Capitolo 23
Sto ancora cercando di non fare troppo rumore quando piango. Eppure mi ero ripromessa di non piangere mai più, per nessuna ragione.
Ma, eccomi qui, con le lacrime che continuano a scendere.
La faccia di Foster è indecifrabile. Credo abbia letto quello che c'era scritto nel bigliettino.
Non mi sarei mai aspettata che un uomo come Dominik potesse mai dire, o in questo caso scrivere, due parole così potenti.
Sì, perchè dire ti amo non è affatto facile. Perchè, quando dici quelle due paroline, è come se tu confessassi di esserti innamorato di nuovo, per la seconda volta.
Se ci penso bene, non so perchè sono innamorata di lui, forse per lo sguardo, per i modi di fare, per il carattere, io questo non lo so o forse sì?
Forse lo amo proprio per tutte queste cose messe insieme. Ma una cosa la so per certo, che quando lo vedrò gli dirò anch'io che lo amo.
Mi asciugo le lacrime con i polsi, faccio un leggero sorriso e mi volto ad ammirare il panorama che c'è fuori dal finestrino.
Siamo partiti solo da qualche minuto e si vede il sole che sta tramontando.
"Dove siamo diretti? E poi chi erano quegli uomini? Ma sopratutto, perchè ce ne stiamo andando da qui?" Domando sdraiandomi sul sedile e chiudendo gli occhi.
Il ragazzo seduto di fianco a me sta nella mia stessa posizione ma non mi risponde. Ormai sto iniziando a dubitare che lui ci senta bene.
"Va bene. Perchè pensi che sia una delle tante di Dom? Perchè hai detto che quando non mi vorrà più, mi butterà via come le altre?"
Nulla. Da lui non ricevo risposta. Sbuffo fortemente, in modo che possa sentirmi.
"Hai problemi di udito per caso?"
"No" sento dire in risposta. Scatto velocemente dal sedile e lo guardo arrabbiata. Lui apre gli occhi e sbuffa.
"Stiamo andando a Parigi. Non posso dirti di più" faccio per aprire bocca ma lui mi precede "Se hai altre domande falle a lui quando lo vedrai."
Richiude gli occhi e gli tiro un pugno sul braccio, lancia un urletto di dolore e mi guarda quasi come volesse strangolarmi. "Che problemi hai? Perchè lo hai fatto?" Si lamenta.
"Potresti almeno dirmi chi erano quegli uomini." Incrocio le braccia e aspetto la risposta.
"Non lo so" afferma lui. "Tu lo sai e ora me lo dici" ribatto.
"Mio dio, che bambina insolente. Senti ti dico solo che, non augurerei nemmeno al mio peggior nemico di incontrare il loro capo. E ora dormi, il viaggio è lungo"
Dopo di questo si mette comodo sul sedile e chiude gli occhi per dormire.
Mio dio, questo ragazzo è davvero insopportabile.
Comunque non posso fare a meno di essere preoccupata per Dom. Foster ha appena detto che il capo di quei tizi è davvero pericoloso. Spero solo che Dom stia bene.
Un po' preoccupata chiudo gli occhi e mi addormento.
Mi sveglio per un suono improvviso. Il comandante ha detto di allacciare le cinture perchè tra un po' si atterra.
Mi stiracchio facendo un grande sbadiglio. Ho tutto il collo indolizito per via del sedile, devo dire che e davvero scomodo.
Mi massaggio un po' il collo poi mi volto verso il posto di fianco a me e Foster non c'è. Sarà in bagno.
Come non detto in pochi secondi è già qui e pure lui si allaccia la cintura.
Lo fisso per un attimo e dopo mi volto a guardare fuori. Prendo la croce in mano e la osservo, ricordandomi di tutti quei bellissimi momenti con mia madre. Mi manca così tanto, darei qualsiasi cosa per poterla riabbracciare un'ultima volta, per sentire quel suo profumo di zucchero filato che amavo tanto e per vedere quel sorriso che mi dava sicurezza e coraggio per affrontare tutto.
Sorrido leggermente a questi ricordi.
L'aereo atterra e noi possiamo uscire.
Finalmente, non ne potevo più di stare in quella enorme scatola volante.
Prendiamo i borsoni che erano sopra le nostre teste e ci dirigiamo verso l'uscita. Seguo il moro senza dire nulla, prendiamo un taxi e ci dirigiamo in una via che non ho capito. Mi affaccio a guardare il panorama esterno e da qui posso vedere la punta della Torre Eiffel.
Parigi è bellissima, è sempre stato il mio sogno venire a vivere qui, in una città romantica come questa. Ma purtroppo il destino mi ha riservato altro o dovrei dire karma.
Arriviamo davanti ad un grande edificio, saliamo con l'ascensore e arriviamo all'appartamento dell'ultimo piano.
Il lusso di questa casa per i miei gusti è eccessivo ma la cosa più bella di tutte è la terrazza: abbastanza ampia da poterci fare tranquillamente un barbecue e che ti da una visuale meravigliosa della Torre Eiffel.
"E ora che si fa?" Mi rivolgo al ragazzo che è intento a cercare qualcosa da mangiare.
Alza la testa e mi guarda "Nulla" prende un sorso d'acqua dalla bottiglietta.
Mi dirigo su uno sgabello rialzato e mi siedo poggiando i gomiti sul balcone della cucina "Mi puoi dire perchè credi io sia come le altre per Dom?"
"Mi dici perchè ti sei fissata con questa cosa?" Si avvicina a me.
"Perchè mi hai accusato di qualcosa che non ha senso" ribatto rimanendo impassibile.
"O forse lo ha?" Si avvicina di più a me.
"Rispondimi. Perchè?"
Si avvicina sempre di più ma lo fermo facendolo indietreggiare.
"Cosa stai cercando di fare?"Non mi risponde, tienie gli occhi fissi su di me.
"Cosa vuoi dimostrare cercando di baciarmi? Che sono infedele? Che sono come le altre solo perchè vedo un tipo bello e quindi mi ci butto adosso? Se la pensi così, Foster allora sei davvero ridicolo."
Si mettere a ridere "Ridicolo? Detto da una come te? Oh andiamo se credi di farmi pena con la storiella della ragazzina che ha perso la madre ti sbagli di grosso."
"Cosa? Tu come sai di mia madre?" Mi alzo di scatto dallo sgabello e rimango a bocca aperta.
"Ho fatto qualche ricerca su di te mentre dormivi." Fa un sorriso ironico e incrocia le braccia al petto.
I miei occhi si inumidiscono "Mi dici che cosa ti ho fatto di male?"
"La verità? Non mi fido di te. Nè di te nè di nessuna donna che entra nella vita di Dominik."
"Perchè?" Chiedo cercando di non far cadere nessuna lacrima.
"Alla fine volete tutte la stessa cosa. Soldi. Le donne non si avvicinano a Dominik solo per l'aspetto ma anche per i suoi soldi." Afferma convinto.
"Non so a cosa tu ti riferisca ma sono sincera quando dico che non sono come le altre. Te l'ho detto cazzo, sono stata rapita e venduta. Non sono come credi tu, non mi sto approfittando di Dom, come te lo devo dire?"
Sono in prenda alla paura, non so perchè ma ho paura.
Paura di non poter rivedere più quegli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio.
Foster si avvicina e sta per parlare ma io lo precedo "Lo amo" affermo quasi in un sussurro.
"Cosa?"
"Ho detto che lo amo."
"Dici sul serio?" Domanda sul punto di scoppiare a ridere.
"Sì, dico sul serio" affermo ritornando un po' in meno.
Lui scoppia a ridere. Vorrei tanto picchiarlo, ma non lo faccio.
Poi capisco, come se una lampadina si fosse illuminata sopra la mia testa. Mi avvicino a lui, che sta ancora ridendo, e gli prendo il viso tra le mani.
Si ferma di colpo e mi osserva in modo strano "Ma che st-" gli strizzo il viso così non può finire di parlare.
"Perchè sei così preoccupato per Dom?" Domando tenendo uno sguardo serio fisso su di lui.
In risposta ottengo solo un occhiataccia, roteo gli occhi e riprovo con un'altra domanda "Perchè tu non ti fidi delle donne?"
Stringe i pugni " Cosa ti fa credere che io odi le donne?"
"Quindi è così? Chi ti ha fatto del male? Magari tua madre opp-"
"Stai parlando di quella troia che mi ha dato alla luce?"
Boom. Ho fatto centro, era di questo che si trattava. Per questo ce l'ha tanto con me è per sua madre. Bene, posso continuare l'interrogatorio.
"Cos'è successo? Che ti ha fatto per fare in modo che tu non ti fidi più di nessuna donna?"
Mi prende per il polsi con delicatezza e mi toglie le mani dal viso.
"Dammi un buon motivo per dirtelo."
"Perchè ora ci siamo solo noi due e dai tuoi occhi mi sembra che tu voglia raccontarmelo." Foster sbuffa e si va a sedere sul divano.
Rimane per qualche secondo a guardare un punto a caso perso nei suoi pensieri.
Mi siedo su una poltrona di fronte a lui e punta gli occhi su di me. Forse non avrei dovuto essere così schietta, ora che ci penso mi pento. Maledetta me e la mia linguaccia che quando voglio sapere qualcosa faccio di tutto.
Il ragazzo di fronte a me fa un grande respiro e poi dice: "L'unica cosa che ricordo di quella donna è che mi picchiava e nient'altro. Un giorno mi sono detto che quella situazione doveva finire e..." lascia in sospeso per guardarmi negli occhi. Occhi che trasmettono odio, dolore e sofferenza.
"E...?" Lo incito a fargli finire la frase, sperando che non la termini come penso.
"L'ho uccisa"
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