Capitolo 25

Mi sveglio la mattina seguente stiracchiandomi. Tasto la parte del letto in cui dovrebbe esserci Dom, ma non c'è.
Okay, è realmente possibile che non posso avere la decenza di vedere quell'uomo mentre è ancora addormentato, di prima mattina? Questa cosa è ingiusta.

Alcuni raggi di sole passano attraverso le tende e d'istinto vado nella parte sinistra del letto, in cui aveva dormito Dominik.
Mi alzo la coperta fino alla testa tenendo gli occhi chiusi.

Che ne sto facendo della mia vita? Perchè tutto questo è successo a me? Sembra quasi io sia perseguitata dalla sfortuna (almeno in parte). L'unica mia fortuna è aver conosciuto Dominik. Vorrei tanto raccontargli tutto di me, della mia vita e di come sono fatta, però non ci riesco.

Forse la mia è solo paura. Nemmeno la mia migliore amica Sissi ha mai visto la vera me, e devo dire che lei mi manca moltissimo. Mi manca sentirla ridere per le mie battuttacce di scarsa qualità, mi manca il suo viso, il suo profumo che sapeva tanto di ciliege. Ma, mi mancano sopratutto i suoi abbracci che, mi ricordavano tanto quelli di mia madre.

Ora che ci penso, non so nemmeno quale sia la vera me...
Ero troppo piccola per avere una perdita del genere e, forse, questo ha proprio definito il mio carattere.

La porta della camera viene aperta e abbasso le coperte. Mi trovo davanti Dominik, senza maglietta, con un vassoio con qualcosa sopra.
Si siede vicino a me poggiando sul letto il vassoio, che ha: dei pancake, due brioches e due caffè e con dello zucchero a fianco.

Lo guardo sopresa. " E questo che significa?"
Non parla, si avvicina a me e con la punta del naso mi sfiora il collo che mi procura un leggero solletichio e rido, poi mi da qualche bacio per poi prendermi il mento, con due dita, e farmi girare il viso verso di lui per baciarmi.

"Buongiorno" sussurra nel mio orecchio. Sorrido e gli bacio la punta del naso, e con il suo stesso tono gli do il buongiorno.

"Bon appetit" afferma per poi dare un morso alla brioches.
Lo imito, poi prendo un morso di pancake mentre mi guarda dubbioso.
Mastico, inghiotto e ci fissiamo.

"Che c'è"? Domando curiosa

"Come sono?"

Faccio finta di pensarci "Beh...insomma..." scoppio a ridere nel vedere l'espressione nel suo viso "Scherzo, sono buonissimi" affermo per poi dargli un bacio a stampo sulla guancia che accenna a un po' di barba.

"Comunque non mi piace il caffè." Indico la tazza con il liquido scuro mentre prendo un altro boccone di pancake.

"Aspetta" dice lui per poi alzarsi, esce dalla camera e ritorna dopo due minuti con una grande tazza in mano.

"Capuccino?" Chiede porgiandomi la tazza. Lo guardo con gli occhi lucidi.

"Ne vado pazza" affermo, insipiro il profumo ricordandomi di mia madre.

Finiamo di mangiare tra le risate.
Dom si fa improvvisamente serio "Ally posso farti una domanda?"

"Certo" affermo insicura.

"Come te le sei procurata quei due tagli sulla schiena?" Mi guarda dritto negli occhi "Io..." mi ricordo come mi sono procurata quelle cicatrici e questi ricordi non so affatto piacevoli " È successo dopo che mia madre è morta."

Poggia la mano sopra la mia incitandomi a continuare. " Ero alle medie e c'erano questi bulletti che se la prendevano con me. In realtà se la predevano con molti ragazzi. Comunque, un giorno mi hanno presa in disparte e hanno tirato fuori un coltello, dicendo che volevano giocare-" mi interrompo e faccio una risata amara guardando il vuoto, Dominik stringe di più la mia mano
"-hanno iniziato sventolare il coltello e...ti lascio immaginare il resto"

Abbasso la testa, facendo cadere alcune ciocche castane davanti al viso.
"Mi dispiace molto bambolina. Vieni qui" afferma per poi prendermi e farmi sedere sopra di lui. Mi accarezza la schina mentre poggio la testa sul suo petto.
Chiudo gli occhi e inspiro il suo profumo. Sento il suo cuore battere a un ritmo normale e devo dire che è un suono bellissimo. Non ho mai sentito battere il cuore di nessuno se non il mio.

"Ora so una cosa in più di te" se ne esce fuori lui.

"Che cosa?" Domando corrugiando la fronte, anche se, credo che lui non mi abbia visto

"Che odi il caffè ma ti piace il capuccino."
Sorrido, alzo la testa e lo fisso negli occhi poggiando una mano sulla sua guancia destra, sentendo il leggero pizzichio della barba (che a me piace tanto).
"I tuoi occhi mi fanno impazzire" affermo incantata dal suo viso.

"A me fa impazzire il tuo visino da bambina" ribatte lui. Un sorriso a trentadue denti si imposessa delle mie labbra. "Ecco...amo quando sorridi"

Lo riempio di baci tutta felice. Queste sue parole mi riempiono il cuore di gioia e di calore. Un calore che non sentivo da tanto, tantissimo tempo e devo dire che è davvero una bella sensazione.

"Bene bambolina, ora basta baci. Vai a farti una doccia che partiamo."

"Dove siamo diretti? A New York?" Chiedo togliendomi da sopra di lui. Lo vedo fare solo cenno di sì con la testa e poi mi dirigo in bagno.

Mi spoglio e mi faccio una doccia veloce ma calda. Mi metto l'accappatoio e mi asciugo i capelli.
Apro le ante di alcuni scaffali sotto il lavandino e prendo la ciotolo com il riso.
Che ci fa una ciotola con il riso in bagno? Semplice, ce l'ho messa io. Dentro c'è il cellulare che mi aveva dato Daniel, quello con il suo numero dentro che in caso di emergenza lo avrei potuto chiamare.

Si il giorno che io e Foster siamo caduti in acqua lo avevo nella tascca dei jeans, così si è inzuppato tutto.
Venuta qui, in questo appartamento, ne ho approfittato per far asciugare il cellulare. Ora spero vivamente che funzioni.
Lo tiro fuori dal riso e provo ad accenderlo. Dopo qualche secondo si illumina lo schermo, tiro un sospiro di sollievo. Nascondo la ciotola con il riso e mi vesto, Dom non deve sapere che ho un cellulare, anche se non ho intenzione di usarlo, cioè chiamare la mia amica o i miei zii.

Mi nascondo il cellulare in una tasca interna di una felpa con la zip. Esco dal bagno e trovo Dominik intendo a prendere il borsone con i miei vestiti.

"Sei pronta? Il taxi ci sta aspettando, andiamo"

Gli faccio un cenno con la testa e lo seguo. Arriviamo in aereoporto giusto in tempo per imbarcarci.
"Credevo avessi un elicottero tutto tuo o un Jet privato" affermo stando con le mani in tasca mentre facciamo la fola per entrare nell'aereo.

Non mi risponde ma scoppia a ridere "È che non voglio dare nell'occhio. Ma se ci tieni tanto un giorno ti porterò a fare un giro."

Ci sediamo nei nostri posti, lui vicino al finestrino e io in mezzo. Dopo qualche minuto un uomo in sovrappeso si viene a sedere vicino a me e mi guarda con uno sguardo che per me è disgustoso.
Dom che fino ad pra stava guardando fuori si gira verso di noi e fulmina l'uomo in modo così brutale che quest'ultimo si spaventa.

"Alzati" afferma e io faccio come dice e poi ci scambiamo di posto.
Dopo una buona mezz'ora allacciamo le cinture, poggio la mia mano su quella di Dominik e la stringo, pronta a tornare a New York, a casa in cui io non volgio più tornare. Ormai il mio posto è con questo uomo con gli occhi di ghiaccio.






Ciao a tutti, spero il capitolo vi sia piaciuto😄

Mi scuso se ci sono errori, ci "vediamo" al prossimo capitolo💕😙

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