Capitolo Finale: UN AMORE CHE RASENTA LA PAZZIA
"Nikki Reed è mia nonna, ma voi chi siete?" chiede la ragazza, rispondendo sospettosa all'avventatezza di Ian.
Lui deglutisce e si irrigidisce al mio fianco. "E' una lunga storia, ecco noi... io sono..."
"Un giornalista" lo interrompo, prima che snoccioli la verità. Se le dicesse che è suo nonno la tipa lo prenderebbe di certo per un matto e noi non possiamo rischiare di farla fuggire via a gambe levate.
"Stiamo scrivendo un articolo sulla seconda guerra mondiale e cerchiamo testimonianze in merito..." improvviso il mio sorriso migliore.
La donna apre la portiera e scende dall'auto.
E' molto alta, il suo corpo è snello e slanciato.
I suoi capelli sono legati in una lunga coda che le lascia scoperte le orecchie leggermente sporgenti.
"Abbiamo visitato il cimitero, la foto dei tuoi nonni ci ha davvero incuriositi. Erano proprio due belle persone..." affermo.
La ragazza annuisce. Ian continua a guardarla muto, senza battere ciglio. E' davvero inquietante.
"Purtroppo non so molte cose riguardo ai miei nonni. Mia madre non mi ha mai parlato molto di loro, l'unica cosa che conosco è che quello accanto a mia nonna Nikki non è il mio vero nonno" spiega la giovane. "In realtà mia nonna si è risposata con Paul dopo la fine della guerra. Prima aveva l'anello al dito di un altro uomo, un certo Somerhalder dal quale ha avuto mia madre. Ma quel soldato non è mai tornato a casa e allora mia nonna si è risposata con Paul. So che quest'ultimo ha cresciuto mia madre come fosse sua figlia, non le ha fatto mai mancare nulla."
"Credi che sarebbe possibile parlare con tua madre, avere una testimonianza diretta ci farebbe comodo..." butto là.
"Mia madre non vi darà alcuna informazione, purtroppo..."
"Perché?" esclama Ian, risvegliandosi dallo stato di shock.
"Mamma è ricoverata in una clinica a Chicago. L'Alzheimer le sta bruciando le ultime cellule cerebrali che le sono rimaste" dice, tristemente.
Il volto di Ian si rabbuia. La sua fronte si corruga e le sue labbra si increspano in una smorfia di orrore. Ogni speranza che aveva di conoscere la donna che era, che è sua figlia, si scontrano con una realtà fatta di dolore e sofferenza. Una malattia la sta mangiando, portandole via i ricordi più cari.
"Io, noi... noi ci proveremo comunque. Dove si trova questa clinica?" chiede Ian, determinato. Le sue dita vanno ad allentare il primo bottone della camicia.
La donna le rivolge il suo sguardo magnetico. Ha preso gli occhi dalla nonna, su questo non ci sono dubbi.
"Al Daisy Hospital, è stato mio padre a volerla sistemare lì, è una villa molto accogliente e c'è un bel giardino così lui può andare a trovarla ogni giorno."
"Chi, sì, insomma... chi dobbiamo cercare?" chiede Ian.
"Soleil".
Ian trattiene il fiato. I suoi occhi si perdono nel vuoto. Soleil è un bel nome per una bambina e anche per una donna.
"Okay, adesso dobbiamo andare. E' stato un piacere conoscerti, grazie per tutte le informazioni che ci hai dato sulla tua famiglia" stringo la mano alla ragazza.
Lei ricambia la mia presa e poi allunga il braccio verso Ian. "Arrivederci! Se fate un salto alla clinica salutate mia madre per me, sono settimane che non vado a trovarla, anche se, ogni volta, per lei è come se fossero passate solo poche ore o addirittura anni... non so quante informazioni riuscirete ad avere, la sua memoria non esiste davvero più" sospira, salendo di nuovo in auto.
L'utilitaria azzurra se ne va dal parcheggio del Fort Caroline National Memorial lasciando nell'aria una frammentata nuvola di polvere.
"Io devo partire subito!" dice Ian.
"Noi dobbiamo partire subito" lo correggo, "questa ricerca riguarda entrambi!".
Lui si volta verso di me, passa le sue mani sulle mie braccia e mi accarezza con lo sguardo.
"Siamo legati da un pendolo, da un filo rosso, non lo dimenticare mai. Io sono la tua ombra, la tua seconda pelle. Ovunque andrai, verrò con te" gli ricordo.
Ian scorre le dita sul colletto della mia giacchetta e poi mi prende il volto tra le mani.
Le nostre labbra si avvicinano, fino a scambiarsi un bacio dolce, soffice quanto un cuscino di piume. Nella bocca di Ian c'è tenerezza, passione, speranza. E poi c'è curiosità e ringraziamento per aver trovato dopo tanto tempo notizie sulla figlia.
"Ti amo, piccola Holland".
"Anche io ti amo" sorrido, posando la fronte contro la sua.
Ci baciamo di nuovo perché il nostro è un amore folle, diverso, fuori da ogni schema.
E' un amore che va aldilà del limite.
Un amore che rasenta la pazzia.
NOTE AUTRICE:
Buongiorno !!!
Eccomi qua a scrivere la nota finale anche di questo secondo libro.
L'Amore tra Ian e Holland è sempre più forte e vero e infatti li lasciamo con più chiarezza nei loro cuori e anche maggiori speranze.
Dal 1 giugno il terzo e ultimo libro della serie vi aspetta sul mio profilo.
Un grazie enorme a tutti quanti.
Baci baci
Serena
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