Capitolo 18: TUTTA LA VITA DAVANTI
La palestra è allestita in modo impeccabile; un grande buffet, tulipani sui tavoli e una piacevole musica di sottofondo.
"Selfish" sussurra una voce al mio orecchio, "ottimo connubio considerando che amo lo stile di Future e adoro la voce di Arianna"
Evan è dietro di me con un bicchiere di aranciata in mano.
"Ehi" gli sorrido, "hai visto Hunter?"
"E' con gli altri della squadra" punta l'indice verso un gruppetto di persone in fondo alla stanza, "io sto aspettando Karidja, sarò il suo accompagnatore per la serata"
Karidja deve essere la ragazza che ho visto con lui al falò. A quanto pare sembra una cosa seria tra loro.
"Buona serata, Evan. Vado a recuperare il mio accompagnatore" sospiro.
Lui deve interpretare il mio tono di voce in modo strano, come se fosse triste e ironico allo stesso tempo, perché mi strizza l'occhio e mi sorride con fare malinconico: "Hunter è un cavaliere fortunato, sei davvero bellissima questa sera"
Lo ringrazio per l'incoraggiamento, arrossendo leggermente. Proseguo in direzione del gruppetto di ragazzi che sta parlando e ridendo con grande coinvolgimento. Un tempo gli accompagnatori passavano a prendere la propria donna e arrivavano con lei alla festa, non si facevano cercare per tutta la sala.
Dove è finito quel genere di uomini?
Poi penso a Ian e al suo proposito di attendere i preparativi di Ashley per scendere insieme a lei e allora mi rispondo che quegli uomini, forse, esistono ancora. Il fatto che Ian appartenga agli anni quaranta però, non credo sia da considerare soltanto un piccolo dettaglio.
"Eccoti zuccherino!" Hunter si stacca dai suoi amici per venirmi incontro.
Lascio che mi baci sulle labbra e mi passi una mano intorno alla vita, conducendomi verso il buffet. Non ho molta fame e mi limito a prendere solo un paio di tartine al salmone. Hunter invece riempie il suo piatto con tutto quello che gli capita a tiro.
"Abbiamo avuto un pomeriggio molto impegnativo. Gli allenamenti sono terminati solo un'ora fa, muoio dalla fame!" si giustifica per rispondere al mio sguardo perplesso sul suo piatto stracolmo. "Ci troviamo un posto dove sedere?" chiede, ficcandosi in bocca una manciata di salatini.
Vago con lo sguardo alla ricerca di un tavolo libero, quando vedo Ashley e Ian entrare nella sala. Il mio cuore ha un vero e proprio mancamento. Sento una stretta allo stomaco e la mia mano trema, facendo quasi cadere il piatto a terra.
Ashley indossa un lungo vestito rosso allacciato al collo. Ha i capelli sciolti sulle spalle e un piccolo cerchietto al centro della testa. E' bellissima, ma Ian, lui è davvero da mozzare il fiato. Si è messo l'abito che abbiamo preso al negozio ed è di una eleganza inaudita.
I due avanzano, catturando gli sguardi di molti curiosi. Ian sembra a suo agio sotto braccio con Ashley e, da vero gentiluomo, la conduce fino ad uno dei tavoli liberi. Le scosta la sedia e la fa sedere. Non è difficile pensare al viaggio fantasioso che sta compiendo Ashley nella sua mente in questo momento. E' come se potessi vedere ogni suo organo sciogliersi alla stessa maniera di gelato al sole.
"Guarda, ci sono i tuoi amici" dice Hunter, "vuoi che ci sediamo vicino a loro?"
"Io...non so se è una buona idea..."
Hunter non mi sente neanche, è già in cammino verso il tavolo individuato. "Posso?" scosta rumorosamente la sedia di fronte a Ian per sedersi.
Ian si limita a sollevare le sopracciglia, colto di sorpresa.
"Scusate, non ci sono molti posti liberi..." cerco di rimediare.
Ashley mi guarda, spalancando i suoi occhi celesti, sorpresa e irritata dalla nostra invasione di campo. Mi limito a fare spallucce. Mi rendo conto che, con il passare del tempo, gestire Hunter è sempre più difficile.
"Tu sei l'amico di Holland, il tipo che indossava i miei vestiti l'altro giorno, da dove vieni?"
Ian guarda Hunter mangiare con voracità, poi solleva gli occhi sui miei, come a chiedere aiuto.
"E' di New York come me" intervengo, prendendo il mio posto al fianco di Hunter, di fronte a Ashley. "E' qui di passaggio, è un militare"
Hunter aggrotta la fronte e si limita a fare uno strano grugnito di approvazione con la bocca piena di cibo. Ian mi ringrazia con un debole sorriso, poi si solleva, diretto al buffet a prendere qualcosa da mangiare per se stesso e per la sua compagna.
"Quando ci farete vedere il nuovo stacchetto? Phoebe mi ha detto che sarà una bomba!" butta là Hunter.
Ashley posa le mani sul tavolo. Le sue unghie sono laccate in modo perfetto. In ognuna vi è un decoro diverso. Sono a dir poco ipnotiche.
"Ancora dobbiamo sistemare l'entrata e le prese finali, abbiamo un bel po' di lavoro da fare prima di poterci esibire"
"Riuscirete ad essere pronte per novembre in occasione del match contro la North Florida?"
"Credo di sì" Ashley sorride, propositiva. "Ma se vuoi puoi chiederlo alla capo cheerleader in persona!" fa cenno ad Hunter di voltarsi.
Mi giro anche io per vedere Phoebe e Zac avanzare nella sala come star del cinema. L'abito in pizzo nero di lei non passa certo inosservato, così come i capelli di Zac perfettamente stirati indietro da, ad occhio e croce, un chilogrammo di gelatina.
I due si avvicinano al nostro tavolo. Ashley cattura il mio sguardo e mi mima con le labbra: "Parlaci adesso"
Non so dove trovi la forza di volontà di alzarmi e prostrarmi di fronte alla regina indiscussa del college, ma lo faccio, mettendo da parte tutta la mia dignità. Le chiedo scusa a testa china e con lo sguardo basso. Evito di guardarla negli occhi per non perdere di netto il mio autocontrollo.
"Scuse accettate" gracchia Phoebe, sollevando il mento, "a patto che tu non commetta più un simile affronto nei miei riguardi. L'altra sera è stata una situazione davvero spiacevole"
Mi esce una specie di sbuffo.
Situazione spiacevole?
Situazione spiacevole è trovarsi nuda nell'oceano di fronte a un centinaio di persone che aspettano soltanto che tu esca, non essere contradette per una volta nella vita!
Sollevo la testa, stringendo i denti per non risponderle malamente. Nel frattempo Ian torna con i piatti. Ne porge uno ad Ashley con fare leggero, si siede di nuovo al suo fianco e si sistema un tovagliolo sopra le cosce.
Phoebe sposta immediatamente l'attenzione sul nuovo arrivato, come attratta da una potente calamita.
"E tu chi sei?" chiede con voce bassa.
Ian solleva il suo sguardo su quello di Phoebe, lo sposta leggermente a Zac e poi a me, che lo incoraggio a parlare con un impercettibile movimento della testa.
"Piacere, Ian Somerhalder, un vecchio amico di Holland"
Qualcosa nelle parole del ragazzo mi fa sorridere, è come un bambino che ha imparato la filastrocca da ripetere per la cena di Natale.
"E dove lo tenevi nascosto un amico così?" Phoebe si rivolge a me, dandomi una leggera gomitata.
Smorzo un sorriso, tornando a sedermi accanto ad Hunter. Fisso le mie tartine ancora integre. E' il piatto più triste che potessi scegliermi.
Phoebe e Zac, naturalmente, si posizionano al nostro tavolo, facendo alzare una coppia già appostata. Il fascino che esercita Phoebe è senza paragoni. Tutti pendono dalle sue labbra, Zac, Hunter, Ashley e anche Ian sembra quasi cadere nel suo tranello ammaliante di seduzione. Poi il sottofondo musicale cessa e al centro della palestra compare il professor Wilder, che picchietta due dita sul microfono, richiamando su di sé l'attenzione dei commensali.
"Solo un attimo del vostro tempo, prego" La voce dell'uomo è calda e ferma. E' piacevole come persona e, nonostante le sue lezioni di anatomia alle volte, come dire, eccessivamente crude, è anche un buon oratore. "Voglio ringraziare tutti voi, studenti della Jacksonville University per aver preso parte a questa iniziativa. Ogni anno, per noi professori, darvi il benvenuto con un party è un grande onore e una grande soddisfazione. Studiare è un diritto e un privilegio, insegnarvi è un dovere e una grande responsabilità. Il corpo docente metterà anima e corpo perché possiate integrarvi, seguire le lezioni con fluidità e raggiungere i risultati sperati. Ci auguriamo che ognuno di voi metta tutta la buona volontà nel conseguimento dei propri obiettivi. E con questo, siamo davvero felici di augurarvi un percorso soddisfacente."
Gli applausi si innalzano nella sala, creando un vero e proprio frastuono.
"Dunque, un benvenuto alle matricole del primo anno!"
Un gruppo di studenti si alza in piedi, battendo le mani in modo composto.
"Un benvenuto alla nostra magica squadra di Basket" Il professor Wilder avvicina fin troppo la bocca al microfono, provocando un fischio acuto. "Siete pronti Dolphins a farci sognare anche quest'anno?"
I ragazzi esplodono in un boato, Hunter e Zac salgono sulle loro sedie, agitando il tovagliolo in aria. Scorgo un paio di ragazze guardarli con occhi sognanti, come se non avessero mai visto niente di più bello prima di adesso.
"Un benvenuto alle cheerleaders, ragazze fateci innamorare con i vostri fantasiosi stacchetti!"
Qualcuno fischia, qualcun altro urla, mentre Phoebe lancia baci qua e là.
"Buona serata, ragazzi, ballate e divertitevi, avete tutta la vita davanti"
Il professor Wilder abbandona il microfono, lasciando spazio di nuovo alla musica. Le note di Shape of You si diffondo nel grande edificio. Alcuni dei presenti raggiungono il centro della stanza per improvvisare assurdi passi a ritmo della voce di Ed Sheeran. Phoebe afferra la Zac per la camicia, trascinandolo in pista. Ian mi guarda spaesato. Non sembra molto affine a questo genere di musica. Ashley gli prende la mano. I miei occhi non possono fare a meno di cadere in quel gesto.
"Balliamo?"
Ian sposta l'attenzione sulla mia compagna di stanza e improvvisa un sorriso. Si mette in piedi, lasciando il tovagliolo sulla sedia e, insicuro, conduce Ashley tra la folla in movimento. Ashley gli mette le mani intorno al collo e si muove ora in modo sinuoso ora scattoso intorno a lui, che sembra limitarsi a guardare intorno e trattenere l'euforia della sua prorompente ballerina.
"Zuccherino, vuoi ballare anche tu?" Hunter reclama la mia attenzione. Le sue spalle si agitano a destra e a sinistra, come scosse da una convulsione.
"Magari dopo, ti dispiace se esco un attimo a prendere un po' d'aria?" gli chiedo, spostando la sedia indietro.
Hunter annuisce, senza prendersi la briga di accompagnarmi. Tira fuori il suo telefonino e resta seduto al tavolo. Raggiungo il cortile esterno, passando attraverso i tavoli. Mi siedo su una delle panchine e rivolgo lo sguardo al grande portone laterale. La confusione di studenti è esorbitante, tanto da farmi perdere di vista fin da subito Ian e Ashley.
Il ritmo cambia e poi cambia di nuovo.
Quando riesco a intercettare di nuovo la mia amica e il suo accompagnatore, non stanno più ballando. Sono seduti di nuovo ai loro posti. Ashley ha una fragola in mano, da un morso lei e consegna il resto nella bocca di Ian, che la accoglie tra le labbra ridendo. Sembra che Ashley ce la stia mettendo tutta per farlo cascare ai suoi piedi e la cosa non riesce ad andarmi troppo a genio.
"Ciao Holland, posso sedermi?"
Una voce femminile mi riscuote dai tormentati pensieri. America mi sorride, con le braccia incrociate dietro la schiena, dentro ad un abito a pois decisamente anni ottanta.
"Certo" ricambio il suo sorriso.
"Finalmente una festa non esclusiva per IN" si posiziona al mio fianco. "Scusa, non ho niente contro di te, anzi, è solo che per una volta posso partecipare senza alcun divieto, senza che qualcuno sia intenzionato a farmi un brutto scherzo o roba del genere..."
"Tranquilla" sposto i miei capelli su una spalla, così da poter avere il mio profilo scoperto alla sua vista, "le feste degli IN sono piuttosto noiose...in realtà un po' tutte le feste..." Il mio sguardo torna di nuovo dentro la sala, imbambolandosi ancora una volta su Ian, Ashley e le loro moine. "Sai cosa ti dico, io non amo proprio le feste"
America si concentra sulla mia espressione e sembra quasi leggermi nel pensiero. "Chi è quel ragazzo con Ashley?"
Per un istante vorrei quasi dirle la verità. Buttare fuori tutto. E' un uomo sposato, appena tornato dalla guerra, catapultato dal passato fino a noi, ma poi ci ripenso e mi limito a biascicare: "Ian Somheralder, un mio vecchio amico"
America emette un grande sospiro, indugiando: "Solo...amico?"
Le mie labbra si schiudono, restando afone.
"Scusa, non volevo metterti in imbarazzo o immischiarmi in qualcosa che non mi riguarda, è solo che stai guardando lui e Ashley in modo così strano...oh...perdonami...alle volte parlo davvero troppo, dovrei imparare a contenermi. Adesso non vorrai più vedermi, sono stata una stupida..."
"Ehi, è tutto okay" la tranquillizzo, "Ian è davvero solo un amico"
La mia voce si incrina senza risultare troppo convincente né per America né per me stessa.
"Comunque, se posso dirti la mia, secondo me Ashley sta facendo tutto questo per far ingelosire una persona" L'indice di America punta il tavolo affianco a quello dei due.
"Ed e Felicity" sbatto le ciglia, confusa.
"Esatto!" America batte le mani, saltando con il sedere sulla panchina.
I miei occhi guardano ora Ashley che fa bere a Ian spumante dal suo calice, ora Ed che compie la stessa mossa con la bionda seduta sulle sue ginocchia.
Ashley ride, manda la testa indietro e avvolge le sue braccia intorno al collo di Ian. Sembra che lui le dica qualcosa all'orecchio e lei rida ancora più forte. Anche Ed abbraccia Felicity per passare poi a baciarla sul collo. E mentre lo fa, i suoi occhi sono aperti, in direzione di Ashley.
Trattengo il respiro, aspettando la mossa della mia compagna di stanza, che non appena scorge il suo ex baciare Felicity, stringe lo sguardo su Ian e sulle sue labbra.
Chiudo gli occhi. Non voglio vedere, non voglio assolutamente vedere. Così, faccio passare qualche istante o molto più di un istante poi, con la voce che trema, chiedo ad America: "Si sono baciati?"
"Ed e Felicity si stanno ancora baciando" precisa lei, sospirando ammaliata, "Ashley invece se ne è andata. Non so cosa sia successo, credo che il tuo amico l'abbia respinta"
Improvvisamente il mio cuore diventa leggero. L'aria torna a passare liberamente nei miei polmoni e le mie dita smettono di torturare le pellicine delle unghie.
"Dove sono andati?" mi sollevo dalla panchina, per vedere meglio dentro la sala.
America scuote la testa. "Ashley è fuggita via e il ragazzo le è corso dietro"
La leggerezza di poco fa si spezza miseramente. Il mio cuore non ha più la consistenza di una piuma. Non è più soffice, non è più libero. Ho un brutto presentimento, come se prima della fine di questa serata possa accadere qualcosa tra loro, ma Ian è sposato e Ashley solo ancora troppo innamorata di Ed. E io? Io nella confusione più totale.
America solleva le braccia per stringersi l'elastico che avvolge i suoi lunghi capelli, dondola le gambe sotto alla panchina e si schiarisce la voce: "Holland, ti va di venire con me e Penn al cinema il prossimo sabato?"
"Al cinema?" La mia testa compie un grande sforzo per allontanare il pensiero di Ashley e Ian e concentrarsi su questa curiosa richiesta.
"Sì" dice lei, guardandomi con i suoi due grandi fanali scuri. "So che noi due non potremo mai essere amiche, so che appartieni ad un altro livello, ma ci terrei davvero tanto..."
"Non lo so" confesso, "ho appena sistemato le cose con Phobe dopo la festa in spiaggia, insomma non vorrei creare nuovi attriti"
"Capisco" Le spalle di America si abbassano e il suo volto si scurisce.
"Non fraintendermi, non che non ami passare il mio tempo con te, mi piaci, sei una bella persona, ma ho bisogno di tranquillità. Il college è davvero importante per me. Ci sono persone alle quali non posso voltare le spalle, ma solo perché non sono nelle condizioni di mettermi nei guai..."
America studia il mio viso con attenzione. "Non vorrei mai metterti nei guai. Tu appartieni agli IN ed io ti ammiro per questo, io e Penn invece... il nostro mondo è diverso, ma un cinema fuori dal college...cosa può esserci mai di sbagliato?"
Vorrei dirle che non sono poi così diversi i nostri mondi. La mia borsa di studio, il mio passato e la New York dalla quale provengo sono molto più simili agli OUT di quanto immagini, ma non racconto niente, non adesso, non ad America. Per non so quale oscura ragione mi sono aperta con Ian e, forse, ho solo sbagliato a farlo.
"Sarà solo per una sera, Phoebe non verrebbe mai a saperlo e neanche Ashley se non le dirai niente..." prosegue America nella sua opera di convincimento.
Il mio sguardo finisce di nuovo sulla pista. Sembra che ci sia un lento e tutte le coppie lo stiano ballando. L'abito rosso di Ashley mi colpisce come un fulmine dritto al cuore. E' al centro della sala, troppo vicino al completo elegante di Ian. A quanto pare il bacio mancato non li ha allontanati, anzi, i due sono abbracciati e dondolano stretti l'uno all'altro, così stretti da troncarmi il respiro.
Credevo che il cuore potesse fare male solo per il dolore, non per altre ragioni. Non sono gelosa, non ho motivo di esserlo, ma ho un groppo in gola che non vuol sapere di muoversi né su né giù, resta al centro del petto, immobile e in silenzio.
Ho bisogno di fuggire, di staccare la presa che mi tiene legata a tutto questo caos. Mando al diavolo le avance della mia compagna di stanza, il ragazzo venuto dal passato e la perfidia di Phoebe, prendo fiato e sussurro debolmente: "Okay, verrò al cinema con voi."
America scatta in piedi, slanciandosi in un abbraccio ed io mi lascio travolgere dalla sua euforia.
"Sono così felice e lo sarà anche Penn quando verrà a saperlo. Naturalmente sarai tu a scegliere il film, è il minimo!" torna ad avvolgere le sue braccia intorno al mio collo.
La sincerità dei sentimenti di America è coinvolgente, tanto da farmi spuntare un misero sorriso, che non è sufficiente però a sciogliere il cappio stretto intorno alla mia gola, annodato così forte da farmi quasi soffocare.
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