CAPITOLO 14 - L'ARRIVO DELLE TENEBRE

L'orda oscura era pronta a difendere il castello dall'attacco dei Guardiani, era questione di tempo prima che Myzfer riuscisse a sbloccare il Guanto delle Dimensioni e a rompere il Sigillo delle Dimensioni che bloccava il passaggio tra gli universi.

La squadra, composta dai soldati di Haren e i Guardiani, si trovava nei pressi della Valle Ghiacciata. C'era tensione nell'aria, i ragazzi non sapevano a cosa sarebbero andati in contro, persino Gate era preoccupato poiché sapeva che la resistenza sarebbe stata feroce. La città di Hazcar era posizionata all'interno di un crepaccio che la rendeva difficile da assediare, per cui sarebbe stato complesso coglierli di sorpresa.

"Qual è il piano Gate?" chiese preoccupato Dice.

"Non c'è un piano, dobbiamo sfondare le linee nemiche e recuperare il Guanto delle Dimensioni" rispose Gate.

"È una follia!" esclamò Sarah.

"Mi dispiace ragazzi ma questa missione è troppo importante" disse Gate "non possiamo discutere".

Attraverso il Sigillo Portale arrivarono su un altura nei pressi di Hazcar, dove nel frattempo infuriava una battaglia tra l'esercito oscuro e i cavalieri di Haren.

I Guardiani osservavano la città fortificata, Gate era sicuro, sapeva cosa fare, così prese i ragazzi a se' e disse a ognuno cosa avrebbe dovuto fare.

I Guardiani si addentrarono nella fortezza, utilizzarono il Sigillo Portale per entrare all'interno del castello. I quattro si divisero per trovare più facilmente l'artefatto magico. Il castello di Hazcar era sotto attacco e le scosse, causate dalla battaglia all'esterno, si stavano intensificando. Myzfer, nel sotterraneo, stava per concludere l'incantesimo che avrebbe spezzato il sigillo, circondata dai suoi servitori che stavano celebrando un rito per accompagnare il ritorno del Signore Oscuro. Improvvisamente, Myzfer, udì una voce dietro di lei: "Metti giù il guanto Myzfer, oppure dovrò strappartelo dalle tue mani demoniache".

"È troppo tardi terrestre, il sigillo è quasi spezzato" disse Myzfer.

"Non è mai troppo tardi" disse Gate.

Gate fu bruscamente interrotto da Black che lo colpi con un lampo di magia nera e fu scaraventato verso il muro del sotterraneo

"Non fai più battute adesso" disse Black, provocando il Guardiano, Gate si rialzò a fatica poi accennò un sorriso.

"Mi hai fatto male, lo ammetto", dopodiché i due cominciarono a lottare.

Nel frattempo Dice era arrivato nella sala del trono dove trovò Vecron che stava osservando la battaglia dalla vetrata della sala.

"Perdi il tuo tempo ragazzino, qui non c'è quello che cerchi" disse l'essere di ghiaccio "presto sarà libero".

"Lo vedremo mostro di ghiaccio, riprenderemo il guanto e voi marcirete nelle segrete del castello".

Vecron ridacchiò e scagliò un Sigillo di Ghiaccio contro Dice ma Sarah, arrivò in suo soccorso, e tra i due guardiani e il signore di Hazcar, cominciò una battaglia cruenta.

Logan stava scendendo nel sotterraneo, passò per un lungo corridoio e appena girò l'angolo vide che Gate e Black stavano combattendo. Si affrettò a raggiungerli, per intervenire.

"Ce l'hai fatta ragazzo, non ci speravo più" disse Gate.

"Scusa, ho avuto qualche contrattempo" rispose Logan.

Insieme, i due Guardiani, riuscirono a sconfiggere Black che stramazzò al suolo. Adesso era necessario fermare il rituale. Gate utilizzando il Sigillo Furto tolse il guanto dalle fredde mani di Myzfer e all'istante, il rituale si fermò.

Finalmente era finita, il rituale era stato spezzato. Improvvisamente però, Myzfer scoppiò in una risata fragorosa, Logan e Gate si scambiarono un'occhiata confusa.

"Perché ridi Myzfer, hai perso, il Signore Oscuro non tornerà nell'Intra-Mondo" affermò il Guardiano del tempo.

Ad un certo punto una voce sinistra disse: "Ne sei sicuro?", il guanto emanò una nebbia, dal colore nero e si aprì un portale anch'esso nero come la pece. Dal passaggio soffiava un vento gelido e dal quell'oscuro portale uscì un uomo. Aveva dei capelli neri portati indietro ma non un nero comune, un nero pece, i suoi occhi erano neri e profondi come la notte, aveva dei denti affilati, la sua pelle era bianca come quella di un cadavere, all'estremità delle dita non aveva le unghie e portava un mantello, anch'esso nero che lasciava dietro di se solo morte.

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