Capitolo 24: NESSUN RIPENSAMENTO
L'ansia da prestazione è direttamente proporzionale all'importanza della prestazione. L'una sale più aumenta l'altra. E per noi l'esame di oggi è davvero uno scoglio enorme da affrontare!
Tutti quanti, studenti del secondo anno della Jacsonville University, entriamo in aula con le mani che tremano, la gola secca e la mente improvvisamente vuota. Quando usciamo, a fine giornata, sembriamo più snelli, più asciutti, più fini di almeno un paio di chili. Appena fuori dalla porta, ci guardiamo in faccia; la stanchezza che segna la fine di un piccolissimo traguardo e l'adrenalina in circolo per aver parlato di fronte al professor Wilder e alla sua commissione.
Uno ad uno. Domanda dopo domanda. Anatomia significa dissezione e noi è proprio ciò che abbiamo fatto. Abbiamo smembrato il programma in ogni sua parte, affrontando gli argomenti trattati nel dettaglio proprio come una perizia o un'autopsia.
Ashley si tira su i capelli, è stata quella con la maggior dose di concentrazione. E' riuscita a rispondere a ogni quesito senza battere ciglio e senza cadere nel panico. Questo esame le è servito per rimettersi in carreggiata e la prova di oggi dimostra che ci è riuscita alla grande. La cocaina, Daren, i suoi sbandamenti sono davvero soltanto un brutto ricordo.
"Non posso credere che questa maratona sia finita!" esclama.
Penn le passa un braccio attorno alle spalle, sbilanciandosi contro il suo corpo. Lei non dice niente ed io sorrido come un'ebete. Vederli insieme è quello che ho sempre voluto.
"Non vedo l'ora di farmi un bel bagno rigenerante" butto là, prendendo la strada verso i dormitori."Stasera tv e cibo spazzatura. Non voglio pensare a niente"
Ashley e Penn mi seguono; lui la sta ancora abbracciando.
"Ti passo a prendere alle otto, okay?"
Noto un certo tremore nella voce di Badgley, come se avesse quasi paura della risposta. Ma Ashley ha già detto che uscirà con lui, e non ha alcuna intenzione di rimangiarsi la parola data.
"Dove mi porti?" Gli occhi azzurri della mia amica hanno una luce nuova, quasi elettrica e quasi esplosiva.
"Sarà una sorpresa, ma tu non metterti troppo in tiro, altrimenti mi sentirò un idiota..."
Lei ride di gusto e Penn abbandona la presa. Se ne va, con lo zaino in spalla e la schiena dritta. Sembra più alto di un paio di metri. Dio solo sa quanto l'amore faccia crescere la gente!
Ashley passa tutto il pomeriggio a prepararsi per il suo primo appuntamento con Penn Badgley. Si cambia un paio di vestiti, considerandoli troppo eccentrici, sfila e rinfila i jeans e alla fine opta per una camicetta bianca e una minigonna nera di tessuto. Si guarda allo specchio, è elegante e semplice allo stesso tempo.
Penn bussa alla porta puntuale e lei corre ad aprirgli come se fosse una bambina pronta per andare al parco giochi.
"Wow" esclama Penn, spalancando la bocca.
Ashley sorride, andando a prendere a braccetto il suo cavaliere. Penn è evidentemente emozionato, mi lancia uno sguardo di smarrimento, mentre conduce la bionda fuori. Resto sulla soglia della porta a guardarli scomparire verso la loro serata.
"Divertitevi, ragazzi!" faccio loro un mezzo sorriso di incoraggiamento.
Il mio letto e una serie di film da scegliere mi attendono. Rientro in stanza, pronta a chiudere la porta, quando una mano si piazza tra lo stipite e l'anta. Caccio un urlo, restando senza fiato.
"Scusa, piccola Holland, scusa davvero tanto"
Davanti ai miei occhi c'è Ian. In tuta da ginnastica e il suo vecchio borsone pieno zeppo ai piedi. Il mio cuore si ferma.
"Avevi ragione, Melinda Clarke non è la donna che credevo" dice.
Non riesco a spiccicare parola. Nemmeno la più piccola o inutile. Ho la bocca asciutta e secca come se qualcuno mi avesse prosciugato la saliva.
"Cos'è successo?" biascico.
"Mi sono licenziato, ho rifiutato la promozione"
Mi inumidisco le labbra, cercando di respirare nel modo più regolare possibile. "Vieni, entra"
Ian si mette in spalla la sua sacca e mi segue.
"Quello che voleva Melinda da me era soltanto sesso; con lei e con le sue amiche di alto rango. Mi sento così stupido per non averlo capito prima!"
La sua ammissione mi disorienta e, allo stesso tempo, mi apre un varco di speranza, finalmente Ian ha aperto gli occhi sulla vera identità di quella donna, finalmente si è reso conto di quanto lo abbia raggirato con i suoi regali e con le sue suadenti moine.
"Come hai fatto a scoprirlo, cosa...cosa ti ha fatto quella donna per...?"
Ian si schiarisce la voce. Butta la borsa a terra e si gratta la testa. "Mi ha baciato, poi mi ha detto che sarei diventato ricco perché tutte le sue amiche avrebbero pagato oro per uno dei miei baci"
Chiudo gli occhi. La bocca di Melinda accostata a quella di Ian mi provoca un tuffo al cuore. "E tu cosa le hai risposto?" La mia voce esce a forza, quasi strozzata.
"Io ho fatto le valige, sono andato in amministrazione, ho firmato le mie dimissioni e sono corso qui da te"
Riapro gli occhi. Ian è fermo nel centro della stanza con le mani nelle tasche dei pantaloni. Non so se definirlo in imbarazzo o semplicemente pentito per non avermi dato retta fin da subito. "Mi perdonerai?" chiede, desolato.
Lo fisso intensamente. Scavo nel suo sguardo, cercando di arrivare dentro al suo cuore e alla sua mente. Nascondo le mani dentro le maniche della felpa del campus. Trattengo il fiato, poi prendo la rincorsa e mi getto tra le sue braccia. Ian ricambia il mio abbraccio con slancio. Mi solleva da terra, facendomi girare. Sorrido, anzi rido, rido decisamente. Non mi importa che Melinda abbia sfiorato le sue labbra, lui l'ha respinta. Lui ha rifiutato le sue provocazioni e adesso è qui.
Ian mi rimette giù, ma nonostante abbia i piedi piantati a terra, la mia testa gira ancora. Le sue mani mi avvolgono le guance, mentre i suoi occhi mi guardano con una dolcezza tale da far diventare le gambe pura gelatina.
"C'è solo una persona in questo spazio temporale che vorrei baciare. E quella persona sei tu, tu e nessun'altra"
La sua bocca si posa sulla mia con estrema delicatezza. Le sue labbra si muovono leggere contro le mie. Il mio stomaco si stringe, riempiendosi di mille farfalle che svolazzano come impazzite. Vorrei fermarle o, forse, non voglio assolutamente farlo. Mi piace sentire il formicolio, quella magica e stupefacente sensazione che si prova quando siamo innamorate. Ian mi solleva di nuovo da terra, afferrandomi per la vita. Questo spazio temporale è nostro. Io e lui. Nessun'altra. Nessuna vita passata, nessuna famiglia in attesa di un soldato che ha combattuto per la sua patria. Mi lascio baciare sul collo, mi abbandono alla sua saliva calda sulle mie scapole, sulle mie spalle, alla sua faccia che si scava uno spazio tra la stoffa. Il mio torace si alza e si abbassa veloce, così come veloci si muovono le mani di Ian nello sfilarmi la felpa, che vola dritta sulla scrivania. Io faccio lo stesso con la sua maglia, ritrovandomi ad ammirare i suoi pettorali nudi, sodi e ben delineati. Le mie dita scorrono sulla sua pelle, fermandosi sulla catena che sostiene il pendolo. Il freddo del metallo che ciondola sopra i miei seni mi fa rabbrividire.
"Ti perdono" sussurro, "Ti perdono, ti perdono, ti perdono" ripeto.
Ian sorride, impadronendosi di nuovo della mia bocca. I nostri corpi sono l'uno sull'altro. Stretti in una morsa che non chiede altro se non andare oltre. Oltre i baci, oltre le carezze. Oltre l'amore. Non so dove trovi il coraggio di fermarlo, posandogli una mano contro il petto. Non so dove racimoli le energie per guardarlo dritto negli occhi.
"Ian, aspetta" Il respiro mi muore in gola. "Tu, tu...cosa significa tutto questo? Hai...hai..."
"Ho fatto la mia scelta" dice, serio. I nostri respiri si incontrano e si scontrano come venti provenienti da continenti opposti.
"Ho scelto te, piccola Holland"
I miei occhi brillano di una gioia nuova, ma il mio cuore trema per una improvvisa e ingombrante paura. "Hai scelto me per questo spazio temporale" realizzo.
I muscoli delle sue braccia si contraggono sopra la mia testa. "No, ho scelto te perché voglio provare ad andare avanti" dice.
"Solo perché non hai ancora trovato il modo per tornare indietro..." scuoto la testa, piena di un milione di dubbi.
"Non voglio cancellare il passato, a quello ci resterò legato per sempre, ma voglio vivere il presente. E il mio presente sei tu"
"Non devi dimenticare la tua vita, non vorrei mai che tu lo facessi, ma ho bisogno di sapere che non sono la tua seconda scelta" Improvvisamente mi sento l'opzione B.
"Tu non sarai mai una seconda scelta"
Le sue parole non mi convincono, so perfettamente che se Radcliffe spuntasse qui, in questo preciso momento, con la soluzione, Ian non indugerebbe un solo istante a tornare dalla sua famiglia, ma mi impongo di non pensarci. Continuare a fare paragoni tra me e Nikki, tra il futuro che ci attende e il passato che ci tormenta non porta a niente di buono. Non mi alleggerisce il cuore e mi fa salire soltanto l'ansia, però una cosa posso chiedergliela. La più ovvia. La più banale e scontata. "Dimostramelo, Ian, dimostrami che sono io la donna che vuoi"
Lui mi guarda intensamente, il suo respiro sbatte ancora contro il mio. Il suo profumo mi avvolge e la sua bocca resta socchiusa. Tutto è fermo, quasi immobile nella stanza e tra di noi, poi la sua mano si muove, sfiorandomi la pelle della pancia. I brividi si impadroniscono del mio corpo, lasciandomi senza fiato. Le sue dita scorrono in basso, fino a sganciare il bottone dei miei jeans. Deglutisco. Lui scorre la cerniera dei miei pantaloni e poi li sfila, facendoli scivolare sulle mie cosce. Resto in apnea, bloccata tra sogno o realtà, vero o falso. Giusto o non giusto. Non so se sto immaginando tutto questo, se lo sto sognando, se mi sto facendo soltanto un'altra mera e pura illusione. So soltanto che il cuore mi scoppia dentro il petto, come una bomba ad orologeria, pronta a esplodere da un secondo all'altro.
Ian tira via i miei jeans dalle gambe, lasciandoli cadere sotto al letto. Si avvicina di nuovo, tornando a sovrastarmi. La sua bocca si posa sul mio collo, sui miei seni, sulla mia pancia. L'eccitazione è alle stelle, non credo di aver mai provato una sensazione simile in tutta la mia vita. Le sue labbra calde inumidiscono ogni centimetro della mia pelle, posandosi sopra la stoffa delle mie mutandine. Chiudo gli occhi, ma poi decido di riaprirli perché voglio vederlo. Voglio vedere i suoi capelli scomposti sul mio addome e rendermi conto che tutto quello che ho creduto di poter soltanto immaginare, invece si sta realizzando. Le dita di Ian alzano pan piano l'elastico dei miei slip, ma qualcosa non va come dovrebbe. Improvvisamente tutti i miei sogni si frantumano, perché la porta si apre, sbattendo, e le voci di Penn e Ashley si materializzano dentro la stanza.
"Credo proprio di averla lasciata sopra il mio let...to..."
Mi tiro a sedere, facendomi scudo con il corpo di Ian, il quale si volta di scatto verso i due intrusi.
Penn si tappa gli occhi con il palmo della mano. "Oh, cribbio! Non sto vedendo niente di tutto questo. Non ho visto niente, niente di niente!"
Ashley boccheggia, alzando le mani per giustificarsi. "Sono soltanto rientrata per prendere la mia borsetta, che ho lasciato, vediamo...ecco, sì proprio qui, sul letto, esattamente come ricordavo..." la acciuffa alla velocità della luce. "Noi torniamo al nostro appuntamento e vi lasciamo da soli, continuate pure dove eravate rimasti, okay?"
La porta si chiude di nuovo. Ashley e Penn se ne vanno, ridacchiando. Ian torna a guardarmi. Spero con tutto il cuore che riprenda da dove ha lasciato, ma lui non lo fa. Si distende al mio fianco, mi scorre un indice sulla pelle nuda, fissandomi il reggiseno e le mutandine.
"Forse è meglio così. E' un passo importante, dobbiamo esserne sicuri" dice.
Annuisco, ascoltando il mio cuore spezzarsi.
Mi raggomitolo al suo fianco e mi lascio avvolgere dalle sue braccia.
"Voglio stare con te, non ho dubbi, ma non sono abituato a questo genere d'incontri, voglio un appuntamento serio e una storia seria"
Alzo lo sguardo nel suo, perdendomi nel blu che circonda le sue pupille. "Mi stai dicendo che vuoi fidanzarti con me?"
"Credo che sia la cosa migliore per entrambi, se tu lo vuoi..." posa una mano sotto al mio mento.
I piccoli frantumi del mio muscolo cardiaco si riassestano. "Niente ripensamenti?"
Lui si nasconde dietro ad un mezzo sorriso. "Niente ripensamenti" annuisce.
Ed io muoio di felicità. Perché sì, a volte di felicità si può anche morire.
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