Entrare nell'acqua

« I'll take your son and gouge his eyes
That is, unless you choose to die
Get in the water
»

[Get in the water - EPIC: The Musical]



Non volevo fermarmi. Annegavo e non volevo fermarmi. Affondando sempre di più in un buio gelido che mi penetrava le ossa e riduceva il mio respiro ad un flusso incontrollabile di tempesta e distruzione.

La sentivo. Reale come niente lo era mai stato. Veleno a scorrermi nelle vene e grondarmi dalle labbra come sangue.

La sentivo.

Rabbia.

Desiderio distorto di morte che affogava la luce nel mio sguardo e spingeva la mia anima sempre più giù, artigliandomi il petto e spalancandoci crepacci dai bordi scostanti.

Buio. Ghiaccio nella carne come morsi di serpente. Odio che mi possiede un frammento alla volta, stritolando un cuore che lotta per restare umano dentro di me.

Mi scioglievo nel veleno e non mi ritrovavo più.

Non volevo ritrovarmi.

Non volevo.

C'era solo incomprensibile ira. Un silenzio accartocciato e instabile, costellato di emozioni tra loro rimescolate in un attonito caos.

Con le braccia tremanti levate nella nebbia, gli occhi come squarci di oscurità torbida, la sentivo spegnersi nella mia presa.

Immortalità annullata e fragile tra le mie dita grondanti di icore e odio. Bruciava nel mio pugno e spariva. Un rantolo alla volta, mentre la trascinavo negli abissi di me. Eternità prosciugata di senso e ridotta a sterile oblio.

Lo aspettavo.

E me ne accorsi in quel momento, mentre la luce del sole, attraverso la superficie lontana, svaniva nel tutto.

Lo aspettavo.

Che qualcosa in me si risvegliasse con una forza che avrebbe raso al suolo il mondo, per lasciarsi alle spalle null'altro che un'immobilità satura di urla divorate dalle onde.

Anime fragili – mortali.

Anime fragili – drogate di eternità.

Ognuna di loro assorbita nell'occhio del ciclone che cresceva inevitabile al centro di me.

E Akhlys piangeva.

Piangeva.

E la dea moriva.

– Entra nell'acqua – lo dissi e la mia voce riecheggiò come il ruggito ruvido del mare tra le pareti del Tartaro – Entra nell'acqua.

– No – Akhlys si stringeva la gola mentre rivoli di veleno straripavano in lacrime di disperazione dai suoi occhi vuoti – Aspetta, io...

Entra nell'acqua – il mio grido comprimeva le viscere e squarciava un singhiozzo alla volta la voce di lei – Entra nell'acqua – dalle mie ciglia straripò veleno mentre quelle parole facevano tremare la terra – Voglio vederlo – ansimai, le labbra bagnate di acido che si storcevano in un sorriso folle e crudo come la morte – Voglio vedere quanta miseria la Miseria può sopportare prima di crollare e sparire.

Ragnatele di crepe si spandevano sulla sua immortalità ad ogni mio furente respiro.

Entra nell'acqua!

La dea piombò in ginocchio. Il veleno saliva e la ricopriva in una morsa feroce.

E non si fermava.

Io non volevo fermarmi.

Nella mia testa i pensieri esplodevano. Attorno a me il mondo si rivoltava e Tartaro ribolliva.

Muori. Non c'erano confini tra le mie dita, il mare, il sangue malato di lei e quello intossicato che mi correva in vena come fiumi. Muori. Non c'era differenza tra l'acqua e il veleno. Tra un ragazzo e un dea. La vittima e il mostro.

– Percy.

Uno spasmo.

No.

Non adesso.

Non lei.

– Non farlo – sibilai, le mani ad artiglio levate nel buio e gli occhi come baratri abissali – Fammi finire.

– Percy, fermati.

Urlai e la dea si contorse nella mia presa.

No! – piangevo veleno mischiato col sangue, mentre il mio cuore rumoreggiava di rabbia glaciale e sbagliata, come coltelli conficcati tra le costole – No! Deve morire!

– Percy, no. Ti prego.

Terrore.

C'era terrore nella sua voce.

Terrore che io lo facessi davvero.

Terrore di me.

E un nuovo urlo mi evase dal corpo, tanto intenso da spaccare in due il mondo. Caddi in ginocchio io stesso. Cocci di vetro mi perforarono la pelle.

– Percy.

Il mio nome. Che per uno spaventoso istante non riconobbi.

– Questo non sei tu... Lasciala. Fallo per me.

Una scossa attraversò le membra di Tartaro come un brivido e, con la potenza di una stella che scoppia nelle tenebre di un universo immobile, fui travolto dalla paura.

Soppiantò l'odio con la forza di una tempesta marina abbattutasi sulla mia anima, mentre mi accasciavo e la presa su Akhlys si annullava. La dea respirò e fu come se in quel respiro fossero contenuti secoli di memorie diluite nel buio: si condensarono in un fiato che si trascinò via il mio, lasciandomi a terra. Svuotato. Nudo di scopo.

Veleno colò in rivoli attorno a me e alla figura salda e famigliare che adesso mi sorreggeva in un abbraccio che sapeva di calore e sangue.

– Uccidimi – lo mormorai contro di lei, senza smettere di precipitare, incapace di intravedere la luce e conscio che non l'avrei vista mai più – Ti prego. Ti prego, Annabeth, io non posso...

Lei mi interruppe sfiorandomi il viso. Dita insanguinate carezzarono il veleno che mi scorreva in rivoli sulle guance.

– Percy, respira.

E invece io sprofondavo. Il sentore della rabbia e della distruzione mi stracciavano ancora e un senso di orrore amaro come bile mi risalì la gola inaridita dalle grida, facendomi sfuggire un gemito. Faceva male. Più male dei graffi e del vetro infilzato sotto la pelle.

Faceva male. La consapevolezza che una parte di me lo voleva ancora.

Distruggere tutto.

– Percy, respira.

– Non posso – ripetei, in un gorgoglio tremante e la mente sul baratro di una pericolosa pazzia – Annabeth, non posso uscire dall'acqua.

– Solo, tu respira.

– Non esco – tremavo, boccheggiando con la bocca piena di acido – Non esco dall'acqua. Io non posso...

– Shh. Provaci. Sono qui con te. Ci tiriamo fuori insieme.

Singhiozzai.

Tartaro ribollì.

E io annegavo.

Annegavo nel terrore di me stesso. Di alzare lo sguardo nel suo. Di scorgere nei suoi occhi quella stessa grande, incurabile paura.

Di chi sa che la superficie non esiste più.


Cover credits: @ / ArtsicFox su Twitter

NdA:

Ho un problema con l'angst anche dove non serve, ammetto.

Percy che eredita la potenza distruttiva di suo padre è un concept su cui mi piacerebbe tanto sperimentare di più. Questo era un esperimento piccino dell'anno scorso, che spero comunque vi sia piaciuto, nel suo poco dignitoso caos.

Spero di tornare presto con ff più recenti qq

Grazie infinite a chi è qui!
Voti e commenti di ogni tipo sono accolti con amore <3

Coss

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