39. Un ospite a sorpresa

Eeda accolse la notizia abbracciandolo tra l'incredulità e la gioia. Gli chiese di rispiegargli per ben due volte la conversazione che era avvenuta tra lui e il vescovo.
Poi il suo volto si rabbuiò per un istante ripensando alla profezia della veggente pagana. La donna aveva visto la loro unione proprio in quel giorno.
«Eeda tutto bene ? non mi sembri così felice?»
«Sono felicissima! E' che fatico ancora a crederci.» Cercò con tutte le forze di spazzar via i brutti pensieri riguardanti quella puzzolente strega.
La profezia vedeva la loro unione in tempi brevissimi, la sua gravidanza e la loro separazione. Decise che per il momento poteva benissimo essere semplicemente un caso che si fosse avverato il primo punto.
Affondò il suo volto nei pettorali di Blake cercando un suo abbraccio che non tardò ad arrivare.
«So che probabilmente immaginavi il giorno delle tue nozze in modo diverso, ma penso che sia la strada più sicura sotto molti aspetti. Inoltre ho l'impressione che voglia chiudere la faccenda in fretta. Credo stia aspettando una visita di qualche ambasciatore di Re Arold e vorrei evitare di farmi trovare qui. Non voglio che mi costringa a fare qualche giuramento contro la mia volontà.»
«Va bene Blake. Non servono scuse. Sono mesi che mi stai mettendo fretta di sposarti!»
«Piccola Manner, non essere insolente con il tuo futuro marito!»
«Pensi di potermi concedere almeno il tempo di indossare un vestito adeguato. So che non è un vero e proprio matrimonio ed è solo una funzione privata, ma ci tengo.»
«Certo amore mio. Il vescovo sta impartendo ordini per organizzare un piccolo banchetto in nostro onore. Non sarà niente di ufficiale, ma potremo fare un piccolo brindisi» La guardò esitando un istante «Eeda ti prometto che avremo delle nozze meravigliose un giorno»
«Oggi è già una giorno meraviglioso, Blake!»
La cerimonia fu veloce e ai limiti del freddo. Si trattava di una semplice benedizione dello scambio di anelli. Venne spezzata un'unica ostia e divista in due. Bevvero dallo stesso calice e con l'aiuto di altri due preti fece cadere un velo che coprì le loro teste. Riparati da quel tessuto che profumava di incenso, Blake le prese il volto e sotto esortazione del vescovo, baciò la sua compagna come se fosse la prima volta che le sue labbra si posavano sulle sue.
«Non credo ci sia bisogno di precisarlo» disse il vescovo alzando gli occhi al cielo «ma sono tenuto a ricordarvi che questo vincolo non ha valore se la vostra unione non sarà consumata.» Per tanto sarete nostri graditi ospiti, nel caso vogliate soggironare ancora per stanotte presso il castello di Dunholm.
Eeda fece capolino dal velo «Vi siamo immensamente grati, Vostra grazia. Non sapete quanto!»
«Non c'è ringraziamento più bello della felicità nei tuoi occhi, piccola Manner.» Gli rispose l'anziano ecclesiasta.
Si sedettero a tavola nel primo pomeriggio. Il banchetto era davvero limitato al vescovo, agli sposi e alle loro guardie. L'atmosfera a tavola era serena e gioiosa. Il vescovo volle sapere di più della loro storia e in particolar modo di come erano andate davvero le cose all'accampamento. Blake raccontò con orgoglio di come Eeda si era comportata in battaglia, di come stesse addestrando con successo i suoi arcieri e di come stesse diventando abile con la spada.
«Dio Misericordioso, pensavo fossi una creatura bisognosa di protezione, Lady Eeda.» Ridacchiò. «Ma qui quello davvero in pericolo è il tuo sposo.»
Eeda e Blake si guardarono ridendo pensando a quella parte della loro storia che avevano omesso.
Lo scontro in spiaggia era stato uno di quei attimi che avevano evitato di raccontargli, ma sapevano benissimo che se erano lì in quel momento era stato grazie anche a quel duello.
«Sono costretto a ritirarmi miei cari. Le mie ossa sono stanche e vecchie. Ho bisogno di riposo. Non credo di alzarmi prima della vostra partenza domani. Quindi vi saluto qui con la speranza di ufficiare presto la conferma del vostro vincolo e che il vostro amore si diffonda anche tra i due clan.»
Il vescovo si congedò così, concedendo ai due sposini la serata intera per avere un po di intimità.
L3 serve avevano preparato una graziosa camera nuziale con lenzuola dai ricami pregiati e cuscini morbidi.  Avveno acceso numerose candele creando un atmosfera calda e avvolgente. Eeda si era quasi dimenticata della profezia e si era fatta condurre a letto in braccio al suo sposo. Fortunatamente quella sera Blake non affondò il suo volto tra le sue cosce. Si limitò spogliarla con estrema calma facendola tremare ad ogni piccolo tocco. Le accarezzò il seno con le nocche facendola rabbrividire ancora di più, per poi proseguire con una carezza continua dal fianco, fino al ginocchio e ancora oltre fino alla caviglia. Risalì con entrambe le mani le sue gambe, ma oltrepassò con una lentezza disarmante proprio la rosa tra le sue cosce, pregustandosi il calore e l'umidità che celava.
Sussultò ed Eeda percepì l'aumentare dei battiti del suo cuore. Intravide la sua erezione muoversi sotto la sua tunica come a cercarla. Eeda infilò una mano nella scollo della veste di Heron e gemette al contatto di quei pettorali così solidi. Li desiderava sopra di lei. Voleva sentirli ondeggiare sul suo petto mentre inseguiva le spinte della loro unione.
La mano di lei scivolo fino all'inguine stropicciandogli la tunica nel tentativo di sollevarla. Blake si mise in ginocchio sul letto e si sfilò il lungo camice di cotone rimanendo completamente nudo davanti a lei. La sovrastò con il proprio corpo e lei si affrettò a spalancare la cosce con la speranza di riceverlo dentro di sé subito.
Ma non fu così. Le parti più intime dei loro corpi rimasero a contatto mentre lui prese a baciarla lentamente, ma con una presa così decisa che la fece eccitare come mai prima di allora. Eeda gemette sopraffatta da quell'intenso bacio e dalla pressione che l'erezione di Blake stava esercitando scivolando di tanto in tanto nella fessura senza però accedervi. Nonostante non l'avesse ancora penetrata, Eeda si stava avvicinandopericolosamente all'estesi.
Proprio quando le sue viscere presero a contrarsi alla ricerca della sua durezza, Blake sprofondò in lei in un unico movimento fermandosi solo una volta colmata.  Rimase per un lungo instante a fissarla negli occhi. Le prese le mani tra le sue e gliele bloccò sopra la nuca rimanendo immobile ancora a lungo. La stava semplicemente riempendo senza muoversi.
Tuttavia quella immobilità così intensa non sembrò arrestare l'ascesa del loro piace. All'aumentare delle contrazioni, Blake aumentò la pressione cercando di spingersi sempre più dentro di lei senza mai ritrarsi. Era come se ogni loro respiro creasse un piccolissimo spazio in più, dove poter unirsi sempre più nel profondo,  fino a quando Eeda esplose in un orgasmo interminabile che la lasciò debole e tramenate sotto il suo corpo.
Blake rimase immerso in lei. Si limitava a fissarla. Le sue labbra sfioravano la sue senza mai baciarla completamente. Il suo respiro seguiva perfettamente quello della moglie, che sembrava piano paino condurlo verso un ritmo più pacato.
Eeda accennò un movimento del bacino, ma Blake la immobilizzò ancora di più con le braccia a con la pressione sui fianchi. Il respiro dell'uomo prese a farsi più profondo in attesa che quello della moglie si adeguasse lo inseguisse. La donna ricominciò a sentire quella sensazione simile ad una avanzare dentro di lei ogni volta che le loro pance si riempivano d'aria. Esplose nuovamente in modo del tutto inaspettato e l'estasi durò ancora di più della precedente. Non appena prese a calare Blake si spinse con un movimento impercettibile ancora più in fondo facendola esplodere ancora e ancora. Iniziò un susseguirsi di estasi interminabili fino a non comprendere più dove finisse una e dove iniziasse l'altra. Era come se i loro corpi potessero risparmiarsi ogni movimento brusco, perché erano le loro anime a danzare e contorcersi uno dentro l'altra. Non c'era più disperazione nel loro fare l'amore, solo una unione perfetta dei loro corpi e dei loro spiriti. Continuarono così a lungo fino a quando il corpo di Blake iniziò ad essere pervaso da delle forti scosse. Tremò sempre di più. Non riuscì più a contenere le ondate dell'estasi di Eeda. Le strinse le mani ancora più forte facendole inarcare la schiena e dandole ancora più spazio per affondare in lei la sua esplosione. Arrivo forte come una mareggiata che si abbatteva sulle scogliere di Berwick.
Blake si accasciò su una spalla sempre rimanendo dentro di lei e prese a baciarla per un lunghissimo instante.
«Succede a tutte le coppie che si sposano?»
«Non credo proprio, Eeda»
«Ti era mai successo prima d'ora?»
Blake si tirò su di un gomito per guardala meglio in volto.
«No, mai amore mio. Non c'è stata mai una volta con te che possa essere stata lontanamente paragonata a qualcos'altro. Nemmeno le prime notti all'accampamento.»
«Non mi sembra vero Blake. Se penso a quei giorni. Mi sembra davvero impossibile che ora siamo praticamente marito e moglie.»
«Era destino, piccola Manner. E' sempre stato il nostro destino.»
L'idea che il percorso delle loro vite fosse qualcosa di ineluttabile e quindi prevedibile le creò un senso di disagio dentro la pancia e sperò con tutto il cuore che la vecchia Sioned fosse solo un impostora.

***

Due gironi dopo erano già a Berwick, ma Blake dovette ripartire poche ore dopo per Edwin con Ian e Hemma. Eeda si sentiva sempre più sollevata da quella partenza perché in quei giorni non aveva avuto ancora traccia di nessuna perdita. E fu lo stesso anche nei giorni seguenti. Riprese ad addestrare gli arcieri e Jamie si allenò con lei nei pomeriggi. Cercava di rimanere il più impegnata possibile, in modo da non pensare che anche la seconda profezia si stesse avverando, e soprattutto che questo volesse dire che probabilmente si sarebbe avverata anche la terza.
Blake le aveva lasciato inoltre alcune faccenda da svolgere per conto suo, facendo andare ancora di più su tutte le furie Lady Aileen, la quale si era sempre occupata dell'amministrazione del castello in assenza del marito o del figlioccio.
«Lady Eeda...» L'arcigna Signora richiamò la sua attenzione durante la colazione «Visto che sembrate fare le veci del nostro Laird come se foste già sua moglie, vi faccio presente che ho organizzato un banchetto per il pranzo di oggi in onore di un nostro ospite. Immagino che vogliate presenziare.»
«E chi sarebbe questo nostro ospite Lady Aileen?» Si rivolse a lei con un finto tono annoiato, mentre dentro era decisamente contrariata dal fatto con non le avesse dato conto.
«Oh sarà una sorpresa. Vedrete non ne rimarrete delusa!»
L'atteggiamento della matrigna di Heron le aveva fatto andare la colazione di traverso e le aveva trasmesso un grosso senso di inquietudine.
Ma la messa in sicurezza dalla sua unione con Blake la tranquilizzava. Il vescovo aveva sancito quel vincolo e ne custodivano prova nelle stanze del Laird. 
Lady Alieen, avrebbe potuto portare a Berwick anche il papa in persona, ma sarebbe bastato mostrare quella pergamena con il sigillo del vescovo per legittimare suo matrimonio con Heron. Tuttavia lei e Blake avevano deciso di non farne parola con nessuno, in moda da evitare anche la più piccola fuga di notizie fuori da quelle mura.
Non potevano permettersi di far sapere a suo padre che in un certo senso erano già sposati, ma che il Laird aveva dato precise indicazioni ai suoi uomini lasciando pieni poteri a Eeda.
Dopo l'addestramento si diresse verso il salone per scoprire chi avesse invitato Aileen di così fastidioso. Era stanca e sudata. Il sole primaverile aveva iniziato a scaldare le giornate.
Jamie uscì dal solone con aria preoccupata.
«Eeda credo sia meglio che tu non partecipi al banchetto.»
Lo guardò con una aria sconcertata. «E perché mai non dovrei?»
«Chiederò ad Unah di portarti il pranzo nelle tue stanze, ma ti prego non entrare lì dentro.»
«Sciocchezze!» Disse facendo un passo in avanti per entrare.
«Blake non approverebbe.» Insistette il giovane parandosi di fronte alla porta.
«Fatti da parte Jamie, ne ho abbastanza di questo tuo comportamento!» Lo scansò aprendo il grosso portone del salone.
«Eeda, ti prego!» La supplicó ancora invano.
«Lady Manner! O forse dovrei dire Lady Heron? Non ci è ancora chiaro!» Ranulf era seduto al tavolo centrale con Lady Bridget e Lady Aileen ai lati.
Tutte le sicurezze di Eeda si sgretolarono e si sentì mancare la terra sotto i piedi.
«Mi dispiace, Eeda» Sentì Jamie sussurrare alla sue spalle, mentre si avvicinava a lei come per farle sentire che non era sola.
«Ti è piaciuta la sorpresa Lady Eeda?» domandò con tono estremamente infantile Lady Bridget. Eeda la fulmino con uno sguardo talmente truce che la ragazzina sussultò sulla sua sedia.
«Mio Dio, ma cosa vi è successo?» Proseguì il pachiderma con fare divertito. «Non vi ricordavo così trasandata e mascolina. Come fa il giovane Heron a trovarvi attraente in queste vesti? Deve avere dei gusti molto particolari. Siete sicura che non gli piacciano i ragazzini?»
Bridget e Aileen ridacchiarono.
«Fuori di qui voi due! » Tuonò Eeda rabbiosamente. «Ora!» Non si mosserò. Due guardie si avvicinarono per far rispettare il volere di Lady Eeda e le due donne a quel punto sgattaiolarono impaurite fuori dal salone pur di evitare l'imbarazzo di essere scortate fuori con la forza.
«Certo Lady Eeda. Vi lasceremo soli.  Avrete così tante cose da raccontarvi.» Aileen scoccò una frecciatina maliziosa prima di lasciare la scena.
Il pachiderma di Bebbamburgh le si avvicinò e prese a sussurrargli all'orecchio per non far sentire a nessun altro la conversazione.
Da come ti rispondono le guardie deduco che non è un bastardo quello che porti in grembo. Blake è stato così scaltro da sposarti per legittimarlo. E' una notizia davvero Mervigliosa!» Le sue risa rimbombarono per tutto il salone. «Tuo padre sarà davvero estasiato da queste notizie.»
«Mi fa piacere che la tua immaginazione sia sempre fervida Ranulf, ma sei ben lontano dalla verita.» Provò a bluffare.
«Oh no, no signorina. Non ha niente a che vedere la mia immaginazione. Lady Aileen ha provveduto ad fornirci informazioni molto dettagliate su di te e il tuo grande amore.» Ranulf si avvicinò al suo orecchio riempiendo le narici di Eeda del fetore che trasudavano i suoi abiti. «Hai un ritardo di esattamente otto giorni mia cara. Ci avete proprio dato dentro!» Prese ad imitare i movimenti di un accoppiamento emettendo dei versi animaleschi.
Il quadretto creò un conato di nausea a Eeda che esasperata dalla sua viscidità sfoderò la spada e l'avvicinò la lama al collo di Ranulf.
«Tuo marito non ti ha insegnato le buone maniere?» Disse con voce stridula iniziando a sudare come un maiale sotto il sole. «E soprattutto non ti ha insegnato niente di politica.» La derise nuovamente ignorando la lama che sembrava penetrare nel grasso flaccido del suo collo. «Cosa pensi che succederà se mi uccidi mentre sono disarmato nel salone di Berwick?»
Eeda abbassò la lama sapendo bene che lo avesse trafitto, il primogenito di Bebbambuorgh avrebbe mosso il giorno seguente l'intero esercito su Berwick.
«Brava bambina, ora congeda le tue guardie e il tuo tirapiedi e parliamo di affari.»
Eeda fece un cenno alle guardie che lasciarono la sala, ma Jamie non si mosse.
«Jamie, puoi andare.»
«Non vado da nessuna parte, Lady Eeda.»
«Jamie, va fuori di qui!» Urlò esasperata dalla situazione guardandolo con aria di supplica.
«Va bene. Rimarrò comunque qui fuori nel caso abbiate bisogno di me.» Rispose con estrema riluttanza guardando in cagnesco il deforme pachiderma, ed uscì anche lui dal salone.
«Brava, bambina. Andrò subito dritto al nocciolo della questione» Sorrise vittorioso il pachiderma. «Fra tre giorni io e tuo padre muoveremo i nostri eserciti contro Berwick. Questa volta non ci saranno stratagemmi che il tuo sposino potrà architettare. La superiorità numerica sarà così schiacciante che ci sarà una strage degli uomini di Heron, ma tu m, mia cara, puoi risparmiare numerose vite, compresa quella del tuo amato.»
«Cosa volete?» rispose rassegnata Eeda.
«Oh, molto semplice: tuo padre vuole l'erede dei Manner e degli Heron. Io voglio te, non appena avrai partorito.»
La terza profezia si stava avverando.

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