CAPITOLO 2 - PREDESTINATO (parte 2)

Era una situazione surreale, sembrava che tutto fosse fermo, Logan era pietrificato. L'uomo comparso poco prima aveva l'aspetto di un uomo sicuro di se', aveva i capelli neri, anche se si intravedeva qualche capello bianco, indossava un'impermeabile grigio e dava l'idea di avere una cinquantina di anni.

"Non dovresti essere qui Black" disse l'uomo dall'aria spavalda.

"Il ragazzo deve venire con me, il mio signore non si accontenterà di un fallimento" replicò l'oscuro individuo.

"Questo non è il tuo mondo Black, qui non hai speranze di battermi".

"Lo vedremo Guardiano" rispose Black.

"Ragazzo, mettiti al riparo", Logan non se lo fece ripetere due volte e trovò un nascondiglio.

Quei due uomini si affrontarono. La loro battaglia era piuttosto insolita, nessuno dei due utilizzava né armi né pugni. Le loro mani si illuminavano ed emanavano una potente energia, con quell'energia creavano forme, simili ad antichi sigilli. Ogni sigillo che veniva utilizzato aveva un potere diverso, tra cui il potere di volare, di spostarsi istantaneamente e anche di colpire il proprio nemico. 

Logan non riusciva a capacitarsi, di come fosse possibile, a quanto pare quei due uomini stavano combattendo a colpi di magia, il ragazzo però notò meglio quelle forme: gli sembravano familiari. La battaglia imperversava e nessuno dava segno di cedimento, fino a che l'uomo dall'impermeabile grigio, creò un sigillo dal colore rosso. Improvvisamente un'enorme fenditura si aprì in mezzo al campo, afferrò l'essere oscuro e lo lanciò all'interno dell'apertura, rispedendolo da dove era venuto. Quell'uomo creò, successivamente, un altro sigillo, stavolta di colore verde, ed il tempo ritornò a scorrere normalmente, come se non fosse successo niente. Chloe lo cercò per tutta la scuola cercarono ma era come scomparso. Pochi secondi prima si trovava in prossimità del campo di football ma poi non lo trovarono più. Si chiesero dove fosse finito, lo chiamarono persino al cellulare, ma senza successo: era sparito.

Logan frastornato, si ritrovò lungo le rive di un fiume nel silenzio più assoluto, non sapeva come ci fosse arrivato. Si accorse di essere lungo l'East River, il fiume che passa accanto al quartiere di Brooklyn. Vide l'uomo che l'aveva protetto, era lì insieme a lui e sicuramente era il responsabile di quello spostamento.

"Tutto ok ragazzo?" disse l'uomo.

"Si" rispose Logan spaventato, "Tu chi sei?".

"Mi chiamo Gate" rispose "so che avrai tante domande ma purtroppo non posso risponderti in questo momento".

Per alcuni minuti tra i due ci fu un silenzio assoluto poi Gate disse "È di fondamentale importanza che tu non dica a nessuno ciò che hai visto oggi", Logan annuì senza dire una parola.

"Non devi avere paura ragazzo, andrà tutto bene" disse Gate con tono paterno "se vuoi delle risposte, domani pomeriggio, fatti trovare al 125 di North Lake Street".

Poi, utilizzando la sua magia, aprì portale e passandoci attraverso, se ne andò.

Logan ancora incredulo decise di dirigersi verso casa. Erano notte fonda e mentre tornava a casa, vide tutte le chiamate fatte dai suoi amici e da sua madre e si accorse di aver perso l'intera partita.

Quando arrivò a casa, sua madre, molto preoccupata, lo aspettava su una poltroncina in cuoio, situata sulla veranda della loro villetta, appena lo vide corse verso di lui e lo abbracciò chiedendogli il motivo del suo ritardo. Logan decise di mentirle, dicendo che aveva fatto tardi con Mike dopo la vittoria della squadra e non si era accorto di aver fatto tardi.

La madre fece finta di credere alla sua bugia ma sapeva riconoscere quando il figlio mentiva.

Logan tornò in camera sua e notò il quaderno che aveva lasciato nella sua camera prima di andare a scuola e cominciò a leggerlo.

Era ormai aprile e per la Franklin High School erano iniziate le vacanze di primavera che sarebbero durate un'intera settimana. Sapendo delle imminenti vacanze, Logan era rimasto sveglio tutta la notte per cercare di decifrare gli appunti di suo padre, sul quaderno il ragazzo aveva notato qualcosa di familiare nei simboli disegnati. Improvvisamente si ricordò della somiglianza tra i simboli sul quaderno e quelli visti durante il combattimento tra i due uomini misteriosi.

Decise di raggiungere il luogo dell'appuntamento con Gate, così prese la sua bicicletta e passò per la statale 678, diretto verso Manhattan.

Il cielo era nuvoloso e soffiava un vento freddo, Logan aveva paura di cosa avrebbe scoperto ma allo stesso tempo era anche incuriosito e voleva andare in fondo alla questione. Arrivato all'indirizzo fornito da Gate, scoprì che si trattava di una vecchia chiesa abbandonata da tempo, con la porta e le finestre sbarrate e l'intonaco grigio cadente sulle pareti esterne. Logan inizialmente ricontrollò il foglio con l'indirizzo: "North Lake Street, 125", era proprio quel pericolante edificio il luogo dell'incontro, decise comunque di entrare, all'interno Gate lo aspettava.

"Alla fine sei venuto" disse l'uomo.

"Sono qui solo per capire cosa è successo ieri".

"D'accordo ma non mi crederai mai" lo avverti Gate "La verità è che io sono un Guardiano, un uomo che ha il compito di proteggere il nostro universo dal mondo oscuro, un mondo parallelo dove regna la magia oscura. I Guardiani proteggono questo universo attraverso l'Intra-Mondo, un regno di mezzo tra i due universi.".

Logan perplesso, cominciò a pensare che l'uomo davanti a lui fosse un folle, come poteva credergli.

"È la spiegazione più assurda che io abbia mai sentito" disse il ragazzo in tono sarcastico.

"Sapevo che non mi avresti creduto" ammise, improvvisamente la mano di Gate si illuminò ed emanò delle scie di color arancione scuro. L'anello che aveva al dito sembrava antico e le iscrizioni sopra il cimelio, a contatto con quelle arti mistiche, si illuminarono di una luce verde, Logan davanti a quella visione rimase sconvolto, si sedette su una panca della chiesa abbandonata poi incredulo chiese: "Chi era quell'uomo, a scuola, quel giorno?".

"Quell'uomo, Black, era venuto per catturarti per conto del Signore Oscuro" rispose "tu sei destinato a diventare un Guardiano come me e a proteggere la Terra dalle tenebre".

"Cosa voleva da me?" chiese impaurito Logan.

"Tu sei un predestinato, un essere umano immune alle magie di base, per questo eri immune al Sigillo del Tempo, lui voleva impedire che tu diventassi un Guardiano, per questo ti voleva catturare".

Logan tornò a casa cercando di metabolizzare tutte le informazioni apprese, pensò anche alla proposta fatta da Gate: quella di andare nell'Intra-Mondo con lui per essere addestrato e diventare un Guardiano, proposta che Logan inizialmente pensava di rifiutare ma doveva interrogarsi su quale sarebbe stata l'alternativa, avrebbe dovuto guardarsi le spalle per tutta la vita e mettere in pericolo i suoi amici e la sua famiglia? Doveva accettare il suo destino.

Il mattino seguente Logan scese in cucina e la madre era lì che lo aspettava, voleva parlare di cosa gli stesse succedendo. Il ragazzo la rassicurò, dicendogli che non doveva preoccuparsi, inoltre le comunicò che sarebbe partito il pomeriggio stesso, poiché avrebbe passato le vacanze con Mike, nella sua casa in montagna in Minnesota.

Logan prese il quaderno di suo padre dalla scrivania e uscì. Durante il tragitto per Manhattan, incontrò Mike.

"Dove eri finito ieri sera?" gli chiese l'amico.

"Sono dovuto tornare a casa, non mi sono sentito bene" ammise il ragazzo.

"Se è per la storia di Sarah mi dispiace, pensavo di aiutarti".

"Pensi che sia per quello?" disse Logan "grazie a te ho passato un po' di tempo con lei e sono stato bene ma poi ho avuto un imprevisto, credo sia stata la cena".

"D'accordo, quindi è tutto apposto?" chiese Mike.

"Certo" lo rassicurò Logan. Riprese la sua bicicletta e si diresse a Central Park dove, di fronte al laghetto, lo aspettava Gate.

"Prima di andare devo farti una domanda" disse Logan.

"Sentiamo".

"I simboli che tu hai creato, quel giorno, davanti a scuola, somigliano a dei disegni sul quaderno di mio padre, tu sai cosa vogliono dire?" chiese Logan.

Gate sorrise e disse: "A tempo debito risponderò alla domanda, adesso dobbiamo andare"

"D'accordo" si rassegnò il ragazzo. Così i due passarono attraverso il portale e sparirono.

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