Capitolo I: Il terremoto

Capitolo I: Il terremoto

Gisborne stava guidando il suo destriero nero attraverso il fitto fogliame, chinandosi di quando in quando per evitare i rami più bassi che, altrimenti, lo avrebbero colpito al petto o in faccia, mentre con occhi socchiusi osservava il sentiero davanti a lui, sempre allerta per qualsiasi cosa potesse celarsi dietro un albero o un cespuglio. I suoi pensieri erano con la bella dama che stava andando a incontrare in uno dei loro posti segreti, ma ciononostante, Sir Guy era incapace di rilassarsi totalmente mentre era nella foresta, dove sapeva che il suo nemico di lunga data Robin Hood risiedeva in permanenza.

Quando Guy infine raggiunse il luogo prestabilito, smontò rapidamente e legò il cavallo a un albero vicino, poi si accinse a ispezionare la piccola grotta, ben nascosta dalla vista.

Poiché era trascorso un po' di tempo dall'ultima volta che lui e Ada si erano incontrati e Guy sentiva mestamente d'averla trascurata, voleva assicurarsi che il luogo avesse un aspetto invitante quando lei fosse arrivata.

Entrando, notò che le proprie pulsazioni avevano già accelerato per l'anticipazione...

OOO

Mentre cavalcava attraverso la foresta di Sherwood, Ada sentiva il suo cuore battere sempre più velocemente. Molto presto si sarebbe incontrata con l'uomo che amava, Sir Guy di Gisborne. Era stato via per un paio di settimane per conto dello Sceriffo di Nottingham, per cui era particolarmente impaziente di vederlo.

Quando raggiunse il luogo d'incontro segreto, scorse il cavallo di Guy e si sentì compiaciuta che egli fosse già lì, un segno che anche lui era impaziente di vederla.

Ada scese da cavallo e si affrettò all'ingresso della piccola, accogliente grotta, bramosa di essere, nuovamente, tra le braccia del suo amante.

Avvertito dal suono di un cavallo che si avvicinava, il cavaliere si raddrizzò, tendendo l'orecchio, concentrandosi su quello che udiva. Quando il suono seguente che notò furono passi che si appressavano all'ingresso della piccola caverna, comprese all'istante che era lei ed un sorriso si formò sulle sue labbra mentre le si muoveva lentamente incontro.

Ada entrò nella grotta e subito vide il suo alto, nerovestito cavaliere che l'attendeva all'interno.

Non appena gli occhi gli si posarono su di lei, Guy nuovamente notò che il suo cuore saltava un battito. "Che bello vederti, mia folletta. Mi auguro che il tragitto sia stato piacevole e tranquillo?" le chiese. Adagio, le si mosse incontro, le prese la mano e vi piazzò un bacio sul dorso, leggero come piuma, continuando a tenere lo sguardo fisso in quello di lei, studiandone le reazioni.

Ada sentì il cuore mettersi a fare capriole, e quasi non udì cosa lui avesse detto. Dopo un lungo momento, ritrovò la favella. "Sì, il tragitto è stato rapido e pacifico, grazie", rispose. Poi, gli si avvicinò d'un passo e gli allacciò le braccia al collo. "Mi sei mancato così tanto..." sussurrò, sollevando il viso verso il suo.

Gisborne sentì la propria temperatura corporea salire quando strinse la sua dama al petto, le braccia che si piegavano attorno a lei come per proprio conto. Mentre ascoltava le sue parole sussurrate che gli facevano battere forte il cuore, lentamente abbassò il capo verso di lei. Con un leggero tocco delle labbra, interruppe l'ultima frase di lei. Attese la sua risposta al bacio, scrutandone gli occhi.

Ada accolse il tenero bacio di Guy, rispondendovi con altrettanta tenerezza. Amava che fosse così dolce con lei, specialmente sapendo con precisione quando fosse capace di essere duro con chiunque altro.

Dopo un bel po', interruppero il bacio.

"Spero che lo sceriffo non ti manderà nuovamente via per un bel pezzo", Ada disse piano. Si guardò attorno ed il suo sguardo cadde su una coperta stesa sul fondo sabbioso della grotta. Ridacchiò. "Ci mettiamo comodi?" gli chiese, indicando col mento l'improvvisato giaciglio.

Guy fece un sorrisetto, chiaramente apprezzando – come al solito – la sfacciataggine e franchezza di lei. Senza una parola, la condusse al giaciglio e trascorsero le seguenti due ore godendo della reciproca compagnia.

OOO

Il tempo volò via troppo velocemente per i due amanti. La luce all'esterno cominciò a cambiare: il sole avviandosi al tramonto. Nessuno dei due aveva notato il trascorrere del tempo, né come cambiavano i dintorni.

Il cavaliere nerovestito stava allacciandosi la giacca di pelle, continuando a guardare la sua innamorata che si stava riassestando i capelli. Improvvisamente ci fu un tremore, non molto forte, ma chiaramente percepibile. Se era un terremoto, era molto strano, giacché Nottingham non era nota per averne.

Un inquietante rombo accompagnò il tremore. Ada quasi si diede alla fuga, allarmata, ma la rassicurante presenza di Guy la trattenne.

Si scambiarono un'occhiata. Ada era piuttosto pallida.

Gisborne si mosse con calma verso l'entrata della caverna, seguito dappresso da Ada.

Quando misero piede fuori e si guardarono attorno, entrambi si accorsero che i loro cavalli non erano più legati dove li avevano lasciati. Invece, il posto era adesso vuoto, e non c'era segno alcuno dei loro animali.

Guy fischiò per richiamare il suo destriero, ma in risposta non venne alcun nitrito né rumore di zoccoli. Ada fece lo stesso, ma la sua giumenta non apparve né produsse alcun suono.

"Non riesco a credere che i nostri cavalli siano scappati a causa del terremoto", disse la guerriera, accigliandosi. "Nessuno dei due si spaventa facilmente, sono ben addestrati a stare con i loro cavalieri. E se qualcuno si avvicinasse con l'intenzione di rubarli, nitrirebbero e farebbero rumore, e perfino scalcerebbero e morderebbero i potenziali ladri. Pertanto... dove sono?" domandò, guardando Guy, in cerca di suggerimenti.

Il cavaliere scrutò i dintorni, strizzando gli occhi, cercando di scorgere qualcosa che potesse spiegare l'assenza dei cavalli. Un terremoto poteva essere far paura, specialmente a degli animali, nonostante il loro addestramento. Tuttavia, i cavalli erano stati legati saldamente; inoltre, l'albero cui li avevano assicurati era intatto e inalterato dal tremore.

Infine, Guy si girò verso Ada, il volto preoccupato, e le pose una mano sulla spalla. "Non ho spiegazioni per la scomparsa degli animali, ma se il terremoto peggiorasse o anche una tempesta arrivasse, in questo posto sarebbe molto disagevole. La sola grotta non ci offre abbastanza protezione. Dovremmo tentare di raggiungere Locksley prima che venga buio o il tempo e la situazione peggiorino ulteriormente, cosa ne pensi?"

Era insolito per lui chiedere l'opinione di chi lo accompagnava, ma con Ada non si sentiva in una posizione di superiorità. Invece, per la prima volta in vita sua, si sentiva in condizione di parità con qualcuno e, pertanto, era veramente interessato a quello che lei pensava del suo suggerimento.

Ada ponderò il ragionamento di Guy ed infine annuì. "Concordo", dichiarò. "Locksley è lontana solo tre o quattro miglia, possiamo coprire la distanza prima di notte." Indicò il sentiero che si snodava tra gli alberi. "Suggerisco di avviarci subito."

Cominciarono a camminare di buon passo, ma dopo qualche tempo, entrambi notarono qualcosa di molto strano: più si allontanavano dalla grotta, meno il sentiero assomigliava a quello che conoscevano. Alla fine, Ada si fermò e si girò verso Guy. "Ma... dove siamo? Questa non sembra Sherwood..."

Il cavaliere si scrutò attorno e annuì per confermare. "Hai ragione, questo posto sembra completamente ignoto, eppure pare lo stesso luogo." Si girò a guardare in direzione della piccola caverna. Si strinse nelle spalle. "È inutile, dobbiamo sbrigarci a raggiungere Locksley prima che diventi buio."

Il sole stava calando e presto sarebbe caduta la notte. Il cavaliere non voleva che restassero all'aperto, per nessun motivo. I fuorilegge non erano certamente gli unici che abitavano la foresta e lui non amava incontrare facce sconosciuti e in territorio sconosciuto, specialmente quando le condizioni di luce erano insufficienti. Allungarono il passo, ed infine, appena prima che diventasse troppo buio per vedere qualcosa sotto la chioma degli alberi, raggiunsero il bordo della foresta.

Uscendo dall'ombra degli alberi, Guy si fermò così improvvisamente che Ada quasi gli finì addosso. Scostandosi di lato, la donna guardò verso qualsiasi cosa fosse stata a bloccarlo e, attraverso un grande prato, scorse una grande magione, quasi delle dimensioni di un castello, circondata da un fossato e con un'alta collina rocciosa alle spalle. L'edificio appariva molto bello ed invitante.

"Non ho idea di chi possegga questa proprietà", disse Ada, confusa. "Non avevo idea che neppure esistesse. E tu?" Vedendolo scuotere il capo, si strinse nelle spalle. "Sia come sia, è quasi il tramonto: se non vogliamo trascorrere la notte nei boschi, dobbiamo tentare la fortuna e bussare alla loro porta, chiedendo aiuto e rifugio..."

Mentre parlava, udirono il suono di una tromba e Ada s'interruppe. Poco dopo, il ponte levatoio venne calato e un cavaliere su un cavallo bianco si fece lentamente avanti, seguito da quattro guardie a piedi, muovendosi in modo non minaccioso.

Sembrava che le cose si stessero mettendo bene per Guy e Ada... o era un pensiero troppo ottimistico...?

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