Capitolo 22
Lo guardo infuriata e ferita mentre continua a tenermi il mento sollevato con le dita.
"Perchè dici questo? Non mi conosci"
Fa un sorriso sarcastico e scuote la testa " Non mi serve conoscer-"
"Sono stata rapita, okay? E venduta all'asta. Se pensi che prima fossi una puttana ti sbagli di grosso. Te l'ho detto, non mi conosci" affermo riacquistando un po' di sicurezza.
Intanto gli afferro il polso e sposto la mano continuando a guardarlo dritto negli occhi.
Il ragazzo non si perde nemmeno un movimento di quello che faccio, poi si allontana leggermente dandomi l'opportunità di togliermi dal muro.
"Comunque sia, appena si stancherà di te, ti butterà via come è successo alle altre" incrocia le braccia al petto e rimane immobile davanti a me.
"Che vorresti dire con 'come le altre'? "
Fa un sorrisetto che la sa lunga ignorando la mia domanda.
Quando sto per dirgli di rispondermi il suo cellulare squilla.
"Pronto?" C'è una lunga pausa "Si. Va bene. Mhm, sarà fatto."
Chi l'ha chiamato? Forse era Dom. Occhi blu mi guarda per un attimo e poi sbuffa. "Muoviti ragazzina dobbiamo andare."
"Dove?" Chiedo stando immobile.
"Ho detto muoviti." Scandisce bene l'ultima parola, credendo di spaventarmi e ci riesce ma sto ferma sul posto.
Si avvicina a me velocemente, mi prende per il polso e mi porta fuori di casa, non prima di avermi fatto mettere le scarpe.
Siamo in macchina da un bel po' e sto iniziando a sentirmi scomoda. Mi muovo da una parte all'altra cercando una posizione adatta, Foster sbuffa senza staccare lo sguardo dalla strada.
Io non lo capisco questo ragazzo. Qual è il suo problema con me? E in più, ogni volta che ho cercato di chiedergli dove stessimo andando mi ha palesemente ignorata.
Alla fine mi metto con le gambe incrociate e mi volto a guardare il ragazzo, che ora sembra essere teso. Ha stretto forte il volante e ogni due secondi guarda gli specchietti retrovisori.
"Hei, che hai?" Non ho una risposta alla mia domanda "Mi dici che stai guard-" stavo girando la testa per guardare indietro ma Foster mi ferma subito.
"Non voltarti idiota" rimane serio senza aggiungere altro.
Guardo lo specchietto retrovisore e capisco cosa sta succedendo.
"Chi ci sta seguendo?"
Il ragazzo si volta un attimo verso di me e mi guarda leggermente sorpreso "Vedo che il cervello lo sai usare"
"Non serve essere dei geni per capirlo" ribatto.
Sentiamo un rumore strano e la macchina viene scossa. Quelli con il Suv che ci stanno seguendo ci sono venuti addosso. "Ma sono pazzi?" Domando retoricamente tenendomi ben stretta al sedile.
"Stai zitta e reggiti"
Gli lancio un occhiataccia che se potesse incenerirlo lo avrebbe già fatto. Comunque, faccio come mi ha detto.
Sentiamo il vetro del bagagliaio che si frantuma in mille pezzi e automaticamente abbassiamo entrambi la testa.
"Stai giù" ordina.
Sparano tanti colpi mentre io metto le mani sulle orecchie per tapparmele.
Poi colpiscono una ruota.
"Cazzo" urla Foster, iniziando a imprecare e cercando di tenere in equilibrio la macchina.
"Sgancia la cintura"
Lo guardo scioccata "Ally! Cazzo sgancia la cintura" faccio come ha detto e poi la macchina sbanda e finisce fuori strada. Facciamo un volo, tengo gli occhi chiusi con il cuore a mille. E poi sento un tonfo, come un grande tuffo.
Riapro gli occhi e vedo che la macchina si sta riempiendo d'acqua.
In pochi secondi siamo totalmente sott'acqua. Trattengo il respiro cercando di aprire la portiera ma non si apre.
Foster mi fa segno di cercare di rompere il parabrezza con i piedi.
Con tutta la forza che abbiamo battiamo finchè il vetro non si rompe e noi usciamo fuori.
Nuoto velocemente fino a raggiungere la superficie e appena metto la testa fuori dall'acqua respiro con tutto il fiato che ho.
Faccio respiri veloci mentre il mio cuore sta ancora battendo all'impazzata.
Foster mi fa cenno di uscire dall'acqua velocemente.
Tira fuori la pistola mentre vediamo che degli uomini si stanno avvicinando al fiume. Appena ci vedono iniziano a sparare e ci abbassiamo evitando di essere colpiti e andando a nasconderci dietro degli alberi.
Il ragazzo vicino a me tira fuori la pistola ma quando cerca di sparare questa si inceppa.
"Vaffanculo, questa non ci voleva"
"Ora che facciamo?" Domando tremante, sia per il freddo che per quegli uomini.
Se ci prendono ci uccideranno vero?
Il ragazzo si guarda intorno e poi si volta verso di me "Andiamo, stai sempre bassa e ti prego fa come ti dico, okay?" Annuisco senza dire nulla.
Foster mima un 'corri' indicandomi un punto preciso dove sta un Suv, che sembra quello di quegli uomini. Mostra una mano e fa il conto alla rovescia: tre, due...uno.
Inizio a correre con lui che è davanti a me. Arriviamo velocemente a dov'è stato lasciato il Suv mentre ci stanno sparando.
Dall'auto esce un uomo con una mitraglietta.
Merda ora siamo nei guai.
L'uomo scende pronto a spararci ma Foster con qualche mossa veloce gli toglie l'arma dalle mani e lo uccide a sangue freddo.
Rimango a guardare il corpo senza vita dello sconosciuto come paralizzata. Sento la voce del ragazzo ma non capisco cosa dice, poi mi scuote per le spalle e mi risveglio.
Salgo e sgommando ce ne andiamo velocemente prima che gli altri uomini potessero prenderci.
Stiamo in viaggio da circa un'ora, in cui io sono rimasta paralizzata a guardare la strada davanti a me, senza dire una parola.
"Stai bene?" Domanda lui non distogliendo lo sguardo dalla strada "Ally stai bene?"
"Ferma la macchina" rispondo.
"Cosa?"
"Ho detto ferma la macchina" alzo la voce un po' più del dovuto e lui accosta. Apro lo sportello scendo, vedo un cestino pubblico e mi ci avvicino.
Metto la testa dentro e vomito.
Con la coda dell'occhio noto che il ragazzo si avvicina a me.
"È la prima volta vero?" Chiede a bassa voce mentre sbuffa. Si gratta la testa e poi sparisce.
Dopo qualche minuto ritorna con una bottiglietta d'acqua. Me la porge e bevo un sorso per risciacquarmi la bocca, poi la sputo.
Risaliamo in macchina e mi scaldo con l'aria condizionata.
Arriviamo in una zona abbandonata e mal ridotta, durante il tragitto.
Foster si avvicina ad una porta arrugginita e bussa.
"Chi è?" Domanda qualcuno dall'altra parte con accento russo.
"Foster"
Si sentono vari rumori e poi la porta viene aperta. Ci ritroviamo davanti un uomo vecchio, sulla sessantina credo. Tiene uno stuzzicadenti in bocca e poi porta gli occhi su di me.
"Che posso fare per te ragazzo?"
"Mi manda Petronovic. Li hai pronti?"
Il vecchio sorride e ci fa cenno di entrare.
Arriviamo in una stanza puzzolente, l'uomo va vicino a una scrivania, prende qualcosa e lo porge a Foster.
"Fratelli Nowak?" Domanda il ragazzo con un sopraciglio alzato.
L'uomo fa una grande risata "Sì sarete Silvia e Lance Nowak" prende due borsoni e ce li porge "E anche questi sono per voi"
Prendo uno dei due borsoni, salutiamo l'uomo dirigendoci verso l'uscita.
"Hei ragazza" mi ferma l'uomo, mi volto e lui mi porge una busta. Lo guardo corrugando la fronte.
"Da parte di Petronovic"
Perchè tutti lo chiamano per cognome Dom? E poi che c'è dentro la busta?
La metto in tasca e saliamo su una macchina diversa dal Suv. Arriviamo all'aereoporto.
"Tu sta zitta e fai quello che faccio io."
"Non puoi chiedere per favore?" Lo guardo con aria di sfida e lui fa lo stesso.
"Mi chiedo perchè Dominik non si sia ancora stufato di te?"
"Io mi chiedo la stessa cosa per te." Controbatto velocemente. Lui sbuffa e inizia a dirigersi velocemente verso l'interno.
Dopo aver parlato con la segretaria, o meglio lei ha flirtato con lui anche se lui non credo se ne sia reso conto, ci dirigiamo verso il nostro Gate.
Entriamo dentro l'aereo e mi siedo vicino al finestrino con il ragazzo al mio fianco.
"La busta non la guardi?" Domanda fissando fuori da finestrino.
"Oltre ad essere uno stronzo senza cuore sei pure un ficcanaso?" Gli rivolgo un sorrisetto falso e lui fa lo stesso. Poi prendo la busta e la apro, dentro non c'è una lettera come pensavo.
La rovescio e sulla mano mi cade la collana. Una collana troppo famigliare, la collana di mia madre.
I miei occhi riempiono di lacrime, non posso credere che Dom l'abbia davvero recuperata per me. Inizio a singhiozzare, metto una mano davanti alla bocca mentre guardo la collana un po' sfuocata per le lacrime.
E poi noto un piccolo bigliettino piegato dentro la busta. Lo prendo e lo apro e quello che leggo mi fa piangere ancora di più.
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