CAPITOLO 6 - LA PROVA DEGLI ANTENATI (parte 1)

Era un pomeriggio nuvoloso ad Haren, la stessa mattina gli apprendisti Guardiani erano rimasti al castello per prepararsi alla grande prova, dopo aver completato l'ultimo giorno di addestramento. I tre ragazzi erano molto tesi e si ritrovarono insieme nella sala padronale del castello in attesa del crepuscolo, quando sarebbe cominciata la prova.

Rimasero in silenzio, nessuno sapeva cosa dire, erano tutti pensierosi e preoccupati ma ad un certo punto, i ragazzi, furono raggiunti da Gate, che effettivamente era l'unico, in quanto Guardiano, a poter dare dei consigli.

"Come mai siete cosi silenziosi?" chiese Gate.

"Siamo tesi per la prova" rispose Sarah per tutto il gruppo.

"Si è successo anche a me".

"Potresti darci qualche consiglio?" propose Dice.

"L'unico consiglio che posso darvi, è di affidarvi al vostro istinto, lui vi porterà dritti alla meta".

I ragazzi annuirono anche se non avevano effettivamente capito a cosa si riferisse Gate ma questa prova avrebbe deciso il loro destino e avrebbero dovuto superare se stessi per completarla al meglio.

Il sole cominciava a calare sull'Intra-Mondo e i ragazzi erano in viaggio, su un bus metallizzato, verso le Grotte degli Antenati. Erano esattamente a sud di Haren, erano le grotte dove alla morte di un Guardiano, venivano riposti gli anelli in attesa che il suo successore li trovasse. Questa tradizione era stata tramandata per generazioni di Guardiani, fino ad oggi.

Furono lasciati all'inizio di una fitta boscaglia, proseguirono attraverso gli arbusti taglienti fino alla loro destinazione, sbucarono di fronte ad un'enorme radura. Al centro si trovava un lago dove l'acqua cristallina arrivava alle ginocchia, di fronte a questo specchio d'acqua si trovava l'entrata di un enorme grotta.

I tre arrivarono in quel luogo incontaminato, insieme a loro c'erano Gate e Cyrus, solo loro avrebbero assistito alla prova, nessun altro. Era giunta l'ora, era arrivato il crepuscolo e i ragazzi dovevano entrare nella grotta, appariva buia e sinistra ma si fecero forza ed entrarono insieme nella caverna.

Appena superata la soglia, improvvisamente si trovarono in luoghi separati e totalmente diversi.

Logan si ritrovò sulla cima di un dirupo, immaginò di dover arrivare all'altra estremità per superare la prova ma sarebbe dovuto passare su delle superfici di roccia fluttuanti. Il ragazzo era spaesato, non riusciva a capire come fosse arrivato in quel luogo. Improvvisamente ripensò alle parole di Gate: doveva essere rilassato e fidarsi dell'istinto, così prese coraggio e salto su una di quelle superfici barcollanti.

Atterò su essa e tirò un sospiro di sollievo ma quando rivolse lo sguardo verso il basso, vide il vuoto sotto di lui, non sarebbe di certo stata una passeggiata. Più Logan si avvicinava all'altra parte del dirupo, più le rocce fluttuanti si facevano distanti tra loro, ad un certo punto il ragazzo non riuscì più ad arrivare alla successiva semplicemente saltando, era bloccato su una roccia in mezzo al vuoto e si accorse che piano piano la roccia stava scendendo verso l'abisso.

Pensò e ripensò a cosa poteva fare ma non ne aveva idea e la roccia stava sempre più precipitando verso il vuoto. Si ricordò improvvisamente di un sigillo che non era mai riuscito a creare ma che, probabilmente, poteva salvargli la vita: il Sigillo della Levitazione che permetteva di far levitare un qualsiasi oggetto nella direzione desiderata.

Logan non aveva mai provato a creare questo sigillo ma non aveva alternativa, sprigionò la sua magia e cercò di creare il sigillo, il ragazzo teneva gli occhi chiusi perché non aveva il coraggio di guardare ma quando li aprì vide che la roccia che prima era molto lontana, si stava muovendo e quando fu abbastanza vicina saltò. Ci era riuscito, aveva raggiunto la roccia poco prima che la precedente sparì nell'abisso. Usò il sigillo finché non raggiunse la sponda opposta. Si sedette sul terreno roccioso e tirò un sospiro di sollievo, ce l'aveva fatta. Dietro di lui c'era un'apertura che portava chissà dove, lui la attraversò lasciandosi alle spalle quell'oscuro dirupo.

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