Ventitré
Dopo il primo di gennaio io, Veronica e Fabrizio tornammo a Rimini per qualche giorno a festeggiare la fine delle feste con le nostre rispettive famiglie.
I miei genitori furono più che contenti di rivedermi finalmente dopo diversi mesi e, come avevo già immaginato, non mi risparmiarono affatto il loro immancabile terzo grado sull'università e la vita fuori casa nonostante li avessi sentiti per telefono tutte le settimane.
Per l'ennesima volta, ma più dettagliatamente, raccontai loro delle lezioni, del nostro primo esame che si stava avvicinando, dei nostri vicini di casa e delle ultime conoscenze. Tralasciai i miei sentimenti per Juan poiché per il momento non me la sentivo molto di parlarne, ma li aggiornai sull'inaspettato fidanzamento di Veronica e Fabrizio, del quale anche i miei rimasero sorpresi.
L'otto di gennaio eravamo di nuovo tutti e tre a Roma, pronti - si fa per dire - per le nuove lezioni e per la preparazione all'esame del mese successivo.
Quella sera, una volta arrivate davanti casa Valerio accolse trionfalmente me e Veronica cantando a squarciagola l'inno della Roma, con le conseguenti richieste di silenzio di Juan provenienti dal balcone.
«Bentornate, regà!» si limitò allora a dirci il povero Valerio.
«Grazie, Valè. Ci mancava Roma, lo sai?» esordii.
«Che ce voi fà, a Roma ce lasci er core!» commentò lui aprendo il portone di casa sua «Adesso 'nnatevene a dormì, se beccamo più tardi.»
«D'accordo» annuì Veronica «Cià!»
Io e Vero entrammo e in men che non si dica disfacemmo le valigie per poi sistemarci subito per la notte. A causa della stanchezza per il viaggio, verso le dieci e mezza il sonno prese il sopravvento su di noi.
***
La mattina seguente avremmo avuto lezione alle nove, pertanto ci svegliammo alle sette e mezza per fare con più calma e un'ora dopo eravamo già fuori dall'università ad aspettare l'inizio delle lezioni.
Poco dopo ci passarono davanti due volti familiari che non rivedevamo da un mesetto: quelli di Roberto e Giorgia, i gemelli foggiani amici di Raffaele, i quali tornarono indietro per venire a salutarci non appena ci notarono.
Giorgia ci venne subito incontro. «Ehi, ciao!»
«Chi si rivede!» esclamò Roberto, raggiungendo la sorella.
«Già, è un bel po' che non ci si vede» ammisi.
«Come state?» si inserì Veronica.
«Mah, tutto sommato bene, grazie» commentò Giorgia «Siamo stati con i parenti per tutte le vacanze e ieri sera siamo tornati stanchi morti.»
«Oh, anche noi!» esclamò la mia coinquilina.
«Piuttosto, abbiamo saputo di Gianna e Raffaele...» continuò la gemella.
«E anche di te e Fabrizio» aggiunse Roberto rivolgendosi a Vero.
«Accidenti, siamo famosi anche in Puglia!» scherzò lei.
Tirai fuori il cellulare per controllare l'orario, mancavano ancora venti minuti alle nove.
«Eh, il mondo è piccolo...» risi.
«Puoi dirlo forte.»
Dopo qualche altro commento sulle ultime novità e sulle vacanze natalizie decidemmo di entrare: io, Veronica e Giorgia nel dipartimento di Lettere e Filosofia che comprendeva anche la facoltà di Lingue, mentre Roberto in quello di Matematica.
«Sapete che sto cercando una nuova casa?» ci informò Giorgia «Così potrei lasciare più spazio a mio fratello e a Raffaele e potrei avere delle coinquiline femmine... Stavo pensando di chiedere a Gianna di trasferirsi con me, dato che non sopporta quelle due.»
«Ah, ottima idea!» approvai «Le faresti proprio un favore, sono settimane che dice di volersene andare...»
«Non posso biasimarla, neanche io riuscirei a sopportare due coinquiline del genere» commentò lei.
«Le ha già sopportate fin troppo riuscendo a vivere con loro un anno e mezzo» osservò Veronica «Gianna sarebbe felicissima di andarsene da lì.»
***
Qualche giorno dopo Giorgia riuscì a trovare casa proprio vicino all'università, dalle nostre parti. Come volevasi dimostrare la seguì anche Gianna, che non appena ricevette notizie dall'amica preparò tempestivamente le valigie salutando definitivamente le sue due arroganti ex coinquiline. Brigitta e Geneviève sembrarono prenderla bene nonostante il fatto che, essendo solo in due, da quel momento avrebbero dovuto pagare di più per l'affitto.
Il pomeriggio stesso del trasloco io, Vero, Raffaele e Roberto aiutammo Gianna e Giorgia a sistemare un po' la casa, decisamente più spaziosa della precedente, e quella sera ci ritrovammo in un bar nei pressi dell'università insieme a Juan e Valerio.
«Non ci posso credere, questo è un sogno che si avvera!» esclamò Gianna, raccontando al cugino «Sono libera, non le vedrò più la mattina quando mi sveglio e neanche la sera quando rientro, non dovrò più sopportare le loro pretese e le loro lamentele... Sono libera, Valè!»
«Era ora cuggì... C'hai messo 'n po' de tempo pe levartele da li cojoni ma alla fine ce l'hai fatta» rifletté Valerio.
Gianna scrollò le spalle. «Beh, meglio tardi che mai.»
«Però pure te non scherzi» continuò lui amichevolmente, rivolgendosi a Raffaele «Ahò, ch'avete messo sette mesi pe parlà!»
«Caro Valerio, chi va piano va sano e va lontano... Chest'è a' vita» ribatté Raffaele girando il cappuccino.
«La vita è una scalata, gente» intervenne Juan.
Ma la vista è meravigliosa, pensai. Sì, per chi arriva in cima!
«In questi giorni dovrebbe arrivare anche un'altra ragazza da noi» ci comunicò Gianna «Saremo in tre anche stavolta.»
Giorgia annuì, aprendo una bustina di zucchero. «Già, speriamo bene.»
«Il gruppo si sta allargando a vista d'occhio» osservò Roberto.
«Chi l'avrebbe mai detto che in tre mesi saremmo diventati così tanti!» esclamai.
«Ma infatti» approvò Veronica «Speriamo solo di non perderci per strada.»
«Nun te sta a preoccupà, almeno fino alla laurea nessuno ce schioda da Roma» la rassicurò Valerio.
«Ah, tu non ti schioderesti da qui neanche fra cent'anni!» commentò Juan.
«Dettagli, regà, dettagli. Lo sapete che c'ho Roma ner core.»
«Ogni tanto lo sentiamo anche, ma giusto ogni tanto eh!» ironizzai riferendomi alle sue cantate al balcone di prima mattina.
«C'avete na sveja vivente, me dovreste ringrazzià» si difese Valerio.
«E voi lo conoscete solo da tre mesi... Pensate io che lo conosco da tutta la vita come posso stare!» rise la cugina.
«Ah, non vorrei essere al tuo posto!» scherzò Vero.
Tra una chiacchiera e l'altra anche quella giornata terminò, divertente come sempre ma non abbastanza per essere del tutto felice.
Adoravo tutti i miei amici, ma più passavano i giorni e più mi innamoravo del mio caro vicino spagnolo. L'ansia ad ogni suo sorriso, gli attacchi di gelosia repressi, la voglia di essere tra le sue braccia erano ormai inevitabili, ma non potevo farci niente.
Nel giro di una settimana si erano formate addirittura due coppie nel gruppo: Veronica e Fabrizio, Gianna e Raffaele. Ma per me come sarebbe andata a finire?
Questa era la domanda che mi ponevo tutti i giorni, alla quale avrei voluto trovare una risposta il prima possibile.
Ciao a tutti, rieccomi finalmente con il nuovo capitolo!
Vi siete fatti un'idea della situazione?
Il trasferimento di Gianna e Giorgia sarà stata una buona decisione?
La loro nuova coinquilina starà dalla parte del gruppo oppure no?
Come andrà a finire per Sofia e Juan? Avete qualche aspettativa?
Votate e/o commentate se volete che continui :)
Grazie! ♥
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