11. Bebbamburg

Nonostante Ranulf fosse viscido e davvero poco avvenente, era da sempre lo scapolo a cui ambivano tantissime famiglie nobili per via dei suoi possedimenti e ricchezze. Forte di questo era solito farsi spedire almeno un dipinto per ogni fanciulla,  fomentano così la competizione tra le famiglie, le quali si contendevano i migliori pittori al fine impressionare il Laird di Bebbamburg.
Per questo Blake e Ian erano diretti al suo castello. Dovevano semplicemente trovare il dipinto di Eeda Manner e avrebbero avuto in breve tempo la prova certa della sua identità. 
Il vichingo vedeva galoppare furioso davanti a sé l'amico a diversi metri di distanza. Blake lo aveva costretto a partire subito nonostante fosse rientrato all'accampamento quella stessa mattina. Avevano scelto ovviamente una via più breve, ma più tortuosa. Era più di un ora che andavano al galoppo su di un percorso disconnesso chiedendo l'impossibile ai loro cavalli.
Ian faticava a stargli dietro.
«Blake, dannazione fermati!»
Continuava a chiamarlo, ma l'amico lo ignorava prontamente.
«Mi senti? Ho detto di fermarti accidenti!»
Diede ancora un colpo sul fianco del suo stallone e riuscì finalmente a raggiungere il suo Laird. Rischiò di rompersi l'osso del collo allungandosi a prendere le briglie del suo cavallo. Blake cercò di riprenderle con il risultato che lo stallone del Laird si imbizzarrì facendolo cadere a terra.
«Cosa diavolo stai cercando di fare brutto idiota di un danese? Di ammazzarmi?»
«Tu cosa diavolo stai cercando di fare?  Se vai avanti di questo passo tra pochi chilometri in nostri stalloni saranno buoni solo per uno stufato! Si spezzeranno qualche zampa o saranno pieni di vesciche. In ogni caso ci ritroveremmo a piedi perdendo più di due giorni per i trasferimenti. E' questo che vuoi? Blake, per favore cerca di tornare in te!»
Si era permesso di parlargli così perché era suo amico, prima ancora che il suo laird. Detestava vederlo fuori di sé in quel modo.  Era sempre stato una persona molto razionale. Questa volta però agiva in preda ad un tormento profondo. Il suo compito era quello di aiutarlo a procedere nel modo più corretto ed impedire che facesse sciocchezze. Non gli importava quindi se ora lo stesse guardando come se fosse pronto a saltargli addosso e picchiarlo.
«Accidenti!» Si alzò in piedi e imprecò contro il cielo.
«Ian non ne posso più! Non so nemmeno perché stiamo combattendo questa guerra. A che punti siamo arrivati ? Noi stiamo progettando di distruggere un ponte che potrebbe mettere in difficoltà villaggi interi, bambini compresi, per tutto l'inverno. Perdo dai tre ai dieci uomini ogni luna e quelli che hanno la fortuna di sopravvivere vedono le mogli una volta ogni tre mesi. Molti di loro hanno figli di cui non hanno mai visto il volto. Figli mal nutriti perché oltre a toglierli i loro padri, gli sto spremendo di tasse per pagare i costi di tutto questa farsa.» Sbuffò e si passò la mano tra i capelli. «E ora il mio nemico mi spedisce nel letto la sua primogenita vergine senza nemmeno pensare che le potrebbe costarle la vita. E' assurdo! E' tutto davvero assurdo!»
Ian notò che in cuor suo sapeva già le risposte che avrebbe trovato a Bebbamburg e che allo stesso tempo aveva anche già deciso di giustificarla e dipingere Eeda come vittima della situazione. Dubitava però che questa benevolenza sarebbe durata a lungo, una volta che si fosse davvero trovato faccia a faccia con la realtà. Probabilmente la collera che aveva in corpo ora sarebbe stata solo un decimo di quella che si sarebbe trovato a gestire quando Ranulf gli avrebbe confermato l'identità di Eeda.
Si avvicinò a Blake e gli mise una mano sulla spalla per fargli sentire che gli era vicino e per trovare il modo per tranquillizzarlo.
«Tu e Eeda eravate predestinati a porre fine a tutto questo. Se la ragazza nella tua tenda è davvero lei e come pensi non ha in corpo così tanta malizia, forse potrete riprendere in mano il vostro destino e trovare assieme una soluzione per entrambi i clan.»
Non era molto convinto che Eeda fosse così innocente, ma in quel momento doveva dare speranza al suo amico per aiutarlo a risollevarsi.
Blake piegò leggermente il capo in direzione dell'amico e li fece un cenno di ringraziamento per le sue parole e si rimise a cavallo.

***

Eeda si svegliò da sola nella tenda del Laird ancora dentro il mantello. Non sentendo il suo corpo marmoreo affianco, si ricordò immediatamente gli avvenimenti della sera precedente.
La furia con la quale avevano discusso lei e Blake. Il senso di soffocamento che gli aveva creato tutta la situazione. La sua corsa in preda alla disperazione conclusa imbattendosi nel suo peggior incubo, Angus. Sempre appostato fuori dall'accampamento come il suo angelo nero. La umiliava e la spronava a tradire l'unico uomo che era stato davvero gentile con lei da quanto era nata.
Chiuse gli occhi e per un attimo e desiderò di essere davvero Glenna, sola al mondo, aspirante amante del Laird.  Era decisamente meglio che tornare a Roxbourgh con suo padre, Aidan e Angus. Dopo tutto era sempre stata prigioniera anche nel suo stesso castello. 
Probabilmente Blake sapeva già che Glenna non esisteva. O forse ripensandoci ne aveva solo il sospetto. In quell'attimo di furia non aveva lasciato trasalire nessuna particolare accusa esplicita. Le aveva semplicemente detto che non sapeva chi fosse davvero. Era decisamente meglio che sentirsi dire che era arrabbiato perché sapeva chi fosse in realtà.
Probabilmente aveva solo dubbi riguardo il fantomatico quasi marito abbandonato. Si era dimostrato anche premuroso e preoccupato nel bosco. L'aveva stretta a se. Non poteva aver scoperto la verità e allo stesso tempo non provare risentimento nei suoi confronti. Non sapeva ancora che era un'impostora, una traditrice, una spia.
Rimaneva però il fatto che non era rientrato alla tenda. Lo aveva sentito impartire ordini alle guardie. Ma poi non era tornato. Dove aveva dormito? o meglio con chi aveva dormito? Era certa che tutta quella aggressività era scaturita anche dal fatto che si erano punzecchiati sessualmente per diverse volte sere senza consumare completamente un rapporto. Era fisicamente esasperata lei da quella situazione, donna vergine e inesperta. Figuriamoci un uomo come lui abituato a ben altre vezzi.
Forse non si era dimostrato così risentito perché dopotutto passare la notte con lei o un'altra non faceva la differenza. Probabilmente l'aveva lasciata dormire nel suo tendone perché la sapeva sconvolta dall'incontro con Angus. È quasi sicuramente oggi l'avrebbe fatta sloggiare e si sarebbe ripreso nel letto Mereen, più esperta, più remissiva e soprattutto dall'identità certa.
Si sentì pervadere dalla gelosia. Ora doveva fare i conti anche con la consapevolezza di essere innamorata di lui. Di desiderarlo in modo incontrollabile e non solo fisicamente, ma soprattutto di non volerlo tradire o mettere la sua vita a repentaglio. Si sentiva spaccata a metà. Da una lato c'era la figlia di Boyd.l, con determinati doveri nei confronti del padre e del suo clan , i quali si aspettavano dei risultati precisi. Dall'altra c'era lei, la mezza amante del Laird di Berwick, la sua mancata sposa, e probabilmente la sua futura vittima.
Era impossibile che la sua identità non venisse fuori prima o poi, sopratutto se lei si fosse rifiutata ancora a lungo di passare le informazioni ad Angus. L'avrebbero fatta trapelare loro per vendetta o perché convinti che davvero Blake potesse considerare di sposarla, passando così alla seconda fase del piano.
Eeda era certa che non sarebbe mai successo. Si ricordò della sua reazione quando provò a persuaderlo di non essere vergine. Odiava le bugie, era chiaro. Anche le più piccole. Aveva subito cambiato volto e atteggiamento diventando per un attimo brusco e intimidatorio. Non osava immaginare come la collera lo avrebbe trasformato, dopo aver scoperto di essere stato preso in giro nel suo letto niente di meno che dalla figlia del suo nemico.
Era affranta e sull'orlo della depressione. Inoltre emanava un odore acre di sudore. Dormire dentro la pelliccia di Blake non era stata una ottima idea. Per come si sentiva la sua anima, avrebbe preferito rimanere a dormire nella tenda tutto il giorno, in attesa della sua triste fine. Poi si immaginò Blake che entrava con Meeren e le chiedeva gentilmente di lasciare la tenda. Non poteva assolutamente farsi trovare da lui in quello stato. Si vestì, si raccolse i capelli e usci lasciando la mantella a prendere aria su di una panca fuori al sole.  Si diresse verso la tenda della cucina e con sollievo vide Jamie che parlava con altri due uomini mentre faceva colazione.
«Lady Glenna!» La precedette lui sorridendole. «Avete dormito bene? Mio padre mi ha raccontato che avete subito una aggressione nel bosco, ieri notte. Che ci facevate al lago?  Non avete fatto il bagno ieri alla pozza del Laird?»
«Ehm...no in realtà, Jamie. E vorrei tanto andarci ora.»
«Andate pure, portatevi dietro una serva che vi aiuti. Non vi serve nessuna scorta. E' impossibile ci siano attacchi di giorno. I nostri uomini stanno proteggendo i confini esterni. Inoltre la prima guardia del Laird, ha dato disposizione di lasciarvi libera di muovervi per l'accampamento e nelle zone limitrofe. Quindi ora potete farvi tutti i bagni che volete! Direi che avete guadagnato appieno la fiducia del Laird.» Concluse il giovane facendogli l'occhiolino.
«Già! Sembrerebbe di sì.» Rispose titubante. Oppure non gli importa proprio più niente di me... pensó con rammarico.
Tornò alla tenda e chiese a una delle serve che stavano resettando il letto di poterla accompagnare.
Si diresse con la ragazza verso il sentiero, ma prima del perimetro dell'accampamento Unah la richiamò indietro. La ragazza le disse di aspettarla solo qualche istante e che sarebbe tornata subito. Eeda l'aspettò sedendosi su una roccia li vicino.
Dalla tenda a pochi piedi di distanza sentì Douglas e Timmy discutere del ponte di Horncliff.
«Il Laird ha deciso di demolirlo in modo da indurre McDellah ad avanzare per poi accerchiarlo da nord.»
Il cuore iniziò a martellarle nel petto all'impazzata. Era appena entrata in possesso dell'informazione che voleva tanto Angus. Era arrivato l'agosciante momento che l'avrebbe obbligata a decidere chi tradire, il suo sangue o il suo cuore. 

***

Procedendo al trotto arrivarono comunque abbastanza velocemente nei pressi di Bebbambuorgh. Passato l'ultimo dei crinali, il mare si apri davanti a loro. Il vento soffiava forte rallentando l'andamento dei cavalli, ma ovviamente Blake stava spronando il suo stallone a proseguire con forza. Il mare era nero, schiumoso e le onde si muovevano con una imponenza spaventosa scontrandosi tra loro senza una logica. Impetuose, si abbattevano forte contro la basi del castello di Ranulf. Quello scenario così spaventoso sembrava essere la propagazione dell'umore di Blake.
Anche il cielo era molto minaccioso. A breve un acquazzone si sarebbe riversata su di loro. Dovevano sbrigarsi ad arrivare al castello e l'ultimo pezzo lo percorsero al galoppo con un lieve sollievo dell'impazienza di Heron.
Ian lo raggiunse mettendosi al suo fianco prima di arrivare alle porte del castello. Il suono di alcuni corni stavano già annunciando il loro arrivo.
«Blake come ti senti? Devi mantenere la calma con Ranulf, lo sai vero?»
«Certo che lo so!» Rispose innervosito.
«Dirà cose spiacevoli su Eeda, cerca di non prenderla sul personale, d'accordo?»
«Ian, praticamente non conosco nemmeno Eeda, perché dovrei prendermela?»
«Sai bene che probabilmente non è così.»
Blake lo fulminò con lo sguardo e Ian fece un sospiro denso di preoccupazione.
Trovarono subito gli stallieri pronti a prendersi cura dei cavalli. Ne avevano un gran bisogno povere bestie.
Nel castello di Bebbamburg tutto funzionava alla perfezione. La servitù era numerosa ed efficiente. Le decorazioni ero sontuose, così come l'abbigliamento delle persone al loro interno. I banchetti erano sempre stati esagerati e ostentavano grande ricchezza. Questo doveva succedere quanto le casse del castello non erano prosciugate da una guerra che andava avanti da quasi cent'anni e il Laird vi risiedeva in modo costante tenendosi bene alla larga da ogni conflitto.
La prima guardia di Ranulf li stava andando incontro per accoglierli.
«Buona pomeriggio amici. Il Laird vi sta aspettando nel salone. Venite! Seguitemi!»
Salirono dalla scala principale che dava sulla corte est. Un gran numero di serve andava a e veniva da Salone. Il laird sedeva mezzo coricato su di una poltrona al capo del lungo tavolo da banchetto.
Aveva davanti a sè tre torte diverse, altri due piatti con degli scones e uno con un budino dalla vacua consistenza, già completamente deflagrato.
La prima guardia si apprestò ad annunciare gli ospiti.
«Mio Signore, Blake di...»
«Non serve che gli annunci idiota, so bene chi siano!» lo interruppe Runulf.
«Blake amico mio! Qual buon vento! Sono contento di vederti da queste parti!»
Non erano così amici in realtà, ma il pachiderma di Bebbamburg aveva modi viscidi ed estremamente ipocriti con tutti.
«E tu Ian? ogni volta che ti vedo sembri sempre più biondo e imponente, accidenti a te! Scusate se non mi alzo ma questo tempo mi dilania la schiena.»
Certo,il tempo... Pensò Blake. Non quella palla gigante che aveva per pancia e che non smetteva mai di alimentare. Lurido pachiderma!
«Forza sedetevi e servitevi!» Gli esortò. «Sarete stanchi e affamati, da dove arrivate?»
«Arriviamo da Sud. Per degli accordi riguardo dei rifornimenti d'armi con alcuni inglesi.»
«Sempre a giocare ai soldatini voi due eh?»
Sempre con il tuo flaccido e flatulento culo sulla poltrona eh, Ranulf? Continuò lo sfogo interno di Blake. Poi si sforzò di controbattere scherzando ad alta voce.
«Sai com'è. Dobbiamo tenere allenati i muscoli.»
Un serva dall'ampia scollatura e con la capigliatura spettinata entrò nel salone guardando il suo laird con un aria compiaciuta. La sua andatura faceva oscillare sia le sue curve, che un secondo budino.
Quando fece per appoggiarlo sul tavolo, Ranulf le afferrò le natiche attraverso la gonna ed emise un suono simile a un grugnito di maiale. Tutto questo senza darsi cruccio della presenza dei suoi ospiti, esattamente come se fosse una atteggiamento normale per chiunque.
«Sempre in cerca di moglie vedo, Ranulf!» Intervenne Ian scherzando, con l'intento di indirizzare subito l'argomento di interesse.
Il pachiderma rise sonoramente, strozzandosi con una fetta di torta.
«Cosa vi posso offrire amici miei? Birra, sidro, vino. Un po' di compagnia femminile?»
«Grazie, un po' di birra andrà benissimo per entrambi.»rispose Blake.
«Piuttosto voi? Quando avete intenzione di prendere moglie? Io ho già fatto il mio ampiamente. Ho già tre figli  e due defunte mogli, ma voi dovete darvi ancora da fare, giovanotti!»
Blake con estremo sforzo finse una risata.
«Hai proprio ragione, Ranulf. Sarebbe ora, ma viviamo praticamente sempre all'accampamento, forse dovremmo chiedere consiglio a te. Sei sicuramente il più informato riguardo tutte le giovani donne delle Lowlands, anche se mi sembra di capire che non hai fretta di prendere di nuovo moglie.»
«Di tutte le Lowlands e non solo. Sto aspettando un paio di ritratti anche dalle Highlands. Sono troppo indeciso o forse sono diventato troppo pretenzioso. Sapete, ho allestito addirittura una stanza dove sono esposti  in maniera permanente tutti i volti delle possibili future Singore di Bebbamburg.  Voglio rifletterci bene. Sono rimasto molto scosso da una brutta esperienza e non voglio fare altri errori. Domani mattina vi racconterò bene tutto e vi mostrerò la mia mostra privata. Basta che non me le rubiate tutte, eh!» Ridacchiò . «Ora rifucillatevi. Visto il tempaccio immagino che vi soffermerete per la notte. Stasera c'è in programma un banchetto per Saint Andrew. Sapete quanto io sia religioso!» Rise fragorosamente della sua stessa battuta.

Girava voce per il castello che praticasse il paganesimo. Ma in realtà era solo una copertura che aveva usato per zittire la sua prima moglie di origine danese, quando lo scoprì nel pieno di un orgia con sei serve e altri due uomini. La  sua struttura fisica non gli aveva mai permesso grandi amplessi. Si riservava quindi godere visivamente anche degli accoppiamenti altrui. Con la storiella del rito pagano, convinse la moglie che la pratica andasse eseguita come sacrificio agli dei e la costrinse a prenderne parte almeno due volte alla settimana. La donna sconvolta dalla perversione del marito, si tolse la vita due mesi più tardi gettandosi da una scogliera in una giornata di tormenta.
«Edme e Fiona vi mostreranno i vostri alloggi, non esitate a chiedere loro qualsiasi cosa abbiate bisogno. È intendo proprio qualsiasi...»Sottolineò, mostrando la lingua e socchiudendo viscidamente un occhio.
Blake pensò al volto di Glenna ritratto nella stanza dei dipinti. Ricacciò indietro il pensiero.  Avrebbero trascorso la notte in attesa di entrare nella stanza dei dipinti delle povere malcapitate. Trovava agghiacciante l'idea di cosa Ranulf era riuscito ad allestire. Probabilmente si recava tutti i giorni in quella stanza e si crogiolava nella convinzione che tutte quelle donne morivano dalla voglia di giacere con lui.
Fece stridere i denti. Dopotutto era una occasione perfetta per avere tutte le risposte in un colpo solo. I particolari degli occhi glaciali e delle labbra carnose di Glenna riprodotte in un dipinto si fecero strada nuovamente nella sua mente e fu invaso da una sensazione di doloroso vuoto nel torace.
Sperava ardentemente di non trovare quel volto tra i vari ritratti esposti.
I servi richiusero le porte dal salone dietro le loro spalle e i due uomini si guardarono con aria esasperata e perplessa.
Ad Ian era chiaro il tormento nello sguardo e nella postura tesa dell'amico.
«Per lo meno non sarà necessario addentrarci per tutto il castello alla ricerca del dipinto della giovane Manner. Si è offerto di fornirci una prova inconfutabile senza alcuno sforzo.»
«Sì, hai ragione Ian, sempre che riesca a non sgozzare quel lurido porco prima di domani mattina.»
Ian non lo aveva mai visto adirarsi tanto per lo stile di vità di Ranulf. Sapeva bene che Blake non lo condivideva, ma era così da sempre. Ora invece ogni azione o frase del pachiderma sembrava colpirlo nel vivo. Probabilmente la sola idea che la sua bella rossa avrebbe potuto sposare quell'essere lo faceva infuriare.
«Cerca di Riposare Blake, hai l'aria stravolta...»Gli diede una pacca sulla spalla prima che entrassero nelle rispettive stanze.

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