Speranze

Sono le 7 quando mi sveglio nella più totale confusione.

Il telefono non smette di vibrare sulla scrivania e sono costretta ad alzarmi per spegnere la sveglia.
Mi pento immediatamente di essermi alzata con questa fretta quando la mia vista si offusca e mi appoggio al muro della mia camera per sostenermi.

Dopo un iniziale attimo di stordimento, mi ritorna tutto in mente.
Il ricordo della sera precedente diventa vivido nella mia testa.

Esco dalla mia stanza e percorro lentamente il corridoio.
Le voci provenienti dalla cucina cessano appena mi affaccio all'interno della stanza.

Quando Giusy si accorge della mia presenza, si alza frettolosamente dalla sedia e mi raggiunge.

"Miriam che ci fai già in piedi?  È ancora presto..  va a riposarti"
Cerca di guidarmi nuovamente nella mia stanza ma resto immobile davanti alla porta con lo sguardo fisso su Ian.

"Dov è Dylan?"

Speravo di trovarlo qui al mio risveglio.

"Sta tranquilla. È andato via 10 minuti fa per vedere come stava Cecilia. Non voleva nemmeno lasciarti.. Giusy ho dovuto insistere molto" mi risponde Ian in maniera piuttosto sbrigativa.

Mi rendo conto che da quando sono entrata non ha mai alzato lo sguardo verso di me e continua a massaggiarsi il dorso della mano.

Il suo atteggiamento mi insospettisce così mi avvicino a lui.

"O mio dio Ian cosa diavolo è successo? "
Le nocche della sua mano sinistra sono rosse e insanguinate.
Un piccolo taglio sovrasta le sue labbra gonfie.

"Non è nulla.. Non ti preoccupare" mi risponde alzandosi dalla sedia.
Entra nel salone e si dirige verso la porta per afferrare il suo cappotto.

"Devo sistemare alcune cose in ufficio prima della chiusura per le vacanze natalizie. Ci vediamo più tardi"

Mi precipito verso la porta prima che possa uscire e la sbatto con un colpo secco facendola rinchiudere.

"Cosa è successo? " dico con più decisione  scandendo ogni singola parola.

"Miriam.. ti prego" interviene Giusy "dopo quello che è successo, hai bisogno di riposarti"

Ignoro le sue parole concentrandomi di nuovo sul mio migliore amico.

"Vuoi che ti dica che l'ho preso a pugni? Perché è quello che ho fatto" mi dice con un tono così calmo che mi sorprende.

Getta il cappotto a terra in un improvviso gesto di rabbia e si siede sul divano, continuando a massaggiarsi una mano con l'altra.
Mi siedo accanto a lui e lo stesso fa Giusy, contrariata del fatto che Ian abbia parlato.

"Dopo che ti sei sentita male, Dylan ti ha portata in camera tua. Tremavi ed eri spaventata ma dopo un po' ti sei addormentata " comincia a raccontare Ian.
"Dylan ha insistito per dormire qui. Giusy gli stava preparando il divano ma lui voleva tenerti d'occhio. Così ha messo una coperta sul pavimento e ha dormito ai piedi del tuo letto"

"Davvero l'ha fatto?" dico, meravigliata dal suo gesto.
Credevo di aver sognato la sua presenza accanto a me.
Ad un certo punto, nel sonno, avevo sentito il calore del tocco della sua mano sulla mia. Non credevo che fosse reale.

"Certo, è stato irremovibile " risponde Giusy sorridendo.

"Comunque" riprende Ian "Siccome eri con Dylan, mi sono tranquillizzato  e sono andato a casa. Ma davanti a un bar, ho visto Clark"

Ecco.
La parte della storia che temevo di sentire.

"Perché l'hai colpito Ian?"

Il mio migliore amico mi guarda come se fosse la domanda più stupida del mondo.

"Servirebbe un motivo dopo tutto quello che ti ha fatto? Ieri sei quasi morta per asfissia" urla alzandosi dal divano
"Ero terrorizzato quando sono uscito fuori e ti ho visto a terra tra le braccia di Dylan che ti agitavi in cerca d'aria"

Giusy prende il posto di Ian sul divano e si avvicina a me.
Mi prende la mano, stringendola forte.

"E poi..." dice Ian bloccandosi subito dopo.

Lo guardo aspettando che continui.
"E poi cosa?"

"Era con una ragazza" risponde Giusy al suo posto mentre Ian diventa rosso dalla rabbia.

Ora l'atteggiamento dei miei amici diventa allo stesso tempo più chiaro e più confuso.
Capisco il motivo per cui non volessero dirmelo: magari temevano che mi facesse stare male.

Invece questa notizia mi ha acceso dentro un nuovo barlume di speranza.
Se Clark stesse frequentando un'altra donna, magari potrebbe stancarsi di rincorrere me.
Non l'ho più sentito da questa mattina. Forse è un buon segno.

"E lui cosa ti ha detto?" chiedo a Ian

"Intendi quando gli ho fatto presente che doveva lasciarti in pace dato che aveva altri giocattoli con cui divertirsi? Mi ha semplicemente risposto che non erano affari miei in un modo non troppo gentile "

"E tu l'hai colpito" concludo al posto del mio amico mentre lui annuisce soddisfatto.

Mi alzo dal divano e raggiungo Ian. Lo stringo forte a me e lui fa lo stesso, cingendomi con le sue braccia forti.

"Non devi metterti nei guai per me. Promettimi che la prossima volta manterrai la calma"

"Miriam sei una delle persone più importanti della mia vita. Farò questo per te e anche altro se sarà necessario" mi risponde toccandomi dolcemente i capelli.

Sorriso contro la sua spalla, felice di sentirmi così protetta.
Ian è la persona più vicina a un fratello che io abbia.
James non si è mai comportato così con me.

"Non me l'hai ancora promesso" lo rimprovero mentre continuo a stringermi a lui.

"Te lo prometto tesoro"




POV DYLAN

Non riesco a smettere di pensare a quello che è successo mentre mi dirigo verso casa.

Ho cercato di farmene un'idea ma ero troppo preso dalla salute di Miriam.

Quando si è sentita meglio e si è addormentata, ho tuttavia avuto tempo per riflettere.

Stavamo parlando del suo ex quando all'improvviso si è sentita male.
Ma per quale motivo?

Qualcosa continua a non quadrarmi in questa storia.
Gli attacchi di panico sono causati principalmente dalla paura, dall'ansia e dalle mancanze.
Lo so perché, dopo la morte di Annika, Cecilia si svegliava durante la notte non riuscendo a respirare.

Se mi basassi sulla mia esperienza personale, Miriam dovrebbe aver paura di Clark al punto di sentirsi male al suo solo pensiero oppure dovrebbe sentire fortemente alla sua mancanza.

La seconda ipotesi non ha senso se considero il fatto che lui è a Londra.
La prima ipotesi è confutabile in quanto lui l'ha tradita ma è tornato per rimediare.

E se Miriam fosse ancora innamorata di lui e non saprebbe cosa fare dato che sono entrato nella sua vita ?

Tutti questi pensieri mi stanno facendo scoppiare la testa.
Li accantono appena arrivo davanti casa mia.
Inserisco la chiave nella serratura e apro la porta.

"Dylan finalmente.. ti ho chiamato ieri sera. Dov eri finito?" Mi rimprovera Daniel mentre mescola qualcosa in una ciotola.

Noto Cecilia che dorme indisturbata sul divano avvolta in una coperta. Stringe l'album di Annika Tra le mani, come tutte le notti. Non se me separa mai.

"Si scusami non ho controllato il telefono... che stai facendo?" gli chiedo indicando la penisola della cucina sporca di farina e uova.

"Ah sto preparando i pancake per Cecilia" risponde dandomi le spalle e gettando un mestolo di pastella nella padella.
"Sai oggi è l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale"

Accidenti.
L'avevo dimenticato del tutto.

"Dylan tutto bene?" Mi chiede Daniel avvicinandosi.
Mi fa ancora uno strano effetto vedere mio fratello in questo modo.
Preoccupato e altruista.
Tuttavia è una bella sensazione.

"Si.. più o meno. Potresti farmi un favore?"

"Certo"

"Puoi occuparti tu di Cecilia oggi?"

Daniel sorride tornando ai fornelli per girare i pancake. Ne prende un paio e li adagia nel piatto.

"Lo sto già facendo" mi dice mostrandomi il risultato del suo lavoro "tu che devi fare?"

"Una sorpresa per Miriam"


Spazio autrice

Ho scritto questo capitolo piuttosto di fretta quindi scusatemi per eventuali errori.
È un capitolo di passaggio quindi è leggermente più breve degli altri.

Mi sono resa conto di aver  raccontato la storia dal punto di vista di Dylan pochissime volte quindi rimedierò.

Stavo pensando di inserire entrambi i punti di vista in ogni capitolo. Cosa ne pensate?
Ovviamente per ora è solo un'idea
Accetto consigli  e critiche costruttive 😉

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top