Τηλε
Lontano (perché teletrasporto deriva dalla parola greca Τηλε nonché lontano e parola della lingua italiana trasporto).
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Uscito da quella grotta, la vasta distesa di verde quale la Foresta Oscura, per lui non era altro che un boschetto, ora che aveva portato a termine metà –o forse meno– della missione. Continuava a guardarsi intorno soddisfatto di ciò che aveva fatto, con in pugno lo splendido specchio di Ostrakon come segno della sua piccola vittoria, mentre le due anime sigillate al suo interno continuavano a rovinare il piccolo momento di felicità del povero Louīs.
Finalmente aveva l'opportunità di riportare a casa la persona che più amava al mondo.
Avrebbero riavuto la loro vita, sarebbe tutto tornato alla normalità, Louīs avrebbe guardato oltre e avrebbe finito i suoi studi, cercando di entrare all'università di Atene, mentre Hārry continuava ad insegnare. Non voleva vita migliore se non aveva lui al proprio fianco.
«Hai capito come devi fare, quindi?» continuò dopo quasi dieci minuti di farfugliare la sirena, notando il ragazzo totalmente perso nei propri pensieri. Louīs scosse la testa e ritornò sulla terra, portando lo specchio dinanzi al viso, scrutandolo con occhi curiosi.
«Sì, credo di aver capito. Penso al posto in cui voglio andare e alla persona che voglio vedere e accarezzo le conchiglie di sinistra. Ma ho una domanda» sorrise imbarazzato Louīs osservando la bella ragazza dagli occhi grandi, bella quanto antipatica. Credeva che le sirene fossero più socievoli, lei era la conferma che si era sbagliato alla grande.
«No» borbottò la ragazza pesce, ricevendo in risposta un mugolio scocciato da parte dei due uomini. Sbuffò, prima di guardare l'uomo che amava negli occhi e vedere che gli stava regalando uno dei sorrisi più sinceri che avesse mai visto in duecento anni di vita.
«Ah... uhm.. Dunque... perché non posso utilizzare il teletrasporto per arrivare negli... Inferi?» chiese Louīs titubante, quasi si era pentito di aver posto quel quesito, dato che a detta di Ostrakon, lui dava tutto per scontato. La guardò attraverso lo specchio e mentre lei cercava di mantenere la calma perché "i giovani d'oggi sono così stupidi", il ragazzo con lo specchio fra le mani toccò la superficie di esso, come se pensasse di poterlo attraversare.
Non era certo magia.
«Non puoi viaggiare con questo specchio in mondi diversi. Non puoi raggiungere l'Olimpo e non puoi entrare negli Inferi. Purtroppo sono cose che solo un eroe può fare, e devi dimostrarti tale. Altrimenti, per tutte quelle persone che vogliono parlare o vogliono risposte dagli Dei, non avrebbero fatto altro che venire da me e darmi fastidio, non credi?» incrociò le braccia sotto il seno la donna, ancora tenuta saldamente dalla vita dal proprio uomo, giovane e bello come l'aveva raccontato Morfeo.
Senza rispondere il ragazzo annuì e portò lo specchio nella cinta che teneva su gran parte della sua toga bianca, prima di camminare in fretta e furia sui suoi passi. Poi si ricordò che bastava usare lo specchio per ritornare in città, più esattamente da Agape, così da poterle spiegare tutto e poter salvare suo figlio, nonché amore della vita di Louīs.
E quindi prese un grande respiro ed impugnò nuovamente lo specchio tra le sue piccole mani tremolanti ed incerte, guardando i due riflessi che erano lì a dargli -o forse no- la sicurezza che cercava.
Chiuse gli occhi, poggiando le dita della sua mano sulle conchiglie alla sinistra dello specchio ed iniziò ad accarezzarle lentamente, pensando esattamente di trovarsi sulla soglia di casa di Hārry, quando aspettava che tornasse da lezione e magari aspettava anche Agape di ritorno dalla piazza.
Quando riaprì gli occhi era esattamente dove si immaginava. Non un centimetro di più, non uno di meno. Aveva perfettamente funzionato.
Ora il problema era un altro: come convincere la mamma di Hārry?
Quella donna ne aveva passate di tutti i colori.
Dopo esser rimasta incinta del suo primogenito aveva deciso di diventare amica della sacerdotessa del tempio di Ade, così da poter essere aggiornata su qualsiasi cosa il padre del suo bambino facesse.
Anche se il motivo principale era l'amore che nutriva per lui.
E quando venne a sapere di Persefone, quella donna rinchiusa negli Inferi al posto suo ne fu gelosa a tal punto da distruggere tutto ciò che di prezioso c'era in quel tempio, sfregiando ciò che di più lussurioso avesse il Dio, preferendolo a lei.
Quando Louīs fu certo che ci fosse in casa iniziò a raccontare tutto ciò che era successo, nella speranza che non pensasse di aver a che fare con un pazzo.
Solo che, al piano esposto del ragazzo, non poteva credere che qualcuno le avesse chiesto qualcosa del genere. Non credeva neanche fosse possibile, in realtà.
Quale razza di umano chiedeva ad una donna di tornare sui suoi passi e convincere l'amore della sua vita a mollare tutto e tornare da sé? Chi poteva avere il coraggio di dire ad una donna di mettere da parte l'orgoglio e di ritornare a guardare gli occhi in cui aveva trovato l'amore.
Se non fosse stato per Hārry, Louīs avrebbe potuto anche uccidere con le proprie mani Ade piuttosto che convincere Agape, la quale era una donna dai sani principi e orgoglio impenetrabile.
Ma anche una mamma con i fiocchi. È mai avrebbe lasciato il suo unico figlio in balia di suo padre, conoscendolo. Mai lo avrebbe permesso.
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Ho voluto aggiornare proprio oggi perché è il compleanno di una mia carissima lettrice e da poco mia amica: felstories! Auguri piccoletta! 🍭
(Ringraziate lei se ho aggiornato!)
Ah, comunque chiedo perdono per la poca cura nella correzione dei capitoli ma ora con la scuola ho una fretta assurda... comunque revisionerò anche questa appena finita! Lo prometto!
Grazie, come sempre,
Ilay
P.S. Sto impazzendo per la cover di questa fan fiction, credo che mi ricovererò presto perché è pura follia la mia.
PPS. La tipettina che ho taggato qui sopra, nonostante la sua giovane età, è discretamente brava a scrivere! Vi consiglio di passare a darle un'occhiata!
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