17 - LA PERDITA -

- Capitolo diciassette -

La perdita

Non riesco a muovermi.

La testa mi pesa come un macigno, il forte pulsare del sangue nelle mie vene mi impedisce di udire i suoni intorno a me.

I miei occhi sono pregni di lacrime. La mia vista offuscata, si sposta tra ciò che è diventata la mia migliore amica e il mio ragazzo, immobile sul terreno a pochi metri da me.

Sally mi guarda. Le sue sclere sono di un rosso intenso che stride col verde delle iridi. La pelle diafana sembra quasi brillare da quanto è sottile e chiara.

Si porta una mano al viso, accarezzandosi la guancia. Le sue dita terminano in lunghi artigli, simili a quelli che sono spuntati a me poco prima. Eppure, lei sembra qualcos'altro. Sia lei che Lucas, non emanano la stessa sensazione che mi aveva dato Aaron. Sono qualcosa di diverso, oserei dire, di più terrificante.

« Sally? » la chiamo.

Lei mi fissa dritta negli occhi e lo stomaco mi si smuove, provocandomi un forte senso di nausea. Come è potuto accadere tutto ciò? Come è possibile che la mia amica, quella dolce e meravigliosa ragazza, si sia trasformata in una creatura così orribile?

Sally sorride, mostrando le zanne bianche sporche di sangue. Non mi risponde e si volta verso Lucas.

Faccio lo stesso e lo osservo. Si fissano, intensamente, si parlano con lo sguardo. E' come se riuscissero a capirsi senza dire una parola. Sally gli si avvicina e lui le accarezza i folti capelli rossi. Il suo occhio, quello che poco prima ero riuscita a ferirgli, continua a sanguinare ma pian piano sembra guarire.

Osservo quella scena, quel contatto tra loro, inorridita, disgustata da ciò che sto vivendo e da quello che Lucas è stato capace di fare per vendicarsi di Aaron.

Ha colpito me, la sua discendente diretta. Colei che più gli assomiglia e che allo stesso tempo è sua nemica. E per fare ciò, ha aggredito Sally. La resa come lui. Un mostro.

Un lamento mi arriva alle orecchie e istintivamente mi volto.

Major sta tossendo, le sue mani premono contro il morso sull'addome. Corro verso di lui, inginocchiandomi al suo fianco.

Quando vedo la ferita sul suo stomaco, sgrano gli occhi. La sua pelle è lacerata, il sangue esce a fiotti.

« Nev? » la sua voce flebile mi chiama e io poso lo sguardo su di lui.

E' spaventato, confuso, dolorante. Gli poso una mano sulla guancia tentando, invano, di trattenere le lacrime.

« Shh » sussurro, la voce spezzata dal pianto « andrà tutto bene ».

Mi tolgo la felpa e gliela premo forte sulla ferita, cercando di tamponare l'emoraggia.

Non può morire, non è un'opzione che ho intenzione di contemplare. Tremo, mentre le mie mani si sporcano di rosso.

Dentro di me, qualcosa fa capolino. Una sensazione soffocante, che mi smuove le viscere e che mi sale fino in gola. Mi rendo conto che è la stessa che ho provato quando ho salvato Sally. Non riesco ad ignorare quella strana e oscena attrazione verso il sangue che Major continua a perdere sotto di me.

Lo stomaco si contorce a causa delle fitte e la testa inizia a pulsarmi sempre di più. Fatico a rimanere lucida. Ma devo, non posso star male di nuovo. Soprattutto ora.

« Lo senti vero? » la voce di Lucas mi sussurra piano all'orecchio, nonostante sia a diversi metri da me « il richiamo del sangue ».

Mi volto verso di lui. Lui sorride ma io no. Il mio sguardo è carico di odio, un odio profondo che mi nasce dal cuore e che è pronto a scattare fuori in qualsiasi momento.

« Non osare » sibilo « non osare paragonarmi a te. Ad un mostro ».

« Oh, Nevena, tu sei peggio di me » si avvicina piano, con Sally che lo segue come un'ombra.

Si piega sulle ginocchia, osservandomi con l'occhio di ghiaccio sporco di sangue.

Sul suo viso, un ghigno maligno mi fa salire una folle e assurda voglia di cavargli quelle orribili zanne. Una ad una.

Mi meraviglio dei miei pensieri, di quanto questi siano macabri e di come non mi disturbino affatto.

« Tu sei un abominio, Nevena » sussurra « metà cacciatrice, metà vampiro. E per di più, la nipote del più grande di tutti. Sei un corpo che gira con un bersaglio sulla fronte, un pericolo per entrambe le specie. E definisci me un mostro? » la sua risata riempie il silenzio che è calato sulla strada.

Anche Sally ride e io alzo lo sguardo su di lei.

Non la riconosco. Non è più la mia amica, è qualcosa di diverso, di cupo, di terrificante.

« Ah, ti preoccupi per Sally? » risponde Lucas, intuendo alla perfezione i miei pensieri.

Lui si alza e allunga una mano. Lei gliela tende e intreccia le sue dita sporche di sangue a quelle di lui. Lo guarda adorante, come se fosse stregata.

Lui le sorride, mostrando le sue doppie zanne. Anche lei ricambia, ma i suoi denti sono normali, come quelli di Aaron.

« Vedi, Nevena » continua lui « Sally è mia adesso, risponde a me, mi obbedisce e mi ama » la sua mano le accarezza il viso, provocandomi un conato di vomito.

Avvicina il viso a quello di lei, facendo appena sfiorare le labbra contro le sue.

« La mia succube » la sua voce è lieve, ma profonda, carica di un significato oscuro.

Succube? Cosa intende?

« Ha un legame profondo con me. Fa tutto quello che voglio e ne è felice » sussurra, per poi prenderle il labbro inferiore tra i denti e tirandolo.

Sally geme e lo guarda con occhi ardenti di una passione terrificante.

Lucas si stacca dalla mia amica e si volta verso di me.

« Siamo una bella coppia, non trovi? » mi prende in giro.

Il mio respiro si fa più veloce, la furia che mi sale nel petto è sempre più intensa.

Voglio ucciderlo.

Il suo corpo deve cedere sotto le mie mani.

« Mi fai schifo » sputo con rabbia.

Lui annuisce, già consapevole della mia risposta. Poi guarda Sally e non mi accorgo nemmeno del movimento rapido che fa quando mi salta addosso, facendomi cadere a terra e bloccandomi al suolo con un ginocchio.

Sento le costole incrinarsi sotto il suo peso. Fatico a respirare ma tento di resistere. Una sua mano mi scosta i capelli dal collo e le sue pupille si dilatano.

« Vedi, Nevena » la voce di Lucas mi arriva chiara alle orecchie, mentre si avvicina « io voglio che soffri, così come ho sofferto io. E Sally mi aiuterà. Non c'è nulla che tu possa fare ».

La mano di Sally cerca di agguantarmi alla gola ma la prendo per un polso, stringendoglielo con una forza che non pensavo di possedere. Lei sibila fra i denti e si avventa sopra di me.

Urlo. Le sue zanne mi penetrano nell'incavo tra il collo e la clavicola, provocandomi un dolore indescrivibile. Un liquido caldo inizia a colarmi sulla pelle. Cerco di liberarmi tirandole con la mano libera i capelli sulla nuca.

Lo strappo improvviso delle sue fauci dal mio corpo mi fa tremare ma resisto. Riesco a liberare anche l'altra mano e le ficco le dita negli occhi, accecandola.

Sally urla, portandosi le mani sul viso. Ne approfitto e la ribalto, finendo sopra di lei. Mi rialzo e mi guardo attorno, in cerca di qualcosa per difendermi, ma non faccio in tempo perché questa volta è Lucas a buttarsi sopra di me.

Con un calcio in pieno stomaco, mi lancia lontano di almeno tre metri. Rotolo sull'asfalto duro e freddo, graffiandomi le braccia nude, il viso, le mani. Ho male ovunque, la testa mi pulsa, i muscoli delle mie gambe sono rigidi come se avessi corso per chilometri.

Tento di alzare la testa e lo vedo abbassarsi su Major.

Il panico si impossessa del mio corpo. Mi alzo, barcollando e vado verso di loro, ma vengo trattenuta da una morsa sulla gola.

Guardo Sally, la mia migliore amica, stringermi le dita intorno al collo fino a bloccarmi il respiro. Perché mi sta facendo questo?

« Povero Major » sposto lo sguardo verso quella voce.

Lucas è chino sul mio ragazzo, una mano che gli sfiora la ferita aperta. Major lo guarda, gli occhi velati ma ancora consapevoli di quello che sta succedendo.

« Sei stato un buon amico per me. Quasi mi dispiace doverti uccidere ».

Spalanco gli occhi e mi dimeno, ma Sally aumenta la presa su di me, facendomi boccheggiare in cerca d'aria.

« N-n-n-o... » balbetto.

Ma è tutto inutile. Lucas sfodera le sue zanne e si avventa sul mio ragazzo. Un urlo squarcia l'aria, spezzandomi in due.

Il mondo pian piano intorno a me si annebbia, un po' perché la stretta di Sally intorno alla mia gola mi sta facendo perdere i sensi, un po' per colpa delle mie lacrime.

Mi sento impotente. Guardo il mio ragazzo, il mio Major, venire dissanguato sotto i miei occhi. E non sto facendo nulla per salvarlo.

Mi dimeno ancora di più. Ma non serve a niente. E' come se tutta la forza, tutta la rabbia che mi aveva tenuta in vita poco fa, avesse abbandonato il mio corpo.

Inizio a vedere nero, la scena davanti a me si sfoca sempre di più.

Poi un suono fende l'aria e qualcosa di estremamente veloce passa a pochi centimetri dal mio viso, sfiorandomi i capelli.

Un oggetto piccolo e sottile colpisce Lucas ad un braccio. Lui si stacca da Major, urlando di dolore e contorcendosi a terra.

Anche Sally sembra patire lo stesso male. Mi lascia andare, indietreggia e si avvicina al suo creatore.

Io crollo a terra, tossendo, bisognosa di tornare a respirare. La vista inizia a tornare normale e alzo lo sguardo sul vampiro urlante.

Nel suo avambraccio sinistro, è conficcata una freccia. Anche lui sembra riprendersi un minimo e lo sguardo si posa prima su di me, e poi su qualcosa alle mie spalle.

Mi volto.

Donna è a pochi metri di distanza da noi, completamente vestita di nero. Le mani, avvolte in guanti a mezze dita, tengono strette una balestra puntata su Lucas.

Non riesco a parlare, né ad elaborare quello che i miei occhi stanno vedendo.

Donna sposta un secondo gli occhi chiari su di me. Riesco a vedere la sua espressione addolorata e preoccupata. Ma poi cambia quando riporta l'attenzione sul mostro davanti a noi.

Avanza e scocca un'altra freccia che aveva già posizionato sull'arma. Questa si conficca nell'addome di Lucas, provocando un ennesimo urlo di dolore seguito da quello di Sally.

Il vampiro apre gli occhi e la guarda pieno di odio e di furia omicida.

« E tu chi cazzo sei?! » esclama.

Donna ora è accanto a me. La osservo, meravigliata dalla disinvoltura con cui ricarica, per l'ennesima volta, la balestra. I capelli biondi e mossi, si spostano sulla sua giacca di pelle aderente e sulle labbra rosso scuro appare un sorriso appagato.

Si posiziona, prendendo la mira verso Lucas.

« Sorpresa, schifoso figlio di puttana » risponde.

L'arma scatta e un'altra freccia colpisce il nostro nemico ad una gamba.

Mentre lui si contorce a terra, Sally sembra resistere e i suoi occhi iniettati di sangue si spostano su Donna e me.

Donna la guarda e con una mano mi aiuta ad alzarmi.

Non posso fare altro se non osservarla, confusa, senza parole. La mia amica punta l'arma su Sally e solo in quel momento mi rendo conto di cosa sta per fare.

« Donna, no! » ma la freccia si è già conficcata nello stomaco della vampira. Lei grida, un suono acuto e vibrante, oscuro e cupo, quasi animale.

Donna si volta verso di me e mi guarda la ferita sul collo.

« Mi dispiace, Nevena. Non doveva andare così » mi sussurra lei.

« Donna, io non capisco » le rispondo confusa.

Annuisce e riporta l'attenzione sui vampiri davanti a noi. Poi scuote la testa e con un braccio tenta di spostarmi dietro di lei.

« Non c'è tempo per spiegare, Nev. Vai via da qui » mi ordina, porgendomi la chiave di un'auto.

« No » rispondo secca « non ti lascio qui e non posso andarmene senza Major » a quelle parole guardo il mio ragazzo, sanguinante ma ancora vivo al suolo. Mi getto su di lui e in quell'esatto momento, Lucas mi salta addosso.

« Nevena! » urla Donna, scoccando una freccia.

Questa volta manca il bersaglio e Lucas mi agguanta, sbattendomi a terra. Riesco a scappare alla sua presa, ma è veloce, troppo veloce. I suoi artigli mi affondano sul petto, mentre tento di allontanarmi per difendermi.

Mi volto verso Donna, cercando il suo aiuto, ma lei sta lottando in un corpo a corpo con Sally. Si sa muovere, la colpisce con forza e cattiveria. Entrambe cadono a terra e rotolano l'una sull'altra.

Lucas si butta addosso a me, ma io lo schivo e nel farlo, recupero la freccia che lo aveva mancato. La guardo un istante. E' completamente fatta di legno ed è viscida, come se fosse ricoperta di una strana sostanza.

Lucas si avventa su di me. Mi scosto, ma riesce comunque a prendermi e a farmi cadere a terra. Ora è sopra di me. Bava mista a sangue mi cola addosso, scivolando via dalla sua bocca e i suoi occhi mi divorano con lo sguardo.

Mi tiene bloccata a terra, spalancando ancora di più le fauci, mostrandomi quelle armi appuntite e doppie che ha al posto dei denti. I suoi occhi sono infuocati, rossi di rabbia.

« Morirai questa notte, Nevena! » sibila a pochi centimetri dal mio viso.

« No » gli rispondo, la voce carica di un odio feroce « io non credo ».

Stringo forte la freccia nel mio pugno destro e gliela conficco all'altezza del rene. Forte, in profondità.

Lucas lancia un lamento e nel farlo del sangue e della saliva mi sporcano il volto. La mia mossa gli fa perdere la presa sul mio corpo, in modo tale che io possa prendere il controllo della situazione.

Lo ribalto e monto sopra di lui, colpendolo con forza sul volto con i miei pugni. Poi gli serro la gola con la mano. Le mie unghie si allungano, trasformandosi di nuovo in quei lunghi artigli che lo avevano accecato. La sua pelle si lacera sotto la pressione delle mie dita e il sangue cola sulla mia mano, tingendola di un colore rosso scuro, quasi nero.

La rabbia cocente e violenta che sento crescere dentro di me, viene fuori insieme ad una forte fitta alla testa. Ma non cedo, non crollo. Lascio che il dolore mi avvolga, che tutto ciò che mi ha fatto subire la bestia sdraiata sotto di me, venga a galla.

Lui annaspa. Dalla sua bocca escono fiotti di liquido scuro. In risposta, stringo ancora di più la presa sul suo collo. Lucas sgrana gli occhi. Sembra quasi spaventato.

« Hai paura? » sussurro.

Nella parte più profonda della mia anima, qualcosa si risveglia. Una strana ed inquietante oscurità, risale le mie viscere, provocandomi forti dolori in ogni parte del corpo. La sento scorrere nelle mie vene, riempirmi gli organi, scavarmi le ossa e soffocarmi i polmoni.

La mia bocca si irrigidisce e il sapore ferroso del sangue la riempie. Le gengive mi si aprono piano e lentamente, provocandomi un forte bruciore.

Lucas mi guarda e un sorrisetto soddisfatto gli appare sul viso, facendomi montare la rabbia ancora di più.

« Sei un mostro » mi risponde « tale e quale a me ».

Serro la mascella e le mie dita si conficcano ancora più in profondità nella sua gola. Lucas tossisce sangue scuro che sporca entrambi i nostri volti.

« Sei una dannata » sfiata, mostrandomi le zanne imbrattate del sangue del mio fidanzato.

« Nevena! » una voce urla il mio nome, facendomi alzare lo sguardo.

Donna è seduta, insanguinata e madida di sudore. Sally è a terra, con una siringa conficcata nel collo, priva di sensi.

La mia amica allunga una mano verso la sua schiena e da una specie di cintura, estrae quello che mi sembra un paletto di legno.

Me lo lancia e con dei riflessi che mai avrei pensato di possedere, lo afferro con la mano libera.

« Al cuore, Nev! » mi ordina la mia amica.

I miei occhi si spostano su Lucas. I suoi si spalancano, pietrificati da un'immagine orribile, mostruosa. Sono certa che abbia paura di me, di ciò che sono, di quello che sono diventata.

Lo spingo più giù con la mano, mentre le sue gambe si dimenano e il suo sguardo implora una pietà che io non ho nessuna intenzione di dargli.

« E' così che guardavi il tuo padrone mentre ti torturava? » gli sussurro piano, assaporando ogni briciolo di paura che emana il suo corpo.

La percepisco, riesco a sentirne perfino l'odore. Ed è qualcosa di unico, indescrivibile, esaltante.

Gli conficco la punta del paletto nel petto, ricevendo in cambio le sue grida. Il rumore della pelle che si lacera, delle ossa che si sgretolano sotto quell'arma, è come musica per me.

« Dannata! » urla di nuovo lui, mentre il suo corpo si contorce sotto di me.

Con un gesto secco e violento, lascio che il paletto lo trafigga in profondità, fino a raggiungere il cuore.

Sussulta e i suoi occhi malefici incontrano per l'ultima volta i miei. Gli stessi di colui che un tempo era il suo Signore.

« Ci vediamo all'Inferno, bastardo » gli prometto.

I suoi occhi si svuotano e il suo corpo smette di ribellarsi.

E' morto. Io l'ho ucciso. E non mi pento di nulla.

Improvvisamente, gli spasmi che prima ero riuscita a controllare, tornano più prepotenti e forti di prima. La mia mano lascia andare la presa sul paletto e mi accovaccio a terra, colta da lancinanti dolori in ogni parte del corpo.

Donna corre verso di me, chiamandomi e cercando un contatto visivo. Ma io non la ascolto, non la vedo. L'unica cosa che sento è il calore, il male che mi percuote e mi rompe dall'interno.

« Nevena ... » una flebile voce mi fa ridestare per un secondo.

Major ha volto il capo e mi guarda. Gli occhi mi si riempiono di lacrime. Ha il viso pallido, sporco di sangue che gli cola dalle labbra morbide.

Striscio verso di lui, mentre il mio corpo si ribella.

Quando gli sono accanto, un singhiozzo disperato mi esce dai polmoni. Ha l'addome completamente dilaniato dai morsi. I suoi vestiti sono ridotti a brandelli e il rosso del suo sangue scorre sul suo corpo.

Una mia mano artigliata cerca di rimediare inutilmente, provando a fermare quel vermiglio fiume in piena.

« Nevena » mi chiama.

Una sua mano tenta di alzarsi e di sfiorare la mia guancia. Gliela prendo e la appoggio sul mio viso, sporco e umido di lacrime e sangue.

« Non piangere » la sua voce è così debole, gli costa un grande sforzo parlare con me.

Io scuoto la testa, logorata nell'anima per ciò che sta succedendo.

« Non parlare, amore » gli dico ansimante « andrà tutto bene. Ora ti porto via di qua. Staremo bene ».

Quelle parole sono più una promessa per me stessa che per lui. Non può succedere, Major non se ne può andare. No.

Lui mi sorride e tossisce. Liquido rosso gli sporca ancora le labbra e gli cola sulla guancia. I suoi occhi si fanno vitrei, appannati da un velo che sembra quasi renderlo cieco. I suoi profondi pozzi scuri mi guardano e in essi vedo tutto quello che ci lega, l'amore che proviamo l'uno per l'altra.

In quelle iridi marroni, vedo le nostre giornate insieme, le ore passate sui banchi di scuola, le partite alla play station, i compleanni e i Natali che abbiamo trascorso insieme. Rivedo ogni bacio che ci siamo scambiati, dal primo all'ultimo. Vedo noi due sul letto di casa sua, a sedici anni, spaventati ma felici quando lo abbiamo fatto per la prima volta.

Rivedo lui che dice di amarmi mentre passeggiamo mano nella mano al parco. Lui che mi dona l'anello che ora porto al dito e che mi promette un amore eterno. Rivedo noi in un paio di occhi che ora sono certa che non rivedrò mai più. E questa verità mi distrugge.

« Ti amo » mi sussurra.

Piango, piango come non ho mai pianto in tutta la mia vita. Avvicino il viso al suo, mentre la mia testa pulsa. Il dolore del mio corpo cerca di bloccarmi, di farmi svenire, ma quello della mia anima è più forte.

Non lascio Major, per nulla al mondo.

Poso la mia fronte sulla sua e mi dispero nel sentire quanto è già gelida la sua pelle.

Cerco i suoi occhi coi miei e li ritrovo, per l'ultima volta.

Gli sorrido e lui cerca di fare lo stesso ma non ci riesce.

Le mie labbra si posano sulle sue, bisognose di quel dolce contatto. Lo bacio, delicatamente e con un peso nel cuore che non mi abbandonerà mai per il resto della vita.

Lui non ricambia, nemmeno ci prova.

Apro gli occhi e lo guardo. Non si muove, è fisso nella stessa posizione di poco fa, con le sue iridi scure puntate su di me.

Non respira più.

Urlo, colta da uno dei dolori più forti e violenti che mai avrei pensato di provare nella mia vita. Mi getto sul suo corpo, piangendo e dimenandomi.

Donna mi chiama, mi sfiora la schiena cercando di starmi vicina, ma io non la voglio sentire.

Voglio solo lui. Voglio il mio Major. Lo stringo forte a me, sporcandomi la tuta del suo sangue, mentre il dolore nel mio corpo inizia a provocarmi convulsioni violente.

In questo momento, non mi interessa cosa mi stia succedendo, quale sia il motivo del mio crollo fisico.

L'unica cosa che so, è che non voglio lasciare lui da solo.

« Nevena! Nev! » la voce di Donna mi chiama, ma sembra lontana chilometri.

Il mio corpo non mi risponde più e le convulsioni ora sono incontrollabili.

Scivolo via dal corpo di Major, scossa da movimenti elettrici e violenti.

L'ultima cosa che vedo prima di svenire, è la mia mano posata sulla guancia del mio ragazzo, del mio unico vero amore. Vedo l'anello che brilla, nonostante sia impregnato del rosso del suo sangue e penso a quanto sarebbe stata bella la nostra vita insieme.

Per quel che vale, mio Major, io ti avrei detto di "sì". Sempre.

Il mio corpo sobbalza, delle mani calde e delicate cercano di controllarmi ma non ci riescono. Guardo Major, guardo la mia mano che scivola via dal suo corpo.

Poi più nulla.


SPAZIO AUTRICE

Eccoci finalmente col capitolo 17. Mi scuso se l'ho pubblicato con un ritardo abbastanza importante, ma è un periodo pieno e volevo che fosse il più immersivo possibile, così come me lo sono immaginato.

E' un capitolo molto duro, sofferto e su cui ho riflettuto molto. Lo so, forse penserete che sono una persona orribile e magari avete anche ragione. Ma ciò che ho scritto l'ho fatto per chiudere un capitolo della vita di Nevena e dare inizio ad un altro. Fa male, lei non sarà più la ragazza di prima, ma è necessario. Per il suo sviluppo e per tutto quello che dovrà affrontare.

Con questo capitolo, si conclude la prima parte di questa storia e col 18, se ne aprirà una nuova, completamente diversa da questa e ricca di nuove scoperte e avventure. Spero continuerete nella lettura e che Nevena vi stia entrando pian piano nel cuore.

Come regalo per voi che mi state sostenendo e che mi avete fatto arrivare alle mille (e più, ormai) letture in poco tempo, vi lascio nel prossimo capitolo degli aesthetic che ho realizzato sui personaggi più importanti di questa prima parte. Ovviamente sono una mia personale interpretazione dei personaggi, in quanto sono dell'idea che ognuno sia libero di viaggiare con la fantasia e immaginarsi i protagonisti delle storie come vuole.

Spero vi piacciano ❤️

Ci vediamo nella seconda parte ❤️

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