Capitolo 10: UN MORTO CHE PARLA
Mi sveglio con i primi raggi del sole. Non ho riposato bene, ho dormito solo poche ore e credo di essermi agitata molto nel sonno.
Mi sento la testa esplodere e la schiena a pezzi. Mi stiro, aprendo gli occhi pian piano.
Quando mi porto a sedere faccio un balzo per lo spavento. Ashley è immobile in fondo al mio letto. Ha le braccia conserte e mi studia con sguardo truce. Non è esattamente il migliore risveglio del mondo.
"Holly, credo che tu mi debba delle spiegazioni!"
Le mie tempie pulsano in modo ritmico e costante, disturbate dalla voce penetrante della mia amica. Dovrò cercarmi un analgesico, altrimenti non riuscirò a sbarcare la giornata. Sospiro e mi getto di nuovo distesa sul letto, questa volta coprendomi anche la faccia.
Ashley si avventa agguerrita su di me, tira via il lenzuolo e urla con una buffa vocina strozzata: "Perché te ne sei andata dalla festa insieme a quella sfigata di America? E perché hai litigato con Phoebe, ti ha forse dato di volta il cervello?"
Il falò, il complotto contro America, la mia fuga dalla festa mi tornano alla mente in modo nitido, provocandomi uno strano senso di nausea.
"E si può sapere chi è il tipo che sta russando nel mio letto?"
Seguo l'indice della mia amica. Per un attimo avevo dimenticato il ragazzo in divisa militare apparso dal nulla.
La mia compagna di stanza batte una delle sue scarpette bianche da ginnastica a ritmo con la crescente arrabbiatura. E, dal momento che non riceve risposta da parte mia, prosegue: "Ti rendi conto che ieri sera mi hai lasciata ubriaca marcia in un angolo della spiaggia e questa mattina passo per puro caso dalla mia stanza a prendere i miei libri e ti trovo con un ragazzo che dorme sul mio letto...e sottolineo MIO letto! Un ragazzo che, che..." I suoi occhi si soffermano sullo sconosciuto ancora addormentato, nonostante il frastuono, "...che non è niente male, ma...ma non va assolutamente bene così. Non si abbandonano le amiche come hai fatto tu. Ricordi cosa dice il giuramento di una cheerleader? Mai abbandonare un'amica per un paio di bei pettorali in maglietta o camicia!"
Aggrotto la fronte, lamentandomi e l'unica cosa che riesco a farfugliare è: "Ashley, ma che ore sono?"
Lei alza gli occhi al cielo, sempre più agitata.
Metto giù le gambe dal letto e faccio un grande sbadiglio. "Credevo che tornassi questa notte, dove sei stata?" biascico.
Ashley non smette di guardare in modo truce, un po' me un po' il militare steso sul suo letto. "Da Phoebe" dice soltanto.
"Io non volevo creare scompiglio" ammetto, "è solo che Phoebe e Ed sono stati crudeli con America, le hanno fatto fare il bagno nuda con l'inganno, solo per bruciarle i vestiti. Cosa avrei dovuto fare? Non potevo restare lì a guardare una ragazza in difficoltà..."
Ashley mi fulmina con un semplice sguardo. "Non sei tu a decidere, Holly, non avresti dovuto fare niente proprio come tutti gli altri invitati. Phoebe voleva vendicarsi ed era una questione tra lei e America. Non tua."
"Ma..."
"Niente ma" mi interrompe, "hai sbagliato e ti scuserai con Phoebe. Ho parlato con lei, se le porgerai le tue scuse faccia a faccia lei ti perdonerà"
"Io non voglio, non ho niente di cui scusarmi"
"Holly!" Ashley alza di nuovo la voce. "Se tu non lo farai, Phoebe ti taglierà fuori dalla famiglia degli IN e dal gruppo delle cheerleaders. Non sarai più nessuno e finirai come quella sfigata di America a nasconderti in biblioteca per fare riunioni sul buco dell'ozono e sulla caccia alle balene!"
"Non mi importa" faccio spallucce, "infondo l'ecologia mi piace"
"L'ecologia? Tu sei fuori di cervello!" Ashley grida ancora, "io non posso condividere la stanza con una traditrice e neanche con una fallita sociale. Dunque, tu andrai da Phoebe e le chiederai scusa, tutto si risolverà e chiuderemo qui la questione. D'accordo?"
Sospiro, guardando un punto fisso a terra.
Non credevo che al college si facesse così tanta fatica nelle relazioni sociali. Non bastano le ore di lezione e quelle di studio individuale a rendere più dure e difficili le giornate?
Ashley si avvicina pericolosamente a me. Questa volta fa sul serio. "Holly, hai capito?" ripete a un centimetro dal mio viso.
"Sì" annuisco. Se chiedere scusa è l'unico modo per placare l'ira della mia compagna di stanza e non creare scompiglio nella mia attuale situazione studentesca, allora è quello che farò, anche se ben lontano dai miei principi morali. Phoebe non si merita nessuna scusa ed io sono solo una debole che non riesce a portare fino in fondo qualcosa in cui crede.
"Bene, e adesso spiegami chi è lui!" Ashley indica per l'ennesima volta l'uomo steso sopra il suo letto.
***
"E se fosse morto?" chiedo con voce incerta.
La bionda fa un paio di passi intorno al letto, scrutando l'individuo immobile come una statua. Mi allungo anche io e studio il giovane con attenzione. Sembra respirare, il suo torace pare muoversi anche se in modo impercettibile.
Mi avvicino di un passo e provo a toccargli una mano per sentirne il calore. E' tiepida.
"E' vivo" convengo, ritirando le mie dita subito dopo.
Ashley è impaziente. "Okay, abbiamo appurato che sul mio letto non sta steso un cadavere, ma almeno vuoi dirmi come ci è finito? E, soprattutto, chi è?"
"Ecco lui, lui è..." guardo il ragazzo e poi guardo Ashley, indecisa se dire la verità o mentire. Mi crederebbe se le rivelassi che si tratta di un uomo che non ho mai visto prima di adesso? Un uomo che dice di essere appena tornato dal fronte di guerra?
"Lui è...?" mi incoraggia.
"Ian" affermo.
Ashley però non sembra convinta e continua a guardarmi in attesa che proceda con le mie spiegazioni.
"Ian Somerhalder" ricordo la targhetta sul suo borsone.
Ashley freme: "E Ian Somerhalder è...?"
"Un vecchio amico di famiglia!" esclama la voce maschile sotto di noi.
La bionda sposta lo sguardo da me al ragazzo che si è appena svegliato.
"Certo che le vostre voci sono molto più fastidiose di quelle dei miei commilitoni di prima mattina!" dice il giovane, stirando le braccia. "Però devo dire che questi letti sono piuttosto comodi. E' la prima notte da giorni che riesco a dormire come si deve"
"Ne sono più che felice!" Ashley osserva dubbiosa il ragazzo, che continua a sgranchirsi le ossa. "E...Holly, vuoi spiegarmi che ci fa qui un tuo caro amico di famiglia? E perché è vestito in questo modo?" arriccia le labbra davanti ai suoi calzini non perfettamente integri.
Il tipo si guarda addosso e mugugna qualcosa sulla condizione della sua divisa.
"E' in congedo, è venuto a trovarmi. E' solo di passaggio..." mi affretto ad accompagnare Ashley verso la porta, "spero non ti sia dispiaciuto se l'ho fatto riposare qui questa notte...io...ecco...io non conoscevo un altro posto dove farlo andare e mi è sembrato carino essere ospitale..."
Ashley si lascia condurre fino all'uscita, ma prima di andarsene guarda di nuovo in direzione del soldato. La sua espressione è alquanto scettica. "Holly, non mi stai nascondendo qualcosa, vero?" stringe i suoi occhi chiari nei miei.
Lancio uno sguardo al tizio che si è appena messo in piedi, diretto verso il bagno.
"Quel ragazzo, è così...così..." Ashley porta le mani al petto e sospira: "carino!"
"Ashley!" La rimprovero. I muri sono di cartapesta e il tipo potrebbe sentirla.
"Puoi stare tranquilla, Holly, non farò la spia con Hunter. Può succedere di perdere la testa per qualcuno, io ne so qualcosa, credimi!"
"E' solo un vecchio amico, davvero!"
Gli occhi di Ashley si illuminano e le sue labbra si piegano in un sorriso più che malizioso. "Ho capito" si gongola, "ho capito"
"Hai capito...cosa?" le chiedo, sfinita.
"Lo hai chiamato per farlo conoscere a me, per tirarmi su di morale!" esclama, "in effetti è proprio un bel ragazzo, con lui potrei anche provare a dimenticare Ed"
Le ultime parole di Ashley sono quasi gracchiate perché la porta del bagno si apre, lasciando uscire il giovane a petto nudo, con il mio asciugamano rosa legato in vita.
Il mio cuore subisce un duro colpo e le mie ginocchia hanno un cedimento. Devo sostenermi alla maniglia della porta per non svenire a terra.
"Scusatemi, signorine! Sapete come si usa questa?" chiede il tipo seminudo, mostrando la piastra per capelli. "Non ho mai visto un'arma del genere prima di adesso" la rigira tra le mani.
La mia amica è ancora a bocca aperta. Sembra che abbia miracolosamente perso l'uso della parola.
"Non è un'arma, solo un accessorio per capelli" tolgo dalle mani dell'uomo l'attrezzo lasciato in giro. "Ian" cerco di guardarlo negli occhi e in nessun altra parte del corpo, "puoi scusarmi un attimo? Devo parlare con Ashley, tu intanto vai a vestirti..." ritorno dalla mia compagna di stanza, che sta riprendendo solo adesso un po' del suo colore rosaceo.
Il ragazzo non si muove e parla con desolazione: "Io non so cosa mettermi, ho solo la divisa con me..."
"Okay, hai ragione, dopo ci pensiamo...puoi tornare però solo un istante dentro il bagno?" lo incoraggio, spingendolo leggermente per i fianchi.
Lui tentenna e Ashley si risveglia dal momentaneo stato di assenza. "Holly, cosa fai? Lo mandi via? Non hai intenzione di presentarmi il tuo amico?"
Il ragazzo non attende che sia io a farlo, allunga una mano, rivelando il suo nome. Ashley ricambia la stretta, dicendo il suo con voce smielata.
Afferro la mia amica per un braccio e la trascino di nuovo verso la porta. "Ashley, ti prometto che avremo tutto il tempo per le presentazioni. Vai a lezione e firma anche per me. Credo di aver bisogno di questa mattina per sistemare le cose con il mio amico..." la spingo oltre la soglia.
"Okay, okay ma tu metterai una buona parola su di me?" sbatte le sue lunghe ciglia.
"Te lo prometto" fingo un sorriso.
"Prepara il terreno, mi raccomando...quegli occhi azzurri e profondi sarebbero davvero in grado di allontanare ogni mio pensiero su Ed e non farmi ricadere nell'abisso della depressione..."
Spingo la porta, cercando di vincere la resistenza fatta da Ashley.
"Ah, ricordati di Phoebe!" grida lei, prima che chiuda del tutto.
Una volta che l'irruenza della mia compagna è fuori dalla stanza prendo un bel respiro e mi volto. Il ragazzo è ancora lì, in piedi, che mi guarda perplesso.
Il suo torace è liscio e ben fatto. Ogni muscolo sta esattamente al posto dove deve stare. Le sue spalle sono larghe e le sue braccia ben tornite. I miei occhi compiono un immenso viaggio nel percorrere centimetro dopo centimetro la sua pelle. I capelli bagnati gli ricadono sul collo.
Prima che la mia mente faccia sogni troppo perversi sulla figura che ho di fronte, esclamo: "Vestiti. Dunque, ti servono dei vestiti!"
NOTE AUTRICE:
Ciao, aggiornamento in tempo breve come promesso!!!
Chi di voi parteciperà agli #wattys2017?
Le iscrizioni sono aperte dal 15 giugno...
Buon fine settimana lettori...
Baci
Serena
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