Capitolo 30: TU AMI TROPPO

"Quindi la moglie di Ian ha avuto un secondo figlio?" Ashley cammina al mio fianco, lungo il corridoio che porta al laboratorio.

"Già, un bambino che è morto subito dopo il parto" annuisco.

Penn i segue, pensieroso. "Certo che per Ian non deve essere per niente facile, ogni giorno scopre qualcosa di nuovo sul suo passato o comunque su quello che avrebbe dovuto essere il suo passato o il suo presente... sono un po' confuso, in effetti...".

"Lo sono anche io e pure lui lo è. Anche ieri sera è rientrato tardissimo, continua a ripetere di aver bisogno di restare da solo..." libero un lungo sospiro.

Ashley stringe al seno i suoi libri. "Sono sicura che Ian supererà anche questa cosa, supererà tutto. Lui è un ragazzo d'oro, di un cuore fuori dal comune. Ricordiamoci che ha salvato Felton dalle lamiere e ha avuto il coraggio di voltare pagina, ha scelto te, Holly, ha scelto di continuare la sua vita insieme a te!".

Sollevo le sopracciglia, tra scetticismo e mille dubbi. "Ha scelto me, è vero, ma qualsiasi novità riguardante Nikki lo sconvolge, è ancora legato alla sua vita precedente e penso che lo resterà per sempre".

"Holland, ma prova a metterti nei suoi panni!" esclama Penn. "Ha scoperto che la donna che ha amato per anni lo ha creduto morto, lo ha rimpiazzato con il suo migliore amico e ci ha fatto pure un figlio, praticamente ha tentato di ricostruirsi una vita... è normale che sia sotto sopra, ma non per questo metterà in dubbio la vostra storia, anzi, probabilmente si rafforzerà ancora di più. Ian è legato a te da quel pendolo, lo sarà qualsiasi cosa succeda!".

Soppeso le sue parole, dandogli il peso che spetta loro. Sono la verità, o almeno qualcosa che si avvicina alla verità. Non sappiamo se tra Paul e Nikki è nato tutto con la scomparsa di Ian, forse c'era qualcosa anche prima; il diario di Paul ne è l'esempio, le sue poesie sono dedicate ad una donna senza nome, senza faccia, come se non potesse avere una connotazione o fosse lui a non volergliela dare.

"Ian non è un uomo comune, non fraintendetemi, amo il fatto di esservi legata per sempre, amo il fatto di provare quello che provo, ma ho anche tanta paura. Ho paura di perderlo da un giorno all'altro, ho paura che Radcliff trovi la combinazione e lui possa tornare indietro, ho paura del legame di sangue che ci unisce, ho paura anche soltanto di avere paura."

"Holly, cara, tu ami troppo. E quando si ama così tanto si ha sempre una fottuta paura!". Penn sforna la sua prima perla di saggezza della mattina.

"In effetti, un ragazzo che ti organizza come prima uscita una Dinner in the sky e ti dedicata una serenata sulla spiaggia, come è possibile non amarlo? Quello sì che è un vero primo appuntamento!" esclama Ashley, estasiata.

Penn le afferra le bretelle della camicetta, tirandola appena indietro. "Scusa, che problemi hai avuto con il nostro... di primo appuntamento?" .

Lei spalanca gli occhi, chiudendo immediatamente la bocca. Ha fatto una gaffe ed ora guardare la sua faccia è divertente perchè non sa proprio come uscirne indenne.

"Ti ho portata a cena fuori, non è quello che fanno in genere le coppie normali?" gli dice lui a brutto muso.

Ashley annuisce, sforzandosi di sorridere. Penn molla gli elastici che stringe tra le dita e riprende a camminare.

"Ehi, mica te la sei presa, vero?" Ashley gli molla un colpetto con il gomito, accertandosi del suo umore.

Il volto di Penn però è impersonato da un cipiglio scuro. Lei allora lo scuote per un braccio, mettendoci abbastanza vigore. "Andiamo, non fare così, è stata carina anche la nostra cena, non era un'affermazione personale...".

In disparte, attendo che facciano pace. Ashley gli passa una mano sui capelli, scivolando fino al collo e lo attira a sé, baciandolo. Il gesto fa passare a Penn il muso lungo e ad Ashley l'ansia di aver commesso un errore irrimediabile. Mentre la coppietta si scambia effusioni, Ed e Felicity ci passano vicino. Lui si sofferma sulla scena più del dovuto. Per un istante ho come la sensazione che non sia semplice curiosità, ma ci sia qualcos'altro. Che sia ancora attratto da Ashley? Macché! L'ha mollata da mesi ormai, non gli è fregato più niente di lei e si è rifatto una storia con Felicity, le mie sono soltanto supposizioni infondate!
E infatti Ed se ne va subito dopo, una mano sul fondoschiena della fidanzata e una nelle tasche dei jeans. Sembra davvero passata una vita da quando lui e Ashley stavano insieme, da quando io stavo con Hunter e IN e OUT erano due caste ben divise...

"Che ne dici di andare a prendere un kebab a fine lezione, tu vieni con noi, Holland?". La voce di Penn riporta la mia attenzione su di loro, al momento sono abbracciati e non si stanno più baciando.

"Certo, il kebab" annuisco.

Penn scorre le dita sul retro della camicetta di Ashley e la conduce verso il laboratorio ma, poco prima di entrare, qualcuno si piazza davanti alla porta. Phoebe. Sempre lei. Gli occhi della bruna prendono di mira quelli della mia compagna di stanza. L'odio che sprizza dalle sue pupille è dannatamente consistente.

"Ho saputo la novità, mia cara vecchia amica!" squittisce, incrociando le braccia al petto. "Il signor Agee ti ha concesso di tornare a far parte della squadra, spero che quest'assenza non ti abbia fatto perdere troppo tono muscolare, ho bisogno di ragazze belle in forma!".

Ashley resta immobile e muta. Penn la stringe più forte a sé, chiedendo di poter passare. "Non ascoltarla, coraggio, andiamo..."

Ma Phoebe non ha nessuna intenzione di spostarsi, resta piazzata al centro dell'entrata, con le braccia chiuse vicino al corpo e gli occhi pronti ad uccidere. "Penso proprio che le convenga ascoltarmi, invece, la coreografia che ho in mente è qualcosa di... come dire... esplosivo!"

Penn sbuffa e trascina lo stesso Ashley verso l'entrata, al costo di passare sul corpo di Phobe, poco importa. La bruna li lascia accedere ma, invece di andarsene, mi punta un dito contro, sputando fuori tutto il veleno residuo: "E tu vedi di non portare uomini in camera, ti ricordo che il regolamento è molto severo su questo aspetto, e se qualcuno dei professori dovesse per caso venire a sapere che una certa Holland Roden dorme tutte le notti con uno sconosciuto non iscritto al college, potenzialmente in congedo militare o forse, semplicemente uno sconosciuto... beh ecco... la tua amatissima borsa di studio potrebbe subire qualche variazione, come ad esempio quella di... che so... non esistere più?".

Deglutisco, incapace di pensare a qualsiasi cosa o risposta di senso compiuto. "Tu non farai mai una cosa simile...".

"Oh, sì che la farò, vuoi mettermi alla prova?".

Una rabbia viscerale mi sorprende, facendomi infuocare lo stomaco. "Sei perfida!".

"Sono Phoebe Tonkin, la regina delle IN, mentre tu sei una semplice ruota di scorta, senza quella borsa di studio non sei nessuno, nemmeno una studentessa!" si mette a ridere.

Penn mi viene a recuperare, dopo aver lasciato Ashley ad occupare tre postazioni vicine, davanti ai microscopi. Lo seguo dentro il laboratorio, senza togliere gli occhi dalla perfidia della bruna, dalla sua risata priva di senso e di compostezza. Può una donna essere così malvagia? Può una ragazza provare così rancore con gli altri, con il mondo che la circonda e con chiunque sia un pizzico più felice di lei? Sì. Può. E la conferma me la danno gli stivali con il tacco che portano la bruna a sorpassarci per sedersi vicino ad Ashley, prima che possiamo farlo io o Penn. Ashley ci guarda smarrita, ed io mi infuoco all'istante, decisa ad andare da lei e dirgliene quattro.

"Con la violenza non si risolverà niente" mi trattiene Penn, parlandomi all'orecchio.

Forse non si risolverà niente, ma almeno potrei stare meglio. Meglio di come sto adesso. Sento i nervi tirati come le corde di un violino e ho la sensazione che possano strapparsi da un istante all'altro. Phoebe accavalla le lunghe gambe, fasciate da calze quasi invisibili e ci mostra il dito medio, gongolandosi per la sua presa di posizione.

Una voce alle nostre spalle ci sorprende, facendoci riscuotere. E' il professore.

"Signorina Tonkin, questi non sono gesti che voglio vedere nella mia aula. In presidenza! Subito!".

Ashley ci guarda meravigliata, come se fosse appena sceso dal cielo un giustiziere buono.
Phoebe esce dall'aula, sbattendo la porta.
Tutti scrutano me e Penn, che siamo rimasti impalati in mezzo alla stanza.

"Badgley, Roden, cosa ci fate lì, mettetevi seduti, la lezione sta per iniziare!" ci richiama il professore.

Ashley sorride, tra le provette, le pipette e i vetrini che la circondano. Noi la raggiungiamo. Per una volta giustizia è stata fatta. E, mentre l'insegnante inizia a spiegare, io non posso fare a meno di chiedermi se Phoebe si vendicherà per questo in qualche modo. E se dicesse al preside della presenza di Ian nella mia stanza? Non può farlo. Sì, invece. Può farlo. Lo farà.
Quella ragazza è capace di tutto e la vendetta è il suo forte. Scarabocchio le formule scritte alla lavagna nel blocco degli appunti, mentre penso che dovrò dire a Ian di trovarsi un altro luogo dove dormire, non posso rischiare il mio posto al campus, è davvero troppo importante per me.

NOTE AUTRICE:
Ciaooo,
una buona giornata e una buona festa della donna a tutte voi, mie lettrici.

Un bacio anche da parte di Ian :)

Serena

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