38. Il Vescovo di Dunholm

Per qualche attimo Eeda pensó che Blake avesse davvero intuito il motivo di tutta la sua agitazione, ma appena recuperò una minima di raziocine, cercò di simulare una risata per nascondere il suo imbarazzo.
«Circa una diecina mi ha detto!»
«Ah, ora capisco perché ti sei agitata così!»

A Blake non era sfuggito quel velo di turbamento nel suo sguardo.  Aveva notato che stava sdrammatizzando per non raccontargli la verità, ma non dava mai molto peso alle predizioni.
Suo padre era solito consultare una strega pagana prima di ogni battaglia, ma era convinto che quella donna mantenesse il suo stato di grazia sotto la protezione degli Heron elargendo predizioni vaghe e fumose che potevano adattarsi ad ogni realtà.
Non era preoccupato tanto per quello che Eeda aveva sentito, ma più per gli effetti sulla sua serenità.
«Piccola Manner, se qualcosa ti turbasse me lo diresti, vero?» Disse prendendole le mani e avvolgendole nelle sue.
«Non ti preoccupare Blake. So bene che sono tutte sciocchezza, ma l'odore invece era davvero troppo reale.»
La guardò perplesso per qualche istante, mentre una delle guardie si avvicinò.
«Mio Signore, ci hanno confermato che hanno libera solo una stanza. Noi dormiremo nel fienile.»
«Non se ne parla nemmeno! Fa troppo freddo.» Si intromise Eeda con decisione. «Chiederemo alla locandiera di dividere la stanza con dei teli.»
Blake rimase sorpreso della sua intraprendenza. Invece di infastidirsi fece un cenno di assenso alla guardia. Le dispiaceva rinunciare alla loro di intimità, ma Eeda aveva ragione. Quella notte faceva terribilmente freddo e non voleva negare ai suoi uomini un giaciglio caldo considerando la giornata interminabile a cavallo che avevano alle spalle, e quella che avrebbero avuto davanti a loro il giorno seguente.
La osservò per qualche istante. Era pallida e con gli occhi scavati. Doveva essere davvero stanca.
«Andiamo a riposare allora, domani ci aspetta un altro lungo viaggio.»

***

Arrivarono al castello di Dunholm la notte successiva.  A causa di un fortissimo temporale si erano dovuti fermare in una taverna per quasi tutto il pomeriggio, ritardando di gran lunga il loro arrivo a destino. Il vescovo, essendo molto anziano si era già ritirato nelle sue stanze da qualche ora, porgendo le scuse ai suoi ospiti attraverso Padre Lerrym, il suo castellano che gli aveva aspettati alzato, con un evidente torpore addosso.
Quest'ultimo gli aveva accompagnati frettolosamente nelle stanze a loro assegnate. Aveva sistemato Heron e le sue guardie in tre diverse stanze nell'ala est, mentre a Eeda era stata assegnata una camera vicino a quella del vescovo nell'ala sud.
Blake la saluto con un bacio sulla fronte perdendosi poi nei suoi occhi per un lungo istante.
Non aveva nessuna voglia di dormire lontano da lei. Da quando si erano ritrovati non avevano mai trascorso una notte separati e quella volta non c'erano cunicoli o passaggi segreti che li potessero ricongiungere.
Inoltre l'assegnazione delle camera lasciava intendere che sarebbero stati controllati dalle guardie del vescovo. Lo sguardo di Blake era al limite dello straziante, ma sapeva che quella notte non avrebbe mai rischiato tanto. La posta in gioco era troppo alta.

Dall'altro canto, invece di provare nostalgia per il suo uomo, Eeda provò un senso di sollievo.
La notte precedete, nonostante la stanchezza non era riuscita a prendere sonno facilmente, in quanto le parole della vecchia veggente l'avevano scossa nel profondo.
La mattina successiva invece, mentre saliva in sella alla sua giumenta, l'aveva intravista alla finestra della stanza dove aveva appena trascorso la notte. Le era sembrato di vedere quel volto deformato dalle rughe fare un cenno di buona fortuna. E probabilmente era stato così, ma Eeda aveva provato un brivido lungo la schiena al ricordo delle parole della donna.
Il suo animo si era alleggerito un poco solo una volta lasciata la locanda. Più si allontanavano, più era riuscita a ridimensionare i presagi dell'aziana donna.
Rimaneva comunque il fatto che le sue profezie avevano posto l'attenzione di Eeda sul suo periodo di sanguinamento. Non riusciva a ricordarsi con esattezza il giorno in cui avrebbe dovuto avere nuovamente delle perdite.
Unah le aveva dato uno strano impasto fatto di mollica di pane, miele e di qualche altra pianta che non ricordava. Le aveva promesso che quell'intruglio l'avrebbe tenuta lontana da una eventuale gravidanza troppo precoce. Le aveva detto inoltre che Blake avrebbe dovuto contenersi dallo spargere il suo seme nel suo grembo nel periodo centrale tra un sanguinamento e l'altro.
Accortezze che fino ad allora non aveva mai seguito perché sapeva essere a grandi linee ben oltre la metà del periodo. Anche Blake non si era posto minimamente il problema. Si ricordò che pochi giorni prima Heron aveva ammesso il suo dispiacere, quando aveva appreso che non era rimasta incinta al ritorno dall'accampamento. Gli aveva spiegato di essersi vergognato a quel pensiero, ma era stata una speranza dettata dalla disperazione, dovuta al muro che si era creato tra loro. Ora si trovavano a Dunholm con un obbiettivo comune che riguardava proprio il loro futuro assieme. Non aveva senso complicare la situazione con un erede non legittimo in quel momento.
I vari pensieri e ipotesi si attorcigliavano confusamente nella sua mente, ma la stanchezza di quelle due giornate prevalse e si addormentò facendola cadere in un sonno profondo.
«Eeda!» Blake stava bussando alla sua porta.
«Amore mio, sei sveglia? Il Vescovo ci aspetta nel salone per la colazione.»
Scese dal letto ancora frastornata e aprì la porta stropicciandosi gli occhi.
«Piccola Manner, sembri, arrivare da una notte di battaglie anziché da un lungo sonno rigenerante.»
«Già mi sento proprio così.»
«Si stanno avvicinando quei giorni complicati, vero?»
«Esattamente!» Si apprestò a confermare Eeda cogliendo l'occasione. Blake aveva risposto ai suoi dubbi della sera prima. Aveva il polso della situazione sui cicli del suo corpo più di quanto ne aveva lei stessa.
«Assaporando il gusto di una donna so indovinare con una buona precisione quanti giorni mancano al sanguinamento mensile. » Trasalì al ricordo delle parole che le aveva detto la prima sera sotto la sua tenda all'accampamento.
Doveva trovare il modo di non giacere con lui per alcuni giorni almeno fino a quando non avesse avuto la conferma che la veggente non avesse ragione.
«Blake, a riguardo vorrei chiederti se posso fermarmi a Berwick una volta finito qui. Non me la sento di continuare a viaggiare verso nord proprio in quel periodo.»
«Ma certo, piccola mia. Ne parleremo dopo. Vai a prepararti ora. Ti aspetto qui fuori.»
Eeda richiuse la porta e si vesti sollevata. Con un po' di fortuna la loro intimità sarebbe stata limitata per almeno una decina di giorni.

Il vescovo era un uomo molto anziano con un apparente sguardo severo e impassibile, ma il suo modo di parlare faceva trasparire una forte sensibilità. Probabilmente aveva dovuto imparare ad essere un uomo molto duro per riuscire a ricoprire la posizione di potere che si era guadagnato nella Northumbria.
«Piccola giovane Manner!» Esclamò il Vescovo, mentre Blake si voltò a guardarla sorridendo in riferimento a quell'appellativo a lui tanto caro. «Come sei cresciuta! Mi sembra ieri di averti battezzato.» Inaspettatamente l'abbracciò. «E tu giovane Heron, ogni volta che ti vedo assomigli sempre di più a tuo padre. Ma deduco dalla vostra presenza al mio cospetto che non stiate proprio seguendo proprio le sue orme dei vostri genitori.»
Era decisamente un uomo che puntava diretto al nocciolo della questione.
Di fronte al quel pragmatismo privo di inutili convenevoli, Blake dedusse che doveva esserci una urgenza a liquidare la faccenda in quanto l'attenzione del Vescovo doveva essere distratta dai disordini a sud. Come Ranulf, il vescovo cercava sempre di rimanere al di fuori delle varie dispute, ma quella volta doveva essere davvero preoccupato. Blake decise quindi di seguire il sentiero di schiettezza tracciato dall'ecclesiasta.
«Si Vostra Grazia, io e Eeda vorremmo porre fine al conflitto tra i nostri clan seguendo il volere dei nostri nonni.»
«E il vecchio Boyd invece persiste nel rimanere restio alla pace, ne deduco.»
«Apparentemente no. Ho inoltrato una messo chiedendola in Sposa e in realtà mi aspetto che accetti le nozze.»
«A patto che si tengano a Roxbourgh.» intervenne Eeda.
Il vescovo li guardò con aria un po' confusa.
«Quindi quale sarebbe il problema?» Poi rivolse il suo sguardo alla figlia di Boyd «E tu perché non ti trovi tra le mura di Roxbourgh?»
Blake e Eeda si guardarono indecisi su chi dovesse iniziare a parlare. Lui fece un cenno di assenso e gli permise di raccontare la storia in prima persona.
Eeda si limitò a raccontare che suo padre la contrinse ad intrufolarsi nell'accampamento di Heron proprio con l'intento di farsi sposare per poi attiralo con l'inganno tra le mura di Roxbourgh. Si premurò ovviamente di omettere in che vesti era arrivata all'accampamento e di come era nato tra loro l'amore.
«Ora Lady Manner è sotto la mia protezione a Berwick in attesa di convolare nozze.» Concluse Blake. «Ma dobbiamo proporre un luogo neutro dove poter celebrare il matrimonio e vorremo che foste voi vostra Grazia ad officiare la cerimonia.»
Il vescovo si limitò a continuare ad osservarli, ma man mano che proseguivano i racconti il suo volto assunse un aria sempre più contrariata
«Capisco. E pensate che Lord Manner accetterà al vostra proposta?»
«Dobbiamo almeno provarci. Non desideriamo altro che essere marito e moglie.» Gli rispose con voce mesta Eeda guardando intensamente Blake negli occhi. «Ma riteniamo che sia nostro dovere provare a cogliere l'occasione di trasformare questa nostra unione in uno strumento di pace.»
«Pace! Solo Dio sa quanto anche io vorrei che le vostre famiglie smettessero di combattere. Questo conflitto sta impoverendo tutta la Northumbria con tutti i blocchi commerciali che vi siete messi gli uni con gli altri.»
Sospirò e si soffermò a scrutare Eeda. «Questo è davvero il tuo volere mia cara? Sei davvero innamorata del giovane Heron? Puoi confermarmi che non hai subito pressioni da parte di nessuno?»
«Si vostra grazia. Lo amo più della mia stessa vita.»
«Va bene giovane Manner, ora ti prego lasciami da solo con il tuo futuro sposo.» Fece un cenno verso il suo castellano. «Padre Lerrym ti accompagnerà nella stanza dove le altre consorelle si riuniscono a cucire.»
Blake abbassò lo sguardo trattenendo una risata, sapendo bene che Eeda adorava trascorrere il pomeriggio tra spade, arco e frecce.

«Cosa accidenti pensi di fare Giovane Heron?» Tuonò il vescovo non appena Eeda ebbe lasciato al stanza. «Pensi che sia stupido? Pensi davvero alla mia veneranda età non sia in grado di distinguere una coppia casta da una con un buon grado di intimità?» Picchiò la mano sul tavolo del salone. «La stai proteggendo a Berwick. Proteggendo da chi? Perché da te stesso di sicuro non la stai proteggendo per niente.» Si alzò dalla sua sedia. «Credi forse che in tutti questi anni i tuoi appetiti sessuali siano passati inosservati dalla mia rete di informatori?»
Blake si limitava a fissare ed ascoltare l'uomo nella sua tunica rossa senza abbassare lo sguardo. Poi prese coraggio e lo affrontò «Vostra grazia avete ragione sono sempre stato molto irrequieto con le donne, ma io amo davvero Eeda.»
«Basta spergiuri!» Tuonò nuovamente picchiando una mano sul tavolo «Ti stai approfittando della reputazione rovinata di quella povera ragazza. La stai circuendo solo perché è caduta in disgrazia. Quella giovane donna non ha mai ricevuto amore dopo la dipartita di sua mamma. E' sempre stata indifesa e in balia dell'ossessione di suo padre per la vostra stupida guerra. E ora dovrei permetterle di passare dalla padella alla brace? Pensi che non mi sia giunta voce dei motivi per cui è stata ripudiata da Ranulf di Bebbamburgh? Mi vuoi davvero fare credere che tu Blake Heron vorresti come moglie un avanzo del Pachiderma di Bebbamburg e di chissà chi altro?»
«Eeda non è mai stata toccata da nessuno!» In preda alla collera Blake ringhiò alzandosi in piedi. «Sono tutte menzogne quelle di Ranulf, maledizione!»
Urlò ancora più forte per poi appoggiarsi con i pungi sul tavolo e facendo cadere la testa mezzo braccia in preda allo sconforto.
Il vescovo rimase sorpreso da quella inaspettata esplosione di rabbia, ma poi si avvicinò al tavolo chinandosi verso Heron.
«Ma davvero? E spiegami come fai ad esserne così certo?» Gli chiese sommessamente il vescovo con aria di sfida.
Scacco matto. Lo aveva intrappolato.
« Io. Io ho...» Balbettò senza riuscire a completare la frase.  Alzò lo sguardo verso il vescovo come a supplicarlo di non fargli ammatterei di aver giaciuto con lei, mandano in fumo la possibilità di avere il suo patrocinio per le nozze. Si pentì di essersi recato a Dunholm. Doveva sposarla subito senza il consenso di nessuno. Ora stava mettendo a repentaglio non solo la possibilità remota di pace, ma proprio la possibilità di farla diventare sua moglie.
Il  Vescovo colse il tormento negli occhi di Heron. Si accasciò sulla sedia, mentre Blake riabbassò lo sguardo afflitto.
«L'amate davvero dunque.»
Blake rimase con lo sguardo fisso sul pavimento di pietra.  Annuì semplicemente con il capo, tirando su con il naso in modo da ricacciare indietro le lacrime.
«L'avete posseduta all'accampamento quindi?»
«Ero convito che fosse una spia. Invece non mi ha mai tradito.»
«Perché siete venuti da me solo ora quindi? Da quanto so siete rientrato a Berwick da mesi.»
Blake sospirò e mise da parte la vergogna che provava ad ammettere tutto quello che c'era stato tra loro.
«Non sapevo... Ecco... Avevo paura che i suoi sentimenti fossero mossi solo da un entusiasmo per le nuove scoperte corporee. Volevo lasciarle il tempo di prendere una decisione in completa libertà, senza alcuna influenza.» Sospirò. «Vostra grazia, so bene quante pressioni e manipolazioni abbia subito Eeda a Roxbourgh. Credetemi, volevo solo che fosse libera di scegliere per una volta tanto nella sua vita. Ho mantenuto le distanze da lei fino a pochi giorni fa, quando ci siamo riavvicinate e il suo volere è stato chiarito.
«Giovane Heron.» Il vescovo sospirò assumendo un tono più gentile e comprensivo «Quello che mi avete proposto oggi però vi porterà ad una trattativa estenuate con il vecchio Manner e sai meglio di me che difficilmente ci sarà un lieto fine. Pensi di riuscire a stare lontano dal suo letto per tutto questo tempo? O che lei starà lontano dal tuo? Ho visto come ti guarda. Prima o poi rimarrà incinta e la farai cadere in disgrazia. Non te lo posso permettere. Ne ha subite già troppe quella povera ragazza.
«Ma io la sposerei anche ora. Ma così cadrebbe ogni possibilità di legittimazione del matrimonio.»
«Non necessariamente. Puoi vincolarti a lei oggi di fronte a me e a Dio. Io custodirò la prova e la testimonianza della vostra unione. Quando sarà il momento potrete rinnovare il vincolo davanti al resto del mondo e in questo modo potrete ottenere la legittimazione necessaria ai fini della pace. Io rimarrò disponibile ovviamente a patrocinare qui o ovunque volgiate abbia luogo la cerimonia.»
Blake rimase in silenzio un lungo instante.
«Mi state dicendo vostra grazia che Io e Eeda possiamo sposarci oggi stesso?
Aveva bisogno di conferme. Non riusciva a credere a quello che il vescovo gli aveva appena proposto.
«Non si tratta proprio una cerimonia di nozze, ma è comunque un accordo che vi vincola ai diritti e doveri del matrimonio in modo da tutelare la vostra unione da qualsiasi evoluzione spiacevole.»
Heron rimase ancora in silenzio per un breve istante, poi scoppiò in una risata colma di gioia.

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