Capitolo III: Il sortilegio

Capitolo III: Il sortilegio

Ada e Guy seguirono le indicazioni che un servitore diede loro e presto trovarono la biblioteca. Era una stanza spaziosa, le pareti interamente ricoperte di scaffali carichi di quelli che sembravano migliaia di libri e rotoli di pergamena, eccetto laddove erano situate porte e finestre. C'erano diverse poltrone, confortevolmente imbottite di cuscini, e due scrivanie con penne e calamai d'inchiostro in svariati colori.

Guy e Ada entrarono, guardandosi attorno, stupiti dalle dimensioni della biblioteca.

"Non ho mai visto niente di simile", disse Ada. "Neppure a Londra."

Guy annuì distrattamente, più preoccupato di cercare ogni possibile pericolo, ma non ne trovò alcuno.

Incuriosita, Ada cominciò a rovistare in giro, sfogliando alcuni tomi rilegati in pelle. "Questo è latino", mormorò. "Questo è tedesco, e questo francese. E inglese. Ma non riesco a capire cosa sia questo." Mostrò a Guy un libro con una scrittura inintelligibile. "Forse greco?"

Guy osservò attentamente, poi scosse la testa. "No, non riconosco la grafia, per niente."

Perfino le decorazioni sembravano strane.

Esaminarono diversi altri libri e pergamene, e molti di essi mostravano quella strana forma di scrittura.

"Sembra quasi... non di questo mondo", mormorò Ada, sentendosi molto impensierita.

Si trattennero nella biblioteca per un po' di tempo, e malgrado l'inquietudine che entrambi provavano riguardo all'ambiente ed i timori che pesavano sulle loro menti, dopo una mezz'ora poterono sedersi accanto al fuoco e leggere assieme un libro in cui entrambi erano interessati.

All'inizio, Guy era stato riluttante a leggere ad alta voce, aveva sempre preferito ascoltare, ma Ada aveva insistito e così avevano concordato di fare a turno. Il cavaliere presto si rilassò, e mentre Ada gli si accoccolava sulle ginocchia, la schiena contro il suo petto, la testa postata sulla sua spalla, la lettura non sembrava più così fastidiosa.

Ada trasse grande piacere nell'ascoltare Guy leggerle il libro con la sua bella voce baritonale. Dopo qualche tempo, cominciò a sentirsi irrigidita e si stiracchiò. "Giacché siamo comunque bloccati qui, perché non approfittiamo delle terme? Potremmo anche farci fare un massaggi rinvigorente..." Guy sembrava poco convinto, così lei gli si accostò per mormorargli nell'orecchio. "Dopo, potremmo tornare nella nostra camera e... fare un sonnellino", suggerì, facendogli l'occhiolino per fargli capire cosa esattamente intendeva.

Guy non poté fare altro che sogghignare alla sua impertinenza e l'accontentò. Mano nella mano, uscirono dalla biblioteca e chiesero indicazioni per la sorgenti calde. Discesero una larga scala intagliata nella roccia e raggiunsero una vasta caverna, in parte naturale e in parte scavata dall'uomo, ed ancora una volta, osservarono stupiti ciò che li circondava: una piscina di acqua turchese, dalla quale saliva un vapore dal sentore vagamente clorato.

Un giovane uomo biondo si alzò dalla sedia quando i due entrarono nel suo campo visivo. "Buongiorno, mia signora, mio signore", li salutò rispettosamente. "Lady Lenore mi ha detto che avreste potuto venire qui. Se desiderate fare il bagno, potete cambiare i vostri abiti con queste camiciole."

Mostrò loro due lunghe tuniche di fine tessuto di lino.

Guy e Ada accettarono l'offerta e andarono a cambiarsi in nicchie separate, chiuse da tende, poi s'incontrarono nuovamente. Discesero alcuni gradini per entrare nella piscina; l'acqua era calda, ma non troppo, ed i due si accomodarono in appositi sedili lungo il bordo, l'acqua che raggiungeva i loro petti.

Gisborne ebbe bisogno di qualche minuto per rilassarsi. Non era semplice per lui in un ambiente sconosciuto con persone che per lui erano degli estranei, ma presto l'acqua calda calmò i suoi sensi, aiutandolo a tranquillizzarsi e a godere, semplicemente, del momento.

Quando fu tempo di lasciare il bagno per il massaggio, tuttavia, Guy provò nuovamente una tensione interiore. Non era facile scrollarsi di dosso il cavaliere che era in lui e il suo passato.

Fu Ada a tirarlo fuori dal suo turbamento, rivolgendogli un sorrise che gli scaldò il cuore, e così la seguì.

"Non so come ti senti tu, ma io sono un po' assonnato. Potrei cadere addormentato dopo il massaggio, sei sicura di volerlo fare?" La provocò, rivolgendole un sorrisetto dei suoi prima di attirarla vicino e baciarle il collo, appena sotto l'orecchio, sorridendo contro la sua pelle quando la udì ridacchiare in risposta.

Ada apprezzò l'eccitante e tuttavia tenero bacio di Guy e pensò a come replicare alla sua osservazione. Il servitore si avvicinò e si schiarì la gola, impedendole di rispondere.

Guy lo guardò storto per aver interrotto il dolce momento, ma l'uomo sembrò imperturbato mentre offriva loro due grandi salviette. Li accettarono e cominciarono ad asciugarsi.

"Forse vorreste provare la grotta di sale?" chiese il servitore.

Ada si sentì incuriosita. "Cos'è?" domandò.

"Si chiama haloterapia. Ha un effetto disintossicante sul sistema respiratorio, riduce l'ansietà, migliora l'umore, aumenta la concentrazione e la resistenza fisica", spiegò l'uomo, con competenza.

Come guaritrice, Ada ne fu grandemente interessata. "Proviamo!" disse, tirando Guy per la mano con un gran sorriso che lo conquistò come al solito. Annuì, così seguirono il servitore in una piccola grotta illuminata da lampade a olio. Le pareti erano ricoperte di luccicanti cristalli di sale e l'ambiente era asciutto e piacevolmente tiepido. Tre sedie a sdraio erano collocate al centro della stanza.

In quel momento, Lady Lenore fece la sua apparizione sulla soglia della piccola caverna. Aprì le braccia e sorrise dolcemente ai suoi ospiti. "Sono lieta di vedere che avete approfittato delle sorgenti calde. Suppongo che William", accennò al servitore che li aveva portati lì, "vi abbia informato riguardo alle qualità terapeutiche della grotta di sale."

Ada assentì, mentre Gisborne si guardava attorno prestando scarsa attenzione alle chiacchiere di Lady Lenore, intento ad assorbire invece ogni dettaglio, proprio come aveva ispezionato attentamente i servitori che circondavano la loro ospite.

Lenore si girò verso William. "Portaci il solito spuntino", lo istruì. Poi, si accomodò su una delle sedie a sdraio e fece cenno ai suoi ospiti di fare altrettanto. Una volta che si furono seduti confortevolmente, William ed una servitrice portarono dentro un piccolo tavolo, sul quale si trovavano una caraffa di vino, pane e formaggio da condividere.

"Godiamoci questo leggero spuntino e voi mi parlerete un pochino di voi", Lenore li invitò. "Siete una coppia? Non voglio sembrarvi indiscreta, ma sembrate veramente molto innamorati." Sorrise. "Ricordo la sensazione, perché anch'io sono stata innamorata, ma mio marito se n'è andato oramai dieci anni fa..."

La sua voce si spense e sembrò rattristarsi, ma presto la sua espressione si rischiarò, mentre li guardava in attesa della loro risposta alla sua domanda.

Gisborne aveva guardato il cibo offerto con poco interesse, ma quando Lenore chiese della relazione tra lui e Ada, sollevò di scatto la testa ed i suoi occhi freddi si fissarono sulla loro ospite. "Lady Adeliza ed io siamo fidanzati e saremo presto marito e moglie agli occhi di Nostro Signore. Non c'è altro da dire al riguardo."

La sua voce era ferma e gelida, ma lo sguardo che diede ad Ada dopo che ebbe finito non le lasciò alcun dubbio in merito ai suoi sentimenti per lei.

Il cuore di Ada fece le capriole nel suo petto quando udì la risposta di Guy alla domanda di Lenore. Il cavaliere aveva detto che erano fidanzati per proteggere la sua reputazione, e questo la diceva lunga riguardo ai suoi sentimenti per lei. Vero, non le aveva mai detto apertamente di amarla, ma si comportava in un modo che solamente un uomo innamorato avrebbe avuto, e lei era contenta così.

Lenore sorrise in modo saputo alla risposta di Sir Guy e quando girò il suo sguardo su Lady Adeliza, vide che era vero. Ciò la compiacque molto. Tutto stava andando secondo i suoi piani.

Tuttavia, nascose molto bene il suo pensiero e continuò a sbocconcellare il pezzo di formaggio che aveva preso dal piatto. Dopo un momento, sorrise loro. "Dopo che avremo finito il nostro spuntino, potreste desiderare un massaggio", suggerì. "Sarebbe estremamente benefico per voi farlo mentre siete qui nelle grotte termali, poiché potrete sia respirare la loro essenza terapeutica, sia avere allo stesso tempo l'invigorimento del massaggio."

L'offerta di Lenore suonava molt insistente. Ancora una volta, Ada si sentì a disagio, com'era accaduto già molte altre volte dacché erano giunti al maniero, tuttavia le sarebbe effettivamente piaciuto un bel massaggio.

"Grazie, signora", disse quindi. "Accetterò volentieri la vostra offerta."

Percepì la circospezione di Guy e la condivideva, ma si chiedeva quale minaccia potesse esserci in un massaggio. Ad ogni modo, era un'esperta guerriera e poteva difendersi, se si fosse presentata la necessità, anche a mani nude. E naturalmente, anche Gisborne era un eccellente spadaccino.

Dopo un momento di esitazione, il cavaliere nerovestito annuì a conferma.

Lenore sorrise loro lietamente. "Oh, vi piacerà moltissimo!" esclamò in un modo alquanto frivolo. "Lo so per certo!"

Si also dalla propria sedia e fece loro cenno di seguirla. Li condusse a stanze gemelle, ciascuna fornita di un lungo e stretto tavolo coperto in soffici pelli di pecora, con morbidi asciugamani di lino posati sopra. Molte candele profumate illuminavano entrambi i locali.

"Mettetevi comodi", Lenore invitò i suoi ospiti. "William e Gwen saranno da voi tra un momento."

Lenore sorrise ai suoi ospiti, poi si girò e se ne andò.

Ada e Guy si guardarono. "Prendi questa stanza", disse il cavaliere. "Io vado nell'altra."

Ada annuì, accettando, e Guy si recò nella camera accanto, lasciandola sola.

Quando il servitore di nome William entrò e chiuse la porta per una maggior riservatezza, il cavaliere lo guardò attentamente.

Imperturbato, il servitore non gli prestò molta attenzione, ma cominciò i suoi preparativi, semplicemente indicando al cavaliere di posizionarsi in posizione prona sul tavolo da massaggio.

Gisborne non era in alcun modo a proprio agio, né rilassato. Non voleva essere lì, qualcosa dentro di lui gli diceva che non avrebbe dovuto essere lì, ma ricordò Ada e quanto fosse stata contenta riguardo all'offerta nonostante le loro comuni riserve. Per amor suo, voleva provarci e farsi coinvolgere.

Si sdraiò sul tavolo come gli era stato indicato e tentò di rilassarsi, ma il massaggiatore era un uomo grande e forte e quando gli posò le mani sulle spalle, all'improvviso e senza preannuncio, Guy s'irrigidì di colpo. Gli fu necessario un cospicuo lasso di tempo prima di cominciare gradualmente a tranquillizzarsi, complici anche gli esperti movimenti delle mani del massaggiatore, nonché il calore dell'ambiente. Mentre gli oli essenziali iniziavano ad annebbiargli i sensi, si rese conto molto chiaramente che stava lentamente ma sicuramente scivolando in un sonno profondo, cosa che non gradiva particolarmente in questo momento, ma contro cui non aveva nulla con cui opporsi.

Frattanto, una donna piuttosto in carne raggiunse Ada nell'altra stanza. La massaggiatrice la invitò a sdraiarsi sul tavolo da massaggio e Ada seguì le sue istruzioni, girandosi sulla pancia. La massaggiatrice si avvicinò e versò alcune gocce di un olio profumato di rose sulla sua schiena, poi iniziò a massaggiarla. Era forte ma gentile, e Ada si sentì via via sempre più rilassata. Le preoccupazioni lasciarono presto la sua mente.

OOO

Lenore sapeva quanto competenti fossero i suoi domestici, ma era curiosa di veder quanto bene stessero procedendo le cose. Aprì di uno spiraglio la porta della stanza dove Sir Guy stava ricevendo il suo massaggio ed spiò dentro, non vista. Tutto stava andando bene, poiché vide che il cavaliere stava lentamente cadendo in un sonno semi-comatoso. Poi, la donna sbirciò dentro la stanza di Ada e constatò che la dama era sveglia, ma completamente rilassata, le sue difese abbassate.

Era tempo di agire.

OOO

Dopo alcuni minuti, Ada sentì che la massaggiatrice si era fermata. Il massaggio riprese appena qualche momento dopo, ma le mani ora sembravano completamente differenti, ed il massaggio si era trasformato in carezze. Sorpresa, e anche un po' turbata, Ada girò la testa per trovare due occhi azzurri che la fissavano, occhi che conosceva molto bene.

"Guy?" chiese, confusa. "Cosa stai facendo qui? Perché non ti stai godendo il tuo massaggio?"

"Non riesco a starti lontano, tesoro mio", lui le rispose sottovoce. "Ti amo troppo. Non voglio trascorrere neanche un minuto separato da te."

Per un momento, Ada si sentì incredibilmente felice di sentirlo dire parole tanto dolci.

Lenore sogghignò vedendo lo sguardo amoroso negli occhi di Ada mentre credeva che il suo innamorato la stava massaggiando. Poteva sentire la forza vitale della sua vittima venir risucchiata dal suo corpo e dalla sua mente e convogliata dentro di lei. La forza cresceva a mano a mano che i sentimenti della donna per il cavaliere si rafforzavano.

Sotto il sortilegio di Lenore, la mente di Ada cominciò ad annebbiarsi. Istintivamente, contrastò la sensazione, ma era molto difficile concentrarsi.

All'improvviso, si rese conto che Guy l'aveva chiamata tesoro mio invece di mia folletta; ed un'altra cosa non quadrava: le aveva appena detto che l'amava, ma non aveva mai pronunciato quelle parole prima e le sembrava improbabile che lo facesse qui e adesso.

Ada si accigliò e osservò più attentamente, la nebbia che si sollevava dalla sua mente. All'improvviso, si rese conto che stava fissando non già i begli occhi azzurri di Guy, bensì quelli di Lenore, mentre il suo travestimento magico scompariva, rivelando le sue fattezze.

Ada balzò immediatamente in piedi, saltando dal tavolo da massaggio in modo quasi felino. "Cos'è questa stregoneria?" urlò. "Che cosa vuoi da me? Stammi lontano!"

Lenore barcollò all'indietro, colta di sorpresa. Ringhiò mentre i suoi occhi si incupivano pericolosamente. "Sì! Sono una negromante!" urlò a sua volta contro la donna che osava sfidarla. "Prenderò la tua energia vitale per rimanere forte e giovane, e farò lo stesso col tuo amante perché come coppia, mi fornirete il triplo di energia! Diventerò la più potente negromante in questo e in tutti gli altri mondi!"

Portando le mani davanti a sé, Lenore gettò due raggi gialli contro Ada e cominciò ad estrarre fisicamente l'energia dal corpo dell'altra donna.

Ada sentì la propria energia vitale cominciare a venir prosciugata per nutrire la negromante. Prima di diventare troppo debole, afferrò l'orlo della lunga camiciola di lino che aveva indossato per fare il bagno nelle sorgenti calde e lo ficcò dentro il girovita, in modo da poter combattere più agevolmente, poi balzò verso Lenore, tentando di sferrarle un calcio nello stomaco. Tuttavia, la negromante rispose usando la propria magia, respingendo violentemente Ada con un'esplosione di energia bianca. La guerriera volò lunga distesa sul pavimento. Con un grido furioso, saltò nuovamente in piedi e caricò, tuffandosi testa in avanti contro Lenore e sbattendola a terra.

Lenore strillò di dolore, ma levitò istantaneamente fuori dalla portata della sua avversaria furibonda e rispose con un altro scoppio bianco, che colpì la guerriera nel petto e la fece barcollare all'indietro. Lenore approfittò del momento e usò la propria magia in una spazzata alle gambe dell'antagonista. La guerriera cadde faccia in avanti sul pavimento e in un attimo, Lenore si inginocchiò sulla sua schiena, tenendola inchiodata con il proprio peso e la stregoneria. Ada imprecò e si dimenò con tutte le sue forze, ma invano: quest'avversaria sembrava oltre le sue forze...

OOO

Una pesante sonnolenza ghermì il cavaliere e gli servì un'immensa forza di volontà per non cadervi preda ed arrendersi al bisogno di chiudere gli occhi, ma qualcosa dentro di lui lo ammoniva a non arrendersi. Le forti mani del massaggiatore continuavano a lavorare incessantemente sul suo collo, sulle spalle e la schiena. A volte era piacevole, altre doloroso, ma Guy si sforzò di non emetter suono, continuando invece a combattere contro il desiderio di dormire.

Mentre il tempo passava, divenne sempre più difficile rimaner sveglio ed infine, Guy cadde addormentato, ma il suo sonno non era minimamente tranquillo. Per tutto il tempo, continuò a provare quella strana sensazione che gli diceva che c'era un pericolo sospeso su di lui come una nube oscura. Poi, da qualche parte in lontananza, udì una voce femminile, dolce e premurosa, e lottò per concentrarsi e capire cosa gli stava dicendo.

Stordito, sognante, Guy sollevò la testa con le ultime forze e si girò, solo per sgranare gli occhi per la sorpresa. "Ada? Sei tu?" sussurrò, la sua voce quasi inaudibile. Venne contraccambiato da un sorriso compiaciuto mentre lei continuava ad accarezzarlo, cosa che lo sorprese perché non c'era traccia di William da nessuna parte. "Sssh, amor mio, rilassati e goditela. Non può succederti niente qui, siamo completamente al sicuro."

Guy si afflosciò sul tavolo, la testa pesante e le sue palpebre anche di più, ma poi analizzò le parole. Non era Ada che gli aveva parlato. Lei gli aveva sussurrato come avrebbero trascorso la serata insieme una volta tornati nelle loro stanza. Questo era sbagliato.

Lottando con tutta la sua restante energia, finalmente Guy riuscì ad aprire gli occhi e con orrore, si accorse che la sua vista era sfocata e che aveva difficoltà a vedere. Nel momento in cui si svegliò, il servitore che gli stava massaggiando la schiena sobbalzò e si mosse rapidamente per tenere il cavaliere bloccato contro il tavolo, ma le forze di Gisborne stavano tornando. La sua volontà indomita e lo spirito combattivo si riaccesero e con una mossa improvvisa, colpì William con un pugno e si alzò, mentre il servitore barcollava all'indietro cercando di non cadere.

Con un balzo potente, il cavaliere balzò dal tavolo. Stava ancora avendo difficoltà con la sua vista sfocata e il fatto di non avere la spada lo incollerì immensamente, ma era molto abile anche nel combattimento corpo a corpo, e quando William gli si gettò contro per attaccarlo, il cavaliere parò il pugno, ghermì il braccio del suo avversario e lo torse brutalmente dietro la schiena di William, che urlò di dolore.

Senza esitazioni, Guy abbatté il pugno contro la cassa toracica del servitore, duramente; l'uomo espulse tutta l'aria dei polmoni e cadde come un sacco bagnato. Guy, dal canto suo, non perse altro tempo. Afferrò le sue brache e la giacca, e poi corse alla porta per la stanza dove si trovava Ada.


(l'immagine iniziale è opera di un amico che desidera restare anonimo)

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