22 - SUCCUBE -
Capitolo ventidue
-Succube-
Sorreggendomi al corrimano, scendo la scala a chiocciola. Giunta al fondo, mi ritrovo in un piccolo e stretto corridoio con al centro una porta. L'ambiente è asettico, con pareti di un bianco ottico illuminate dai led appesi sul soffitto.
Evora spalanca la porta e ci troviamo all'interno di un'ampia sala vuota, con due porte parallele. La strega si avvicina a quella di sinistra e la apre. Quando entro nella stanza, una temperatura gelida mi investe, facendomi accapponare la pelle.
Sembra quasi un ambulatorio medico, con un paio di lettini riposti a ridosso di uno dei muri della stanza. Sul fondo, c'è una scrivania con un computer, mentre alla mia destra, una postazione con una serie di strumenti chirurgici.
La mia attenzione però viene catturata da un tavolo di metallo su cui è adagiato un corpo coperto da un telo bianco. Evora si avvicina al cadavere mentre Eris recupera dei guanti di lattice.
« Non pensavo che le streghe fossero anche patologhe forensi » dico con un velo di sarcasmo nella voce.
Eris accenna un sorriso ma poi torna seria e fa segno a me e Jonathan di avvicinarci.
Volto la testa verso mio padre, quasi a voler cercare un appoggio. Jonathan ricambia il mio sguardo e annuisce.
Avanziamo entrambi in silenzio verso il tavolo e, quando Evora alza il lenzuolo, trattengo una forte repulsione.
Il corpo pallido di Lucas è steso senza vita sul metallo. Gli occhi chiari e malefici sono chiusi, celando la loro cattiveria. Lo hanno ripulito dal sangue e dalla sporcizia, ma i segni della lotta rimangono evidenti. Il centro del suo petto è vuoto, occupato solo dal foro provocatogli dal paletto con cui l'ho ucciso.
Nonostante sia morto da un paio di giorni, il suo corpo è ben conservato.
« Abbiamo esaminato a fondo il vampiro che hai ucciso, Nevena » comincia Evora « era sicuramente una creatura molto forte e relativamente giovane ».
« Durante l'autopsia » prosegue Eris « abbiamo riscontrato una serie di dettagli decisamente particolari. I suoi denti ad esempio » le mani guantate di Eris aprono la bocca del cadavere con facilità. La dentatura doppia e appuntita di Lucas è esattamente come la ricordavo.
Un brivido mi percorre la schiena ripensando a come quelle armi hanno perforato il corpo del mio ragazzo provocandogli la morte.
« È la prima volta che vedo qualcosa del genere » il viso di Eris è corrucciato mentre osserva le zanne del vampiro « è sicuramente il risultato di un esperimento. Nessun vampiro comune, nato o creato, ha dei denti simili ».
« Anche gli artigli sono diversi » aggiunge Evora, sollevando una delle mani pallide di Lucas « sono incurvati, come se appartenessero a un animale. Come quelli di... »
« Come quelli di un lupo » la interrompe mio padre.
Mi volto di scatto verso di lui. Il suo viso è una maschera di ghiaccio, gli occhi chiari sono fissi sulla creatura davanti a noi. Lo osserva in silenzio, il corpo rigido, il cuore che gli martella forte nel petto, rimbombando nella cassa toracica.
Quella sua reazione fa risuonare un allarme nel mio cervello. Forse Jonathan ha capito qualcosa osservando Lucas. Forse immagina cosa possa avergli fatto Aaron.
Evora annuisce in silenzio.
« Esatto » afferma « più che quelli di un vampiro, ricordano quelli di un licantropo ».
Rimango sbigottita da quella risposta. In questi giorni di rivelazioni, non si era ancora parlato di licantropi. Esistono anche loro, quindi? Perché non me ne avevano parlato? Forse i destini dei Whiteoak e dei lupi non sono fatti per incrociarsi. Eppure ho come la sensazione che ogni creatura sovrannaturale prima o poi debba trovarsi, conoscersi. Forse anche odiarsi.
« Cosa significa tutto questo? » domanda mio padre sottovoce.
Eris si avvicina alla scrivania in fondo alla stanza e accende il monitor del computer. Sullo schermo, appare una pagina ricca di dati, risultati di analisi di laboratorio che io non riesco a comprendere.
« Abbiamo analizzato il suo sangue e i risultati ci hanno decisamente allarmate ».
« Lucas era un insieme di geni. Non possedeva solo quelli di umano e di vampiro, ma di diverse creature » continua Evora.
« C'è una prevalenza di geni mutaforma, come se avessero cercato di modificarlo e di renderlo qualcosa di mai esistito finora. Quello in maggior percentuale è quello della licantropia, forse perché tra quelli presenti nel suo sangue è il più reperibile e comune » la voce di Eris è bassa, i suoi occhi sono concentrati a osservare lo schermo davanti a sé, cercando di capire cosa diavolo sia passato nella mente di Aaron per decidere di giocare a fare il dio della creazione.
Jonathan sospira. Lo osservo, cercando di farmi un'idea di cosa tutto questo significhi in base alla sua reazione.
È preoccupato e confuso allo stesso tempo. Immagino che non si sia mai trovato di fronte a una situazione simile. E questo mi lascia intuire quanto grave sia quello che Eris e Evora ci hanno appena rivelato.
« In pratica » sussurro « Aaron sta cercando di unire i vari DNA delle creature per creare una nuova specie? ».
Nessuno mi risponde, ma quel silenzio per me è una conferma alla mia teoria. Resto in silenzio, cercando di immaginare quanto possa essere avido di potere un essere come Aaron. Voler dar vita a una nuova creatura unendo i geni di specie diverse. Ma perché? A che scopo?
« Se è davvero questo che sta cercando di fare » riflette Jonathan « allora la situazione è più grave di quel che pensavo. È improbabile che Lucas fosse l'unico esperimento, devono essercene altri e se è così... »
« Allora anche i Whiteoak lo sapranno » conclude Eris, levandogli le parole di bocca.
Il freddo di quella stanza diventa ancora più opprimente, scavandomi nell'anima e fin dentro le ossa.
« È una possibilità, quasi una certezza. E staranno cercando altre creature, forse sono anche in missione in tutto il paese. Non lasceranno correre su una situazione così grave, è escluso » ragiona Jonathan, passandosi freneticamente la mano sulla guancia.
« Hai paura che mi trovino? » gli domando in un sussurro.
I suoi occhi chiari si specchiano nei miei, colmi di preoccupazione. Riesco a percepire la paura che gli percorre tutto il corpo e che gli fa esplodere il cuore nel petto. Sa fin troppo bene che se mai mi dovessero trovare, la mia vita sarebbe in pericolo.
« Non lascerò che la mia famiglia ti faccia nulla, Nev. Però sì, ho paura, l'ho sempre avuta. Ma adesso il pericolo che corri è più concreto che mai. La notizia dell'attacco di Major è stata divulgata in tutto lo stato. Non posso avere la certezza che qualche cacciatore sia in Massachusetts, ma se fosse così... »
« Dobbiamo proteggerti » afferma Evora « dai Whiteaok e da Aaron. Ma non sarà semplice. L'incantesimo che ti teneva nascosta ha già cominciato a svanire prima del tuo compleanno. Potrebbero averti già rintracciata e questi esperimenti » la sua mano candida indica il corpo di Lucas « non aiutano ».
« Cosa dovrei fare allora? » domando genuinamente.
Non mi aspettavo nemmeno io tutto questo. Non mi aspettavo di scoprire questo mondo soprannaturale. Non mi aspettavo di venire a sapere di essere l'erede di un vampiro vecchio quanto il mondo e di far parte di una famiglia di cacciatori esistente da generazioni.
E ora questo. Vampiri usati come topi da laboratorio. Creature sfruttate e torturate per creare qualcosa di nuovo, di ineguagliabile. E tutto questo per mano di un essere crudele e oscuro.
Eris si alza dalla sedia, avvicinandosi a me. Le mani calde mi sfiorano i capelli scuri, cercando di rilassare i miei muscoli irrigiditi.
« Sarebbe meglio se per un po' rimanessi qui, a Boston ».
Mi volto di scatto verso di lei, perdendomi nei suoi amorevoli occhi verdi.
« Per noi sarà più facile provare a nasconderti qui. La tua trasformazione ci rende molto difficile tenerti al sicuro. La tua natura di Whiteoak e il tuo potere di vampira sono molto forti, non siamo sicure che l'incantesimo basti per salvarti » le mani di Eris continuano a percorrermi i capelli.
« Dovrei lasciare la mia casa, la mia famiglia » sussurro.
Eris mi guarda comprensiva. Sa bene che per me lasciare i miei genitori e mio fratello è difficile. Sono cresciuta con loro, non conosco un'altra vita che non sia quella che ho vissuto finora. E adesso, così, dal giorno alla notte, me la vedo portare via.
« Non possiamo rischiare di mettere in pericolo anche loro, Nev >> la voce di Jonathan mi fa alzare lo sguardo su di lui « ha ragione Eris. Devi rimanere qui, dove io potrò addestrarti e loro proteggerti ».
« Sei una Whiteoak, Nevena » afferma seria Evora « e sei la nipote di Aaron. La tua vita non sarà mai più quella di prima. È giusto che Jonathan ti insegni a combattere e noi a gestire la tua natura e i doni che hai ricevuto da Aaron ».
La guardo confusa. Non tanto per il mio essere una cacciatrice, ma per la seconda parte della frase.
« Quali doni? » le domando.
Evora accenna un sorriso e, dopo aver coperto il corpo senza vita di Lucas, si avvicina a me.
« Eris mi ha detto che riesci a comunicare con lui » mi risponde lei, studiandomi dall'alto in basso.
« È lui a farlo, non sono io a cercarlo » obbietto.
Gli occhi color miele di Evora si illuminano di uno strano scintillio mentre scruta il mio volto.
« Ne sei sicura? Quando sei svenuta, durante l'attacco di Sally, anche lì hai comunicato con lui ».
« Però in quel momento non ero cosciente, non l'ho voluto io » ribadisco, alzando leggermente il tono di voce.
« Il fatto che tu non lo volessi non significa che non sia stata tu a tirare il filo invisibile che unisce le vostre menti, Nevena » le parole di Evora si insidiano lentamente nella mia testa.
Può essere che sia stata io quella volta? Può essere che inconsapevolmente, il mio subconscio abbia cercato quel contatto oscuro? Ripensandoci, in quell'occasione Aaron aveva detto che ero stata io ad andarlo a trovare. Mi sono ritrovata in una casa che non avevo mai visto, in un luogo a me sconosciuto.
« Aaron ha molti doni, Nev » questa volta è mio padre a parlare « e la connessione psichica è uno dei tanti. Solo lui è in grado di fare una cosa del genere e il fatto che anche tu, seppur senza volerlo, ti sia insinuata nella sua testa, ci fa pensare che abbia ereditato le sue capacità ».
Soppeso le sue parole. Effettivamente, tutto questo ragionamento ha senso. Anche quando lui è venuto da me, la notte della mia transizione, ha parlato di potere e di come questo scorresse identico nelle sue vene e nelle mie. Sul momento, non ho dato troppo peso a quell'affermazione. Pensavo si riferisse alla nostra somiglianza, al fatto di essere così uguali in ogni aspetto. Ma a quanto pare, il nostro legame e le nostre similitudini sono qualcosa di molto più profondo di un paio di occhi eterocromi.
« Quindi, pensate che il legame che ha instaurato con me, sia dovuto al fatto che percepisce in me il suo potere? » domando, conoscendo già la risposta.
« Sì, ed è per questo che devi stargli lontana » Eris mi stringe forte le spalle, quasi a volermi avvertire del pericolo che sto correndo.
« Aaron non fa nulla per caso e il fatto che sappia che tu sei la sua legittima erede e che sei uguale a lui in ogni cosa, è molto pericoloso ».
Scuoto la testa.
« Se avesse voluto uccidermi lo avrebbe già fatto, no? »
Eris sospira. La mano calda si stringe sulla mia spalla, facendomi voltare verso di lei. Ha il viso stanco, pallido dai giorni difficili che tutti noi abbiamo passato.
« Non puoi fidarti di lui, Nevena. È troppo pericoloso ».
« Ti insegneremo a gestire i tuoi poteri e la tua natura e Jonathan ti addestrerà, cosicché tu possa difenderti. Lo faremo da subito, non c'è tempo da perdere » chiude Evora, un suono di tacchi che calpestano il pavimento accompagna la sua uscita dalla stanza.
Rimango in silenzio, senza parole.
La mia vita è cambiata in un attimo. Sono successe così tante cose in questi ultimi giorni che non riesco più a starci dietro.
« Non doveva andare così » sussurro, più a me stessa che a mio padre e alla strega rimasti insieme a me.
Jonathan e Eris mi accarezzano la nuca, cercando di confortarmi.
« Vuoi che ti porti da Sally? » la voce di Eris mi risveglia qualche minuto dopo.
Mi volto verso di lei e annuisco in silenzio. Un suo sorriso dolce mi scalda il cuore e, lentamente, ci dirigiamo verso il piano superiore per vedere come sta la mia amica.
🩸🩸🩸
« Devo avvisarti, Nevena. Sally è molto provata » sussurra Eris.
Siamo salite al primo piano e ci siamo fermate davanti a una porta in legno bianca.
Guardo la strega, cercando un minimo di conforto per affrontare la mia amica.
« Mi riconoscerà? » le domando.
Lei sospira e un sorriso triste le increspa il volto.
« Sì ma è assente, stiamo cercando di aiutarla ma non vuole nutrirsi e non sembra reagire a nulla. È una situazione molto complicata » afferma sincera.
Annuisco.
« Sa che l'ho ucciso io? »
Eris mi posa una mano sulla spalla e scuote la testa.
« No, e se fossi in te eviterei di dirglielo. Sapere di avere di fronte l'assassina del suo padrone potrebbe darle uno slancio negativo e non sono disposta a correre questo rischio » le parole di Eris sono ferme, decise. Non permetterebbe a Sally di attaccarmi, né di provare a farmi del male. La ucciderebbe se fosse necessario.
Sospiro e abbasso la maniglia della stanza.
Quando entro, un respiro strozzato mi si blocca in gola. La camera in cui si trova la mia amica è semplice, con un cassettone e uno specchio sulla parete di sinistra. La finestra è chiusa e le tapparelle abbassate non fanno filtrare la luce del giorno. Su un letto a baldacchino bianco, c'è Sally.
O ciò che rimane di lei. È rannicchiata in silenzio, le ginocchia strette al petto sono avvolte da una tuta grigio scuro. Le braccia sono scoperte e il pallore della sua pelle è paragonabile a quello di un cadavere. Il cuore nel suo petto batte piano, fin troppo, e il suo respiro è corto.
Faccio qualche passo avanti, sperando che alzi lo sguardo su di me, ma la mia amica non si muove.
« Sally? » la chiamo.
Nulla, nessuna reazione.
Continuo ad avvicinarmi al letto e, istintivamente, mi volto verso Eris che è rimasta sulla soglia. Lei annuisce, incoraggiandomi ad avanzare.
Quando arrivo a pochi centimetri dal materasso, mi rendo conto di quanto la mia migliore amica non sia più lei. I capelli rossi sono aggrovigliati, spenti, secchi e senza vita. Il viso è scavato, pallido e la pelle sembra quasi tirata e pronta a sgretolarsi con un semplice tocco. Gli occhi chiari sono privi di luce, fissi nel vuoto. Le labbra sono aride, così come le mani.
Mi siedo sul bordo del letto, cauta.
« Sally » ritento « sono io Nev ».
Le sue dita si stringono ai pantaloni e il suo corpo viene scosso da tic involontari. Ma nulla, nemmeno una parola.
Sospiro, frustrata e provo ad avvicinare una mano al suo viso. La testa di Sally si alza di scatto e i suoi occhi vitrei e sbarrati incontrano i miei.
È come trovarsi di fronte a un fantasma, a un corpo che sembra reale ma che è perso in un'altra dimensione. Quelle iridi chiare non sono più quelle della mia amica. Sono di qualcos'altro, qualcosa che non appartiene più a questo mondo.
Sally indietreggia sempre di più verso la testiera del letto, scuotendo il capo convulsamente.
« Via, via, via » sussurra a bassa voce e in maniera confusa.
La osservo, cercando di darmi una spiegazione per ciò che è successo. Tutto questo è sbagliato. Lei dovrebbe essere con suo padre, nella sua casa, a leggere i suoi amati romanzi storici e romantici, a sorridere come solo lei sa fare.
Non qui, non così.
Mi alzo ed esco dalla stanza, cercando di trattenere la rabbia che mi divampa nel petto.
Supero Eris e corro giù dalle scale, con la sua voce che mi richiama, urlandomi di calmarmi. Ma io non ne ho nessuna intenzione. Ripercorro il corridoio in cui siamo passati prima, cercando una porta che possa condurmi al cortile interno.
La trovo e mi fiondo in giardino, camminando intorno, mettendomi le mani nei capelli e odiandomi.
Odio la mia vita, odio la mia natura e, soprattutto, odio il fatto che le persone che amo debbano esserne coinvolte. Major è morto, Sally non è più una persona, ma un semplice involucro di carne e ossa deciso a lasciarsi andare. La mia famiglia è finita in mezzo a una situazione più grande di lei e che cambierà tutto per sempre.
« Cazzo! » esclamo, stringendo in un pugno i miei folti capelli scuri.
Dei passi agitati mi raggiungono e non c'è bisogno che io mi volti per sapere che sono mio padre e Eris. Ho imparato a riconoscere il loro modo di muoversi, il rumore che fanno i loro cuori quando battono.
« Nevena, stiamo facendo di tutto per salvarla, te lo giuro » la voce di Eris è calda e triste.
Annuisco, ma so che le speranze sono poche. Quella non è Sally, non sarà mai più Sally.
« Avrei dovuto lasciare che Lucas mi uccidesse. Sarebbe stato meglio per tutti. Anzi » dico voltandomi verso Jonathan e la strega « non sarei mai dovuta nascere ».
Gli occhi chiari di mio padre si illuminano e fa qualche passo verso di me ma io scuoto la testa, intimandogli di fermarsi.
« Non ti avvicinare, non mi controllo ».
Lui non mi ascolta e io mi sposto, con una velocità a cui ancora devo abituarmi, al centro del giardino, accanto alla serra di Oriana.
« Sei sopraffatta dagli eventi, Nev » cerca di calmarmi lui.
Serro gli occhi, buttando fuori l'aria e cercando di darmi una controllata. Ma non sono molto brava a gestire la rabbia ultimamente.
« Sì, Jonathan, lo sono. La mia vita è stata completamente stravolta nel giro di una settimana. Ho scoperto di essere in parte una creatura che per sopravvivere deve nutrirsi di sangue umano, il mio ragazzo è morto e la mia migliore amica è in una specie di stato vegetativo dal quale non riesce a uscire. Quindi sì » urlo « sono sopraffatta dagli eventi! »
« Wow, tesoro! » una voce strascicata riempie l'aria. Sposto lo sguardo in direzione di quel suono e sospiro quando vedo Cordelia e Oriana « hai bisogno di rilassarti. La mia sorellina avrà sicuramente qualche piantina magica che fa al caso tuo, non è vero Oriana? » il volto di Cordelia si apre in un sorriso ampio, le pupille spalancate e dilatate.
Oriana alza gli occhi al cielo.
« Stiamo cercando di aiutarla come meglio possiamo, Nevena » Eris richiama la mia attenzione « ma non è semplice. Le succubi sono complicate da recuperare. È un processo che richiede tempo e che, devo essere onesta con te Nev, non sempre ha esito positivo ».
Annuisco amareggiata, le lacrime che minacciano di uscire da un momento all'altro.
« Ma Sally non ha tempo. Se sta così male dopo appena pochi giorni, come sarà fra una settimana? »
Il silenzio della strega è la conferma che tanto temevo.
« Quindi è spacciata » concludo seria.
« No, Nevena » la voce morbida e dolce di Oriana mi arriva alle orecchie come un suono melodioso che mi scalda le ossa « c'è sempre speranza ».
Trattengo una risata amara.
« Con tutto il rispetto, Oriana, ma la speranza l'ho persa da tempo » mi volto, trascinandomi per il giardino in un silenzio cupo e contemplativo.
Come è possibile che un'intera congrega di streghe, donne che creano la vita e che possono provocare la morte, non siano in grado di salvare la mia amica? Non credo che non ci stiano provando, lo vedo che si stanno occupando di lei e sono fortemente amareggiate dal non riuscire a ottenere alcun risultato. Ma davvero non c'è altro che possano fare?
« Non esiste alcun modo per salvarla? » domando rassegnata. Guardo le tre donne davanti a me, ma nessuna di loro parla. Eppure nel volto di Oriana e nel battito accelerato del suo cuore percepisco qualcosa.
Nervosismo, direi.
« Esiste? » richiedo, ma le streghe non si pronunciano. Il silenzio che è calato su di noi è così denso e teso che si potrebbe tagliare con il coltello. Ascolto attentamente i loro tre cuori, cercando di percepire anche il minimo cambiamento o esitazione.
Quello di Oriana accelera quando porto la mia attenzione su di lei.
La osservo dritta negli occhi, cercando di captare se mi stia nascondendo qualcosa. Una strana sensazione mi smuove le viscere e sento la parte buia della mia anima grattare con i suoi artigli scuri e malefici la parete della stanza in cui ho deciso di rinchiuderla. È un richiamo lontano ma forte al tempo stesso.
Mi avvicino a Oriana, in silenzio. Lei non batte ciglio. I miei occhi si specchiano nei suoi, scrutandola, osservandola con attenzione. E senza nemmeno accorgermene le parole mi escono dalle labbra decise e suadenti, avvolgendo la strega in piedi di fronte a me.
« Dimmi se c'è un modo per salvarla » sussurro.
Il respiro le si mozza in gola e le sue iridi si dilatano. Percepisco la tensione che pervade le altre persone presenti nel giardino.
La mia non è una richiesta, non è una semplice domanda. È un ordine. E credo che Eris e mio padre lo abbiano capito.
« L'unico modo per salvare una succube è legarla a un altro padrone. Non c'è altra soluzione » le parole escono dalle labbra di Oriana lente e sicure, ma è chiaro che non siano state pronunciate di sua volontà.
Subito dopo, la strega scuote la testa e sembra tornare alla realtà. I suoi occhi mi osservano, sconvolti da ciò che è appena successo. Da ciò che io l'ho obbligata a rivelarmi.
« Mi hai soggiogata » esclama confusa e sconcertata.
« Nevena, dove hai imparato a fare questa cosa? » mi domanda mio padre, serio.
Scuoto le spalle, non sapendo bene come rispondergli.
« Non l'ho imparato da nessuna parte. L'ho fatto e basta » la mia voce è piatta, senza sentimento.
Jonathan scuote la testa, frustrato e con lo sguardo cerca conforto negli occhi di Eris, che però è intenta a osservare me.
« Ecco un altro dei doni che hai ereditato da Aaron » la sua voce è bassa, severa. I miei occhi cercano i suoi e dal modo in cui mi guarda, comprendo che ciò che ho appena fatto è sbagliato.
« È una maledizione, non un dono » le parole escono tremolanti dalle labbra di Oriana. Mi guarda, gli occhi sgranati e spaventati, il viso pallido, i muscoli tesi.
« Si chiama compulsione » continua Eris « è un'abilità posseduta solo da Aaron, almeno fino a oggi. Dona la capacità di obbligare chiunque a fare qualsiasi cosa gli venga ordinato. Anche uccidere o farsi uccidere. Non va preso sottogamba, Nev, è un dono pericoloso ».
Annuisco, recependo tutte quelle informazioni. Eppure nel mio cuore sento un gelo che prima non c'era.
So di aver spaventato Oriana e questo mi fa star male, ma non riesco a non pensare a ciò che mi ha detto. All'unico modo per salvare la mia amica.
« È vero? » domando di getto «Sally ha bisogno di un nuovo padrone per continuare a vivere? ».
« Nevena >> la voce di mio padre mi fa voltare verso di lui << non è contemplabile come soluzione ».
Piego la testa di lato, guardandolo in faccia. Sento che la parte più cupa di me, quella di vampira, in questo momento sta prevalendo sulla mia umanità. E so bene che quando mi lascio andare al potere, non sono controllabile.
Nonostante questo però, non riesco a frenarmi.
« E perché? » chiedo tranquilla.
Lui scuote il capo e si porta le mani sui fianchi, snervato.
« Nevena, no! Non sarebbe una vita! » esclama.
« Chi scambierebbe una prigione per un'altra? » la voce dolce e fluida di Oriana mi arriva alle orecchie come un tuono.
Le sue parole mi colpiscono in pieno. Ha ragione, ne sono perfettamente conscia. Passare dal controllo di un mostro a quello di un altro. Chi vorrebbe vivere così? Senza scelta, senza libertà, senza essere davvero una persona?
Ma la mia parte più egoista non vuole lasciare andare Sally, non può permettersi di perdere qualcun altro.
« Meglio la morte, allora? È questo che pensi? » le parole mi schizzano fuori dalle labbra con un cattiveria incontrollata.
« Non sto dicendo questo, Nevena » Oriana mi guarda esasperata, con gli occhi scuri lucidi e il viso contrito dal dolore « ti prometto che faremo di tutto per salvarla. Troveremo un modo. Dacci ancora un po' di tempo. Abbi fiducia in noi » mi supplica.
Annuisco in silenzio, passando lo sguardo su ogni persona attorno a me.
Mi avvicino alla strega e mi si stringe il cuore quando percepisco il suo respiro strozzato nell'avermi accanto. Ha paura di me.
Le poso una mano sulla spalla, cercando di infonderle il mio dispiacere per come l'ho trattata poco fa.
« Mi fido, Oriana » sussurro « date il massimo, salvatela ».
Lei annuisce e un sorriso triste le adombra il viso.
Sospiro e mi incammino piano verso la porta che conduce all'interno della casa.
« Dove vai? » mi chiede mio padre, la durezza nella sua voce però non mi fa voltare.
« Ho bisogno di fare quattro passi ».
« È pericoloso uscire sola, Nev. Vengo con te » lo sento muoversi dietro di me.
Allora mi volto e lo fulmino con lo sguardo. Si blocca a metà strada, pregandomi con i suoi occhi celesti.
« So difendermi. Ho bisogno di un po' di tempo da sola, scusami ».
Lui non si oppone e in silenzio, ma con il frastuono violento dei miei pensieri in testa, vado via.
SPAZIO AUTRICE:
Buonasera a tutti! So di essere stata assente per molto tempo, ma credetemi, non ho potuto fare altrimenti. Sono stata molto impegnata col lavoro che mi ha letteralmente coinvolta per tutta l'estate e in più, il tempo e l'ispirazione per scrivere, erano davvero pochi. Non mi sembrava giusto verso di voi e verso me stessa, darvi un capitolo di cui non ero pienamente convinta. Ma ora, mi sento di ripartire e di mandare avanti questa storia che è il mio piccolo grande gioiellino che voglio vedere splendere al meglio.
Come avete letto, le cose per Nevena si complicano. Scopre finalmente cosa sta tramando Aaron e la verità sul futuro di Sally la sconvolge. Secondo voi cosa accadrà in futuro? Preparatevi, perchè nei prossimi capitoli incontreremo dei nuovi personaggi davvero interessanti e che daranno il via a una nuova vita per la nostra Nevena.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la mia storia vi coinvolga sempre di più. Attendo i vostri pensieri nei commenti. A presto ❤️
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