendo la tv e il primo canale che mi appare è il telegiornale.
Guarda caso stanno parlando di politica ma appena finsce appare un altro servizio, alzo un po' il volume per sentire meglio e vedo una mia foto sullo schermo.
"Non si sa ancora nulla di Alissa Blade, ragazza scomparsa il 15 Ottobre dell'anno scorso. Le indagini si stanno ancora svolgendo, ma pare non ci siano nuovi indizi. La polizia sta seguendo ogni pista possibile mentre i suoi famigliari sono disperati. Lanciamo un appello a chiunque ci stiano ascoltando in questo momento: se avete visto Alissa o abbiate qualsiasi altro indizio chiamateci, aiutate i parenti di Alissa a ritrovarla, grazie e ora passiamo a un altr-" Spengo la tv direttamente, come se avessi appena visto qualcosa di davvero pauroso.
Rimango sopresa per quello che ho appena visto e sentito, non mi aspettavo che qualcuno mi cercasse veramente. Ero così concentrata sul notiziario che non ho nontato che Dominik è poggiato sul muro del corridoio.
"Lo hai sentito? Mi stanno cercando."
Riflette. Riflette e riflette.
"Perchè ne sei così stupita Ally?" Si avviccina a me e fa in modo che io tenga lo sguardo sui suoi occhi. Ha ancora i capelli bagnati e alcune goccioline gli cadono sul viso che lo rendono tremendamente sexy.
"Non lo so, non me lo aspettavo" sbuffo "15 Ottobre"
Mi guarda interrogativo non capendo cosa io voglia dire.
"Che giorno è oggi?"
Ci pensa un attimo e poi prende il cellulare e guarda la data "12 Febbraio"
Sono passati quattro mesi?! Non ci credo, non mi sono nemmeno accorta che il tempo e passato così veloce.
"Comunque mi metto a cucinare qualcosa ho davvero tanta fame." Mi dirigo in cucina, che per la cronaca è una meraviglia.
Trovo delle uova, qualche verdura e della carne in frigo, così decido di cucinare tutto.
"Ally" mi chiama Dom, non lo ascolto e rimango concentrata a tagliare le carote da saltare in padella "Ally" mi richiama. Dopo la terza volta decido di alzare la testa notando che lui mi guarda preoccupato.
"Che hai?"
"Nulla, perchè?"
"Vuoi tornare a casa?"
Smetto di tagliare le carote e vado dritta davanti a lui, mi alzo in punta di piedi cercando di diminuire quei centimetri di altezza che ci separo.
Scuto la testa "No, e sai perchè no? Perchè ho capito una cosa."
"Cosa?" Si avvicina a me con espressione curiosa.
"Che sono già a casa" do voce ai miei pensieri, vado velocemente verso di lui e lo abbraccio. Lo sento irrigidirsi per qualche secondo ma poi ricambia la stretta " Qualunque cosa succeda io voglio stare con te Signor Petronovic" affermo respirando il suo profumo.
Ci stacchiamo e sorridiamo entrambi, poi lui parla: "Bene, in cosa posso esserle utile Signorina Blade?"
Rido divertita "Sa come si prepara una frittata Signor Petronovic?" Chiedo prendendo il coltello in mano.
"Attenta con quello potresti farti male" mi riprende.
"Ehi! Guarda che sono un'abilissa cuoca, non mi taglierei nemmeno se lo volessi." Dico sicura di me stessa. In effetti è così, la passione e la bravura per la cucina li ho ereditati da mia madre, questa cosa mi è sempre piaciuta perchè era un modo in più di sentirmi legata a lei.
"Ai"
"Ma guarda chi si è tagliato alla fine" dico tra le risate.
In risposta mi fulmina solamente con lo sguardo. Velocemente mi riprendo e vado in cerca di qualche kit medico (sperando ce ne sia uno). Lo trovo sotto al lavandino, lo prendo, disinfetto il taglio e ci metto un cerotto sopra.
"Ecco!" Esulto "Sei come nuovo. Certo però che tagliarti mentre tagli le cipolle non è il massimo"
"Sta zitta, una certa persona mi ha distratto" risponde avvicinandosi a me mentre mette una mano sulla mia gamba, che lentamente porta su fino a fermasi tra le mie gambe.
Lo guardo incantata, si avvicina e mi bacia appasionatamente. Mentre stiamo approfondendo il bacio con la lingua il mio stomaco brontola, ci stacchiamo e ridiamo entrambi.
Poi mi ricordo che ho del cibo sul fuoco e non vorrei bruciarlo. Alla fine cuciniamo tutto fingendoci dei veri Chef.
"Ally che mi stai facendo?" Chiede tra un boccone e l'altro "Hai un effetto travolgende su di me."
Rimango spiazzata dalla sua confessione e appunto poco a poco divento rossa per l'imbarazzo. Ecco, complimenti fatti all'improvviso mi fanno arrossire sempre (non che io ne abbia ricevuti molti nella mia vita, chiariamoci)
Non rispondo e vedo lui che si mettere a ridere.
Ho già detto quanto sia bello quando sorride? Forse sì ma, lo ripeterò all'infinito. Quest'uomo è di una bellezza unica e rara.
"Dom, avrei una richiesta"
"Dimmi"
Intanto ci alziamo e sparecchiamo. Mentre inizio a lavare i piatti lui si mette pronto ad asciugarli.
"Domani vorrei andare al cimitero."
Apre la bocca ma poi la richiunde intuendo il motivo.
"Ma certo ragazzina, tutto quello che vuoi. Ma sappi che dovrai stare ben nascosta se non vuoi che qualcuno si accorga di te"
"Già" rispondo solo. Prima di essere rapita ogni fine settimana andavo a fare visita a mia madre al cimitero e le portavo un mazzo di fiori.
"Andiamo a dormire?" I miei pensieri vengono interrotti dalla voce sexy dell'uomo che ho di fianco.
Il mattino seguente arriva veloce, così ci prepariamo per andare al cimitero. Indosso una felpa nera, un berretto da baseball, un paio di jeans blu e un paio di sneakers. Okay, non sembro molto femminile ma non mi interessa. Non devo dare nell'occhio.
Saliamo in macchina e dopo essere partiti chiedo a Dom se può fermarsi dal fioraio e prendermi un mazzo di fiori, in particolare un mazzo di Calle.
Eccoci qui, davanti all'ingresso del cimitero. In una mano ho il mazzo di fiorni e l'altra mano è stretta a quella di Dominik. Ci incamminiamo dentro al cimitero e dopo due minuti arriviamo davanti alla tomba di mia madre.
Mi inginocchio e fisso la lapide "Lo sai perchè le porto i Calle?" Chiedo a Dom pulendo la lapide da qualche foglia secca. L'uomo scuote la testa, rimanendo in piedi dietro di me.
"Perchè sono fiori semplici, ma sono bellissimi e puri. Sono eleganti, raffinati e puliti. Mia madre era così. Lei era bellissima, elegante, raffinata e semplice. Era buona con tutti. Il suo sorriso è, o meglio era, come il petalo bianco del fiore, così bello e lucente."
Sorrido, poso i fiori davanti alla sua lapide e poi la bacio. Mi metto seduta vicino a lei e inizio a raccontarle tutto quello che è successo in questi quattro mesi mentre Dom, pazientemente sta in disparte e per questo lo ringrazio.
Ecco un altro capitolo spero vi sia piaciuto😙 che ne pensate di Ally e Dominik come coppia?
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