Capitolo 19: VERSO LA DISTRUZIONE

Lo sforzo di Ashley per tornare a essere la ragazza spensierata, studiosa e brillante di un tempo, è più difficile di quanto immaginassi. Non è bastato allontanare Daren, non è bastato neanche rituffarsi nello studio e negli impegni scolastici, ci si è messa di mezzo Phoebe e l' espulsione dalla squadra. Ashley ci è rimasta davvero male ed è visibilmente combattuta.
Da un lato desidera a tutti costi chiudere con il passato e ripartire, mentre dall'altro sente di essere una fallita. Ha fallito con me, con il cavaliere mascherato, ha fallito come ballerina e come donna. Inutile ripeterle che non è da sola, che sono sua amica e la aiuterò in ogni modo. Lei si sente colpevole, responsabile della sua rovina e della sua sfortuna. Ho parlato a quattr'occhi con Penn e abbiamo deciso che prima di restituire l'assegno al signor Agee dobbiamo chiedergli un secondo favore; Ashley non verrà fatta fuori dalla squadra, è in gamba e non lo merita affatto. Gli spiegheremo che si tratta soltanto di un capriccio della capo cheerleader. Phoebe Tonkin non l'avrà vinta, non questa volta.

La sera, io e Ashley, restiamo chiuse in camera, guardiamo un film senza però seguire affatto la trama. Siamo così stanche e spossate per ogni singolo evento della giornata, che finiamo per addormentarci con la televisione accesa.

Nel pieno della notte, un rumore mi sveglia, facendomi balzare a sedere sul letto. Qualcuno sta cercando di aprire la porta, mi stropiccio gli occhi e mi accorgo che quel qualcuno non è altro che Ashley.

"Dove vai?" biascico con la voce impastata.

Lei si stringe dentro alla felpa che indossa e gira la chiave. "Ho bisogno di aria"

Nella penombra non riesco a vederla in faccia ma, a giudicare dalla voce, sembra proprio che stia piangendo. Metto i piedi fuori dal letto e la raggiungo, poco prima che lei abbassi la maniglia.

"Ehi..." le poso una mano sulla spalla.

Ashley stringe forte i pugni, sbattendoli contro la porta. Sussulto, sorpresa e al contempo impaurita dal suo gesto.

"Che succede?" Le sposto i capelli dalla faccia, cercando uno spiraglio per vederla in volto.
Le sue guance sono impastate dalle lacrime, i suoi occhi sono rossi e gonfi. Le sue pupille si muovono alla ricerca di chissà cosa. Mi posiziono davanti alla porta, spalmandomi contro l'anta come fossi l'uomo ragno.

"Lasciami uscire" digrigna i denti, sulla difensiva.

Un brivido freddo mi attraversa la schiena.
Per un attimo mi sembra di non conoscerla affatto oppure di riconoscerla fin troppo bene. E' la Ashley coinvolta, quella che ci è rimasta sotto perché ha lo stesso sguardo arrabbiato e sfrontato di ieri notte.

"Dove vai a quest'ora?" lancio un'occhiata alla sveglia sulla scrivania. "Sono le quattro!"

Lei batte di nuovo un cazzotto contro la porta, appena sopra la mia testa. "Ho detto di lasciarmi uscire!" Questa volta grida ed io prego che le inquiline delle stanze confinanti stiano dormendo profondamente.

"Non posso lasciarti uscire in queste condizioni. E' notte, è buio, torna a letto, per favore..."

Il suo respiro si fa pesante, mentre le sue gambe prendono a muoversi meccanicamente nella stanza. Gira a vuoto, gira come un piccolo criceto in gabbia. La sua ruota sono le emozioni, quelle che le stanno attanagliando il cuore e l'anima. Le sensazioni oscure, quelle capaci di offuscare la vista di un domani migliore.

"Vuoi spiegarmi cosa c'è? Sono qui, posso ascoltarti" mi avvicino, tentando di instaurare un dialogo.

"Non capiresti, Holly, non capiresti affatto!"

"Tu provaci. Prova a spiegare quello che ti sta succedendo, non è poi così difficile...forse insieme riusciremo a trovare una soluzione, forse..." Stringo lo sguardo nel suo, scoprendo due pupille sempre più frenetiche e compulsive.

"Sono in quella maledetta piscina" dice lei, senza curarsi delle lacrime che le scendono lungo le guance come un fiume continuo. "Non riesco a risalire, sto bevendo acqua, sto annegando"

"Tu non annegherai. C'è un salvagente vicino a te. Devi solo aggrappartici forte"

"Un salvagente non basterà a salvarmi, io ho bisogno di Daren. Non mi importa niente se sta con quella specie di giraffa dalle gambe chilometriche, io ho bisogno delle sue rassicurazioni e della sua roba"

"No, Ashley, no" le accarezzo una guancia. "Tu non hai bisogno di lui e nemmeno della roba, ti prego, ti scongiuro, torniamo a letto. Vieni nel mio, mettiti vicino a me. Possiamo parlare, puoi piangere, ti ascolterò sfogarti anche per tutta la notte, ma non andare..."

Lei chiude gli occhi e abbassa la testa. Le sue lacrime sembrano fermarsi. Le sue mani tremano mentre cercano un varco dentro alle tasche della felpa. Poi, quello che speravo fosse un cenno di resa, si tramuta di nuovo in una prorompente e sconclusionata agitazione. Il suo corpo riprende a muoversi senza logica, gettandosi conto la porta. Questa volta non posso fare niente per fermarla, nessun richiamo, nemmeno aggrapparmi a lei con tutta la mia forza, riesce a impedirne la fuga. Ashley piange a dirotto e scappa via; da me e dalla mia buona volontà. Scappa da sé stessa per rincorrere la sua distruzione.
***

Mi vesto in un lampo, mettendo il primo paio di jeans che trovo e uno dei maglioni in giro per camera. Fuggo al dormitorio maschile, buttando praticamente giù dal letto Penn, che si dà una specie di sistemata e mi segue fino alla stanza di Kagasoff.

Quando bussiamo, lo facciamo come due furie in preda ad una crisi di panico.
Il suo coinquilino, Allen Evangelista, ci viene ad aprire con la faccia di uno che sembra appena uscito da un incontro di Wrestling.
Ha i capelli scompigliati, gli occhi più piccoli di sempre e la bocca così spalancata che possiamo vedere chiaramente le sue tonsille.

"Dov'è la mia amica?" mi faccio spazio per entrare.

Il ragazzo sbatte le ciglia e si gratta la testa, più confuso di prima. "Ma chi cercate?" chiede.

"Ashley, cerchiamo sempre lei, Ashley Benson!"

Allen sospira, lasciandosi cadere sulla sedia di fronte alla scrivania. "Qui non c'è nessuno" dice.

"E' appena fuggita dalla mia stanza per venire da Daren!" spalanco le braccia, facendole ricadere sui fianchi.

"Non c'è neanche lui, è uscito a cena questa sera e non è tornato. Non ho idea di dove sia e ora, vogliate scusarmi, ma intendo riprendere il mio sonno proprio da dove l'ho lasciato, stavo sognando un bellissimo puledro dal manto nero come l'ebano. Ho intenzione di tornare a cavalcarlo, dunque, se permettete..." ci fa segno di togliere il disturbo.

Io e Penn ci ritroviamo a vagare inutilmente per il dormitorio maschile, preoccupati e con la mente totalmente azzerata.

"Se non è andata da Daren, dove può essersi cacciata, allora?"

Scuoto la testa, presa dallo sconforto. "Era visibilmente instabile, diceva di aver bisogno di aria e di quella maledetta roba..."

"Quel pezzo di merda di Kagasoff, se potessi lo strozzerei con le mie mani!" Penn sovrappone i pugni e li gira uno a destra e uno a sinistra, come se avesse a portata il collo immaginario del giocatore di basket.

"Che ne dici se diamo uno sguardo fuori?" propongo.

Penn annuisce e mi segue in cortile. Camminiamo in prossimità dello Starbucks, attraversiamo il parcheggio, fino a fermarci su una delle panchine del giardino. Il cielo è un manto di stelle, è il classico cielo che fa da cornice a due innamorati. E per un attimo vorrei essere qui con Ian. Sono passati soltanto due giorni da quando sono fuggita dalla sua stanza d'hotel, due giorni dall'ultima volta che l'ho visto e che ci ho parlato. Chissà cosa starà facendo? Melinda Clarke avrà continuato a importunarlo? L'odio verso quella donna si mescola al disprezzo verso Kagasoff, facendomi aggrovigliare lo stomaco.

"Cosa facciamo?" Penn si passa le mani sulla faccia, stroppicciandola.

"Forse dobbiamo chiedere aiuto" ammetto, accantonando ogni sorta di rancore e prendendo il mio cellulare. "Telefono all'hotel Clarke, Ian ci darà una mano"

NOTE AUTRICE :

Buonasera lettori,
Febbraio è il mese dell'amore e gli #AmbassadorsITA hanno indetto un concorso per celebrare il fantomatico San Valentino. Se volete dare uno sguardo per capire di cosa si tratta questo è il link: https://my.w.tt/UiNb/7aHNpBHqpK.
Io parteciperò con una Fan fiction su Benji e Fede, in omaggio a tutte le lettrici che mi seguono e sono fan del duo. La one shot si intitola: "Sogni sotto pelle" la trovate sul mio profilo, se vi va passate a leggerla.
Se anche voi partecipate, fatemi sapere che verrò volentieri a leggere la vostra storia...

Buon fine settimana a tutti!
Baci
Serena

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