44. Pianificazione
«E' bello riaverti a casa.»
Si abbracciarono e si presero per il collo scontrandosi con le loro fronti.
«Ian, penso sia ancora viva.»
«Lo è fratello mio. Lo è!»
Disse dandogli qualche pacca sulla nuca per poi sorridergli. «Ma tu sembri arrivare direttamente dalla latrina di Arold? Non ti ho mai sentito puzzare così tanto.»
«Arrivo da Dunholn. Non mi sono mai fermato.»
«Vedo, quel povero puledro è quasi da abbattere. Dove hai lasciato Gunnar?»
«Stanno risalendo via mare. Abbiamo combattuto a Fulford conseguendo una vittoria schiacciante, ma Gunnar non ha voluto continuare perché Harald non voleva permettergli di saccheggiare.»
«E tu perché sei tornato con loro?»
«Sono stato da una strega pagana che aveva predetto il futuro a Eeda prima della nostra partenza per Edwin e ho finalmente compreso il perché delle sue scelte.» Disse abbassando il capo in preda allo sconforto e ai sensi di colpa. «Spero solo non sia troppo tardi.»
«Non lo è!»
«Che cosa vuoi dire Ian? Cosa sai?»
«Perché pensi che Eeda si sia sottomessa al volere del padre?»
«Sono sicuro che lo abbia fatto per risparmiare la mia vita, la tua e quella di tutti in nostri uomini.» Fece una pausa. «Ma che per farlo abbia promesso a Boyd il legittimo erede di Roxbourgh e Berwick.» Esitò un istante. «Non ho la certezza, ma credo che sia incinta.»
«È così Blake, te lo posso confermare io. Come ti posso dire che Eeda sta bene. Per il momento l'hanno trattata bene come le avevano promesso, ma non ci rimane molto tempo. Ranulf è arrivato a Roxbourgh questa mattina e questo vuol dire che il bambino potrebbe nascere prima del dovuto»
Vedendo l'aria completamente basita del fratello continuò. «Due mesi fa ho fatto infiltrare un uomo di Gunnar nell'esercito di Macdellah e una settimana fa abbiamo avuto per la prima volta sue notizie.»
Blake fece per rimontare a cavallo in preda ad un impeto di furia.
«Blake, maledizione. Ti prometto che riusciremo a portarli a casa, ma dobbiamo muoverci in modo molto cauto e astuto. Niente colpi di testa. Siamo d'accordo?»
Heron abbasso lo sguardo cercando di trattenere le lacrime. «Se penso che ho aspettato fino ad adesso. Ho buttato via tutti questi mesi a bere e...»
«Blake, non potevi saperlo. Abbiamo avuto la conferma solo pochi giorni fa.»
«Ma avrei dovuto capirlo prima, dannazione!»
«Non fartene una colpa fratello mio. Devi pensare che Eeda ora ha bisogno di te, della tua mente lucida e della tua arguzia.» Tossì. «E anche che ti faccia un bel bagno, perché se vai a prenderla così, non vorrà mai tornare a casa con te!»
Riuscì a strappargli un sorriso, che si contorse però subito dopo in una smorfia nel tentativo di reprimere un ondata di lacrime.
«Forza! Un bel bagno ti rimetterà come nuovo. Ti aspetto più tardi nel salone con gli altri così, ti aggiornerò su tutto il resto.»
***
«Ranulf non ti aspettavo così presto.»
Boyd accolse il pachiderma di Bebbamburgh con mezzo sorriso che mal celava una certa irritazione. Era un ospite petulante, che richiedeva troppe attenzioni per i suoi gusti.
«Ho saputo cha la tua amata figlia ha avuto i primi segnali del parto.»
«Hai saputo male. Mancano ancora due mesi.»
«Ne sei proprio sicuro? Conoscendo bene i suoi appetiti non mi stupirei che tuo nipote fosse stato concepito nel periodo in cui non frequentava le tende di Heron.»
«Non ti azzardare mai più a insinuare una cosa del genere!» Tuonò Boyd. «O puoi scordarti il corpo di mia figlia, qualsiasi cosa tu ne voglia fare!»
«Calmati, vecchio mio, stavo solo scherzando!» Allargò le mani in segno di pace.
«Ma visto i precedenti, non ti dispiacerà se mi soffermerò nel tuo castello in attesa del parto. Non vorrei mai che tua figlia sia ingaggiata per una altra missione segreta appena dopo aver messo al mondo il tuo amato erede.»
«Fai come vuoi Ranulf, ma stai molto attento a ponderare le parole durante la tua permanenza.» Lo minacciò Boyd per poi cambiare argomento.
«Hai notizie di Heron?»
«Sta ancora giocando a fare il Vichingo. Pare sia addirittura nel bel mezzo della battaglia tra danesi e sassoni ora.»
Lo informò mentre metteva le mani su di una torta che una serva gli aveva appena servito.
Boyd rise fragorosamente.
«Povero diavolo. Deve essere impazzito completamente!» E riprese a ridere. «Mia figlia ci ha fatto un gran favore a chiederci di non dirgli niente del bambino. Io avrei infierito volentieri quando era inerme in ginocchio davanti a me, solo per il piacere di vederlo contorcersi nella disperazione e nell'impotenza, ma la sua autodistruzione a lungo termine è di gran lunga più gustosa.»
«Stavo pensando di dargli il colpo di grazia facendogli recapitare un ultimo regalo» Disse Ranulf con un viscido ghigno stampato sul volto. «Non ho intenzione di portare Eeda a Bebbamburgh. Tua figlia ha la capacità di attirare solo grossi guai. Mi divertirò con lei subito dopo il parto, una volta stancato, spedirò il suo cadavere a Berwcik, così che Heron comprenda che mentre lui era preso a sollazzarsi con qualche puttana danese, Eeda ti ha regalato la chiave per Berwick. Tu nipote sarà il Laird più giovane di tutta la storia!»
Fu così che Ranulf iniziò ad essere un ospite molto più gradito agli occhi di Boyd.
***
«Buone notizie Blake!»
Ian lo accolse nel salone. Aveva ancora i capelli bagnati e si sentiva le gambe tremanti dalla innumerevoli ore di cavalcata, ma non poteva aspettare oltre.
Voleva sapere tutto quello che Ian era riuscito a scoprire nell'ultima settimana. Si sedette salutando con un cenno i suoi amici riuniti intorno al suo tavolo. Notò subito che Jamie faticava a guardalo in faccia, ma la sua attenzione in quel momento andò solo alle informazioni che il fratello si stava apprestando a fornirgli.
«Eeda sta bene. Ranulf si è recato a Roxbourgh per un falso allarme. Sven, l'uomo di Gunnar che si trova all'interno delle mura, è riuscito ad entrare nelle grazie e tra le gonne della figlia della levatrice di Lady Eeda. Vuol dire che avremo aggiornamenti costanti sulle sue condizioni.»
Una morsa gli attanagliò lo stomaco all'idea di Eeda completamente sola, seguita solo da una levatrice che la trattava come un mero contenitore e senza alcun riguardo. Pensò a come sarebbe stata bella la sua gravidanza a Berwick. Coccolata da lui, da Unah e da Margareth, quell'amabile vecchietta che aveva fatto nascere lui e tutti i suoi uomini. Era una donna estremamente longeva e di conseguenza era la levatrice più esperta di tutta la Northumbria. Si scrollò di dosso quel rimpianto e chiese approfondimenti al fratello. «Sven ha già studiato i punti debole delle mura di Roxbourgh?»
«Sì, ma pare che non ce ne siano.» Rispose Ian.
Blake si protrasse in avanti appoggiando i gomiti sulle sue gambe e ascoltando i suoi uomini con la fronte corrugata.
«Anche se Sven ci aprisse un varco da qualche parte, le perdite sarebbero numerose e forse le nostre forze non basterebbero nemmeno per lasciarti il tempo di raggiungere le stanze di Lady Eeda nella torre sud e permettervi poi di scappare» Commentò Timmy.
«Per il momento l'unica opzione sembra essere un assedio.» Aggiunse Duglas.
Jamie scoppiò in una risata che trasudava chiaramente amarezza. «Mi sembra un po' tardino per assediare Roxbourgh.»
Heron sospirò e lasciò cadere le spalle contro lo schienale della sua sedia posta a capotavola
«James Heron, se senti il bisogno di dire qualcosa dilla e basta.» Sibilò tra i denti Blake.
«Oh, credetemi mio Signore, è meglio che non lo faccia.» rispose il giovane tenendo le braccia conserte e lo sguardo fisso sul boccale di birra davanti a se.
Blake si alzò in piedi e lo raggiunse. Si chinò su di lui e poggiò la mano sul tavolo.
«Forza ragazzino, sentiamo cosa hai da dire.» Lo incalzò Heron con aria minacciosa.
«Sai bene cosa penso. Perché è la stessa cosa che pensiamo tutti e che forse ora pensi anche te!»
«Cosa?!» Tuonò Blake.
«Se non avessi sprecato tempo a radere le palle di Gunnar, se non ti fossi bevuto tutti i campi di luppolo della Northumbria e non ti fossi scopato mezza danimarca, forse Eeda sarebbe già qui al sicuro, mio signore!»
Con un rapido movimento rabbioso, Blake lo prese per il collo della tunica e lo sbattè contro la pietra di una colonna del salone e avvicinò il suo volto a quello del ragazzo.
«Se ti azzardi un'altra volta a pensare di sapere cosa ci sia tra me e mia moglie, ti taglio la gola piccolo poppante insignificante.»
Lo spinse via di lato voltandogli le spalle.
James anziché intimorirsi sfidò ancora il suo Signore.
«Tu non sei degno di lei non lo sei mai stato. L'hai sempre fatta soffrire. Avanti! dimmi quanti sono stati i momenti davvero felici che le hai regalato nel corso di quest'anno.»
Blake si lanciò contro di lui ringhiando e lo stesso fece Jamie, ma Ian e Duglas riuscirono a placarli per tempo.
«Adesso basta!» Tuonò Ian.
«Cosa diavolo pensi di fare ragazzino? Credi davvero che questo tuo atteggiamento possa aiutare davvero Lady Eeda?» aggiunse Douglas, redarguendo il figlio.
I due continuarono a scalpitare e a dimenarsi sbuffando come tori inferociti rispettivamente uno nelle braccia del fratello, e l'altro del proprio padre.
Blake si liberò della stretta di Ian con una spintone, si fermò a guardare il ragazzo in cagnesco ancora per un lungo instante, poi uscì velocemente dal salone.
Poco dopo dalle finestre del solone, lo videro lasciare le stalle in sella al suo cavallo.
«Fantastico!» Ian Alzò gli occhi al cielo.
Con immenso sollievo, la mattina seguente, Ian lo trovò addormentato sulla poltrona in legno davanti al camino del salone.
Si sedette silenziosamente sulla poltrona accanto alla sua, nell'invano tentativo di non destarlo. Tuttavia quando si accorse che Balke era già sveglio inizio a parlargli.
«Pensavo avessi già intrapreso una azione sucida contro la mura di Roxbourgh in preda alla rabbia.» Gli disse mentre il fratello si stiracchiava il collo.
«Ammetto che l'intento fosse quello quando sono uscito, ma mentre cavalcavo mi sono reso conto che Jamie ha perfettamente ragione. Le giornate in cui l'ho resa felice si contano con una sola mano e senza impegnare nemmeno tutte le dita.» Sospirò. «Non posso continuare così. Ho giurato di proteggerla con il mio corpo e lo farò.»
«Cosa intendi Blake?»
«Nella notte mi sono recato intorno alle loro mura e ho scoperto un nuovo l'accesso ai cunicoli nella foresta a sud del castello. Boyd deve averli fatti costruire di recente con la paura che noi o i danesi lo assediassimo.»
Ovviamente non sono certo a quali stanze siano collegate e dubito fortemente che lo siano a quelle di Eeda. Ma se ci presentiamo con un il reggimento fuori dalle mura le guardie saranno distratte da quello che c'è fuori dal castello, piuttosto da quello che accade dentro.
Avrò la possibilità di cercare la sua stanza e portala fuori. Alcuni dei nostri uomini potrebbero coprire la nostra fuga nella foresta in modo da avere tutto il tempo di portare Eeda a Berwick su un carro. Ho parlato con Lady Margareth e ritiene molto pericoloso farla cavalcare se ha già avuto delle avvisaglie. Non sarà una fuga veloce.
Ian fissò il fuoco nel camino pensieroso. «Potrebbe funzionare, ma in quanto tuo fratello, seppure bastardo ti chiedo due condizioni: Innanzitutto mi introdurrò con te nel castello e Gunnar e i suoi dovranno unirsi a noi. Se l'esercito di Boyd dovesse rispondere alle nostre provocazioni i nostri uomini non basterebbero a contrastarli.»
«Sei un po' prevedibile fratello. Ho già mandato un messo ad intercettarlo sulla costa per avvisare che Ranulf si trova a Roxbourgh, prima che si cali le braghe invano sul ponte della sua drakkar per mostrare il suo peloso culo davanti al castello di Bebbamburgh.»
Sorrisero assieme a quell'immagine.
«Sono sicuro sarà felice di partecipare.»
«E' deciso allora!»
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