Ventinove

Tra studio, ansia e ripasso, gli ultimi giorni di tortura prima del mio esame universitario sembravano non passare mai.

Alla fine, dopo un tempo che mi parve interminabile, il gran giorno arrivò.

Mi presentai all'università con l'agitazione a mille in compagnia di Veronica, che a breve avrebbe dovuto sostenere anche lei un esame, e di Fabrizio, alle prese con lo studio per un esame che avrebbe dovuto dare in aprile.

Quando arrivò il mio turno la mia mente si annebbiò improvvisamente a causa dell'ansia che non intendeva abbandonarmi, ma una volta davanti al professore cercai di rilassarmi e di esporre al meglio tutto quello che avevo appreso in quei primi mesi di studio matto e disperatissimo, come lo definiva Leopardi.

Con mia grande sorpresa notai che i docenti erano piuttosto comprensivi e tentavano di far sentire a loro agio gli studenti durante il loro esame. Forse fu anche grazie a questo che i miei sforzi vennero ricompensati: incredibilmente ricevetti un trenta, voto al quale non puntavo minimamente per il mio primo esame.

Quando la mia coinquilina ricevette la notizia sembrò più quasi felice di me, la vidi sollevata e un po' più speranzosa di poter ottenere anche lei un buon punteggio nel suo orale di inglese.

«Graaande Sofì!» esultò «Io ne ero più che sicura, non mi sorprendo più di tanto ma sono felicissima per te. Spero di poter prendere anche io un voto alto...»

«Lo prenderai, ne sono certa» la incoraggiai «Sei sempre stata una brava studentessa, stai studiando tanto... Lo meriti.»

«Congratulazioni signorina Moretti, vedo che sono iniziati bene questi esami!» si inserì Fabrizio, dandomi il cinque.

«La ringrazio, dottor Martinelli» ribattei divertita.

«Ma quale dottore, magari! Siamo solo all'inizio...»

Sospirai. «Prima o poi arriverà anche la fine!»

***

Una volta tornate a casa intravedemmo Valerio dalla finestra di camera sua fare le pulizie con l'ultimo album di Venditti in sottofondo. Quel ragazzo era instancabile e irremovibile, c'era poco da fare.

Veronica lo chiamò a gran voce comunicandogli immediatamente l'esito del mio esame.

«Vero, non mi sembra il caso di mettere al corrente tutto il vicinato...» obiettai ridendo.

Nonostante volessi un gran bene a Fabrizio ero sempre più convinta del fatto che lei e Valerio dovessero stare insieme.

«Ammazzate oh! Brava!» commentò il nostro amico affacciandosi alla finestra «E te stavi pure a preoccupà...»

«Per un esame, soprattutto per il primo, si è preoccupati in ogni caso... Ma comunque non me lo sarei mai aspettato!» ribattei.

«E te credo, pensi sempre negativo» farfugliò Valerio.

Ahimé, triste verità.

«Fa parte della mia natura» mi giustificai.

«E diglielo un po', Valè» intervenne Veronica «Sofia dovrebbe imparare a capire un po' di più molte cose... Anche le più evidenti!»

«Le più evidenti?» ripetei. Immaginavo dove volesse andare a parare.

Valerio annuì. «Giusto. Non si può negare l'evidenza.»

«Si può sapere a cosa vi state riferendo?» sbraitai.

«Eh, Sofì... Ce devi arrivà» farfugliò il mio vicino.

«Ci sarebbe dovuta arrivare già da un bel po' di tempo, ma lei non dà ascolto a nessuno» precisò la mia coinquilina.

Sbuffai. Quei due erano proprio decisi a non mollare, ormai sembravano inarrestabili.

«Valè, stasera vengo da te. Ti devo parlare» lo avvertii.

Ero assolutamente decisa a sapere di più sulla questione di Juan, volevo conoscere anche l'opinione di Valerio e vedere cosa ne pensasse.

«Non c'è problema, vieni quando vuoi» replicò lui.

Accennai un sorriso. «Perfetto, grazie.»

***

«Sofì, buonasera!»

Non appena misi piede in casa Fiore-Ramírez notai il sottofondo musicale di quella sera: El mismo sol, la suoneria del mio cellulare.

«Non mi dire, ti sei dato alla musica spagnola!» esclamai.

Valerio scosse la testa con espressione divertita. «È la radio, nun te fà troppe illusioni. Io ascolto principalmente Venditti e gli stornelli romani, sempre fedele a Roma capoccia

Sospirai. «In effetti mi sembrava strano...»

«Arrennéteve, regà.»

Raggiungemmo il salotto e, come eravamo soliti fare, ci accomodammo prima di iniziare la discussione.

Sapevo che Juan non era in casa, fortunatamente quel giorno aveva il turno in pizzeria e io avrei potuto parlare tranquillamente con Valerio di qualsiasi cosa mi fosse passata per la testa.

«Allora, Sofì, di che mi volevi parlare?»

Bene, era arrivato il momento.

«Allora, sinceramente non saprei da dove iniziare» ammisi «Vediamo... Anche tu hai notato che Juan è un po' strano ultimamente?»

Il mio vicino alzò un sopracciglio. «Eh, ammazza, è decisamente strano! Allora qualcosa hai capito...»

Mi accasciai sullo schienale della poltrona, pensierosa. Forse lui era veramente a conoscenza di qualcosa.

«Cosa avrei dovuto capire, Valè? Allora anche tu dai ragione a Veronica?»

«Io do ragione a Veronica a prescindere» rise Valerio «Ma in questo caso sicuramente le do ancora più ragione. Juan è cotto come le mele che faceva mi nonna, anzi, come er pollo che ho fatto brucià l'antra sera. Sofì, ce sta sotto pe te!»

Sbarrai gli occhi. «Ma... te lo ha detto lui?»

Valerio si limitò ad annuire con un cenno della testa seguito da una mezza risata.

«È innamorato di me?»

Annuì una seconda volta. «Ammazza, e mica poco! Hai presente io con Veronica? Beh, ecco, stamo là

Rimasi pietrificata sulla poltrona, incredula ed esterrefatta.

Porca miseria, allora Veronica e le altre avevano ragione. Era vero, era tutto vero.

«Non ci posso credere» farfugliai «Non è possibile.»

«Ve dovete dà na mossa però, artrimenti arrivamo alla vecchiaia che 'n c'avemo ancora risorto gnente» protestò Valerio.

La spontaneità di quel ragazzo era incredibile, la sua simpatia sarebbe stata in grado di rallegrare anche i più tristi o di far scappare una risata a qualcuno nei momenti meno opportuni.

«Valè, dammi il tempo di riprendermi» risi.

«E ce mancherebbe!» ribatté lui.

Ci fu qualche attimo di silenzio, che Valerio interruppe improvvisamente dopo aver letto un messaggio sul cellulare.

«Sofì, me devi scusà, ma devo annà 'n attimo da mi nonno. Oggi sono tornati i miei cugini e stanotte già ripartono, dovrei annà a salutarli» mi spiegò.

«Oh, tranquillo, non ti preoccupare! Tanto a questo punto abbiamo praticamente finito» lo rassicurai.

In effetti quello che c'era da sapere era venuto fuori, per il momento sarebbe bastato.

«Se vuoi puoi rimanere nel frattempo, tanto a casa tua nce sta nessuno... Ci metterò massimo un quarto d'ora, prendo la macchina.»

Annuii. «D'accordo, diciamo che ti sorveglierò la casa durante la tua assenza!»

«Perfetto» rise Valerio, recuperando giacca e chiavi «Grazie, Sofì

«E di cosa, grazie a te.»

Non appena Valerio uscì inviai un messaggio a Veronica, che in quel momento era in compagnia di Gianna e Giorgia, per informarla sulle ultime novità. Stranamente lo lesse quasi al momento e mi telefonò all'istante.

«Pronto?»

«Sofì! Te lo dicevo io, porca miseria! Non poteva essere altrimenti!»

«Ma siamo sicuri che Valerio abbia detto la verità?»

«È ovvio! Non vedo ragioni per cui avrebbe dovuto mentirti.»

«In effetti hai ragione.»

«Beh, allora? Come ti senti? Cosa ne pensi?»

«Sono felicissima! Spero soltanto che sia vero. Sai che non sono mai stata fortunata in amore, quindi mi sembra strano essere ricambiata proprio adesso...»

«Prima o poi doveva succedere, no? Adesso dovete solamente parlare tu e Juan.»

«Sì, ma come faccio a dirglielo? Non posso dire a Juan di punto in bianco che sono innamorata di lui da ottobre! Già è tanto se adesso so perché ultimamente era così strano, io non avrei mai avuto il coraggio di chiederglielo...»

«Stai parlando di me?»

Una voce a me fin troppo familiare interruppe la nostra conversazione telefonica.

Alzai lo sguardo ed ebbi un sussulto: Juan era proprio davanti a me, che mi osservava con un mezzo sorriso stampato in volto in attesa di una mia risposta.

«Ti richiamo dopo» dissi frettolosamente a Veronica, per poi riattaccare.

Juan non doveva essere in pizzeria a quell'ora? E come diamine avevo fatto a non sentirlo entrare?

Spostai lo sguardo alla mia destra e solo allora mi ricordai del fatto che Valerio avesse lasciato il portone accostato. Accidenti.

•••

Ciao a tutti, carissimi!

Finalmente un capitolo importante: Valerio racconta la verità a Sofia e Juan la sorprende a parlare di lui con Veronica.

Ora come andrà avanti la vicenda?
Come si metteranno le cose?

Votate e/o commentate se volete che continui :)
Grazie! ♥












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