Capitolo 40: VIENI CON ME
La festa viene organizzata al Siren, il locale sul molo. All'inizio ero un po' perplessa sulla scelta, il mio ultimo ricordo di Jamie e Dakota non era certo dei migliori, ma Ashley mi ha convinta, dicendomi che almeno sarebbe stata una serata diversa, in un posto nuovo e poi, così, avrebbe conosciuto quella strana coppia. Anche Ian ha cercato di farmi ragionare, un evento al Siren avrebbe portato molti clienti e quindi una mancia più sostanziosa a fine serata, oltre che un bellissimo modo per vederci, naturalmente.
E così è stato, il mio scetticismo ha chinato velocemente la testa di fronte alla professionalità dei due padroni.
Jamie e Dakota, infatti, si sono rivelati fin da subito molto disponibili, mettendoci a disposizione la terrazza e dandoci la possibilità di tirare fino a notte fonda.
Il primo ad arrivare è Ed, che si piazza alla consolle, su un tavolo improvvisato. Indossa una camicia bianca con un simpatico farfallino rosso. Insieme a lui c'è Felicity, stretta dentro un paio di shorts che le coprono a malapena i glutei. La ragazza si apposta al fianco del fidanzato come una specie di guardia del corpo. La musica viaggia subito al massimo, in perfetto stile Westwick, un barman prepara da bere e in poco tempo l'atmosfera si scalda.
Ashley si cala perfettamente nei panni della madrina della serata, accogliendo via via tutti gli invitati con un grande sorriso sulle labbra. Ha messo uno dei suoi abiti da sera; la gonna in tulle nero, lunga fino a terra, e lo scollo vertiginoso che le lascia la schiena completamente scoperta. Ai piedi ha un paio di sandali con il tacco, impreziositi da perle e pietre che scintillano nel buio.
Individuo Penn, è in un angolo e sta sorseggiando uno dei cocktail alla frutta tipici del locale. I suoi occhi non riescono a scollarsi per un istante da Ashley. Tanto si muove lei, quanto lui la segue con lo sguardo.
"Se continui così finirai per consumarla!" scherzo, mettendomi al suo fianco.
"E' davvero carina questa sera..." sospira lui.
"Oh, quanto odio i ragazzi sdolcinati!" dice una voce alle nostre spalle. E' Dakota. Indossa il suo completo da cameriera e porta appesa alla spalla una piccola borsetta di stoffa.
Penn le rivolge uno sguardo indecifrabile, sembra curioso e al contempo impaurito. Per smorzare la situazione mi affretto a presentarli. Dakota si accende una sigaretta, la porta alle labbra con il suo modo di fare così dannatamente ammaliante.
"Una donna non vuol sentirsi dire quanto sia carina, una donna vuol sentirsi dire quanto sia irresistibile!" dice a Penn.
Lui deglutisce, mentre dalle labbra di Dakota fuoriesce una nuvola nera.
"E' la ragazza del frustino?". Penn si rivolge a me con voce impastata e io vorrei sotterrarmi da viva. Gli mollo una gomitata sul fianco, mentre Dakota ride divertita.
"Tra studenti le voci corrono veloce!" esclama, "comunque, sì, sono proprio io. E ho anche altri bellissimi giochi nella mia stanza del Motel, vuoi per caso venire a vederli?."
Penn si allenta il primo bottone della camicia e io lo prendo per un braccio, trascinandolo via. "Magari un'altra volta, è stato un piacere farvi conoscere, adesso torniamo dagli altri. Ci vediamo, okay?".
Lei sghignazza divertita, punta i gomiti sulla balaustra e ciondola la testa indietro. I suoi capelli scuri vengono sospinti dalla brezza leggera. Sembrano ondulare a ritmo con la musica.
"Scusa" dice Penn, "non so perchè mi sia uscita quella domanda. Insomma, che mi è passato per la testa? La ragazza del frustino!".
"Ormai è andata" lo porto il più lontano possibile da Dakota.
"Penserà che sono un deficiente e un depravato" si lamenta lui, girando la cannuccia dentro al bicchiere.
"Oppure penserà che se non ti avessi trascinato via, tu avresti accettato l'invito..."
"Stai scherzando, vero?".
Sollevo le sopracciglia, mascherando un sorriso, ma non resisto e sghignazzo forte, tenendomi la pancia. Lo immagino legato al letto con un paio di manette pelose oppure bendato con la sua stessa cravatta.
Penn se la prende, accusandomi di essere insensibile.
La musica vira, i bassi prendono campo, entrandoci dentro le ossa. La squadra di basket fa il suo ingresso, occupando uno dei tavoli in fondo alla terrazza. Zac e Hunter accolgono sulle loro ginocchia due ragazzine del primo anno e pare proprio che abbiano tutte le intenzioni di spassarsela alla grande. Anche Evan è in dolce compagnia e, a metà serata, ne approfitta per annunciare al microfono il suo fidanzamento ufficiale con Karidja. A quanto pare il loro legame non è più fatto di sesso senza amore e nemmeno di un'amicizia speciale, ma è tale e quale a tutte le altre coppie. Karidja ha capito che se ami una persona non puoi dividerla con altre cento, e se non la ami non puoi neanche andarci a letto e restarci amico.
Ashley ci raggiunge, orgogliosa di come stia procedendo tutto per il meglio. Un paio di cheerleaders inaugurano la pista da ballo.
L'intera sala smette di parlare, bere, ascoltare musica e si lancia nelle danze. Qualcuno improvvisa sorprendenti passi di break dance, facendo addirittura scricchiolare le assi di legno. Ashley mi afferra per un polso e afferra anche Penn, costringendoci ad addentrarci nella mischia. Ma, una volta in mezzo al turbinio di persone che saltano e si muovono come impossessati da un demone, il nostro contatto salta, facendoci perdere. Mi guardo intorno, Penn è al mio fianco, ma Ashley no.
"Dov'è?" grido, "dove è andata?".
Lui scuote la testa, così mi faccio strada, passando tra un gruppo e un altro di persone e la vedo. Sta parlando con Ed, il quale la mantiene per un braccio, ad un angolo della pista.
"Sei un'ottima madrina della serata e sei anche uno schianto con questo vestito" dice lui, sornione.
Ashley gli sorride e i suoi occhi sembrano perdersi nelle sfumature nocciola di quelli del dj.
"Quest'anno le coreografie delle cheerleaders saranno esplosive se sei tu a idearle". Westwick prosegue con i suoi complimenti da far venire la nausea, Ashley arrossisce e io mi appresto a intervenire.
"Andiamo, coraggio!". La afferro per un braccio, portandola via da lui. Ed le fa occhiolino e lei sospira, ammaliata.
"Ma sei impazzita?". La strattono, riconducendola tra la folla.
"Dov'eri finita? Sei sparita all'improvviso!" urla Penn, venendoci incontro, "è tutto okay?".
Ashley mi guarda e resta bruciata dalla mia occhiata truce. Le sue iridi azzurre tornano subito su Penn, e poi di nuovo al ragazzo che ha lasciato fuori da questo caos. Ed è tornato alla consolle, ha una mano sul disco e una sul sedere di Felicity.
"Tutto okay" annuisce. Le sue braccia si slanciano verso l'alto e il suo corpo prende a muoversi a ritmo con la musica.
Penn le cinge i fianchi e vederli ballare insieme è la fine del mondo. Un flashback mi riporta alla festa di Halloween dell'anno scorso e un sorriso mi spunta ai lati delle labbra, allontanando la brutta sensazione che provo. Ed non può avere Ashley, perchè lei è una principessa e Penn è il suo dolce cavaliere.
Ian lavora fino alla mezzanotte, servendo i clienti al coperto poi ci raggiunge in pista.
"Ehi, piccola Holland". Le sue mani passano sulla mia vita, stringendola e costringendomi a voltarmi, le sue labbra sfiorano leggermente le mie, provocandomi brividi che vanno oltre alla musica, alle risa, alle grida dei presenti.
"Ehi..." sorrido, contro la sua bocca.
Lui scorre le mani sulla mia schiena, sussurrandomi all'orecchio quanto io sia bella e quanto bello sia il mio abito corto. Intorno a noi tutti ondeggiano sulle note di What do you mean?, mentre noi siamo quasi fermi e i nostri respiri sempre più vicini, sempre più un solo e unico soffio. Resterei ore a baciare Ian, nel caos più assoluto o nel silenzio totale. Bacerei la sua bocca in mezzo al niente o in mezzo a tutti, proprio come adesso.
"Piccioncini, prendetevi una stanza!" mi grida all'orecchio Ashley, spezzando la magia che sto vivendo.
Ian mi afferra la mano e mi trascina via dalla mischia, scendiamo gli scalini e procediamo verso la spiaggia, lasciandoci alle spalle la musica a palla e i nostri amici. La sua stretta è forte, indissolubile e il mio cuore batte veloce come la luce, mentre le onde si fanno sempre più vicine. Ian guarda verso l'oceano scuro.
Le sue dita giocherellano con le mie.
"È impressionante come tutto sia cambiato dai miei tempi, le persone, questa spiaggia, la mia città, tutto tranne l'oceano, quello è rimasto tale e quale. Quieto o arrabbiato. Sempre lui...". La luce del faro illumina il suo profilo appena crucciato.
"Anche tu sei rimasto lo stesso."
"Io non sono più lo stesso, non da quando ho incontrato te, piccola Holland" dice lui, avvicinando di nuovo la sua bocca alla mia.
Il mio cuore trema come una foglia, mentre il bacio che ci scambiamo si fa più intenso.
Esso ha il sapore del mare e della gioventù.
Ha il sapore dei nostri anni e di tutti i nostri maledetti tormenti. Poi Ian mi prende di nuovo per mano. "Vieni con me" dice.
In silenzio mi conduce verso il ponte, fino a una delle cabine utilizzate dai surfisti.
"Voglio baciarti fino a domani mattina, voglio averti tutta per me".
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