Morte
Qualche giorno più tardi Freddie era ancora in sala d'incisione per registrare la sua ultima canzone Mother Love.
Siccome per me era già difficile vedere le sue condizioni a casa avevo deciso di non partecipare alle registrazioni di quella canzone ed avevo passato il tempo a giocare con Eleonore al parco.
Per l'11° compleanno di Eleonore, il 24 maggio, Freddie aveva voluto passare i suoi ultimi mesi a Garden Lodge.
Eleonore si era accorta già da tempo che suo padre non stava bene e piangeva spesso ed io la coccolavo. Siccome per me stava veramente diventando insopportabile osservare giorno per giorno come la malattia si stava divorando Freddie, dopo avergli dato ciò di cui aveva bisogno lo affidavo alle mani esperte di Peter Freestone o Phoebe come era solito chiamarlo Freddie, e uscivo per passeggiare tra le vie di Londra per sfogarmi. Una volta arrivata a un piccolo parco le lacrime erano scese violente dai miei occhi e mi chiedevo perché Dio mi stava rubando la mia gioia più grande.
Grazie a Peter, un infermiere che avevamo conosciuto poco dopo essere tornati da Montreux, io riuscivo a reggere queste giornate.
Negli ultissimi giorni di vita Freddie aveva smesso di cibarsi di cibi solidi perché gli bruciava terribilmente la gola e prendeva solo succhi.
Giovedì 21 novembre Freddie mi aveva chiesto di portarlo nel piano inferiore per vedere i suoi quadri. Quella era stata l'ultima volta che avevo visto il sorriso illuminare il suo volto.
Sempre quel giorno Freddie mi aveva parlato della questione delle nostre due case: Garden Lodge e Duck House. Io gli avevo detto che le avrei tenute ma che ci sarei andata a vivere solo dopo qualche anno dalla sua morte.
Il giorno successivo le condizioni di Freddie si erano aggravate ancora di più e sapevo che stava per arrivare il momento dell'addio: lui voleva andare in bagno. Appariva terribilmente debole e dovetti portacelo di peso. Mentre lo riadagiavo sul letto, avevo sentito un rumore sordo. Era come se le sue ossa si stessero schiantando. Lui aveva lanciato un urlo di dolore ed era stato assalito dalle convulsioni. Dopo questo terrificante attacco Freddie si era profondamente addormentato. Phoebe gli aveva praticato un'iniezione di morfina per aiutarlo a superare la crisi.
Freddie aveva passato il resto della sua giornata alternando lo stato di veglia il sonno più profondo. Era in uno stato terrificante: sembrava rendersi conto di quel che succedeva attorno a lui, ma non era in grado di rispondere; poteva sentire, ma non riusciva neppure a muovere gli occhi per comunicare; si limitava a fissare davanti a sé, con gli occhi sbarrati.
Qualche ora più tardi lui si era svegliato e mi aveva visto piangere:
<< Tesoro non piangere >>
<< Amore mio ti sei svegliato, hai bisogno di qualche cosa ? >>
<< Ho bisogno che tu smetta di piangere perchè mi distrugge >>
<< Ma come posso ? Tu sei praticamente uno scheletro e questo mi fa male, molto male ! Lo sai che ho ricominciato a tagliarmi ? Lo faccio perchè vorrei morire >>
<< Anastasia smetti di farlo ! Mi procuri soltanto un enorme dolore così! >>
<< Non ci riesco ! Questa situazione è insopportabile per me ! >>
Io avevo ricominciato a piangere finchè sfinita mi ero addormentata tra le sue braccia.
Se questa situazione per me era insopportabile per la piccola Eleonore era pesante come un macigno: Elton ci veniva sempre a trovare e per tentare di farla sorridere la portava al parco giochi, ma era tutto inutile, si era chiusa in se stessa.
Ogni giorno passavo i minuti e le ore a letto con Freddie, anche se lui dormiva sempre, con il timore che potessero essere gli ultimi.
24 novembre
Dopo un tempo lunghissimo in cui Freddie era in queste condizioni in quel maledetto giorno di novembre lui aveva smesso di soffrire.
Quella mattina mi ero svegliata e avevo notato che Freddie mi stava osservando:
<< Freddie sei sveglio, vuoi qualcosa ? >>
<< Sì, vorrei che mi cantassi la nostra canzone >>
<< D'accordo amore >>
Io avevo iniziato a cantare mentre lo tenevo abbracciato a me e ascoltavo ogni battito del suo cuore finchè non si era riaddormentato.
Quando aveva chiuso gli occhi mi ero andata a fare una doccia mentre Phoebe si occupava di lui.
Quel pomeriggio era venuto Elton per portare Ele al parco, com'era di consietudine, mentre io ero rimasta a letto accanto a Freddie vegliando sul suo sonno.
Ad un certo punto mentre eravamo abbracciati insiememi ero accorta che mi stava chiamando:
<< Ana... bagno >>
Io lo avevo provato ad alzare e ad un certo punto avevo sentito le sue quattro ultime semplici parole che avevano finito per distruggermi la psiche definitivamente: << I still love you >> dopodichè aveva chiuso gli occhi e avevo compreso che il suo cuore si era fermato e che il suo respiro non c'era più.
In quel momento avevo urlato disperatamente fino ad addormentarmi sul tappeto della nostra camera.
L'uomo che amavo era morto.
L'uomo che mi aveva dato la mia felicità più grande era morto.
L'uomo che mi aveva salvato era morto.
Lui aveva salvato me ma io non ero riuscita a salvare lui.
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