CAPITOLO 7 - LA PROVA DEGLI ANTENATI (parte 2)
Dice si ritrovò in mezzo a una fitta foresta pluviale, l'aria era secca e si faceva fatica a respirare, ad un certo punto il ragazzo cominciò ad intravedere una luce in lontananza. La seguì credendo che fosse l'uscita ma più andava avanti, più faceva caldo. Quando, alla fine si avvicinò alla luce, si accorse che, in realtà, era fuoco.
La foresta dove si trovava stava bruciando e il fuoco stava divampando verso di lui. Dice cercò di scappare correndo dalla parte opposta. Il ragazzo era veloce ma non abbastanza, il fuoco si stava avvicinando, la sua unica soluzione era creare un sigillo che gli permettesse di fuggire. L'unico possibile era: il Sigillo della Velocità, che permetteva di diventare temporaneamente più veloce del suono. Il ragazzo lo creò e lo utilizzò e in poco tempo seminò il fuoco, dopo quella corsa sovraumana, mentre prendeva fiato, si accorse di trovarsi di fronte ad una porta. Dice non sapeva se entrare ma l'avvicinarsi del fuoco, non gli lasciò altra scelta, così aprì la porta e l'attraversò.
Sarah si svegliò in mezzo a una landa desolata, sembrava un deserto ma al posto della sabbia c'era solo roccia. Il cielo era nuvoloso e soffiava un vento impetuoso. Lei cominciò a camminare ma più andava avanti più il vento diventava forte. A un certo punto il vento diventò così forte da non riuscire più ad andare avanti, decise quindi di utilizzare il Sigillo Scudo che le permise di difendersi dal vento. Riuscì ad arrivare fino a una lugubre torre, era fatta di mattoni neri incastonati, non aveva alternativa, non poté far altro che entrarci. Dentro la torre trovò solamente una sporgenza dove poter camminare, vicino c'erano delle scale che salivano verso la cima della torre ma oltre quella sporgenza c'era il vuoto, da lì usciva il vento che rendeva difficile la salita.
Con molta difficoltà Sarah salì le scale, un gradino dopo l'altro ma improvvisamente si ritrovò in una soffitta ma non era una soffitta qualsiasi apparteneva alla sua vecchia casa, a Dallas, dove c'erano tutti i ricordi della sua infanzia e dei suoi genitori prima che si lasciassero e prima che lei si trasferisse a New York.
Con gli occhi lucidi ricordò i bei momenti, sentì delle voci al piano di sotto e corse a vedere chi fosse ma non trovò nessuno. Scese in strada e vide il suo vecchio quartiere completamente deserto, ad un certo punto cominciò ad alzarsi un polverone, all'orizzonte Sarah vide un uragano che si stava avvicinando. Lei scappò verso il lato opposto del tornado, si diresse verso un'altura dove si trovava una vecchia quercia e si mise al riparo. In lontananza vide il suo quartiere che veniva demolito dalla calamità e improvvisamente pensò che forse scappare non era il modo per superare la prova, così decise di affrontare le sue paure e si diresse verso l'uragano e si lasciò avvolgere dalla sua gelida aria.
Dice attraversò la porta e si ritrovò ai piedi di un enorme vulcano, non riusciva a capire cosa dovesse fare, poi si accorse che era lo stesso vulcano che sorgeva vicino alla sua città natale: Henek, dove suo padre lo portava per le escursioni in famiglia. Dice non aveva mai superato una certa soglia del vulcano perché in quel punto, quando aveva appena dodici anni, il padre durante una arrampicata, cadde e morì. Il ragazzo scalò con fatica il vulcano fino a un bivio, era lì che il padre era caduto, dal giorno della sua morte decise di non tornare più su quel vulcano. Il ragazzo era sul punto di mollare ma il suo desiderio di completare la prova era troppo forte, così Dice si fece forza e continuò l'arrampicata, fino alla vetta.
In cima al vulcano, Dice trovò un'apertura nella parete rocciosa, era sfinito ma non poteva mollare, mancava poco, quindi si rialzò a fatica ed entrò.
Dentro non trovò niente, c'era solo un pozzo contenente della lava, all'interno luccicava qualcosa. Non sapeva cosa fare ma l'istinto gli diceva che per superare la sua paura del vulcano doveva fare un atto di fede, prese coraggio e immerse la mano dentro la lava incandescente.
Al di là dell'apertura, Logan si ritrovò in una chiesa, il parroco stava celebrando la messa della domenica. Più attraversava la navata più quella chiesa gli sembrava familiare, si ricordò improvvisamente che si trattava della chiesa dove andava da piccolo con i suoi genitori. Si diresse verso i posti dove solitamente si sedevano ma non trovò nessuno, quando si girò, si ritrovò in un cimitero, di fronte a lui si c'era la tomba di Jacob Davis. Sul viso di Logan scese una lacrima che si infranse sull'erba arida, chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò, di nuovo, nella chiesa di prima ma stavolta al centro della chiesa c'era un cratere senza fondo. Dietro di lui si spalancò la porta della chiesa e fuori c'era la sua famiglia che lo aspettava, Logan sarebbe voluto correre verso di loro ma dentro di lui sapeva che c'era qualcosa che non andava, poi si ricordò le parole del mentore, di fidarsi dell'istinto, così fece un profondo respiro e saltò nel cratere.
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