Capitolo 3 - La Festa

Arriviamo davanti al pub e c'é una fila enorme.
Ma quanta gente ha invitato?
Ci mettiamo in fila e dopo un po' ci ritroviamo un uomo che ci chiede i nomi.
Noi gli rispondiamo tranquillamente, anche se lui mette al quanto ansia.
Controlla la lista degli invitati e, dopo circa 1-2 minuti ci fa passare.
Inizio a sentire delle urla dietro di me: c'è un ragazzo dai capelli mori, ricci, vestito anche bene, che si lamenta con l'uomo che prima ci aveva fatto passare.
Il ragazzo continua a ripetere che conosce veramente il festeggiato e che, forse, non lo aveva messo per sbaglio.
E perché non credergli?
Rimango lì a guardare la scena.
Continuavo a pensare di averlo già visto, non era la prima volta e non sarebbe stata l'ultima.
Una voce familiare fa distogliere il mio sguardo dalla scena.
"Cosa fa la gente per non pagare l'ingresso... cerca di imbucarsi alle feste, senza successo".
Mi giro e mi ritrovo di fianco Elisa. Quanta cattiveria in una sola frase!
"Dai, entriamo ora" mi dice alla fine e così mi ritrovo dentro al pub.
Camminiamo per un po' e ci troviamo in una mega sala con al centro una pista da ballo; dietro di essa c'é il DJ che mette la musica e ai lati ci sono dei tavolini.
Noi, Eli davanti ed io dietro, ci avviciniamo ad uno di questi dove si trovavano Panze, i suoi amici e le mie amiche. Parliamo, beviamo un poco e poi ci mettiamo a ballare.
Io ho bevuto solo un drink, le altre 2 mentre i maschi si sono fatti 2 birre a testa, così per iniziare la serata.
Dopo un po', stanca di ballare, vado nella sala dove si preparano i cocktails e chiedo al barista dove sia il bagno; lui gentilmente mi risponde indicando quella alla mia sinistra.
"Ascolta, dopo quella sala vai a destra, lí troverai il bagno".
Lo ringrazio e in quel momento vedo quel pezzo di figo di Stefano, elegantissimo e bellissimo come sempre, salutarmi e poi dirigersi nel salone in cui ero prima con gli altri.
Io gli rispondo con un sorriso e vado nella direzione opposta.
Il bagno era pieno di ragazze e c'era un po' di fila, ma alla fine riesco nel mio intento.
Esco dal bagno e ripercorro nuovamente la strada dell'andata per tornare nel salone dove ci sono la pista ed i tavolini.
La scena che mi si presenta davanti agli occhi è la più disgustosa, brutta e angosciante che potessi trovare in questo fottuto momento: quella che io definivo 'la mia migliore amica' che si limona il ragazzo il ragazzo a cui avevo sbavato dietro per quasi 2 anni.
Avevo caldo, ero bollente e la testa mi stava scoppiando. Ero furiosa.
Non mi ero accorta che mi ero messa a strillare come un'oca giuliva, e loro, come se nulla fosse, si girano verso di me per qualche secondo.
Lui era confuso, e lo capisco perfettamente, perché non poteva capire come stessero le cose; lei era passata da 'essere al settimo cielo' a dover vedere che il suo peggiore incubo si avverasse: essere scoperta e, per questo atto infame, dover perdere quella che doveva essere la persona più importante della sua vita o una di quelle. In parole povere era diventata, in viso, bianca come la farina.
A questo punto, senza pensarci due volte, in lacrime, faccio dietro-front, esco dal locale incavolata come una biscia.
In questo momento vorrei essere a casa mia e non aver vissuto quello che è appena successo.
Esco dal locale ancora furiosa cercando di non pensare a tutto questo, anche se si definirebbe un utopia.

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