Capitolo 54: FIORI FRESCHI

Sette lunghi giorni di Ed e Ashley. Un fidanzamento fasullo, ma che consente a me e Ian di continuare a nasconderci dietro ad un segreto più grande di noi. Ma per quanto tempo si può vivere nell'ombra? E, soprattutto, per quanto tempo una persona può fingere di amare qualcuno, mentre il suo cuore e la sua mente sono dediti a un altro?.
Siamo in biblioteca, io e Penn sediamo vicini, studiando gli appunti e confrontando le nozioni con quelle del libro. Ashley è poco distante da noi, in compagnia di Ed. Stanno leggendo sullo stesso testo. La mano di lui sul ginocchio di lei, a voler ribadire la mania di possesso. Penn si incupisce, deconcentrandosi continuamente. Lo sguardo scuro del mio compagno di lettura si incrocia con quello sfrontato e vittorioso del suo rivale, generando fuochi d'artificio.
Ashley mi rivolge un debole sorriso. Quello che, fino a poco tempo fa, aveva ancora il sapore di un amore mai finito, adesso è la sua trappola mortale. Una stanza senza porta e una strada senza deviazioni. Cerco di concentrarmi su ciò che sto leggendo, ma il senso di colpa me lo impedisce. Io e Ian abbiamo fatto davvero la cosa giusta ad accettare una situazione del genere? O soltanto quella più egoistica?.

Alcuni studenti al tavolo di fianco al nostro fanno un po' di chiacchiericcio. La porta si apre e entra l'ultima persona che vorremmo vedere in questo istante: America. La ragazza ha un paio di volumi sotto braccio e la tracolla in spalla. Si guarda intorno, vede Ashley e Ed e poi, poco distanti, anche io e Penn.

"Ci mancava solo lei!" sbruffa Penn, guardando la vecchia amica procedere nella nostra direzione.

America si piazza davanti al nostro tavolo e chiede il permesso di sedersi. Penn non risponde e neanche io. Entrambi ci limitiamo a guardarla chiaramente infastiditi. Lei si mette comunque a sedere e posiziona i suoi libri davanti ai nostri.

"Sai cosa pensavo l'altro giorno, carissimo Penn?" cinguetta, nascondendo un mezzo sorriso. "Ricordi la tavola calda dove andavamo un tempo?".

"No, non ricordo. Ho rimosso tutto ciò che abbia anche la minima connessione con te, America Ferrera" replica lui a muso duro.

Lei finge di mettere su una specie di broncio poi scivola la mano avanti, fino a toccare le dita di Penn. "Fa niente, vedrai che domani sera ti tornerà alla memoria..."

"Domani sera?" Penn sottrae la mano, posandosela sulle cosce.

"Domani sera usciremo insieme" dice la bruna, mostrando la sua dentatura con tanto di apparecchio in fil di ferro.

"Cosa?" Penn balza indietro, spostando la sedia. Il rumore stride nel silenzio dell'aula. Alcuni si voltano, lanciandoci un'occhiataccia.

"Tu e io come hai vecchi tempi" dice America, sempre più convinta.

Penn scuote la testa, agitandosi. "Ma quale faccia tosta hai? Chiedermi di uscire dopo tutto quello che hai combinato?".

"Infatti non te lo sto chiedendo" fa lei.

Penn torna a sedersi. I suoi occhi sono rivolti ad Ashley e la sua mente sta probabilmente cercando di trovare un senso a tutta questa situazione.

"Tu non puoi obbligare qualcuno ad uscire con te" intervengo, puntando un dito contro America.

Lei ridacchia. "Ovvio che posso! A meno che Penn non voglia che spifferi in giro quello che lega la sua amichetta Holland Roden al bellissimo ragazzo venuto dal passato!".

"Ma che razza di persona sei?" sputo fuori tutta la mia rabbia repressa. "Pensi che un amore costruito sulle minacce possa renderti felice? Tu non sarai mai felice, America Ferrera. E sai perché? Perché la tua brama di grandezza ti punirà! Arriverà un giorno nel quale tutte le minacce ti si ritorceranno contro e ti soffocheranno!".

Lei sostiene il mio sguardo, la testa alta e le spalle aperte, proprio come chi sa di essere più forte.

"Quando vuoi andare a quella tavola calda?". La voce di Penn è un misto di agonia e tristezza. Le sue mani sfregano i jeans per liberarsi dalla fatica di un gesto simile.

"No, non devi farlo" gli afferro un polso, fermando il suo movimento.

Lui mi guarda dritto negli occhi e mi dice di stare tranquilla. Poi rivolge l'attenzione ad Ashley. La bionda sta cercando di capire cosa sta succedendo al nostro tavolo. So che questa sera nella nostra stanza mi tempesterà di domande. E' lecito. E' un suo diritto.

"Domani sera alle otto e mezza, mi passi a prendere, okay?" chiede America, sbattendo le ciglia nel vano tentativo di essere sensuale.

Penn si limita ad annuire, fissando il tavolo. America raduna le sue cose e se ne va di nuovo via. Il mio stomaco si ribella, tutta questa situazione mi farà venire un'ulcera, ne sono sicura.

"Non avresti dovuto farlo" dico.

Penn si prende la testa tra le mani. "Sapevo che prima o poi sarebbe successo, era solo questione di tempo. Ed ha avuto Ashley e America vuole me. Non abbiamo molta scelta".

"State facendo un gioco più grande di voi" studio il profilo contratto di Penn e, più lontano, gli occhi tristi di Ashley. "Per salvare la mia vita e quella di Ian, tu e Ashley non potete rovinare la vostra".

"Stai tranquilla, è tutto sotto controllo" dice, tentando di rassicurarmi. "E adesso riprendiamo a studiare. Abbiamo un esame a breve, pensiamo a quello..."

Ogni nozione si confonde con il senso di colpa che provo nei confronti dei miei amici. Ogni singola parola mi gira in testa senza trovare fissa dimora. Io e Ian non siamo stati capaci di trovare una soluzione, lasciando ai nostri amici il compito di proteggerci. Ashley e Penn stanno combattendo in prima linea, mentre noi due ce ne restiamo ad assopirci nell'ombra. Mi sento una cafona. Anzi, lo sono. Lo siamo.
***

Nel pomeriggio, Ian mi viene a prendere con l'auto di Jamie. Oggi è la ricorrenza della morte della moglie, così mi chiede di accompagnarlo al cimitero. Mi accomodo sul sedile del passeggero con una strana sensazione che mi avvolge le viscere e lo stomaco. Andare a trovare la tomba di una donna morta molti anni fa, pensando che è la compagna di vita del ragazzo che sta guidando al mio fianco, mi mette decisamente i brividi. Guardo fuori dal finestrino, mentre aggiorno Ian sui risvolti della faccenda Ashley-Ed e Penn-America.
I nostri amici si stanno sacrificando per noi e io mi sento terribilmente in colpa.
Tuttavia, Ian non è di molto aiuto, si limita a emettere un lungo respiro e dirmi che risolveremo tutto, come abbiamo sempre fatto. Poso la nuca sul poggiatesta e guardo il paesaggio che scorre fuori; il verde della vegetazione e il blu dell'oceano in lontananza mi distraggono dai brutti pensieri.
Pian piano ci allontaniamo dal campus e raggiungiamo il Fort Caroline National Memorial.

Ian scende dall'auto e viene ad aprirmi la portiera. Ci avviamo sul sentiero interno fatto di ciottoli e sabbia. Il sole che filtra dagli alberi sembra illuminarci il cammino, mentre il silenzio ci fa più o meno compagnia. L'atmosfera è quasi immobile e ovattata dal caldo intrappolato tra le lapidi.

In breve raggiungiamo la tomba di Nikki.

La giacca di pelle che porto mi si appiccica addosso come una ventosa avvolgente e velenosa. Sto per sfilarla, quando mi accorgo che nello sguardo di Ian c'è qualcosa di strano, di davvero molto strano. La sua espressione è allibita o forse sa più di sorpresa.

"Sono freschi, questi sono fiori freschi" dice, inginocchiandosi davanti alla lapide.

Mi guardo intorno. Alcuni uccelli in volo e una folata di vento caldo. Ian sbarra gli occhi nei miei. Passano un paio di secondi, forse tre, al quarto scatta in piedi e mi travolge in un'insensata e irrefrenabile corsa.

"Qualcuno è stato qui recentemente, dobbiamo trovarlo. Subito!".

La sua mano si stringe alla mia, mentre le nostre scarpe pestano forte sulla ghiaia. Raggiungiamo di nuovo il cancello. Un paio di auto sono posteggiate vicino alla nostra. Cerco di ricordare se c'erano anche pochi secondi fa.

"Presto, andiamo!" mi trascina verso l'utilitaria azzurra.

Dentro c'è una donna. Ian picchietta al finestrino, fremendo, nell'attesa che la tizia mandi giù il vetro.

"Desidera?" chiede una giovane, abbassandosi gli occhiali da sole. Una strana luce appare nei suoi occhi. Una luce che mi sembra di aver già visto. Sono le iridi luminose di uno sguardo più che terreno. Uno sguardo che rimanda al passato, alla foto in bianco e nero sulla tomba della moglie di Ian. Uno sguardo da far venire i brividi sulla pelle.

NOTE AUTRICE:

Buongiorno lettori,
siamo quasi giunti al termine anche di questo secondo libro, il prossimo sarà il capitolo finale !!!
Mille grazie per stelline, commenti e per avermi accompagnata in questo nuovo percorso della Fanfiction...

Al prossimo aggiornamento ;)
Un abbraccio

Serena

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