Trentadue

Quella sera rientrai a casa pervasa dalla felicità, come se si fosse finalmente realizzato uno dei miei più grandi desideri.

Incredibile ma vero, io e Juan stavamo insieme, e quando il giorno seguente comunicammo la notizia agli altri nessuno si sorprese più di tanto.

«Io non mi esprimo» commentò Veronica quando le raccontai tutto «Visto che avevo ragione? E tu non mi davi retta...»

«Ormai mi conosci, Vero. Non avrei mai potuto ammettere che prima o poi sarebbe successo» mi giustificai.

«Dovresti essere più sicura. Prendi esempio da Valerio e Claudio, loro sono sempre così spontanei e sicuri di loro stessi...»

La interruppi. «Ti posso assicurare che Valerio non è poi così sicuro come potrebbe sembrare.»

«Come fai a saperlo?» mi domandò allora Vero.

«Eh... Lo so» sospirai amaramente. Volevo cercare di capire se Veronica non provasse sul serio niente nei confronti di Valerio.

«Tutto ok?» proseguì lei, poco convinta.

«Certo, cosa dovrebbe essere successo?»

«Ah, non lo so... Dovresti saperlo tu, dato che te ne sei uscita con questa cosa» ribatté la mia coinquilina.

«Parlavo in generale, tranquilla!» tagliai corto.

Lei annuì distrattamente, tornando a fare quello che stava facendo un attimo prima.

La situazione stava diventando un tantino sospetta... Ma solo un tantino.

***

«Vid 'o mar quant'è bbell
Spira tanto sentimentooo!»

Era trascorsa circa una settimana dal mio fidanzamento con Juan, e Raffaele, ospite in casa Fiore-Ramírez una di quelle sere, stava cantando a squarciagola Torna a Surriento incurante del fatto che la finestra della camera fosse aperta.

«Mi chiedo come faccia Gianna a sopportare tutto questo patriottismo!» esclamò Veronica mentre eravamo a tavola.

«Si sopporta» risposi semplicemente «Se vuoi bene a una persona, accetti i suoi pregi e i suoi difetti.»

«Vero» annuì lei «Bisogna avere tanta pazienza...»

«Tu avresti pazienza con Fabrizio se fosse così aperto come Raffaele o Valerio?» continuai allora.

«Credo di sì» farfugliò Vero «Dopotutto ognuno ha il suo carattere.»

«E se potessi scegliere, sceglieresti un ragazzo con il loro carattere oppure no?»

«Sofì, mi stai per caso intervistando per qualche rivista?» scherzò lei «Oggi fai più domande del solito!»

«Mah, per curiosità» risi.

«Comunque, se gli voglio veramente bene, posso anche scegliere un tipo come Valerio o Raffaele. Per me sono altre le cose che contano nel carattere di una persona, ad esempio la serietà... E loro, sinceramente parlando, sono persone molto serie sotto quel punto di vista.»

Annuii. «Sotto quel punto di vista sicuramente. Se invece per "serietà" vogliamo intendere l'essere noiosi e con il muso, sono tutt'altro che seri!»

«Decisamente. Ma anche la risata ci vuole, soprattutto per tirarci su nei momenti di stress» ammise Veronica.

Stavo per replicare, ma in quel momento mi squillò il telefono, sempre con El mismo sol come unica e intramontabile suoneria. Era Juan.

«Questa suoneria è un po' troppo estiva, non sarebbe tempo di cambiarla?» suggerì la mia coinquilina.

«È sempre bello ricordarsi dei bei tempi di spensieratezza» commentai allegramente, prima di rispondere.

Quando riattaccai riferii a Veronica la mia conversazione con Juan: ci aveva proposto un'uscita a quattro per quella stessa sera.

«La nostra prima uscita a quattro!» esclamò entusiasta. «Certo, va benissimo. Adesso chiamo Fabrizio.»

***

E così poco dopo ci ritrovammo tutti e quattro davanti ai portoni di casa nostra. Come accadeva per ogni uscita di gruppo io, Veronica, Juan e Fabrizio eravamo ancora alla ricerca di un luogo dove passare la serata.

«È possibile che non riusciamo mai a deciderci prima?» sbuffò Vero «Dovremmo farci una destinazione fissa.»

«Magari...» approvò Fabrizio «Anche se forse non sarebbe il massimo andare sempre nello stesso posto.»

«Gente» si intromise Juan «Nel dubbio, tutti al Gianicolo!»

«Per me va bene» annuii.

«E che Gianicolo sia» confermò Fabrizio «Dopotutto non ci siamo mai stati tutti insieme.»

Mentre discutevamo della nostra destinazione di quella sera, vedemmo arrivare da lontano un camion dei traslochi, che poco dopo si fermò proprio vicino a noi.

La faccenda ci incuriosì immediatamente.

«Avremo dei nuovi vicini?» chiesi allora a Juan.

«A questo punto credo di sì. Stamattina mentre eravate a lezione è arrivato un altro camion, evidentemente qualcuno si starà sistemando nella casa di fianco alla nostra» ci informò lui.

Continuando a fare ipotesi e a commentare l'ultimo avvenimento ci spostammo tutti nella macchina di Fabrizio, lui e Juan davanti e io e Veronica dietro.

Arrivammo sul Gianicolo in una mezz'oretta, come quando mi ci aveva portato Juan la settimana precedente.

Ad un certo punto, durante la passeggiata, Vero mi tirò una gomitata facendomi l'occhiolino. «Quindi è qui che è successo tutto?»

Annuii e sorrisi. «Sì. Non potrò mai dimenticare quella sera.»

«Spero che il ricordo sia positivo!» si intromise Juan accennando una risata.

«Ehi, sta parlando con me!» esclamai scherzosamente dandogli uno schiaffetto sul braccio «Ma seriamente parlando sì, non può essere che positivo.»

«Sofia non ha chiuso occhio per ore quando è rientrata» precisò la mia coinquilina.

«Questi dettagli si possono anche omettere!» scherzai.

Juan mi avvicinò a sé e rise. «Non preoccuparti, io non posso fare altro che essere felice se mi racconti queste cose. Adesso però devi recuperare il sonno!»

«Ah, non c'è problema per quello!» lo rassicurò Fabrizio «Sofia dorme quasi quanto te... Quasi, però.»

Accennai una risata alzando gli occhi al cielo. I miei migliori amici erano fatti così, cosa avrei potuto farci?

***

La mattina seguente io e Vero fummo improvvisamente svegliate da strani rumori provenienti dall'esterno. Aprimmo gli occhi girandoci ripetutamente da un lato e dall'altro, finché non sentimmo anche una musica, proveniente probabilmente da uno stereo.

Mi alzai dal letto di malavoglia e aprii le finestre pronta a rimproverare Valerio per l'ennesima volta, ma non appena guardai fuori mi resi conto che la musica non proveniva da casa sua.

Guardai alla mia destra. Da una stanza al piano superiore della casa accanto, con una finestra semiaperta, giungevano le note di una famosa canzone di Raffaella Carrà.

«Se per caso cadesse il mondo
Io mi sposto un po' più in là
Sono un cuore vagabondo
Che di regole non ne ha
La mia vita è una roulette
I miei numeri tu li sai
Il mio corpo è una moquette
Dove tu ti addormenterai...»

«Non è Valerio, Vero... Sono i nuovi vicini» avvertii la mia coinquilina.

In quel momento comparve nei pressi finestra un uomo dai capelli brizzolati e un paio di occhiali dalla montatura rotonda, che poco dopo si unì alla Carrà cantando e muovendosi a ritmo di musica.

«Com'è bello far l'amore da Trieste in giù
Com'è bello far l'amore, io son pronta, e tu?
Tanti auguri, a chi tanti amanti ha
Tanti auguri, in campagna ed in città!»

«Anzi, il vicino!» precisai allora, assistendo a quella scena piuttosto bizzarra.

«Il vicino?» ripeté Veronica.

«Sì» annuii «Avrà più o meno l'età dei nostri genitori. Pare che stia facendo le pulizie a ritmo di Tanti auguri

«Quello sarà Valerio fra trent'anni! Non è che siamo finite nel futuro?» scherzò lei.

Scossi la testa. «Eh no, è proprio il nostro vicino!»

Dopo una breve conversazione decidemmo di rimetterci a dormire cercando di sopportare la musica il più possibile, e magari nel pomeriggio avremmo parlato con il nuovo vicino.

Se il buongiorno si vede dal mattino... Cos'altro ci avrebbe aspettato?

***

Ciao a tutti, gente!

Nuovo appuntamento, nuovo personaggio... Come sarà il nuovo vicino dei nostri cari protagonisti?

Come proseguirà tra Sofia e Juan?
Tra Veronica e Valerio nascerà mai qualcosa oppure lei rimarrà con Fabrizio?

Votate e/o commentate se volete che continui :)
Grazie! ❤

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