Capitolo 51: CAMBIARE LE CARTE IN GIOCO

Una settimana scorre in fretta, a volte sembra quasi di non ricordare ogni singolo giorno e chiedersi se si siano vissuti davvero. Con la testa piena di mille pensieri percorro i corridoi deserti della Jacksonville. Le lezioni ancora non sono riprese e la maggior parte degli studenti si è iscritta a comitati studenteschi per il riordino della città.
In poco tempo, i cittadini sono riusciti a ripulire le strade, ma le case che si affacciano sulla costa devono essere ricostruite e, per farlo, ci vorranno sicuramente dei mesi.
Ashley passa i pomeriggi in spiaggia, si è iscritta a un gruppo di volontari che distribuiscono cibo e vivande agli sfollati.
Dice che le serve per distrarsi dai suoi guai e poi vuole fare qualcosa per il prossimo. Il suo entusiasmo mi riempie di felicità, peccato che tutte le sue iniziative partano o siano accompagnate dalla presenza di Ed. Ormai i due stanno insieme dodici ore al giorno o anche più. Penn invece mantiene il silenzio stampa, evita Ashley e anche me.
E Dio solo sa per quale malsana ragione!

Una volta a mensa, prendo un vassoio e mi sposto davanti al nastro del cibo, scegliendo verdure e carne ben cotta.
Ho intenzione di mangiare un boccone e poi scendere al Siren, per vedere a che punto stanno i lavori. Jamie ha messo nuove vetrate e risistemato il tetto. Ian lo ha aiutato a verniciare e lucidare le pareti esterne e tutta la terrazza. Non mi dispiace più che passi del tempo al locale, dopo il racconto di Dakota sull'aereo, la mia opinione si è addolcita, trovando una giustificazione ai suoi comportamenti perversi.

Mi siedo a uno dei tavoli vicino alla finestra, spilucco una fetta di pane, poi alzo lo sguardo e la vedo. Felicity Jones.
Nella mia testa passa immediatamente l'idea di andare a parlarci. Non so cosa dirle, non so nemmeno se è giusto o meno, probabilmente lei si limiterà a farmi una risata isterica in faccia o, nella peggiore delle ipotesi, a lanciarmi il vassoio pieno di cibo addosso.
Ma è da sola e io ho un bisogno disperato di sentire la sua versione dei fatti. Così, mi faccio coraggio, prendo il mio vassoio e vado a sedermi di fronte a lei. Felicity solleva i suoi occhi verdi, quasi cristallini sui miei, aggrotta la fronte e socchiude le labbra, sorpresa della mia presenza. "E tu che diavolo vuoi?".

Sudo freddo, mentre cerco la frase più adeguata con la quale iniziare il discorso. Io e Felicity non ci siamo mai rivolte parola direttamente, ma entrambe sappiamo bene l'una dell'altra. E poi abbiamo in comune Ashley; la mia amica e la sua nemica numero uno.

"Vengo in pace, devo soltanto parlarti" alzo le mani.

Lei non mi degna di attenzione e riprende a mangiare la sua insalata.

"So che mi classifichi tra le persone da evitare, ma ho davvero bisogno di confrontarmi con te, credo che ci sia una cosa che interessi entrambe... Ecco, io non voglio che Ashley esca con Ed, penso che sia soltanto un grande errore".

Lei finalmente si decide a posare la forchetta sul tavolo e guardarmi di nuovo attraverso la frangetta che le batte sugli occhi. "E quindi? Cosa vuoi da me?".

"Voglio che te lo riprendi, voglio che tu e lui torniate a essere una coppia come poco tempo fa e che Ashley torni con Penn Badgley" confesso.

Felicity scuote la testa, posa le mani sul piano e si sporge verso di me. "Tu sei pazza" sibila. "Io non tornerò da quel vigliacco soltanto per coronare il tuo bel sogno rosa e fiori. Ed ha fatto la sua scelta, ha preferito Ashley a me. Guarda, non voglio neanche più sentire parlare di lui!" dice, categorica, poi raduna le cose sul suo vassoio e si alza.

"Ma sei stata con Ed per mesi, possibile che non ti importi niente di riprovarci?". Le blocco un braccio, sperando di trattenerla.

Felicity, fortunatamente, torna a sedersi.
Il suo sguardo vaga nella stanza e la sua bocca trova finalmente il coraggio parlare."Ed è sempre stato attratto da Ashley, anche quando stava con me. Non lo ha mai fatto vedere, perchè lui è fatto così. Non è il tipo da storia seria. Io lo sapevo e mi andava bene. Ha avuto un sacco di ragazze, ma Ashley... lei è sempre stata la sua fissa. Abbiamo litigato per lei un sacco di volte. Sul suo telefonino spuntavano vecchie fotografie di loro due insieme, immagini che non voleva cancellare. Da quando Phoebe è stata espulsa e Ashley ha preso il suo posto, Ed non ha fatto altro che avere occhi per lei. Io non sono una stupida, una donna certe cose le capisce".

"Ed non ama Ashley, è attratto da lei, sicuramente, ma non la ama, altrimenti non l'avrebbe lasciata la scorsa estate, facendole passare l'inferno. Lui ama soltanto se stesso e vuole semplicemente stare dalla parte dei più forti".

"Può darsi, ma non mi interessa. Può fare ciò che vuole. Noi due abbiamo chiuso!". Si alza di nuovo, pronta a fuggire via dal mio interrogatorio. Cerco di trattenerla ancora, ma questa volta non cede. "Mi dispiace per la tua amica, so quello che Phoebe le ha fatto passare, credimi, per quanto odi Ashley per essere sempre stata il chiodo fisso del mio ragazzo, immagino che non sia piacevole passare una notte dietro le sbarre quando si è innocenti. Ma da un lato devo ringraziarla, mi ha liberata da una storia che non avrebbe avuto alcun futuro. Quella sera sulla spiaggia, Ed baciava me ma aveva in mente lei. Poi è apparsa quell'altra tua amica, com'è che si chiama? America. America Ferrera. Ha voluto parlare con Ed in privato, non so cosa si siano detti. Non ne ho la più pallida idea, ma quando Ed è tornato alla consolle aveva una faccia che non gli avevo mai visto".

Improvvisamente sento il cuore fermarsi.
E' un istante, piccolo, breve, quasi impercettibile. Il nome di America mi fa storcere il naso. Mi sposto sulla sedia, divenuta troppo scomoda.

"Da quel momento Ed ha messo un muro tra noi" continua la bruna, "e sai cosa ti dico? Non mi importa niente delle sue barriere, del suo amore per quella bionda svampita della tua compagna di stanza, delle voci che ci sono in giro... io, da ora in poi, voglio pensare soltanto a me stessa. Voglio finire i miei studi e andare il più lontano possibile da questo college di falliti...". Felicity prosegue a oltranza con il suo monologo, ma io non riesco a pensare a nient'altro, se non a ciò che mi ha appena riferito. America e Ed? Cosa si sono detti? Cosa hanno da raccontarsi di così importante due persone che appartengono a mondi opposti?.

"E adesso, con permesso..."

Lascio che Felicity se ne vada via, dalla mensa, dalla mia mente. Osservo il mio vassoio con il cibo ancora intatto. Tutta questa situazione è assurda; Penn che si arrende e smette di amare. Felicity e Ed che si mollano, Ed che torna con Ashley. Ed che parla con America.

Mi alzo ed esco a corsa dalla mensa, in mente soltanto una cosa da fare, la più semplice e banale. Parlare con America. Io ho il diritto di sapere. Quella sera, cosa ha detto a Westwick di così importante, da far cambiare tutte le carte in gioco?.
***

"Apri subito questa porta!" busso alla stanza di America con vigore. "Avanti, so che sei lì dentro!".

Il corridoio è silenzioso, l'unico rumore è il mio pugno che continua a sbattere tenacemente contro il legno. Devo parlare con America, lo devo fare, al costo di rimanere qui ad aspettare un cenno della sua presenza per il resto della giornata. Mi appoggio con la schiena contro la parete opposta, lascio cadere a terra la mia borsa e scivolo pian piano sul pavimento. Nell'attimo esatto in cui il mio sedere tocca terra, ecco che la maniglia si abbassa.

"Si può sapere cosa c'è di così urgente? Mi stavo facendo la doccia!".

America esce con un asciugamano legato in testa come un turbante. La sua vista mi fa scattare in piedi all'istante. Recupero la mia borsa e irrompo nella sua stanza, senza concederle il tempo di replicare. America si aggrappa alla mia maglietta, invitandomi ad uscire.

"Devo asciugarmi i capelli, ho da fare e non ho tempo da perdere con te!" sbraita.

"E invece credo proprio che dovrai trovarlo!" chiudo la porta con un piede. Il mio sguardo è furioso, mentre quello di America sembra vuoto o forse fin troppo pieno di mistero.

"Cosa hai detto a Ed Westwick la sera della festa al Siren? Cosa gli hai detto per farlo troncare con Felicity?" La mia voce è roca, quasi graffiante. Le mie mani si appoggiano al petto di America, spingendola fino al letto. Lei vi cade a sedere sopra. I suoi occhi scuri sono fissi nei miei, sembrano pozzi senza fine e non danno alcun segno di cedimento.

"Tu hai detto a quel ragazzo qualche storia delle tue per farlo riavvicinare ad Ashley, hai sempre voluto che lei e Ed tornassero insieme! Il tuo scopo è riprenderti Penn, non è vero?" le grido in faccia.

America si alza dal letto, l'asciugamano che le avvolge la testa scivola a terra e i capelli umidi le ricadono sulle spalle.

"Io non ho fatto niente. Tu sei una visionaria!".

"Una visionaria? Una visionaria!" rido, isterica. "Felicity ti ha vista parlare con Ed quella sera. E anche io ti ho vista in spiaggia. Avevi detto che non saresti venuta alla festa, invece eri lì e sono più che sicura che tu ci abbia messo il tuo zampino!" .

America mi spintona indietro. Adesso è lei che si muove, che ricambia il mio attacco. "Cosa vuoi da me, Holland? Cosa?" grugnisce. Le sue narici si dilatano e i suoi denti si stringono in una morsa di rabbia.

"Voglio la verità" dico fermamente.

Lei trattiene il fiato, poi butta fuori: "Non c'è nessuna verità, a volte gli eventi prendono semplicemente strade diverse da quelle che vogliamo. Strade che non si possono comandare".

"Stronzate!" scuoto la testa, poi mi fiondo su di lei, afferrandole le braccia. "Non uscirò da questa stanza finché tu non mi dirai cosa hai detto a Ed!".

Lei agita le braccia, disfacendosi della mia presa. "Ma cosa cerchi da me, Holland? Tu hai tutto! Tutto! Sei bella, fai parte delle cheerleaders, condividi la stanza con la tua amica del cuore e hai la tua anima gemella, santo cielo!".

Improvvisamente tutto si ferma. Nella stanza non resta altro se non il rumore delle lancette della sveglia sul comodino.

"Cosa hai detto?".

Non riesco a muovermi. America mi guarda consapevole di aver parlato troppo, di aver detto quello che non avrebbe dovuto lasciarsi uscire.

"Cosa-hai-detto?".

"Tu hai la tua anima gemella, perché io non posso averla? Perché? Io e Ed in fondo vogliamo la stessa cosa. Lui vuole Ashley e io voglio Penn, cosa c'è di così strano se vogliamo stare con le nostre anime gemelle? Tu hai Ian, un pendolo vi lega, un'antica leggenda... tu sei fortunata..." Gli occhi della bruna si riempiono di lacrime. I suoi capelli le scendono davanti alla faccia, mentre porta le mani a coprirsi il volto.

"Chi ti ha detto questa storia?".

La porta del bagno si apre e Penn Badgley esce fuori come un'apparizione celestiale. Tutto intorno a me appare confuso e privo di senso. Cosa ci fa nella sua stanza? Nel suo bagno? E da quanto tempo è nascosto là dentro?.

Non riesco a distogliere l'attenzione dal ragazzo in accappatoio azzurro e capelli bagnati. Il suo sguardo è perso esattamente come il mio.

"Cosa sta succedendo?" chiedo con un filo di voce.

Penn si avvicina a noi di un paio di passi. Il mio cervello cerca di mettere insieme i frammenti confusi di questa assurda situazione. "Cosa ci fai qui? Sei stato tu? Sei stato tu ha parlarle di tutta questa storia..." sussurro.

America si butta a sedere sul letto e inizia a piangere forte. "No, lui non c'entra. Io ti ho sentita, ho sentito tutto quello che vi siete detti tu e Ian sulla spiaggia, parlavate di un pendolo e di una leggenda. Io..." I suoi singhiozzi si intensificano mentre i miei ricordi affiorano nella mente. America era lì, vicino alla cabina.

Penn le posa una mano sulla spalla, sposta lo sguardo da me e lo posa su di lei, le sue mani la scuotono dapprima lentamente, poi con un'energia sempre più dirompente. "Perché? Cazzo! Perché?". Il suo grido mi entra dentro al cuore, dando la conferma che non è stato lui a parlarle di anime gemelle.

America non risponde, si chiude a riccio dietro ai suoi capelli bagnati. Penn la lascia andare e va alla scrivania, passa in rassegna le sue cartoline senza però guardarle davvero.

"Tu sei l'artefice di tutta questa storia!" grida, sbattendo una mano sul tavolo. "Mi hai preso in giro! Mi hai soltanto preso in giro! Per ottenere cosa? Eh? Per ottenere il mio corpo? Per ottenere il sesso che abbiamo fatto? Mi spieghi come ci si sente ad andare a letto con qualcuno con l'inganno?". La voce di Penn trema, vibrando di dolore e di rammarico per quello che ha commesso e perso e distrutto.

America tira su con il naso, la mia attenzione si sposta da lui a lei senza trovare una logica, mi sembra di stare dentro a un sogno. Sono immobile, alla ricerca di un senso a tutto questo.

"E io che credevo che tu volessi aiutarmi, starmi vicino. Credevo che fossi sincera, invece mi hai mentito fin dall'inizio! Quando ti ho detto di Ed, delle sue minacce perché stessi lontano da Ashley. Quando ti ho confessato che lui aveva scoperto qualcosa di importante di Ian e Holland e che se non avessi lasciato in pace Ashley lo avrebbe divulgato in giro, tu mi hai ascoltato, ma sapevi già tutto, sapevi molto di più dei miei sfoghi vani. Tu sapevi del pendolo e sei stata capace di mettere in piedi una farsa simile! Hai riferito a Ed quello che avevi origliato e hai fatto in modo che si avvicinasse alla mia ragazza, che se la riprendesse e che tu ti riprendessi me, come un oggetto..." realizza. "Come un oggetto..." ripete.

Sento le gambe molli e devo sedermi in fondo al letto per evitare di finire stesa a terra.

"Sei perfida! Non voglio più sapere niente di te!". Penn si chiude dentro al bagno. La porta che sbatte mi frantuma il cuore in due grandi pezzi e anche la mente.

America e Ed sanno tutto della leggenda. Sanno di me, di Ian, del nostro amore legato sangue con sangue. Mi sento scoperta, esposta, usata come una semplice pedina di una scacchiera.

America si getta contro la porta del bagno, bussando all'infinito perché Penn le apra e la perdoni, ma quando lui esce, con indosso un paio di semplici jeans e una maglietta bianca, non la degna di uno sguardo.

"Dove vai?" gli chiedo, raggiungendolo all'uscita.

Lui corre veloce.

"Penn, aspettami!" gli vado dietro, fin quando, finalmente, riesco a raggiungerlo.

"Ti sei allontanato da Ashley per proteggere me". La mia voce è un filo sottile, di paura e realismo. "Io... io sono senza parole... io...".

Lui deglutisce, fermandosi a metà corridoio. Il suo respiro rallenta e anche il mio. Ci avviciniamo e le sue braccia mi avvolgono in una stretta.

"Dobbiamo andare da Ashley, le dobbiamo spiegare tutto" dico.

"Non possiamo, Ed diffonderà la tua storia, dirà in giro di Ian e..." mi stringe più forte.

"A quello ci penseremo dopo, adesso devi chiarire con Ashley, lei deve conoscere la verità. Ed la sta soltanto prendendo in giro..."

"Come America ha preso in giro me" aggiunge lui.

Le sue braccia allentano la presa.
Ci guardiamo.
Penn è andato a letto con America.
L'amica, divenuta improvvisamente amante, è artefice della rovina del suo più grande amore.

"Tutta questa situazione è un caos pazzesco, ma niente è perduto. Ashley capirà il tuo allontanamento e finalmente si renderà conto di quanto falso sia l'amore che Ed millanta per lei".

"Ho fatto sesso con America" puntualizza lui, abbassando la testa.

"Ashley ti perdonerà".

Penn mi guarda fiducioso, poi mi abbraccia di nuovo.

"Io la amo" dice.

"Lo so" annuisco, lasciandomi sfuggire una lacrima. "Devi dirglielo, Penn. Devi farlo... adesso!".

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