EPILOGO

Mi alzai dalla panchina nel parco, e guardai l'ora.

Presi il primo volatreno diretto per casa, e mi sedetti a guardare fuori dal finestrino.

Non volevo pensare a niente.

Avevo rovinato la mia vita, abbandonando Leah al suo destino senza di me.

Una delle tante cicatrici nel mio cuore si riaprì, e tornai a sanguinare interiormente, svuotandomi delle mie facoltà mentali ed emotive.

Una fermata. Scesero un paio di persone, e salì una ragazza.

Asciugai in fretta una lacrima, e osservai in giro che nessuno mi avesse visto.

La ragazza mi guardava, e quando incontrai i suoi occhi spostò subito lo sguardo.

Un momento.

Quella era una Sirena.

Del branco del Nord.

La riconoscevo, l'avevo vista nella radura, quando Sara ci aveva traditi.

Se era qui, voleva dire solo una cosa.

La guerra era finita.

Mi alzai di scatto, pronto a parlarle, ma lei si voltò e scese rapidamente dal treno, prima che chiudesse le porte e partisse.

Mi aveva riconosciuto anche lei.

Dovevo dirlo a Josh.

Forse c'era ancora una speranza.

Aspettai ansioso che arrivasse la mia fermata, e scesi di corsa, diretto verso casa.

Imboccai il vialetto, salii le scale dell'ingresso ed entrai velocemente.

-Josh!- urlai. -Josh!-

-Nat.- arrivò allarmato, sbucando dalla cucina.

-Josh, ho visto una Sirena e forse la guerra è finita! Dobbiamo andare a prendere Leah e dobbiamo riportarla qui! Josh!- dissi tutto d'un fiato.

-Calma Nat.- disse, mettendomi le mani di fronte come a bloccarmi.

-Ma di che stai parlando?!- ero sicuro di avere gli occhi fuori dalle orbite, ma se c'era una speranza, dovevo coglierla al volo.

-Dobbiamo andare, forza!- dissi, cercando di entrare in cucina.

-Nat, io...- continuò lui, bloccandomi.

Lo scansai velocemente ed entrai in cucina. -Ma che ti pren.- mi bloccai.

Nella mia cucina, nella mia casa.

Sara.

-Tu.- sputai.

-Ciao Nathan.- disse lei timorosa, mostrando il viso.

-Nat, aspetta!- urlò Josh dietro di me, ma io fui più veloce.

Mi lanciai verso di lei e le tirai un ceffone.

Lei non oppose resistenza.

Mi bloccai di colpo, mentre le lacrime le inondavano il viso, e Josh la soccorreva.

-Sei impazzito?!- mi urlò contro, abbracciandola.

-Cosa stai facendo?!- urlai di rimando, guardandolo sbalordito.

-Ci ha traditi, Josh!- ero frustrato, mi stava tradendo il mio migliore amico.

-È cambiata, Nathan! Fidati!-

-Non ci crederò mai.- dissi con risolutezza, guardandola con odio.

Lei singhiozzò.

-Nat... mi dispiace.-

-No! Stavi per uccidermi! Josh, stalle lontano!- urlai, cercando per la cucina un coltello.

-Nat! Nat ascolta! È pentita! Calmati!- Josh si buttò su di me, braccandomi e bloccandomi i movimenti.

Cercai di ribellarmi, inutilmente.

-Nat.- disse lei, sottovoce. Si avvicinò, e mi prese il viso fra le mani. Cercai di morderla, di tirarle calci, ma ero impossibilitato.

-Nat, guardami.- mi disse, mentre le lacrime continuavano a scendere.

Non volevo guardarla. Ero impazzito di rabbia. Era anche colpa sua se Leah non c'era più.

-Nat!- urlarono insieme Josh e Sara.

E io la guardai.

E vidi rimorso, tristezza, dolore, senso di colpa nei suoi occhi.

Era pentita per davvero.

Smisi di ribellarmi, e mi accasciai a peso morto su Josh, che mi sostenne e mi trascinò fino sul divano.

Ero stanco di tutti quei giochi.

Afflitto dalla stanchezza e dalla frustrazione.

-Tu... tu sei tornata?- le chiesi.

Lei mi guardò. Notai che teneva una mano di Josh, e che lui l'abbracciava, quasi a proteggerla.

Se fossi stato in lui, avrei vietato a tutti addirittura di guardarla, la mia Leah.

Leah.

Un'altra fitta al cuore.

Ero distrutto.

-Sì, sono tornata. Mi dispiace, Nat.-

-Dov'è Leah?- chiesi, bramoso.

Sara guardò Josh, e si scambiarono uno sguardo che non capii.

Dispiacere? Compassione?

-Nat...-

In quel momento, venni investito da un colpo in faccia.

Quel "Nat..." mi aveva fatto stare peggio che tutto il resto.

-NO!- scattai in piedi.

-Nat, calmati!- urlò Josh, scattando in piedi con me.

Le lacrime cominciarono a scendere da sole, già prevedendo ciò che Sara mi avrebbe detto.

No, non le avrei creduto neanche morto.

-Calmati Nat, calmati! Leah sta bene!- urlò Sara, alzandosi in piedi con me.

-Che significa?- chiesi, spaesato, guardandola.

Su di noi cadde un silenzio tombale.

La guardai, aspettando risposte.

-Tu la ami, non è così?- mi chiese, sorridendo impercettibilmente.

-DOVE E' LEAH?!- urlai in preda alla disperazione e al panico, scandendo ogni parola.

-Calmati Nat, va tutto bene. È rimasta lì. Se vuoi...-

Non la lasciai finire di parlare. Il sollievo che s'impossessò di me fu violento da farmi quasi cadere.

-Andiamo a prenderla.- ordinai.

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