κατόπτρον

Specchio.

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Mentre i suoi passi erano svelti, uno dinanzi all'altro su un sentiero di ghiaia, le foglie che a tratti calpestava gracchiavano nell'aria spaventando i volatili. Il suo respiro era agitato, non faceva altro che guardarsi intorno, guardarsi indietro, riguardarsi intorno e accelerare verso la luce davanti a sé. Non lo convinceva proprio. 

D'un tratto trovò un giglio, apparso davanti ai suoi occhi e si vide costretto a fermarsi e a scrutarlo per bene. Era più che sicuro che in quella foresta non ci fossero fiori, per la mancanza di luce solare. Invece quello era uno splendido fiore bianco, abbagliato da un raggio che aveva avuto il coraggio di penetrare dai rami. 

E si avvicinò, si chinò e guardò il dono della natura che brillava sotto i suoi occhi. Le sue dita lo accarezzarono e lì sentì il freddo dei petali fin dentro le ossa. Quel fiore l'aveva attratto a tal punto da fargli dimenticare la sua meta.

D'un tratto si ritrovò in piedi, di nuovo sulla sua strada più determinato di prima, con le dita della mano ghiacciate e il pensiero fisso su un solo volto: quello di Hārry. Era lui ad avergli raccontato quella storia, sua madre era stata catturata per una notte di eros da Ade proprio da un giglio e lui non avrebbe permesso che, per una distrazione, il Dio prendesse la meglio su di lui. 

Quella foresta non sentiva dei passi umani da quella notte. Voleva che qualcuno ancora patisse l'eros lì dentro, qualcuno parlasse di lei non come la Foresta Oscura, il Bosco di Ade. Ma semplicemente come un luogo di ritrovo per giovani. 

Il cuore della foresta decise di impadronirsi di Louīs. Di prenderlo con sé e sentire l'eros scorrere nella linfa dei suoi alberi, fino alle radici. 

Ed apparve sul suo cammino una bellissima ninfa, priva di ogni indumento, leggiadra nei movimenti. La sua schiena liscia poggiata delicatamente sul tronco di un albero, mentre pettinava i suoi capelli con le dita lunghe e movimenti dolci. Alzò appena lo sguardo dai suoi capelli ricci per poter salutare Louīs con un sorriso. E il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi: era Hārry. 

«Hārry?» sussurrò il ragazzo congelato sul posto, ancora con le dita fredde, lo sguardo incastrato in quello della ninfa. La creatura annuì lentamente con un sorriso e, con una lieve spinta, camminò piano verso di lui. Accarezzò il volto del mortale con il dorso di una mano e continuò a sorridere, sussurrando parole dolci e rassicuranti. Le sue labbra fredde si poggiarono sulle morbide di Louīs lasciando così che si unissero in un bacio casto, dolce. 

«Louīs mio, sono vivo, non sei felice? Torniamo a casa, qui è pericoloso» sussurrò ad un orecchio la splendida creatura dai tratti maschili, accarezzando il corpo del suo amato da sopra gli indumenti con carezze che lasciavano a desiderare la presenza della toga. Continuava ad accarezzare il corpo del mortale mugolando qualcosa di indefinito, sorridendo dolcemente mentre posava baci ghiacciati sulla pelle di Louīs. 

Ma a lui qualcosa non quadrava. Quello non era il suo Hārry, perché mai avevano fatto l'amore. Non poteva pensare che, una volta liberato dagli inferi, quello sarebbe stato il suo primo pensiero. Hārry non era così, sarebbe corso da lui in lacrime chiedendogli scusa anche senza motivo, stringendolo fra le sue braccia. Poi, probabilmente, a tarda sera, avrebbero fatto ciò che stavano aspettando entrambi da tanto. Ma non in questo modo. 

Decise però di restare al gioco. Lasciò che la ninfa lo baciasse ancora, distratta da ciò che era convinta di star per fare per poter vedere Louīs e i suoi movimenti strani da sotto la toga. Credette davvero che era eccitato a tal punto. Non poteva mai aspettarsi che quel ragazzo dagli occhi celesti potesse pugnalarlo nel fianco, proprio sotto il cuore. 

Louīs si allontanò immediatamente e si godette la trasformazione della ninfa da splendida creatura a semplice... erba. Ben curata, verde, innaffiata e leggermente spuntata. Ma pur sempre solo erba.

E il ragazzo ripartì più carico di prima, determinato a raggiungere quella luce che non era solo un foro alla fine del sentiero, all'orizzonte. Ora era sempre più vicino, sarebbe arrivato finalmente. 

Ore dopo si ritrovò davanti ad una grotta particolare, con un'apertura triangolare e ben intagliata. Curioso, piegò la testa di lato ed inarcò le sopracciglia, pensando che fosse stata appositamente creata così. 

Non ebbe esitazione ad entrare, come se si fosse scordato che, probabilmente, avrebbe trovato Medusa al suo interno. 

Non trovò nulla se non statue in pietra. Magnifiche statue in pietra ed una testa in pietra, con gli occhi chiusi. Sembrava proprio lei, la fantomatica Medusa, colei che nessuno era stato in grado di sconfiggere e chiunque avesse osato sarebbe diventato in pietra. 

«Beh, è stato facile!» alzò le spalle Louīs raccogliendo la testa e portandosela dietro come ricordo di non aver dovuto affrontare nulla e iniziò a cercare lo specchio. Avrebbe dovuto essere da qualche parte.

Statue di ogni genere giacevano davanti alle pareti, come messe in mostra delle capacità che aveva la creatura. Uomini muscolosi con spade possenti, scudi, elmetti. Tutti che erano stati mandati lì con una missione ed avevano fallito semplicemente davanti ad una donna. 

Si soffermò davanti ad un guerriero vestito di tutto punto, con tanto di spada portata davanti in segno di difesa -o di attacco, non lo sapeva.

«Brutta giornata, eh? Avrai pagato un mucchio per avere quell'armatura, non è vero? E poi? Ah, amico, mi spiace tanto. Beh vedi, non avevo soldi per un'armatura ed ho optato per un fagotto. Ma se mi prestassi la tua spada? Sai, devo combattere Ade.. Anzi no, sai cosa devi darmi? Ma no, non darmi niente, la toga mi sta benissimo. Sì dai, dammi la spada»

Era in viaggio ormai da due giorni ed era pur sempre giustificato se non aveva parlato con nessuno fino a quel punto. 

«Questo è un grandissimo idiota» borbottò una voce femminile ovattata, e Louīs -insieme alla sua attenzione- fu catturato da essa. Non era solo lì. 

«Io ho fiducia in lui, dagli una possibilità Os»  adesso una voce maschile, proveniente dalla stessa zona di quella femminile, sempre ovattata. 

«Chi c'è?» parlò piano Louīs, questa volta spaventato davvero che potessero essere dei mostri ingaggiati da Medusa per poterlo uccidere. Camminò piano verso le voci che aveva sentito e si ritrovò davanti ad un tizio che già aveva visto. 

Un vecchio. Precisamente il vecchio che gli aveva dato le giuste coordinate per ritrovare lo specchio. Ma lì lui vedeva tutto e tutti, tranne che quel dannatissimo specchio. Guardò ogni centimetro della statua prima di notare cosa avesse stretto fra le mani. 

Era lo specchio. 

Era proprio lo specchio.

Uno splendido oggetto che brillava di luce propria, con delle conchiglie incastonate sui bordi e due visi che a mala pena entravano nel riquadro di esso. Una splendida ragazza dai capelli biondi e lucenti, lunghissimi fin sotto la vita -anche se erano figure fino al busto- che veniva prontamente stretta da un marinaio rosso dagli occhi celesti. 

Edvarde ed Ostrakon. 

«Siete voi, quelli della leggenda» sussurrò, prendendo lo specchio dal pugno della statua ma, rompendo quest'ultimo.

«Hey, la mia mano!» borbottò il ragazzo nello specchio, assottigliando gli occhi con fare severo prima di ridere. 

«Una leggenda non è più una leggenda se viene certificata, non è vero?» sorrise appena la donna a Louīs che, prontamente, sorrise di rimando. Era così felice di aver trovato lo specchio che quasi saltava.

«Così questo specchio memorizza tutti i sorrisi della gente, tenendoli impressi nella sua memoria per sempre. Ha il dono del teletrasporto e del nuotare senza bisogno dell'ossigeno per tutto l'oceano. E credimi, è immenso. E tu sfrutterai questi poteri per riportare indietro ciò che di più bello la vita ti ha riservato, il tuo caro Hārry.»

E lui ci pensò appena, poi guardò ancora i due innamorati attraverso lo specchio e sorrise un'ultima volta. 

Non sapeva né come né se sarebbe riuscito effettivamente a combattere Ade, ma non si sarebbe mai arreso. 

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Grazie, grazie, GRAZIE DI CUORE! Abbiamo raggiunto 1K visualizzazioni

E ringrazio anche tutti per i 233 voti nonostante ci siano solo pochi capitoli. 

Davvero, sono così felice che salterei di gioia! Ed ecco che vi regalo un altro capitolo come "premio" della vostra lettura, vi voglio tanto bene!

-Ilay 

P.S. Se avete un account Twitter faccio dei Cita e Rispondi a tema Wattpad, passateci! Mi chiamo @/tomlinsay (ma sai che novità).

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