15. L'amore dopo l'odio
Che cosa aveva fatto!? Blake non poteva credere di essere stato così cruento con lei. Con una donna. A prescindere da chi lei fosse o cosa avesse fatto. Provò un senso di vergona e disperazione vedendo il suo corpo riverso sul tavolo, con la gonna alzata e le sue cosce sporche di sangue e del suo seme. Era stata tutto il tempo in assoluto silenzio, quasi trattenendo il respiro e ora i suoi occhi glaciali sembravano ancora più rossi e ancora più colmi di lacrime rispetto a quando era entrato nella tenda. Appena lei fece per tirarsi su, si avvicinò per aiutarla, ma come spaventata dalla sua movenza, arretrò e si accasciò a terra.
«Eeda!» Cercò di rianimarla con vigore e in quell'intento si accorse tardi dell'enorme errore che aveva appena fatto pronunciando il suo nome. Fortunatamente sembrava aver perso proprio i sensi. Sperò che nessun orecchio indiscreto fuori dal tendone lo avesse sentito.
La prese tra le braccia e la sollevò. La portò fuori sperando che l'aria fresca la facesse rinvenire. Grazie a Dio non c'era nessuno nei paraggi, ma sapeva che non sarebbe durata a lungo. Decise quindi di portarla alla pozza termale.
A metà del tragitto il suo corpo sembrava lentamente riprendere consistenza. Non era ancora del tutto sveglia, ma la sua testa non cadeva più all'indietro. Ora si era accasciata sul suo petto, come a cercare conforto tra le sue braccia. Proprio quelle braccia che l'avevano tradita prendendola con forza.
La distese sulla sabbia della spiaggetta. Le allentò la fascia del vestito che le stringeva la vita e la svestì piano, lasciandole solo addosso la sottoveste. Libera dalla morsa delle sue vesti, Eeda riprese a respirare profondamente e aprì gli occhi guardandolo con aria persa e confusa. I loro volti erano vicinissimi e i loro sguardi nuovamente uno dentro l'altra, cancellando la distanza dei momenti precedenti.
«Mi dispiace Glenna, non so cosa mia sia preso. Mi dispiace...Non volevo essere così cruento. Ancor meno la tua prima volta.»
Tutta la collera era sparita, lasciando spazio ad un profondo rammarico e ad un fortissimo senso di colpa. Si sentì nuovamente premuroso e protettivo come se si fosse dimenticato di aver avuto conferma riguardo la sua identità. La sua anima in quel momento si rifiutava di credere che quella creatura indifesa potesse essere lì per fare del male a lui o a chiunque altro. L'unico che fino a quel momento aveva ferito l'altra, era stato lui.
Eeda scoppio a piangere a sentire quelle parole. Sembravano sincere e dense di dispiacere. Non capiva che fine avesse fatto prima, ma ora il suo amante premuroso era tornato.
«Blake, ti prego stringimi...»
Ignorò il fatto che lo avesse chiamato per nome, perché era sembrato tutto così tremendamente spontaneo. La cinse tra le braccia in modo dolce e avvolgente. Le baciò la testa e le ripeté parole di rammarico, ma Eeda aveva bisogno di conferme per placare quell'angoscia che pervadeva ancora il suo corpo. Conferme che entrassero nel profondo e le sciogliessero quella orribile sensazione di vuoto. Aveva bisogno di sentirsi protetta dal suo corpo per scacciare il ricordo che erano state proprio le sue carni a prenderla con tale freddezza. Aveva bisogno di credere che era stato tutto un brutto sogno. Aveva bisogno del suo amore per curare le ferite del suo odio, così gli mise un dito sulle labbra per placare il fiume di scuse.
«Ti prego. Ti prego, non dire altro. Baciami solamente...»
Lui la prese in braccio appoggiando la sua fronte contro la sua e la condusse in acqua come per lavare i segni di quello che le aveva appena fatto. Le fece appoggiare i piedi sul fondale, sapendo che l'acqua l'avrebbe aiutata un pochino a sorreggersi. La strinse forte a sé e la baciò dolcemente e a lungo, tenendole una mano sotto l'orecchio.
Quel bacio le stava colmano il vuoto, lasciando spazio al famigliare groviglio in pancia, più disperato del solito. Il sole stava calando dietro di loro e le loro bocce rimasero unite per lungo tempo.
Il groviglio delle loro labbra e delle loro lingue si fece piano piano più movimentato, mentre la luci nel bosco si affievolirono. Una volta protetti dal buio e dal vapore dell'acqua, l'angoscia svanì e si trasformò in una desiderio urgente.
Eeda gli cinse le gambe intorno ai fianchi e si trovò esattamente sopra la sua erezione. Il bacio si interruppe e si guardarono per un lungo istante negli occhi. Lui rimase immobile come se fosse impaurito di farle ancora del male. Il suo abbraccio era diventato debole attorno a lei. Le stava sfiorando la vita come se avesse paura di mandarla in frantumi da un momento all'altro.
Eeda comprese che doveva essere lei a dargli coraggio, in quanto lui non avrebbe più fatto nulla senza il suo dichiarato consenso. Scese quindi con estrema lentezza sulla sua erezione sempre tenendo lo sguardo dentro al suo. Lui non le andò incontro, ma nemmeno si ritirò. Blake continuò a guardala negli occhi come a scrutare con un po' di preoccupazione ogni minima sensazione della sua compagna di infanzia.
Il piacere iniziò ad irradiarsi dal caldo delle sue carni dentro le sue, in modo decisamente più intenso di come avevano fatto le sue mani nei gironi precedenti. Il calore di quella unione era intenso. Vibrava dentro le sue viscere e dentro il suo animo.
Quando lo ebbe accolto completamente fino in fondo, la sensazione di piacere fu incontenibile e dovette distaccare lo sguardo da lui per chiudere gli occhi e trattenere quel tumulto dentro di sè. Eeda gettò indietro la testa gemendo e cercando di spingerlo ancora di più dentro di lei. Strinse le gambe più forte intorno alla sua vita. Aveva già timore all'idea di lasciarlo andare. Avvertiva la sensazione che sarebbe stato straziante non averlo più dentro di lei.
Inarcò la schiena per accoglierlo nel profondo e gli offrì i seni. Blake la sorreggeva in modo più fermo, tenendole una mano aperta in mezzo alla schiena. Scostò la sottoveste che si era incollata al suo corpo e assaggiò quei frutti con un bacio dolce e languido che le provocò una profonda vibrazione nelle viscere, nel cuore e nella mente.
Eeda sospirò, come se fosse tutto troppo intenso da contenere, rilassò la schiena e tornò con il volto su quello di Blake.
Non vedeva più timore nel suo volto, ma solo una familiare voglia di darle piacere. Con lei in grembo si mosse piano verso la riva. I movimenti delle sue lente falcate in acqua si ripercuotevano nella sua pancia facendola tremare.
Rimanendo dentro di lei, la adagiò sul fondale delle riva. I loro corpi erano semi immersi dall'acqua calda, avvolti dal vapore.
Rimasero fermi per qualche attimo. Eeda vide gli occhi di Blake disegnare un semicerchio sul suo volto. Scesero ad osservare per qualche istante le sue labbra socchiuse, poi tornarono nei suoi occhi emettendo un mezzo sospiro e trasmettendole una profonda vibrazione dove la loro carni si erano fuse.
Sembrava che stesse aspettando la sua approvazione per potersi muovere e lei gliela concesse con un piccolo cenno del capo, spingendo allo stesso tempo il bacino verso di lui ed emettendo un lieve mugolio.
Lo sentì ritrarsi leggermente per poi tornare a colmarla spingendosi ancora più infondo di quanto pensasse fosse possibile.
Eada si ricredette. Lasciarlo andare e venire dentro di lei era qualcosa di incredibile e sconvolgente.
La lucidità la stava abbandonando, facendo posto ad una sensazione di estasi. Lui riprese a baciarla affondando sempre di più la sue carni in lei. Era come se inseguisse il piacere di Eeda con il fine di renderlo più intenso ad ogni colpo, finché non arrivò all'apice. Blake si fermò nel punto più profondo dentro di lei.
Fu scossa da un tremore interiore senza precedenti e le sue viscere si contrassero intorno a lui. In quel momento sentì anche la carne di Blake pulsare ripetutamente e elargire in lei un calore liquido. Anche Heron prese ad ansimare e la sua respirazione si sincronizzò con quella della sua amante.
I loro corpi erano esplosi all'unisono.
Guardandosi, rimasero fermi uno dentro l'altra per un lunghissimo instante, mentre le piccole onde che avevano creato i loro movimenti sbattevano dolcemente sui loro corpi.
Diverso tempo dopo si alzarono per tornare alla tenda, senza rivolgersi parola, fatta eccezione di un "aspettami qui" che Blake pronunciò nei pressi del perimentro dell'accampamento. Recuperò velocemente un mantello per Eeda, in quanto la sua sottoveste era ancora zuppa e completamente incollata al suo corpo.
Una volta coperta la condusse nella tenda dove Unah, non vedendoli tornare, aveva lasciato un vassoio con la cena. Una volta alla interno, sempre in silenzio, le porse dell'acqua e si dissetarono entrambi, ma quando Blake appoggio il calice e tornò a guardarla comprese che aveva ancora bisogno di lui.
La sua urgenza lo contagiò all'instante. Si fiondò con ardore sulla sua bocca e la spinse dolcemente verso il letto.
Fecero l'amore per tutta la notte. Blake aveva perso il conto degli amplessi. Gli orgasmi si alternavano a lunghi baci, carezze, sospiri e qualche boccone di uva o di pane, ma mai ad una conversazione. Non si rivolsero mai una parola. Nonostante le emozioni si susseguissero in modo incalzante e non lasciassero spazi a molti pensieri, Blake sentiva che tutto quello che stava succedendo era profondamente sbagliato, ma non era riuscito a contrastarlo. Senza contare che quando aveva tentato di farlo era diventato un mostro, forse peggiore di Ranulf.
Quello che provava per lei, a discapito di tutto e di tutti, andava oltre la ragione e al buon senso. Nel condividere quegli attimi idilliaci, riusciva a pensare alla sua nemica con tenerezza. Rivedeva in lei la bambina innocente a cui si era tanto affezionato da piccolo.
Fecero l'amore con la stessa naturalezza con cui da bambini giocavano per le radure intorno a Berwick e nel farlo non riusciva a contemplare che lei fosse nella sua tenda con cattive intenzioni.
Tuttavia era sicuro che in quelle circostanze non stesse ragionando in modo completamente razionale. Era sicuro fossero gli istinti primordiali che lo portavano a fare quei pensieri e a provare quella sensazioni.
Una volta uscito da quella tenda, lontano dai suoi occhi, dalle sue labbra e dal suo corpo, era sicuro sarebbe riuscito a ragionare in modo più razionale e a trovare un modo per far combaciare tutte le sfaccettature di quella situazione a proprio vantaggio, ma in quel momento era impossibile e inutile opporre resistenza. Preferiva godere di quelle sensazioni mai provate per nessun altra.
Quando sentirono il canto degli uccellini provenire dal bosco, compresero che quella incredibile nottata era giunta al termine.
Eeda sapeva che di li a poco, tutto l'accampamento si sarebbe destato. Blake sarebbe uscito da quella tenda e non avrebbe saputo quando, se e di che umore sarebbe tornato.
Decise quindi di rompere l'intimità di quel silenzio che gli aveva avvolti fino a quel momento. Voleva dirgli quello che le rimbombava nella sua mente e nel suo cuore da quando si erano uniti la seconda volta.
«Blake...»
Lui rispose con un suono gutturale arricchito dalla stanchezza e portò gli occhi in quelli della sua nemica.
«Io lo ero già. Ero già tua.»
La strinse forte a sé e non lasciò andare per un lunghissimo instante.
Quelle parole lo colpirono nel profondo perché le aveva sentite sincere, ma soprattutto gli ricordarono che averla li con lui nel suo letto era davvero la cosa che desiderasse di più al mondo. Allo stesso tempo, però, lo riportarono alla ragione.
Eeda era ormai davvero sua. In tutti in sensi, ma doveva capire esattamente cosa farne.
La sentì rilassarsi e farsi leggeratra le sue braccia, come se si fosse tolta un peso pronunciando quella frase. Non era completamente addormentata, ma aveva già socchiuso gli occhi. Le diete un bacio sulla fronte. «Ora riposa mia dolce rossa dai capelli di fuoco»
Si vestì e usci dalla tenda passando vicino a quella di Ian per controllare se per caso fosse già sveglio. Sentì dei gemiti di una donna che tra un sospiro e l'altro pronunciava qualche frase in danese. Hemma.
Ciao a tutti!
Se nel precedente capitolo mi sono presa qualche riga per spiegarvi l'atteggiamento raccapricciante di Blake.
Credo sia opportuno spiegarvi quello di Eeda, che credo sia altrettanto spiazzante.
È molto insolita come reazione. Ma dobbiamo considerare che lei si è sempre aspettata molto di peggio dalla sua missione e anche da Blake se vogliamo. Diciamo quindi che aveva messo in considerazione che una cosa del genere potesse succedere da un momento all'altro.
Il suo schock forse è più dovuto al fatto di aver perso l'amante premuroso che era stato le volte precedenti. Per questo si attacca all'idea che possa in qualche modo tornare indietro e che appunto spera che possa cancellare quel episodio crudele.
Voi cosa ne pensate di questo repentino riavvicinamento?
Come potrà evolvere ora il loro rapporto?
Un abbraccio a tutti e a presto!
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