37. Le norne

«Buongiorno, amore mio.» Blake le stava sorridendo con il volto illuminato dai colori caldi del crepuscolo, cingendola in un avvolgente abbraccio. «Vuoi uscire a vedere il sorgere del sole?»
«Non ci penso nemmeno!» Rise Eeda. «Sto benissimo dove sono» disse strusciando il suo corpo contro quello di Heron.
«Piccola Manner, fai la brava.» Sospirò e le prese il volto per baciarla «Non abbiamo tempo questa mattina. Dobbiamo partire il prima possibile per Dunholm.» Ma non resistette e la sua mano affondò dentro di lei per controllare quanto lo desiderasse. «Inoltre se ti facessi quello che ho in mente, ho paura che arrossiresti troppo davanti al vescovo.» Si ritrasse mettendosi seduto sul letto.
«No, ti prego!» Si contorse tra le lenzuola. «Sei davvero crudele! Non possiamo partire più tardi?»
«No, amore mio. Dobbiamo sbrigare questa faccenda in fretta. Ho già inviato un messo a Roxbourgh e voglio prendere gli accordi con il vescovo prima di partire per l'incontro con Gunnar. Andiamo! Muoviti!» Con un rapido gesto la scoprì per poi indugiare con lo sguardo sul suo corpo. «Credo che sia meglio nascondere questa meraviglia sotto vesti femminili per questa viaggio.»
«Niente pantaloni, armatura arco e frecce davanti al vescovo?»
«Meglio di no.»

***

Cavalcarono per tutto il giorno scortati da quattro guardie senza esporre alcun vessillo. Fecero solo brevi pause lungo il tragitto per far rifocillare i cavalli e solamente a fine giornata si fermarono in una taverna di un piccolo villaggio a metà strada tra Bebbamburgh e Dunholm. Erano stanchi e affamati. Fortunatamente lo stufato della taverna della locanda era decente, così come la birra. Anche l'atmosfera era estremamente gioviale. Per il viaggio avevano indossato vesti abbastanza comuni in modo da non dare nell'occhio. Così i clienti della locanda li accolsero come loro pari. Sia Eeda che Blake furono felici di godere della loro compagnia per qualche ora partecipando a danze, canti e vari brindisi.
Eeda era contenta di quella parentesi così genuina in cui finsero di essere qualcun altro di meno complicato e guardando il volto di Blake disteso e rilassato, concluse che fosse così anche per lui.
Continuavano a guardarsi di tanto in tanto negli occhi mentre lei chiacchierava con la locandiera in un piccolo tavolo vicino al bancone e Blake beveva al bancone con le sue guardie anch'esse vestite in modo semplice. La donna le stava raccontato quanto fosse stata avventurosa la sua vita prima di aprire quella locanda, con l'attuale marito. Da giovane si era innamorata di un vichingo, lo aveva seguito in diverse battaglie fino ad attraversare il mare con lui per accompagnarlo in Danimarca. Le raccontò l'intera storia della sua vita con occhi trasognati.
«Mia zia Seònaid, mi aveva predetto tutto sai. Dovresti farti leggere il fondo del boccale di birra da lei! E' una veggente davvero potente.»
«Nessuno mi ha mai predetto il futuro.» Era piacevolmente incuriosita. «Ad eccezione di mio padre, ma penso sia diverso.»
«Si penso anche io.» Ribatté ridendo la donna. «Oh guarda!» Indicó tutta contenta un uomo che usciva da una stanza del pianto superiore. «Seònaid ha finito con quel mercante. Puoi andare tu ora a consultarla» Spinse verso di lei il piccolo boccale di birra che stava sorseggiando. «Avanti ! finiscilo e sali!»
«Non avevo capito che tua zia fosse ancora...»
«In vita? Be', sai le veggenti sono creature particolari. I loro poteri le fanno invecchiare diversamente da noi.»
Eeda era incuriosita e divertita. Era nel bel mezzo di un viaggio che la stava portando verso il suo futuro con Blake e nella spensieratezza decise di prendere parte al gioco che la locandiera le stava proponendo. Finì la bevanda tutta d'un fiato e si diresse verso la scala sorridendo a Blake.
Il suo futuro sposo sembrava accigliato, se non addirittura preoccupato che si stesse spostando al piano superiore dove si trovavano le camere da letto. Dalla balconata vide la locandiera avvicinarsi ad Heron per spiegargli cosa si stesse apprestando a fare. Lo vide sorriderle e scuotere la testa. Poi scostò la tenda ed entrò nella stanza fumosa.
Il meandro dove la anziana donna era rintanata era colmo di candele su ogni minima superficie.. L'aria era stantia e fumosa tanto da farle girare la testa e crearle una forte nausea. Per evitare di cadere, si dovette sedere senza attendere che la veggente la invitasse a farlo. Da seduta Eeda ebbe modo di vederla più da vicino. Non aveva mai visto qualcuno di così anziano in tutta la sua vita. Il volto della donna era ricoperto di una miriade di rughe. Come una fitta ragnatela dalla quale era difficile districarsi.
Nonostante questo portava i capelli sciolti come una giovane donna non ancora maritata. Il suo occhi erano ricoperti di nero creando una spessa linea scurissima che andava da tempia a tempia. Il destro era completamente bianco come se non ci fosse traccia della pupilla, mentre il sinistro era scuro, profondo e penetrante. Le unghie delle sue mani erano gialle e incurvate su se stesse. I dorsi erano ricoperti di bende che risalivano fino al gomito. La tunica che indossava invece era logora e di un colore molto scuro. Oppure lo era semplicemente diventata con la sporcizia accumulata negli anni.
«Non aver paura mia bella rossa.»
Eeda trasalì sentendo quell'appellativo con cui era solita chimarla Heron.
«Fatti vedere bene bambina.» Disse la donna per poi emettere uno strano suono simile ad una lingua antica. «Non capitano spesso creature colme di amore come te da queste parti.»
L'anziana veggente si alzò e girò introno al tavolo sempre borbottando qualcosa di incomprensibile. Eeda si chiese come fosse possibile le che le vesti della donna non prendessero fuoco in mezzo a tutte quelle candele.
La donna si sedette sulla panca affianco a quella di Eeda e le mise una mano sul suo ventre. Spalancò la bocca ed emise un sibilo terrificante che sembrava essere un gridolino di gioia.
«L'amore sta davvero crescendo dentro di te. Percepisco il seme di un uomo molto alto, forte, nobile, molto capace in battaglia, così come a letto. Un uomo nato per proteggerti, fin da quando era bambino.»
Spalancò la mano ancora di più appiattendo il palmo sul suo ventre.
«Ha attecchito nel tuo grembo da pochissimo tempo. Sarà un bel maschietto.» Si arrestò e ritrasse la mano «Oh, mi dispiace piccola. Non ne avevi neanche il sospetto?»
Eeda si limitò a scuotere il capo con la bocca spalancata dalla sorpresa. Si sforzò di ricordarsi quale fosse la fase lunare durante il suo ultimo sanguinamento. Da quando era arrivata al castello di Berwick, non aveva tenuto molto conto della regolarità delle sue perdite in quanto i rapporti con Blake era ripresi solamente da pochi giorni. Probabilmente se avesse chiesto ad Alieen le avrebbe fornito delle date più precise.
Le sembrò ad ogni modo che mancassero almeno due o tre giorni alla scadenza e cercò di non darsene cruccio. Seònaid poteva aver benissimo provato a tirare ad indovinare sulle sue condizioni. Riguardo la descrizione di Heron e il loro focoso rapporto era probabile invece che gli avesse spiati dalla balconata durante la serata e fosse stata una semplice interpretazione data dalla saggezza di così tanti anni di vita alle spalle. Probabilmente aveva studiato le dinamiche dei suoi compagni di viaggio, intuendo con facilità che lei e Blake erano accompagnati da guardie anziché semplici amici.
«Non vuoi sapere qualcosa di più sul futuro della creatura che sta iniziando a crescere dentro di te?»
«Si certo, ma non sono sicura di essere incinta.»
«Certo certo, su da brava ora, sputa dentro il tuo boccale di birra.»
Eeda eseguì le sue indicazioni e lasciò cadere della saliva nel suo boccale. Lo porse alla donna la quale prese una piccola boccia di vetro con dentro uno liquido denso e trasparente. Ne verso una piccola quantità dentro il boccale muovendolo energicamente come a miscelrane il contenuto. Se lo portò alla bocca e lo ingurgitò ed emise dei versi gutturali come se si stesse dissentano. Eeda nel vedere quella scena fu presa da un altro conato di vomito che riuscì a trattenere a stento.
L'anziana continuò a pronunciare freneticamente frasi in una lingua sconosciuta. Poi si fermò e i lineamenti del suo volto assunsero un tono impassibile e la sua voce si fece neutra.
«Il tuo bambino separerà te dal tuo Signore prima ancora che venga al mondo. Non potrai avere l'amore di entrambi.» Trasalì e tremò ancora per qualche secondo, come se vedesse davanti a sè una scena reale. «L'unione che avverrà tra due giorni da oggi non sarà abbastanza forte per scongiurare tale destino. A breve dovrai fare una scelta.» Il corpo dell'anziana fu quindi scosso nuovamente da un altro fremito che durò un lunghissimo istante. La decrepita donna riprese quindi a parlare in tono più naturale.
«Mi dispiace bambina, le norne hanno parlato.»
Eeda rise in preda al nervosismo e si precipitò fuori da quella minuscola stanzetta. Una terza ondata di nausea la pervase mentre scendeva le scale. Passò davanti a Blake e le guardie senza nemmeno guardarli e si diresse verso l'uscita della locanda. Si piegò dietro un barile di legno e rigettò l'intero stufato.

Blake nel vederla gettò immediatamente il calice di birra sul bancone facendone trasbordare la metà e si precipitò ad inseguirla. Le prese la testa con una mano raccogliendole i capelli con l'altra.
«Va tutto bene, Eeda. Ora passa.» Cercó di tranquillizzarla mentre fece cenno ad una delle guardie di andare a prendere un po' di acqua. «Cosa succede, piccola Manner? Hai bevuto troppo?» Le  chiese con lo sguardo accigliato.
«No. E' solo che c'era una puzza terribile dentro quella stanza e dopo un po' non ho retto più.»
«Era la prima volta che ti facevi predire il futuro da una veggente pagana?» Rise. «Sono esseri spirituali, pensano di trascendere dal loro corpo e di conseguenza dalla proprie igiene.»
«Si direi proprio che è così. Non ero preparata.» Sorrise riacquistando un pochino di colorito in volto.
«Vieni, siediti qui.» La sorresse fino ad una panca posta fuori dall'entrata della taverna e si accovacciò davanti a lei. «E' meglio se respiri ancora un po' di aria fresca.»
Eeda ringraziò con un cenno la sua guardia che le aveva portato un calice d'acqua.
«Allora cosa ti ha detto? Quanti figli avremo?» Scherzó Blake.

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