07. Risveglio

Blake si svegliò diverse ore dopo sentendo che i suoi uomini erano già attivi all'esterno.
Erano esattamente nella stessa posizione in cui si erano addormentati. Si rese conto che era la prima volta che dormiva senza aver avuto incubi da quando era morto suo padre.
Cercò di divincolarsi muovendosi pianissimo per non svegliarla. Si vestì lentamente, sempre osservandola. Probabilmente avrebbe dormito ancora per diverse ore con il subbuglio che aveva vissuto il giorno precedente. Prima di uscire si chinò su di lei per respirare ancora una boccata del suo odore, un misto di sesso e dei soliti oli essenziali che preparava una delle serve al castello, ma che sulla sua pelle assumevano un tono ancora più dolce. Uscito, vide subito Unha che si aggirava lì intorno e si diresse verso la paffuta signora.
«Lasciala dormire ad oltranza e offrile una abbondante colazione. Dopo di che non perderla mai di vista. Controlla tutti i suoi movimenti, soprattutto se cerca di allontanarsi dall'accampamento.»
«Certo mio Signore.» Rispose con un'aria soddisfatta la donna. Era certa che il suo Laird non si fosse fatto ammaliare da quelle grida lascive da lurida sgualdrina, che la notte precedente aveva chiaramente udito fino alla sua tenda.
«Sai dove sia Ian?» Si informò Blake non avendo tempo da perdere.
«È nel bosco dove hanno avvistato la spia ieri notte.»
«Grazie Unah. Buona giornata.» E si diresse a passi decisi e veloci verso il confine.

Ian era attento a perlustrare il bosco cercando qualche traccia dell'incursione notturna.
Alzò il capo sentendo arrivare qualcuno dei suoi. Sorrise all'amico per salutarlo e si affrettò a schernirlo con un ghigno divertito.
«Dormito bene mio Laird?»
Blake alzò gli occhi al cielo ridacchiando. «Benissimo, Ian, grazie! E tu? Hai passato la notte a pregare gli dei?»
«No. Era un po' difficile pregare con tutti i rumori molesti che qualche animale in fase di accoppiamento selvaggio emetteva nelle vicinanze.»
«Se lo vuoi sapere la rossa è ancora tutta integra.» Ribattè.
Ian rimase a bocca aperta con una espressione a dir poco incredula.
«E cosa diavolo le hai combinato allora? Non vorrei essere volgare verso una tua amante, ma sono certo che sarà venuto duro a mezzo clan ieri notte.»
Blake ridacchiò, cercando di celare che in effetti, l'idea dei i suoi uomini eccitati per Glenna, lo infastidiva e parecchio.
Si fece quindi serio.
«Ian c'è qualcosa di lei che non mi convince.»
Anche il suo amico si fece serio.
«Lo so.  La sua presenza in quel gruppo di prostitute è ambigua. Sei riuscito a farla parlare oltre che gridare?»
«Non molto. Dice di chiamarsi Glenna. E' scappata prima delle nozze che suo padre aveva combinato con un fittavolo troppo anziano, e in seguito di essere stata rapita da un gruppo di contrabbandieri, che l'hanno venduta a loro volta ai due proprietari del bordello, mentre stavano già trasferendo le donne al campo di Macdellah.»
«Mmh...» Rispose pensieroso Ian.
«E' per questo che non ti sei preso la sua verginità...»
«Lo sai come sono queste cose Ian. Voglio prima essere sicuro che sia nubile. Mi sembra chiaro che non sia una povera vagabonda. In realtà non riesco ad immaginarla nemmeno come figlia di un contadino qualunque.»
Pronunciando quelle parole si rese conto che aveva appena ammesso di sospettare qualcosa di ben più grande.
Ian lo guardava preoccupato, ma non sorpreso, quasi come se condividesse il sospetto dell'amico.
«Vuoi che vada a Etel a verificare la sua versione? Sai il nome del padre o del fidanzato?»
«No e non credo che mi dirà qualcosa. Se è vero quello che racconta, non vorrà di certo tornare a casa.»
«Non di certo dopo quello che gli hai fatto ieri notte...» Tornò a scherzare Ian per stemperare la preoccupazione che alleggiava nell'aria e poi proseguì. «Mi recherò ad Etel. Non ti preoccupare. Una sposa che scappa prima delle nozze di certo non passa inosservata. Mi basterà recarmi nella prima locanda e tendere l'orecchio suoi pettegolezzi di paese. Scommetto che verrò a conoscenza del nome del padre e del povero sposo abbandonato prima ancora di finire un calice di birra.»
«Grazie Ian. Io andrò con i Mclean a effettuare un sopralluogo al ponte a est di Roxbourgh. Ci impiegheremo almeno due gironi credo. Ai nostri rispettivi ritorni discuteremo sul da farsi riguardo entrambe le questioni.»
«Perfetto.» Concluse l'amico.

Ian in realtà non pensava che sarebbe stato così semplice. Era chiaro che quella donna nascondesse qualcosa di più misterioso. Anche se faceva fatica ad immaginarsela come un vero pericolo, ripensando a come l'aveva sentita urlare la sera prima. Le era sembrata totalmente in balia dell'amico, ma si sapeva che non sempre il corpo segue la mente, e viceversa.
Si preparò alla partenza. Se davvero Glenna diceva la verità, sarebbe stato semplice ottenere conferme e cavalcando velocemente sarebbe riuscito a tornare all'accampamento prima che facesse buio. Si organizzò comunque per trascorrere più di una notte lontano dal suo Clan.

Blake invece non aveva nessuna voglia di allontanarsi dall'accampamento ora che c'era Glenna nel suo letto, ma dall'altro lato quella donna aveva davvero un effetto insolito su di lui. Non aveva mai provato un'attrazione così istintiva e primordiale. Un senso di protezione così innato e viscerale. Era tutto così naturale e spontaneo con lei, nonostante non la conoscesse nemmeno e nutrisse molti dubbi sulla sua identità.
Il pensiero che l'avrebbe rivista solo una volta saputo qualcosa di più su sul conto lo sollevava notevolmente. Avrebbe avuto più informazioni per sapere come agire nei suoi riguardi.

***

Eeda si destò ancora completamente frastornata e fradicia di sudore. Faceva un caldo soffocante sotto quelle pellicce. Dalla luce che entrava dalle fessure della tenda dedusse che fosse giorno inoltrato. Si mise a sedere cercando di sgranchirsi la schiena. Probabilmente aveva dormito per tutta la notte in una posizione davvero scomoda. Era tutta indolenzita.
Non si ricordava il momento in cui si era addormentata. Aveva solo in mente l'immagine del mantello di Blake che usciva dalla tenda.
Si rese conto di non sapere se lui avesse dormito o meno con lei. La cosa le creava un gran senso di disagio. Così come gli avvenimenti della sera prima. Aveva avuto dei modi davvero attenti e premurosi nei suoi riguardi, ma questo non la faceva sentire comunque tranquilla. Trasalì ripensando alla descrizione di Unah riguardo il suo Laird.
Rimaneva il fatto che non l'aveva fatta sua e che probabilmente non aveva condiviso nemmeno il letto con lei. L'altro aspetto che la preoccupava era che non l'aveva nemmeno baciata. Sulla bocca per lo meno. Potevano essere tutti segnali di estrema diffidenza. Anche nella più rosea delle ipotesi di fiducia nei suoi confronti, la sua premura e gentilezza non era comunque dettata da nessun trasporto emotivo. Per il momento non aveva fatto completamente centro nell'obbiettivo prefissato da suo padre e da Aidan. Ma dopotutto era stata solo la prima notte.
Se fosse riuscita a mantenere un po' più di lucidità forse avrebbe raggiunto il suo intento di sedurlo completamente, invece che farsi sedurre e confondere in quel modo.
Rimase scioccata dai suoi stessi pensieri. Che cosa era diventata? La mattina precedente si era svegliata Eeda figlia di Boyd Menner di Roxbourgh al sicuro tra le lenzuola profumate di lavanda, nella sua stanza nella torre sud del suo castello. Il giorno successivo si era ritrovata Glenna, figlia di nessuno, completamente nuda con addosso solo l'odore del seme del suo nemico e senza nemmeno uno straccio da mettersi addosso. La cosa ancora più tragica, era che stava già ragionando come la più lasciva delle prostitute.  Aveva riempito di menzogne l'uomo che le aveva regalato la notte più bella di tutta la sua vita e l'aveva condotta con gentilezza verso la scoperta del suo corpo.
Si era offerta a lui senza limiti. Aveva ufficialmente venduto il suo corpo al nemico e lui non si era nemmeno premurato di sfruttare appieno la sua disponibilità. Se c'era qualcuno che aveva impugno l'altro, questa non era lei. Blake invece l'aveva completamente confusa e le aveva fatto perdere il controllo.
Ripensò ancora alla povera oca accarezzata da Unah, prima della sua triste e brutale fine.
E pensando al diavolo, spuntarono le corna all'interno della tenda.

Unah entrò prepotentemente all'interno del tendone gettandole ai piedi degli abiti finemente decorati e una sottoveste ricamata.
«Ha dormito bene mia Signora?» La schernì ed emise  una risata malvagia e tipica di chi è convinto di aver la vittoria dalla sua.
I timori di Eeda aumentarono considerevolmente. Non aveva senso quell'atteggiamento. Si sarebbe aspettata di trovarla indignata e furiosa per ciò che le sue orecchie avevano udito durante la notte.
Qualcosa doveva essere successo mentre dormiva.
«Pensi di riuscire a trascinare il tuo lurido sedere indolenzito fino al tavolo per la colazione o pensi davvero che te la porti a letto?»
Eeda annuì, non comprendendo appieno la sua provocazione, ma era certa che fosse piuttosto offensiva. Le fu inevitabile chiedersi se Blake approvasse i modi che Unah le riservava.
Ad ogni modo, anche se con tono denigranti, Unah la stava invitando ad uscire dalla tenda. Voleva dire che dopotutto non era confinata li dentro come una prigioniera. Probabilmente le era anche concesso di muoversi liberamente per l'accampamento.
Si vestì velocemente mentre Unah resettava con aria disgustata il letto e recuperava piatti, calici e caraffe vuote.
Eeda si pettinò i capelli, prese alcune ciocche, le intrecciò e le congiunse dietro, a metà della nuca. Non aveva uno specchio, ma ritenne di essere abbastanza presentabile.

Poco dopo raggiunse i tavoli fuori dal tendone adibito a cucina. Le prostitute dovevano aver già consumato la loro colazione, dato che non c'erano avanzi sul tavolo. Stavano semplicemente bivaccando e ridacchiando sguaiatamente e si  illuminarono vedendo arrivare l'oggetto dei loro scherni.
Fu accolta infatti con un ironico clamore. C'era chi la scherniva sulla riservatezza dei suoi gemiti. Chi la punzecchiava dandole un piccolo colpetto sul fianco con il gomito. Alcune si complimentavano con lei dicendole che avrebbe avuto un roseo successo come prostituta. Altre le chiedevano particolari riguardo la prestanza di Blake, sottolineando senza il minimo ritegno cosa gli avrebbero fatto se solo fossero state loro le fortunate ad intrattenerlo. Il suo arrivo le aveva rese euforiche. Anche Unah se la rideva. Solo una ragazza, giovane e graziosa, rimase seduta in disparte, con uno sguardo tremendamente torvo.
Segretamente umiliata, iniziava a pensare che fosse decisamente meglio un prigionia in isolamento sotto il tendone del Laird. Quelle donne, senza sapere la realtà dei fatti, le stavano sottolineando il suo misero stato di impostora e il suo fallimento della notte precedente.
Con un crudele ghigno Unah le sbattè del porridge e del pane secco davanti.
«Tè e scones serviti milady!»
Scoppiarono tutte a ridere all'unisono. Probabilmente anche Blake, ovunque fosse, aveva sentito quel potente tuono di grezze risate femminili. Spostò lo sguardo dall'intruglio maleodorante alle altre tende dell'accampamento, chiedendosi appunto dove potesse essere.
«Ti stai guardando intorno in cerca di altri intrattenimenti notturni mentre il Laird sarà via?» La tormentò ancora Unah.
«Non tornerà a dormire all'accampamento stanotte?» chiese di getto Eeda preoccupata.
«Oh povera piccola, non ti ha aggiornato sui suoi programmi?» Le rispose con uno sguardo vittorioso. «Allora forse si è già stancato di te...»Anche la ragazza seduta in disparte aveva ora un aria soddisfatta.
La più anziana delle prostitute le si avvicinò e le disse «Non ti preoccupare, non lo fanno nemmeno con la propria moglie a volte» disse per rassicurala in tono scherzoso.
Notando lo sguardo preoccupato di Eeda in direzione della giovane seduta al tavolo da sola aggiunse: «Si chiama Mereen, è l'amante precedente del Laird. Ti consiglio di starci molto alla larga.»
Eeda fece un cenno di ringraziamento per l'avvertimento ricevuto, cercando di celare uno strano senso di gelosia nei confronti della sua rivale.
La giornata all'accampamento scorse molto lentamente. Le prostitute, dopo quello che avevano sentito la notte precedente, l'avevano presa in simpatia, anche se continuavano a schernirla. Una si era addirittura presa la briga di sistemarle l'acconciatura. Eeda decise quindi di intrattenersi con loro per far trascorrere il tempo il più velocemente possibile. Oltretutto Aidan le aveva suggerito di instaurare un buon rapporto con le compagne di avventura. Le prostitute in genere erano un'ottima fonte di informazioni. Non di rado i soldati più semplici, dopo aver soddisfatto la loro sete e alimentato con entusiamo le loro carni, erano soliti ad rinvigorire anche il loro ego snocciolando dettagli importanti sui loro programmi. Non erano ancora così bene informate avendo passato solo una notte tra gli uomini di Heron, ma nel giro di un paio di ore Eeda aveva più o meno appreso diversi nomi e relativi ruoli dei componenti del Clan. Apprese inoltre che Blake si trovava con alcuni dei suoi uomini a fare un sopralluogo nei pressi di un ponte sul fiume Tweed, ma non era riuscita a comprendere vicino a quale villaggio si trovasse.
Il giorno seguente avrebbe proposto alle sue compagne una passeggiata in modo da perlustrare il campo e rendersi conto con esattezza su quanti uomini Heron poteva contare. Per ora non voleva dimostrarsi troppo curiosa, anche perché si sentiva gli occhi di Unah sempre addosso.
Nel pomeriggio invece le ragazze si accordarono con delle guardie per poter andare a lavarsi al laghetto termale di cui aveva sentito parlare. Le guardie avevano accettato di buon grado e Eeda aveva deciso di unirsi a loro. Aveva davvero voglia di un altro bagno caldo, forse più per lavare i sensi di colpa verso se stessa e verso Blake. Non appena iniziarono ad incamminarsi però, un ragazzo molto giovane l'afferrò e la trascinò fuori dal rumoroso gruppetto di donne.
«Ahi!» fece Eeda massaggiandosi il braccio per la forte stretta.
«Mi dispiace Lady Glenna, ma non può andare con loro»
Eeda lo guardò sorpresa. Doveva essere Jamie, il figlio di Douglas Heron, un cugino di Blake. Lo sapeva perché il suo aspetto e l'età coincidevano con al descrizione del ragazzo che aveva trascorso la sera precedente con Margret, la più giovane delle prostitute.
«Perché non posso uscire con loro? Ci stanno scortando le guardie...»
«Appunto» replicò lui torvo. Vedendo che non aveva ancora capito cosa stesse cercando di dirle, fu più esplicito.
«Quelle donne si denuderanno e faranno il bagno di fronte alle guardie. Se il Laird viene a sapere che qualcuno di noi ti ha vista nuda, andrà su tutte le furie.»
Attonita, rimase letteralmente a bocca aperta. Innanzitutto perché era stata davvero ingenua e non pensare a quale fosse il vero accordo che le ragazze avevano fatto con le guardie, e poi perché non si aspettava che Blake potesse essere geloso e possessivo nei suoi riguardi. Per un attimo ne fu davvero lusingata. Poi si ricordò che la situazione poteva benissimo cambiare radicalmente se avesse saputo era figlia di Boyd Menner. Si rabbuiò improvvisamente. In aggiunta scorse in lontananza Unah e Meeren che assistevano alla discussione con un aria davvero delusa.
Si indignò terribilmente. Quelle due non aspettavano altro che si mettesse nei guai in modo che il Laird la sbattesse fuori dalla propria tenda.
«Vieni...» Disse Jamie «Se proprio vuoi fare il bagno chiederò alle due serve di accompagnarti alla pozza termale più piccola, dove penso ti abbiano già condotto ieri. E' quella riservata al Laird. Io rimarrò di guardia nelle vicinanze, ma sufficientemente lontano per garantirti un po' di privacy.
«Grazie di cuore.» Disse affranta Eeda. Le sembrava di camminare sulle uova in quel campo. Era davvero troppo facile commettere errori in quella situazione precaria.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top