*9*
Ginger si trovava nel dietro le quinte del palco allestito per il concerto quando si sentì, all’improvviso, afferrare per il braccio sinistro e trascinare lontana dal corridoio: un attimo prima stava controllando di avere cambiato il rullino di cellulosa all’interno della macchinetta fotografica, ed un attimo dopo, nella confusione più totale, era all’interno di una stanza; si rese conto che la stanza in cui era stata trascinata altro non era che un camerino quando vide chi era la persona che l’aveva trascinata lì dentro, e la persona in questione… Era Roger.
Gli occhi scuri della giovane si sgranarono dalla sorpresa e dal gesto che non si aspettava: la sera prima il bassista non aveva fatto altro che ripetere per l’ennesima volta qual’era il suo pensiero in merito a loro due, ed ora aveva compiuto un gesto che andava contro le sue stesse parole; se l’aveva trascinata lì dentro in quel modo, proprio nel momento in cui non c’era nessun altro nel corridoio, poteva significare una cosa soltanto, ed adesso era solo questione di pochi istanti prima che la spingesse contro una parete della stanza, le premesse le mani sulle guance e la bacias…
Le illusioni di Ginger si frantumarono all’istante, come un oggetto di cristallo delicato, quando, anziché ritrovarsi con la schiena contro una parete, si ritrovò puntato contro l’indice destro del bassista in un atteggiamento minaccioso; ed osservandolo in viso con più attenzione, si accorse che non aveva l’aspetto di una persona prossima a baciarla da un momento all’altro, ma piuttosto di una persona pronta a ricoprirla d’insulti.
“Te lo avevo detto che la mia pazienza ha un limite, e tu lo hai quasi superato. Basta ancora tanto così per superare la linea rossa, solo un altro piccolo passo” disse a denti stretti il giovane uomo, facendole vedere il polpastrello dell’indice destro che quasi sfiorava quello del pollice “si può sapere che cosa ti dice il cervello? Hai una vaga idea di quanto abbia rischiato ieri sera?”
“Ohh, non sai quanto mi dispiace” rispose la giovane con un tono di voce che dimostrava l’esatto opposto “tu e la tua signora avete per caso litigato per causa mia? Posso assicurarti che non era affatto mia intenzione, adesso mi sento così in colpa”
“Per fortuna che di mestiere non fai l’attrice perché sei proprio penosa a recitare. So quanto ardentemente desidereresti che fosse andata in questo modo tra me e Lyn, ma sfortunatamente non è accaduto nulla di simile perché lei ha creduto che mi hai seguito fino al ristorante solo perché sei alla disperata ricerca di qualcuno che ti aiuti a riconquistare il tuo ex marito… Ahh, e se sei ancora così ansiosa di avere altri particolari legati a ieri sera, sappi che abbiamo concluso la serata facendo l’amore… Per tre volte” disse Roger, mostrando alla giovane il pollice, l’indice ed il medio della mano destra, approfittando dell’occasione per punzecchiarla apposta “sì, abbiamo fatto l’amore per tre volte consecutive, finché non ci siamo ritrovati senza più forze, e posso assicurarti che il sesso con Carolyne è il migliore che io abbia mai fatto in tutta la mia vita… Non riesco a trovare nient’altro con cui poter fare un paragone, sai? È come se prima di lei non fossi stato con nessun’altra donna”
“Affascinante” rispose in tono laconico la più piccola, per nulla intenzionata a cedere alla provocazione del bassista “e così tua moglie ha creduto davvero che fossi lì per chiedere il tuo aiuto per riconquistare David? Certo non si può dire che brilli in intelligenza, perché chiunque altro avrebbe capito subito cosa stava accadendo”
“Posso assicurarti che Carolyne è la persona più intelligente che io abbia incontrato in tutta la mia vita, e mi sembra di ricordare che qualcuno è arrivato al punto di organizzare una cena coi propri figli pur di riuscire a riconquistare il suo ex marito. E per quella cena, proprio per riuscire nel proprio intento, ha addirittura indossato un abito da sera molto provocante… Oserei dire indecente, considerato che la serata in questione doveva essere una semplice cena in famiglia”
“Però lo hai osservato con molta attenzione se a distanza di due anni ricordi ancora così bene quel vestito, mh?” ribattè Ginger, restituendo la provocazione direttamente al mittente, con un sorrisino sornione che andò ad urtare i nervi già fin troppo a fior di pelle del bassista, che non ci mise molto a rispondere a tono.
“Come potrei dimenticare un’occasione simile in cui hai dato il peggio di te? Sei stata ridicola allora come lo sei adesso, ti sei fatta umiliare da David proprio come ti stai facendo umiliare in questo momento e tutto perché non sei in grado di riconoscere quando è il momento di gettare la spugna definitivamente. Ma cosa speri di ottenere, sentiamo? Sei convinta che continuando ad insistere, ed a ripetermi le stesse bugie che ho già sentito fino alla nausea, io prima o poi possa veramente cambiare idea riguardo a quello che è successo tra noi due? Cazzo, sei davvero molto più stupida di quello che pensavo…” Roger si fermò un momento per passarsi la mano destra sugli occhi, e Ginger si accorse che era pallido, sudato e non aveva affatto un bell’aspetto, e mise momentaneamente da parte la discussione per chiedergli spiegazioni a riguardo.
“Stai male? Hai un aspetto orribile” disse, per poi notare che il bassista aveva allontanato la mano dagli occhi per posarla all’altezza dello sterno “hai delle fitte? O stai per avere un mancamento?”
“Ho delle fitte, e se mi trovo in queste condizioni è colpa dello stress”
“Io non credo proprio. Sembra quasi che ti stai trattenendo dal piegarti in due dal male, e lo stress non provoca sintomi come questo” spiegò la giovane, per poi riflettere meglio “è più probabile che ti trovi in queste condizioni per colpa di qualcosa che hai mangiato. Hai per caso ordinato qualcosa di guasto, ieri, al ristorante?”
“La cena tra me e mia moglie stava andando perfettamente. L’unica cosa che l’ha guastata è stata la tua presenza, e se ora mi trovo in queste condizioni è solo ed esclusivamente a causa dello stress che la tua presenza molesta mi provoca, non c’entra nulla qualcosa di guasto che avrei mangiato”
“Però non hai l’aspetto di una persona pronta a salire sul palco per esibirsi”
“E la colpa è sempre e solo tua, la tua presenza mi sta rovinando anche questo giorno. Questa è l’ultima tappa del tour e ti sei messa in testa l’idea di rovinarla esattamente come ieri sera hai rovinato la cena tra me e mia moglie! Sai da quanto tempo non riuscivamo a trovare un momento simile solo per noi due?”
“E tu vuoi farmi credere che la colpa sarebbe solo ed esclusivamente mia? Non avrei mai rovinato la tua cena se solo mi avessi dato già da tempo la possibilità di avere una conversazione tra due persone adulte e mature” replicò la giovane, ignorando il verso seccato di Roger “e se adesso ti sto rovinando un momento così importante non è di nuovo colpa mia perché sei stato tu a tirarmi dentro il tuo camerino. Se non desideravi avere nulla a che fare con me, allora perché mi hai trascinata qui dentro? Continui a ripetere che devo stare lontana da te, ma poi sei proprio tu a venire in cerca di me… E forse le minacce che mi hai rivolto non sono state altro che una banale scusa per rivolgermi la parola, perché in realtà non sei in grado di starmi lontano per troppo tempo”.
Al bassista non rimase altro che spalancare gli occhi dallo sconcerto.
“Vai a farti fottere” disse poi, in un sussurro, prima di abbandonare la stanza; avrebbe dovuto cacciare Ginger dal momento che si trovavano nel suo camerino, ma sapeva che non avrebbe mai obbedito al suo ordine e non avrebbero fatto altro che ricominciare a litigare, mentre tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento era allontanarsi a calmarsi, perché se c’era una cosa certa, era che non poteva salire sul palco in quelle condizioni disastrose.
Roger si allontanò in fretta lungo in corridoio principale del backstage e si fermò su uno più piccolo e secondario, in cui non c’era nessuno ad eccezione di lui: il posto perfetto che stava cercando; una volta accertatosi di essere completamente solo, il giovane uomo appoggiò la fronte contro una parete e si passò le braccia di nuovo attorno allo sterno.
Sentiva la testa sul punto di scoppiare a causa della pressione, dello stress, dell’ansia di salire sul palco, dei litigi sempre più frequenti che nascevano all’interno del gruppo, dei problemi che Ginger gli creava… E sentiva anche quelle maledette fitte all’altezza dello sterno.
Non era stato del tutto sincero con lei, poco prima: la sera precedente, al ristorante, come antipasto aveva ordinato un piatto di crudità di mare, tra cui erano presenti anche delle ostriche; Carolyne alla vista dei molluschi aveva esternato qualche perplessità a riguardo, ma lui non l’aveva ascoltata e le aveva mangiate tutte quante.
Non sapeva se fosse una coincidenza o meno, ma i dolori erano iniziati quella notte stessa, a poche ore di distanza dalla cena, ed anziché diminuire col passare del tempo sembravano diventare sempre più intensi, ma poteva anche trattarsi di un’autosuggestione derivata dalla situazione stressante che stava vivendo negli ultimi mesi; quelle fitte che sentiva potevano anche essere l’espressione fisica del suo disagio, un dolore psicosomatico, e sperava con tutto sé stesso che fosse così, altrimenti delle ostriche guaste sarebbero state la ciliegina sulla torta di quei mesi infernali.
“Rog?”.
Roger aprì gli occhi, che nel frattempo aveva chiuso, e scoprì che al peggio non c’era mai fine, perché proprio nel momento in cui desiderava restare da solo per un po’, ecco che davanti a lui si era palesato Nick con un’aria preoccupata, che gli domandò immediatamente se si sentisse bene.
“Sto benissimo” rispose lui a denti stretti, un po’ per la rabbia ed un po’ perché era l’unico modo che gli permetteva di tenere sotto controllo le ondate di crampi “sono solo stressato, ma credo che sia normale essere un po’ stressati prima di una esibizione, no? Nick, c’è niente che devi dirmi?”
“In che senso?” chiese Mason, colto del tutto alla sprovvista dalla domanda posta a bruciapelo… Anche se da un lato aveva il sospetto del perché il bassista lo stesse guardando con così tanta ostilità.
“Ieri sera io e Carolyne siamo andati a cenare in un bellissimo ristorante. Volevo che fosse una bellissima serata, dato che era da tanto tempo che non riuscivamo a ritagliare un momento tutto nostro, ma purtroppo è stata rovinata dall’arrivo inaspettato di una persona… Sai a chi mi sto riferendo?” bastò un’occhiata tra i due perché il bassista capisse che il batterista sapeva perfettamente a chi si stava riferendo, e decise di semplificare il discorso “si può sapere perché cazzo le hai detto dove mi trovavo?”
“Credimi, non lo avrei mai fatto se…” Nick provò a giustificarsi, ma Roger, dopo aver emesso un verso seccato, lo bloccò immediatamente.
“Tu cosa? Non lo avresti mai fatto se avessi saputo di causare un enorme casino? E che cosa ti aspettavi di diverso? Non ti ho chiesto di scusarti, non so che farmene delle tue scuse, io voglio sapere perché cazzo hai detto a quella pazza dove mi trovavo con Carolyne. C’è mancato davvero poco che il mio matrimonio andasse in frantumi, sai? Ci sono andato davvero vicinissimo”
“Non mi ha lasciato altra scelta, credimi! Non le avrei mai detto nulla se non avesse tirato fuori ancora la faccenda della busta. Ha detto che avrebbe fatto in modo che finisse tra le mani di Lindy se non le avessi detto dove trovarti, e sono certo che non stava bleffando. Scusa, Rog, ma sono appena uscito da una crisi coniugale e non ho alcuna intenzione di affrontarne una seconda per colpa di alcune foto”
“Non dovresti preoccuparti di nulla di simile se a suo tempo tu e gli altri non aveste ceduto al suo ricatto, ma proprio come quel giorno avete preferito lasciarvi manovrare da una pazza, hai preferito fare lo stesso anche ieri. Quella busta di foto vale molto di più della nostra amicizia: è questo che mi stai dicendo”.
Mason avrebbe voluto dire a Waters che forse stava calcando un po’ troppo la mano con la sua vena drammatica (che negli ultimi tempi si era accentuata quasi all’esasperazione), che se si fosse trovato al posto suo in una situazione simile avrebbe agito nello stesso modo per pararsi il culo senza pensarci neppure mezza volta e che forse avrebbe avuto sulle proprie spalle meno problemi ed in testa meno pensieri se a Carolyne avesse raccontato tutto della sua vecchia storia con Ginger anziché rinchiudersi nel silenzio (perché non raccontarle tutto quanto, in fin dei conti, che si trattava di una storia vecchia che, per giunta, era finita in modo a dir poco orrendo? Le sue preoccupazioni nei confronti della moglie non avevano alcun senso), ma ci ripensò e si bloccò poco prima di aprire bocca quando vide Roger appoggiarsi con la fronte ad una parete e distorcere le labbra in una smorfia di sofferenza, e gli chiese se si sentisse bene.
“Sì… Sto benissimo, io…”
“Però non hai l’aspetto di una persona che sta molto bene”
“Sto benissimo, ho detto. Credo… Forse ieri al ristorante ho mangiato qualcosa di guasto, ma sto benissimo, è solo un malessere passeggero. Accompagnami in camerino, ho solo bisogno di sdraiarmi un attimo” replicò il bassista staccandosi dalla parete ed incamminandosi verso quello che era il suo camerino; Nick assecondò il volere dell’amico, ma era di parere completamente opposto e quando si accorse che qualche attimo di riposo non aveva affatto migliorato l’aspetto di Roger, capì che la situazione era più seria di quello che lui gli aveva detto.
Contro il suo volere, andò a chiamare David e Richard per far vedere anche a loro in quali condizioni fisiche versava il loro compagno di band, ed il piccolo trambusto che si creò nei corridoi del backstage attirò l’attenzione anche di Ginger, che si precipitò a sua volta nel camerino del bassista.
Arrivò nel bel mezzo di un’accesa discussione tra i quattro componenti del gruppo, e nessuno di loro si accorse della sua presenza: a quanto pareva, David, Rick e Nick ritenevano che Roger non fosse in grado di salire sul palco per esibirsi e che fosse più saggio portarlo al primo pronto soccorso più vicino per degli accertamenti, mentre Roger continuava a ripetere di sentirsi benissimo e di essere in grado di salire sul palco per esibirsi da lì a pochi minuti.
Anche Ginger si soffermò a guardare il giovane uomo, ed anche lei dedusse subito, dal suo viso pallido e sudato e dalla sua espressione sofferente, che non stava affatto bene, ma non voleva cancellare l’esibizione per colpa del suo carattere testardo, lo stesso alla base delle tantissime discussioni che avevano avuto fin dal loro primo incontro.
Guardandolo con ancora più attenzione, si accorse che teneva la mano destra posata sul busto e che non sembrava intenzionato a toglierla da lì, e di conseguenza dedusse che quella doveva essere la fonte del dolore che sentiva.
Perché se di una cosa era certa, era proprio che in quel momento il bassista stava facendo di tutto per non contorcersi dal male davanti ai loro occhi.
“Per l’ultima volta, vi ho detto che sto benissimo. Forse ho mangiato qualcosa di guasto ieri sera al ristorante, ma non è niente di grave… Secondo Carolyne, le ostriche che c’erano nel mio crudo di pesce non erano di qualità eccezionale, ma se sono ancora qui vuol dire che non erano così cattive come credeva”
“Hai mangiato delle ostriche guaste?” domandò la giovane, concentrandosi su quello che Waters riteneva essere un particolare insignificante e che non aveva nulla a che fare con la sua attuale condizione fisica; sentì finalmente gli occhi dei presenti su di sé, tutti tranne quelli del bassista, che la stava ancora apertamente ignorando “lo sai, vero, che è sufficiente un piccolissimo mollusco guasto, come un’ostrica, per assicurarti una bella epatite coi fiocchi?”
“Ma per favore!” l’assurdità di quell’insinuazione spinte incredibilmente il giovane uomo a ricambiare lo sguardo di Ginger, anche se si rivolse a lei in tono tutt’altro che gentile “giuro che non ho mai sentito un’assurdità simile a questa prima d’ora in tutta la mia vita! Epatite! È impossibile che io abbia contratto l’epatite”
“Perché è impossibile?”
“Perché queste sono cose che accadono alle altre persone… Non a me”.
Ginger inarcò le sopracciglia; Roger poteva anche essere un uomo ormai, ma il carattere restava sempre quello del ragazzo che aveva conosciuto dieci anni prima.
“No? E chi saresti tu? Cos’hai di così speciale rispetto a tutti gli altri? Santo cielo, Roger, smettila di comportarti come un ragazzino e sii realista, vista la gravità della situazione: non riesci neanche ad alzarti dal divano e continui a tenere la mano destra appoggiata all’altezza del fegato! Scommetto che senti delle fitte allucinanti provenire proprio da lì, come se ti stesse per esplodere! E sai che cosa provoca questi sintomi? L’epatite!”
“Ma guarda un po’, avevamo tra noi un medico esperto e non l’abbiamo mai saputo”
“Io non sono medico, ma quand’ero più piccola ho fatto un corso di primo soccorso ed ho fatto un po’ di esperienza sul campo come volontaria, quindi qualcosa lo conosco”
“Affascinante. Sai quale sarebbe un’altra cosa affascinante in questo momento? Che chiudessi quella bocca del cazzo che nessuno ti ha chiesto di aprire e che uscissi da quella porta per andare a fanculo. La strada è semplice, basta che vai sempre dritta”
“Roger, adesso basta” intervenne Wright prima che la giovane avesse il tempo di rispondere con parole altrettanto poco gentili, e quest’ultima rimase sorpresa quando lo sentì prendere le sue difese; ma se quello non era altro che l’ennesimo tentativo per recuperare il loro rapporto, allora poteva arrendersi fin da subito perché non sarebbe servito a nulla “che ti piaccia o meno, in questo caso Ginger ha ragione: non sei nelle condizioni per salire sul palco ed esibirti, ed anche se nessuno di noi può dire con certezza se hai o meno l’epatite, è chiaro che non si tratta di un semplice malessere causato dalla tensione nervosa e che hai bisogno di andare subito all’ospedale più vicino per fare dei controlli”
“Annullare un concerto non è la fine del mondo” gli fece eco Nick “rimandare una visita in ospedale potrebbe invece fare la differenza. Sono certo che tutti quanti capiranno”
“No, siete voi che non capite proprio nulla. Ho detto che sto bene e sono in grado di uscire sul palco”
“E come pensi di riuscire ad esibirti quando non sei neppure capace di stare in piedi?” intervenne a sua volta David, parlando per la prima volta; le sue parole vennero accolte come una sfida dal bassista che, stringendo i denti, si alzò subito dal divano per dimostrare il contrario.
“Visto? Chi l’ha mai detto che non sono in grado di reggermi sulle mie gambe?” disse in tono trionfante, salvo poi ritrovarsi di nuovo seduto sul divano a causa di una nuova fitta che lo colse del tutto impreparato e che cancellò la sua espressione soddisfatta.
“Direi che i fatti parlano da soli” concluse David, unendosi al parere unanime degli altri presenti “Roger, non puoi esibirti in queste condizioni pietose. Se anche riuscissi a salire sul palco, non andresti molto lontano. L’unica cosa sensata da fare in questo momento è farti visitare dal nostro dottore, sentire il suo resoconto e poi portarti in ospedale”
“Le mie condizioni non sono affatto pietose” borbottò il bassista, dimostrandosi poi stranamente d’accordo con il compagno di band sulla decisione di chiamare subito il medico che si portavano sempre appresso nei tour, in caso ce ne fosse stato bisogno per uno di loro o per qualcuno dello staff; Ginger trovò strano quell’improvviso cambio di opinione da parte di una persona testarda come Roger, ma scoprì ben presto che cosa si celava in realtà dietro l’arrivo del medico: quando l’uomo entrò nella stanza, il bassista non gli disse che cosa stava succedendo, ma gli ordinò di dargli una dose massiccia di antidolorifico per potersi esibire, lasciando così sbigottiti tutti i presenti, a partire da Ginger.
“Non puoi essere serio!” protestò, infatti, indignata, attirando nuovamente lo sguardo truce del diretto interessato.
“Perché? Ho forse l’aspetto di una persona che sta scherzando?”
“No, è questo il problema: tu non stai affatto scherzando e stai sottovalutando la gravità delle tue condizioni. Come puoi dire che non si tratta di nulla di preoccupante se non riesci ad alzarti da quel divano e continui ad avere delle fitte che ti tolgono il respiro? Non puoi assolutamente esibirti, è fuori discussione, e devi andare in ospedale senza perdere altro tempo prezioso. Dottore, glielo dica anche lei!”
“Dottore, lasci perdere le parole di questa pazza e mi faccia quell’iniezione di antidolorifico, avanti”
“Vuoi andare fino infondo pur sapendo benissimo che cosa significa far salire sul palco una persona con la mente non lucida e quali sono le conseguenze a cui si va incontro?” domandò, allora, la giovane facendo riferimento in modo indiretto all’episodio della seconda esibizione del gruppo all’Alexandra Palace, a cui lei aveva sfortunatamente assistito in prima persona: in quell’occasione era stata proprio lei a trovare Syd con lo sguardo fisso sullo schermo acceso di una televisione e che non rispondeva a nessuno stimolo esterno, ed era stata sempre lei ad insistere affinché venisse chiamata subito un’ambulanza perché c’era qualcosa che non andava, ma Roger l’aveva messa a tacere dicendo che un’esibizione non poteva essere annullata a pochi minuti dall’inizio, ed insieme a Nick e Rick aveva trascinato Syd sul palco.
Ed era stato un enorme disastro, Ginger lo ricordava ancora benissimo seppur ad anni di distanza, perché Syd era rimasto per tutto il tempo dell’esibizione con le braccia a ciondoloni, lungo i fianchi, e con la chitarra che gli penzolava al collo, finché non era stato nuovamente trascinato giù dal palco tra i fischi del pubblico.
E adesso stavano rischiando di ripetere un simile disastro.
Anche Waters intuì subito il riferimento dietro le parole della giovane, ma non lo spronò dal fare un passo indietro, tutt’altro: sotto lo sguardo sconcertato di Ginger e degli altri componenti del gruppo, il bassista strappò la siringa dalle mani del dottore (altrettanto restio all’idea di una puntura e più propenso per quella di un controllo al pronto soccorso), impiantò l’ago sull’avambraccio sinistro e schiacciò con forza lo stantuffo prima che qualcuno potesse fermarlo, iniettandosi in corpo tutto il liquido trasparente.
“Ma che cosa hai fatto?” mormorò allibita Ginger, mettendosi le mani tra i capelli, con gli occhi fissi sull’ago che Roger aveva estratto dalla pelle e da cui gocciolava del sangue; anche Nick si era accorto delle piccole goccioline scarlatte ed il suo viso era diventato improvvisamente bianco “si può sapere che cazzo hai fatto? Perché ti sei sparato quel liquido in vena? Hai almeno una vaga idea di quelle che saranno le conseguenze?”
“Ho fatto la cosa più giusta da fare e non ci saranno conseguenze” sentenziò il bassista, posando la siringa vuota sopra un tavolino “noi siamo un gruppo di professionisti, ed in quanto tali non possiamo annullare un’esibizione a pochi minuti dall’inizio, a meno che non ci sia una motivazione seria. Quella di oggi non è una motivazione seria, visto che inizio già a sentirmi meglio. Più tardi, quando il concerto sarà finito, andrò a fare i dovuti controlli in ospedale, ma per il momento è sufficiente l’antidolorifico che mi sono iniettato. Guarda, adesso riesco già a camminare senza sentire alcuna fitta: quanto potrà mai essere grave il mio problema se con una semplice puntura mi sento già meglio?”
“A me questa storia non piace affatto ed ho l’impressione che andrà a finire per niente bene”
“Beh, nessuno qui dentro ha chiesto la tua opinione a riguardo. La prossima volta faresti meglio a tenerla per te” dopo aver detto quelle parole, Roger uscì dal proprio camerino perché era arrivato il momento per il gruppo di salire sul palco, e quando passò accanto a Ginger si preoccupò di spingerla con forza di lato; la spinse con così tanta forza che la giovane si ritrovò a sbattere con la spalla destra contro una parete e la macchinetta fotografica le sfuggì di mano, schiantandosi sul pavimento.
Ginger s’inginocchiò subito sul pavimento, mentre tutti gli altri uscivano dalla stanza senza badare a lei, raccolse la macchinetta fotografica con le mani che tremavano, senza badare al dolore alla spalla destra, e riuscì a tirare un sospiro di sollievo solo dopo essersi accertata che non riportava alcun danno permanente.
Del dolore alla spalla destra non le importava un bel niente, ma al contrario sarebbe stata una vera e propria tragedia se fosse accaduto qualcosa al regalo che Pamela le aveva fatto il giorno del suo sedicesimo compleanno.
Ginger si era rifiutata di uscire dal backstage perché non voleva affatto rivivere un’esperienza simile a quella avvenuta all’Alexandra Palace.
Se lo sentiva che qualcosa di sgradevole sarebbe accaduto e capì che effettivamente qualcosa di sgradevole era proprio accaduto quando sentì degli strani schiamazzi provenire dal palco, seguiti da un’altrettanto strana confusione e dall’apparizione di Roger e del resto del gruppo; alla giovane bastò una brevissima occhiata al giovane uomo per rendersi conto che si trovava in uno stato alterato, ma non riuscì ad aprire bocca per chiedere spiegazioni perché lui sparì immediatamente in direzione del proprio camerino seguito da David che gli stava urlando contro qualcosa.
La vista dell’ex marito altrettanto alterato, e livido in viso dalla rabbia, non fornì altro che un’ulteriore prova alla giovane che, mettendo momentaneamente da parte le avversità, si precipitò da Richard e Nick, gli unici rimasti nel corridoio, visibilmente scossi, per avere delle delucidazioni in merito a quello che stava accadendo.
E la risposta che ricevette la lasciò allibita a sua volta.
“Roger ha dato di matto sul palco. C’era un gruppo di ragazzi particolarmente agitato sotto il palco ed uno di loro, ad un certo punto, ha iniziato a gridare qualcosa proprio contro Rog e… Noi gli abbiamo detto di lasciar perdere, perché era ovvio che quei ragazzi dovevano aver assunto qualcosa di forte, ma lui non ci ha ascoltato, si è avvicinato al bordo del palco e…” Mason si fermò brevemente prima di concludere il racconto, scuotendo la testa “e gli ha sputato contro”
“Gli ha sputato contro?”
“Sì, dritto in faccia”
“Io… Non posso crederci, ma lo…” le parole di Ginger vennero sovrastate da un rumore improvviso di qualcosa che si frantumava, seguito poi da un breve silenzio e dalla voce di David che diceva loro di raggiungerlo subito nel camerino; dal suo tono di voce concitato ed allarmato, la giovane capì immediatamente che era accaduto altro e, anche se la sua presenza non era stata richiesta, non perse un solo istante a seguire Mason e Wright.
Quando arrivò davanti alla porta spalancata del camerino del bassista, sgranò gli occhi scuri alla vista di quello che vide al suo interno.
Quando Roger si svegliò, i suoi occhi si posarono subito sulla figura femminile seduta vicino al lettino su cui era sdraiato; a causa dei capelli biondi, e della testa che girava, in un primo momento pensò che si trattasse di Carolyne, e solo dopo una seconda occhiata più attenta si rese conto che in realtà si trattava di Ginger.
“È meglio per te se non compi alcun genere di movimenti bruschi perché non ti trovi nelle condizioni fisiche migliori per poterlo farlo” si affrettò a dire la giovane, intuendo dallo sguardo del giovane uomo che era prossimo ad esibirsi in una delle sue sfuriate, per poi aggiungere, con un mezzo sorriso “che strano… Non hai l’impressione che stiamo rivivendo una situazione molto simile a quella che si è verificata in Italia? Anche questa stanza d’ospedale è molto simile a quella in cui sei stato ricoverato là”
“Ospedale?” l’attenzione del bassista si concentrò sulla stanza in cui si trovavano: si rese conto che non si trattava del suo camerino né della sua suite in albergo, ma di una vera e propria stanza d’ospedale; lui stesso era sdraiato su un lettino a piazza singola ed aveva l’ago di una flebo impiantato sul polso sinistro.
Osservando la flebo in questione, si rese conto che non gli stavano prelevando del sangue, tutt’altro: gli stavano iniettando del liquido dritto in vena, e non aveva la più pallida idea della natura del liquido in questione.
“E togliti dalla testa qualunque assurda idea di strapparti via la flebo perché arriverebbe immediatamente qui qualcuno ed io sarei scoperta… Se non te ne fossi accorto fuori è buio, ed in nessun ospedale sono permesse delle visite notturne” disse Ginger, intuendo per la seconda volta quali erano i pensieri che stavano attraversando la mente di Waters, indicando poi la finestra da cui arrivava la luce di un lampione “certo, a meno che qualcuno non trovi il modo di entrare senza essere visto, come nel mio caso. E sto correndo un bel rischio perché in qualunque momento può entrare qualcuno a controllare le tue condizioni e vedermi”
“Perché mi trovo in ospedale?” domandò il bassista, ignorando tutto quello che la giovane aveva detto, e lei sorrise.
“Ti ricordi quando anni fa, in Francia, tu e David vi siete abbuffati di ostriche crude, mi hai sfidata a mangiarne una a mia volta, io l’ho sputata perché era disgustosa e Rick ha detto che bisognerebbe fare attenzione a mangiare dei frutti di mare crudi perché c’è il rischio di contrarre l’epatite se uno è guasto? Detesto avere sempre ragione, ma purtroppo è proprio quello che è successo, Roger: le fitte che sentivi non erano un semplice malore, e provenivano davvero dal fegato perché ti sei beccato una bella epatite coi fiocchi. Quelle ostriche che non avevano un bell’aspetto avevano davvero qualcosa che non andava, e queste sono le conseguenze”
“Questo è impossibile” fu la sola ed unica risposta lapidaria del giovane uomo, che si ostinava a non voler credere di avere contratto l’epatite a causa di un’ostrica guasta.
“Ed invece è possibile eccome, ed è proprio quello che è successo nel tuo caso, che tu ci creda o meno. Chiedilo al primo medico che verrà ad accertarsi delle tue condizioni, e vedrai che ti dirà le stesse cose che ti ho detto anche io. Ohh, aspetta, perché non è finita qui, l’epatite è solo l’inizio”
“Perché? Vuoi forse dirmi che c’è qualcosa di peggio di un’infezione al fegato?”
“A quanto pare nel tuo caso è possibile anche questo, Roger: che cosa ti ricordi dell’esibizione?” domandò Ginger, per poi restare in silenzio dinanzi all’espressione corrucciata del bassista, che stava evidentemente cercando di fare chiarezza nella nebbia che aveva in testa… Ed era altrettanto evidente che non ci stava riuscendo “non riesci proprio a ricordare quello che è successo sul palco, vero? E sai perché? Perché prima di uscire, contro il volere nostro e del dottore, ti sei iniettato in vena da solo una dose eccessiva di antidolorifico. Roger, ti sei iniettato una dose che avrebbe fatto stramazzare al suolo un cavallo, te ne rendi conto?”
“Beh… Se sono ancora qui significa che ho un’ottima resistenza, no?”
“Ohh, certo… Peccato solo che sopra il palco hai dato i numeri ed hai sputato in faccia ad uno spettatore. Poi sei tornato nel tuo camerino, lo hai distrutto per metà ed infine hai avuto un crollo nervoso ed hai perso conoscenza. Hai fatto prendere un bello spavento a tutti quanti, sai? Quando hai avuto quel malore, nel backstage si è scatenato il panico. C’è stato un momento in cui abbiamo temuto il peggio perché David ti ha schiaffeggiato in viso e non è riuscito a svegliarti”
“Ma tutto è bene quel che finisce bene, no?” commentò il bassista girando il viso dall’altra parte, in direzione della finestra; non gl’importava nulla di quello che aveva fatto sul palco e del caos che aveva provocato nel dietro le quinte: quelle erano sciocchezze se messe a confronto all’enorme spavento che doveva aver fatto prendere a Carolyne. Era lei, adesso, la persona che voleva vedere e con cui voleva parlare, non Ginger; si girò nuovamente verso la giovane quando sentì qualcosa posarsi sulla propria mano destra e vide che si trattava di quella sinistra di lei: lo aveva preso per mano ed ora gli stava stringendo delicatamente le dita.
E non solo, lo stava perfino guardando con un’espressione preoccupata.
“Quando ho detto che hai fatto prendere un bello spavento a tutti quanti, stavo parlando anche di me. Ho avuto davvero paura quando ti ho visto a terra che non reagivi, Roger, e ho pensato davvero al peggio. Non mi hai chiesto nulla sul perché sono qui, nonostante ti abbia fatto capire che mi sono intrufolata in questa stanza di nascosto, e posso assicurarti che non è stato affatto semplice”
“Perché non m’interessa, semplice” rispose in tono laconico lui, sottraendo la mano da quella di lei per rimarcare con maggior forza il concetto appena espresso; Ginger tentò una seconda volta di prenderlo per mano, ma Roger non glielo permise.
“Anni fa mi hai presa in giro quando ho sputato un’ostrica cruda perché la trovavo ripugnante, ma ora ti ritrovi in un letto d’ospedale proprio a causa di un piccolo mollusco guasto che hai mangiato a ristorante: se alla fine ho avuto ragione in quell’occasione, perché non posso avercela anche per quanto riguarda noi due? Perché non puoi finalmente mettere da parte l’ostilità ed ascoltare le mie spiegazioni? Per quanto tempo ancora dobbiamo andare avanti con questo siparietto, con io che cerco di farmi ascoltare e tu che continui a scappare di volta in volta?”
“Perché c’è una bella differenza tra un piccolo mollusco ed una persona che ti vende alla stampa solo per guadagnare un po’ di soldi facili. Ed io, per quanto mi riguarda, non voglio andare avanti con un bel niente: mi sono stancato di questa situazione già da tempo, ma sei tu che proprio non riesci a comprenderlo”
“E perché tu non riesci a comprendere che una persona quando è disperata può arrivare a commettere delle sciocchezze gigantesche? Non ero lucida in quel periodo, Roger, e tu dovresti sapere benissimo che cosa può arrivare a fare una persona che non è lucida”
“Ohh, ti prego, non provare a paragonarti a Syd perché risulteresti solo più ridicola di quello che già sei. Tu non sei mai stata disperata, hai sempre ragionato con estrema lucidità, soprattutto quando hai pianificato di pugnalarmi alle spalle”
“Dovresti capirmi anziché disprezzarmi, visto che tu per primo hai trascorso un periodo orrendo in seguito al tuo divorzio. Non dirmi che quando stavi male non hai mai pensato di abbandonare tutto e tutti e di prenderti un po’ di tempo per te stesso, perché non ci crederei. Mi ricordo ancora molto bene quel giorno che sono entrata in Studio e ti ho trovato seduto davanti al pianoforte, e mi ricordo ancora molto bene l’espressione stampata sul tuo viso”
“Hai ragione, anche io avrei voluto scappare via dai miei problemi, ma, vedi, non l’ho fatto a causa di una cosa chiamata maturità e di un’altra cosa chiamata responsabilità. Sono un uomo maturo che ha delle responsabilità, e non posso permettermi di sparire da un giorno all’altro, senza dire niente a nessuno, solo perché il mio matrimonio è andato in frantumi. È troppo comodo e semplice”
“Un uomo maturo ascolterebbe quello che ho da dirgli”
“No, assolutamente no!” esclamò il bassista, dimenticandosi che doveva tenere un tono di voce basso per non attirare l’attenzione di qualcuno nei corridoi “che cosa dovrei ascoltare? I lamenti e capricci di una bambina immatura? Tu non sei altro che questo, perché solo una bambina immatura avrebbe avuto il coraggio di abbandonare i suoi figli senza dar loro alcun genere di spiegazione. Non è vero che non avevi altra scelta, perché se sentivi il bisogno così forte di partire potevi chiedere a me i soldi di cui avevi bisogno. E non ti sei affatto pentita delle tue azioni, altrimenti non avresti aspettato due anni per tornare indietro”
“Avevo bisogno di riflettere”
“Ahh, sì, certo. Trovo più probabile che sei tornata indietro perché hai finito i soldi… A proposito, a quanto hai venduto il nostro scoop? Anzi, no. Lascia stare. Non m’interessa saperlo, come non m’interessa parlare con te. Vorrei riuscire a farti capire una volta per tutte che niente e nessuno mi farà mai cambiare idea su questo e che è arrivato il momento per te di metterci una pietra sopra, come io ho fatto già molto tempo fa. Evidentemente non ti sei ancora accorta che mi sono rifatto una vita che mi rende molto felice”.
Ginger si lasciò scappare un verso sarcastico in riferimento alle ultime parole di Waters.
“Non ti starai riferendo alla donna che hai sposato, vero? Non ricordo più il suo nome…”
“Sai perfettamente che si chiama Carolyne”
“Carolyne. Non dirmi che sei felice con lei”
“Hai ragione, perché la parola felice è troppo riduttiva per descrivere il mio stato d’animo. Da quando è comparsa nella mia vita non mi sono mai sentito così bene”
“Ed a quanto pare ha fatto anche presto a comparire nella tua vita visto che nel giro di appena due anni avete fatto in tempo a conoscervi, innamorarvi, sposarvi e, addirittura, diventare genitori. Quando vi siete conosciuti, esattamente?”
“Circa due mesi dopo che sei partita per la tua pausa di riflessione”
“Ahh, proprio come immaginavo” commentò la giovane con un sorriso soddisfatto, perché ora iniziava a capire qual’era il meccanismo che si nascondeva dietro il secondo matrimonio del bassista “in poche parole è successa la stessa cosa che è successa dopo il tuo divorzio da Judith: ti sei buttato a capofitto in un’altra storia perché sei terrorizzato dalla sola prospettiva di restare da solo. Tu non ami quella donna, ti sei legato a lei solo perché è stata la prima in cui ti sei imbattuto. Poteva essere lei come chiunque altra”
“Io e Carolyne abbiamo più cose in comune di quello che può sembrare ad una prima occhiata”
“Certo, a partire dall’ambiente in cui siete cresciuti, tanto per fare un piccolo esempio”
“Ha troncato ogni rapporto con sua madre per me. Non credo che si sarebbe mai spinta così oltre se non provasse un forte sentimento nei miei confronti”
“Allora vuoi farmi credere che questa donna è così speciale che, oltre ad avere molto in comune, è riuscita perfino a farti cambiare idea sulla paternità?”
“Non abbiamo scelto volontariamente di avere Harry, ma il suo arrivo è stato comunque una bellissima notizia. Non pensavo che lo avrei mai detto, ma sono molto contento di essere diventato padre”
“Caspita, che parole profonde, sei proprio sicuro di essere lo stesso Roger che ho conosciuto dieci anni fa? Eppure c’è qualcosa che non torna nel tuo racconto: tu dici di essere molto felice, ma la tua nuova dolce metà non mi sembra altrettanto entusiasta… O almeno non mi è sembrato che avesse l’aspetto di una donna contenta di essere diventata madre. Io non riesco nemmeno a descrivere il sentimento che ho provato quando ho visto per la prima volta Keith e Demi” disse Ginger, evitando accuratamente di lasciarsi scivolare qualunque riferimento a Poppy, l’ultima arrivata.
Capì di avere fatto centro alla vista dei muscoli facciali del giovane uomo che s’irrigidivano.
“Sarai stata entusiasta alla loro nascita, ma mi risulta che non ti sei fatta alcuno scrupolo ad abbandonare quei bambini così piccoli” rispose Waters dopo un attimo di silenzio; anche dal suo tono di voce era chiaro che quel commento lo aveva irritato, forse perché racchiudeva una scomoda verità “Carolyne si è ritrovata ad affrontare un periodo difficile e pieno di cambiamenti. Vedi, per certe persone può risultare facile abbandonare la propria famiglia senza una valida motivazione, nel suo caso, invece, una motivazione valida c’era eccome, ma per lei non è stato affatto facile. E la gravidanza purtroppo è arrivata nel momento peggiore, ed oltre a questo il suo fisico esile non l’ha aiutata affatto… Ma adesso è tutto passato, ed io non ho voglia di rivangare il passato”
“Tua moglie ha sofferto di una brutta depressione” sentenziò Ginger dopo aver ascoltato quelle che alle sue orecchie erano risuonate solo come un mucchio di cazzate “i suoi problemi non sono iniziati con la gravidanza, ma dopo la gravidanza ed hanno a che fare con la depressione. Ti ho osservato attentamente quando sei con lei e, forse non te ne rendi conto, ma la tratti come se fosse una bambolina di porcellana che temi possa rompersi da un momento all’altro. Magari adesso i suoi problemi si saranno risolti, ma hanno lasciato delle ripercussioni su di te e questo spiega perché sei così stressato. Temi che possa avere una ricaduta in qualunque momento, non è così? E stai con lei per lo stesso motivo”
“Ma di cosa diavolo stai parlando?”
“Il mio ritorno non ti ha lasciato indifferente come vuoi far credere, ma sei combattuto perché hai paura che Carolyne potrebbe ricadere nuovamente in depressione se dovessi lasciarla, e giustamente hai anche paura che possa compiere qualche follia, ma prova a chiederti se ha senso continuare a vivere una vita così. Roger…” Ginger si spinse di nuovo a prendere il bassista per mano, con la speranza di non essere ancora rifiutata “per favore, finiamola qui una volta per tutte, perché non possiamo continuare in questo modo. Non stiamo facendo altro che distruggerci a vicenda e non è salutare. So quanto male ti ho fatto, so di avere sbagliato, ma so anche che tutti meritano una seconda possibilità… Per favore…”.
Roger guardò la giovane negli occhi, vide il suo sguardo disperato, e si tirò su col busto; con la mano sinistra, quella libera, le accarezzò i capelli e le sistemò una ciocca dietro l’orecchio destro, facendo fare un balzo all’indietro al suo cuore.
“Quindi, in poche parole, mi stai chiedendo di concederti una seconda possibilità?” adesso il cuore rischiava di scoppiarle nel petto, talmente batteva veloce, e non era sicura se fosse a causa di quello che Roger le aveva appena sussurrato o se perché la sua mano sinistra si era spostata ad accarezzarle il viso; Ginger chiuse per un momento gli occhi, per godersi meglio il tocco delle sue carezze, e poi li riaprì annuendo, perché non era in grado di pronunciare una sola parola.
Quasi non riusciva a credere a quello che stava succedendo, le sembrava di essere in un sogno; e le sembrò ancora di più di essere all’interno di un bellissimo sogno quando sentì Roger mormorare un vieni qui ed avvicinare il proprio viso al suo.
La giovane abbassò le palpebre e socchiuse le labbra in attesa di sentire la consistenza di quelle morbide del bassista, ma non accadde nulla di simile, ed il bel sogno finì, tramutandosi nella realtà.
Ginger era solita portarsi appresso i cosiddetti ferri del mestiere perché, come Pamela le aveva insegnato, lo scatto perfetto poteva arrivare in qualunque momento; Roger lo sapeva benissimo, e sapeva anche altrettanto benissimo (perché lei stessa glielo aveva raccontato nel corso di uno dei loro vecchi incontri) che la macchinetta fotografica che portava sempre con sé, e che usava spesso, era la sua preferita ed era anche la prima, nonché il regalo della madre adottiva per quando aveva compiuto sedici anni, e con la scusa del bacio gliela strappò dalle mani e la scagliò con forza contro una parete.
Accadde tutto così in fretta, ed in appena una manciata di secondi, che la giovane non riuscì a bloccare il bassista, e quando ormai realizzò quello che era successo, il suo prezioso cimelio si era già schiantato contro il pavimento; con un verso simile ad un rantolo, Ginger si alzò dalla sedia e si precipitò a verificare in quali condizioni versava la sua adorata macchinetta fotografica: la raccolse con mani che tremavano vistosamente ed emise un secondo rantolo quando, dopo una rapida occhiata, si rese conto che i danni riportati erano molto più gravi di quello che aveva sperato.
Non era solo rotta, Roger l’aveva resa inutilizzabile.
La sua macchinetta fotografica preferita, la sua prima. Il regalo che mommi le aveva fatto per il sedicesimo compleanno. Quante foto aveva scattato con quella macchinetta? Quanti ricordi? Era una delle ultime cose che ancora fungeva da collegamento tra lei e Jennifer. Forse perfino l’ultima.
Si voltò a guardare Roger con uno sguardo sconvolto ed appannato dalle lacrime, ricevendo in cambio uno impassibile, e gli chiese con un filo di voce tremante perché lo avesse fatto.
“Fa male, non è vero? Ti sembra di avere il petto dilaniato da un dolore insopportabile e ti senti così stordita da non riuscire né a gridare né ad urlare, anche se vorresti farlo. E vorresti con tutta te stessa che si trattasse solo di un brutto sogno, e la parte peggiore è che sai benissimo che non è così” rispose il bassista mentre lei lo fissava con uno sguardo attonito “beh, adesso hai una minima e vaga idea di come mi sono sentito io quando ho visto quell’articolo”
“Sei un grandissimo bastardo!” gridò la giovane, senza più preoccuparsi di parlare a bassa voce; non le importava di attirare l’attenzione, tanto l’unico a cacciarsi nei guai sarebbe stato lui “cazzo, sapevi quanto ci tenevo a questa macchinetta fotografica e tu l’hai rotta solo per vendicarti! Mi hai illusa solo per… Per vendicarti!”
“E tu non hai fatto lo stesso con me? Con noi? Mi hai illuso, mi hai fatto credere in qualcosa che non c’era ed al momento giusto mi hai pugnalato alle spalle”
“Ti sei illuso da solo fin dall’inizio!” urlò di nuovo la giovane, ormai al limite dell’esasperazione, e con la mano destra stretta attorno a quello che restava della povera macchinetta fotografica “te l’avevo sempre detto che non mi sentivo pronta per una frequentazione seria, te l’avevo detto che non volevo impegnarmi e tu non solo non mi hai mai ascoltata, ma mi hai costretta a conoscere tua madre e ad accettare quel maledetto anello! Ho cercato in qualunque modo di farti capire che non volevo quell’anello da te, ma tu non…”.
Ginger si bloccò prima di terminare la frase, ma ormai era troppo tardi: quelle parole, a causa della foga del momento, le erano uscite dalla bocca e Roger le aveva sentite, come testimoniava la sua espressione perplessa.
“Tu cosa?” domandò mentre la giovane si mordeva il labbro inferiore e si passava la mano destra, nervosamente, tra i capelli tinti di biondo “tu… Che cosa hai detto riguardo l’anello?”
“Ho detto che ho cercato in tutti i modi di farti capire che non volevo quell’anello, ma tu-“
“No, no, no. Tu hai detto, e l’ho sentito molto chiaramente, che non volevi quell’anello da me, e se hai specificato che non lo volevi da me significa che avresti voluto ricevere un anello di fidanzamento, ma da un’altra persona” l’espressione seria di Roger s’incupì ancora di più, e Ginger si ritrovò a deglutire a vuoto dinanzi a quello sguardo che sembrava trapassarla da parte a parte “quando in Francia sei uscita con David ed i bambini, ed hai indossato quel vestito rosso, non lo hai fatto perché eri in cerca di vendetta, ma perché volevi disperatamente riconquistarlo. Tu lo vuoi ancora disperatamente riconquistare”
“Roger, tu non…”
“Stai zitta” Ginger riuscì a malapena a farfugliare qualche parola prima di essere ridotta al silenzio “hai parlato già abbastanza, adesso chiudi quella cazzo di bocca che è il mio turno. Se devo essere onesto con me stesso, in realtà ci sono state numerose occasioni in cui mi sono ritrovato a pensare questo, ma ogni volta ho sempre preferito credere alle tue parole… Anche se forse sapevo che non erano altro che bugie. Tu non hai mai smesso di amare David, e difatto il vostro matrimonio è finito solo ed esclusivamente perché lui ha incontrato un’altra persona di cui si è innamorato. Tu dovresti odiarlo, vorresti odiarlo per quello che ti ha fatto, ma non ci riesci e speri ancora di riuscire in qualche modo a farlo tornare indietro sui propri passi. Ed in tutto questo io non sono stato altro che un passatempo perché non volevi restare da sola. Mi hai usato, per tutto il tempo, e non hai preso in considerazione l’idea che potesse sorgere qualche complicazione… Ohh, e per complicazione intendo il fatto di trasformare la nostra frequentazione in una vera e propria relazione. Tu mi hai sempre usato, in tutto e per tutto”
“Ho sbagliato” mormorò la giovane “ho sbagliato molte cose in quei mesi ed è per questo che continuo a dirti che voglio rimediare. Mi sono resa conto di tutti gli errori che ho commesso e vorrei solo avere una seconda possibilità da parte tua per rimediare. Roger, mio dio, sto cercando di dirti che alla fine mi sono resa conto che volevo quell’anello da te. E non è ancora troppo tardi per rimediare, se solo lo vuoi anche tu… Posso… Posso perfino passare sopra a quello che hai fatto alla mia macchinetta fotografica. In fin dei conti è stato solo un gesto dettato dalla rabbia, e lo capisco”.
Ginger guardò intensamente il giovane uomo e mimò un per favore con le labbra, e lui rispose con un sospiro ad occhi chiusi.
“Lei sapeva tutto quanto, sai?”
“Che… Cosa? Di che cosa stai parlando?”
“Jennifer. Sto parlando di lei” Roger riaprì gli occhi “il giorno dell’operazione. Quando ha chiesto di restare da sola con me e non con te. Sai perché ha voluto parlarmi in privato? Sai che cosa doveva dirmi? La notte precedente si era svegliata a causa di un incubo ed aveva trovato il mio posto vuoto, è uscita dalla camera per cercarmi ed ha visto la luce accesa che proveniva dalla soffitta. È entrata e ci ha visti. Ohh, non avevamo fatto nulla in quell’occasione, ma mi ha detto che le è bastato vedere che dormivamo abbracciati per capire tutto quanto, qual’era la verità”
“Ma di cosa… Cosa…” riprese a balbettare la giovane, con la testa che girava vorticosamente “si può sapere di che cosa… Stai parlando?”
“Quando tua sorella se ne è andata, ti odiava con ogni singola fibra del suo corpo perché era convinta che l’avessi presa in giro” disse il giovane uomo con un sorriso che non arrivò a contagiargli gli occhi “e questo è per quella volta che mi hai detto che è una fortuna che mio padre non sia tornato dalla guerra, altrimenti si sarebbe vergognato di avere un figlio come me”.
Ginger boccheggiò alla ricerca di aria, come se fosse stata colpita da un pugno, e poi le sue guance diventarono dello stesso colore naturale dei suoi capelli e le lacrime traboccarono finalmente dai suoi occhi scuri.
“Vaffanculo!” urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni “sei proprio il più grande figlio di puttana che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita! Ti odio!”
“No, vaffanculo a te, e adesso sparisci, perché solo la vista della tua faccia mi fa venire la nausea”
“Ti odio!” ripeté una seconda volta la giovane prima di uscire dalla stanza sbattendo con forza la porta e portando con sé quello che rimaneva della sua macchinetta fotografica preferita, perché non c’era nient’altro d’aggiungere; Roger ascoltò il rumore dei suoi passi che si allontanavano velocemente lungo il corridoio per poi sparire del tutto.
Non si alzò dal letto per seguirla e raggiungerla, non venne neanche sfiorato da un simile pensiero, perché non aveva altro d’aggiungere a quello che già le aveva detto; si augurava solo che Ginger avesse finalmente capito qual’era la sua posizione, e qualcosa gli diceva che non ci sarebbe più stato alcun tentativo di riconciliamento da parte sua.
Non si alzò dal letto per seguirla e raggiungerla, si limitò a sdraiarsi di nuovo sul lettino ospedaliero, si girò verso la finestra e chiuse gli occhi con la speranza di riuscire a dormire.
Di quello che Ginger stava facendo, o che era intenzionata a fare, non gliene poteva importare di meno.
Al suo risveglio, c’era ancora una figura femminile seduta vicino al lettino ospedaliero, e questa volta la figura femminile dai capelli biondi apparteneva a Carolyne.
“Sei la visione più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita” quella che doveva essere una battuta spiritosa da parte del bassista non ottenne l’effetto desiderato: Carolyne non sorrise né dinanzi alle sue parole né dinanzi al suo sorriso, che si spense rapidamente; era terribilmente seria e Roger non riusciva a capire se il suo stato d’animo avesse a che fare solo con quello che era successo al concerto o se in qualche modo era venuta a conoscenza dell’incontro con Ginger.
O forse era stata perfino la stessa Ginger a raccontarle tutto quanto, per vendetta.
“Lo sai che non te la caverai in questo modo, vero? Che una semplice, e per giunta stupida, battuta non chiuderà l’argomento? Vuoi che parli io per prima o vuoi farlo tu? Preferisci raccontare tutto quanto da solo o hai bisogno che ti rivolga delle domande specifiche? Non lo so… Per esempio, perché hai distrutto il tuo camerino arrivando perfino a ferirti un piede?”
“La ferita al piede non è così grave come sembrava. Il dottore con cui ho parlato, e che si è occupato di me, ha detto che sono bastati un paio di punti e che guarirà in fretta, quindi posso ritenermi fortunato”
“Davvero? E per caso ha detto lo stesso anche del tuo fegato?”
“Beh, non proprio… Quella è una faccenda leggermente diversa”
“Leggermente” ripeté la giovane donna, scandendo lentamente la parola “perché non hai voluto ascoltarmi quando al ristorante ti ho detto che quelle ostriche non avevano un aspetto invitante? Se avessi seguito il mio consiglio di rimandare indietro il piatto e di ordinare altro, possibilmente di non crudo, adesso non saresti in queste condizioni. Ho parlato anche io col dottore, e non so se a te ha detto le stesse parole, ma con me è stato molto chiaro: basta alcol e sigarette, e riposo assoluto per almeno alcune settimane”
“Sì, lo so” mormorò il bassista con una smorfia “purtroppo lo ha detto anche a me”
“Adesso è inutile che fai quella faccia, Rog, perché l’unico e solo colpevole sei tu. Ho sentito che prima dell’esibizione non riuscivi quasi a stare in piedi dal dolore, ed anziché ascoltare gli altri che ti hanno detto di andare in ospedale, hai preferito iniettarti da solo dell’antidolorifico e salire ugualmente sul palco”
“Sì, lo so… Lo so… So anche questo. Ho rischiato di combinare un enorme casino perché mi sono iniettato in vena una dose di antidolorifico un po’ troppo elevata”
“Un po’ troppo elevata? Forse non ti sei ancora reso conto di quello che hai rischiato e di quanto hai fatto preoccupare tutti quanti”.
Roger ripensò alla visita di Ginger, alla verità riguardo la loro frequentazione che finalmente era riuscito a strapparle e piegò le labbra in un sorriso ironico; si sentiva terribilmente un coglione perché alla fine si era avverato tutto quello che anni prima John aveva predetto: non solo la giovane dai capelli rossi lo aveva scaricato senza tanti complimenti, ma gli aveva rivelato che non le era mai importato niente di lui, di loro due.
Era stato usato come passatempo solo perché Ginger era incapace di restare da sola.
“Ohh, e chi avrei fatto preoccupare così tanto, sentiamo? Gli altri? Magari vuoi dirmi che il più preoccupato di tutti era David? O forse Rick? Sanno benissimo che un’esibizione non può essere cancellata all’ultimo momento. Non è professionale” rispose il giovane uomo, per poi emettere un verso seccato e proseguire a bassa voce, parlando più a sé stesso che alla moglie “è questo il problema. Loro sono il problema. Loro, come tutti gli altri”
“Roger” Carolyne chiamò il marito con un tono di voce allarmato, perché nonostante avesse mormorato quelle parole era riuscita a comprenderle ugualmente… E le avevano provocato un brivido lungo la schiena “non riesco a capire di che cosa stai parlando, e la cosa mi preoccupa. Tutto ultimamente nel tuo comportamento mi preoccupa perché è chiaro che sei stressato… E sei anche dimagrito”
“Non sono stressato"
“Una persona che non è stressata non arriva a sputare in faccia ad un’altra persona, o vuoi dirmi che quello che è successo sopra il palco, durante il concerto, è da attribuire solo ed esclusivamente alla dose troppo massiccia di antidolorifico che ti sei iniettato in vena? Perché ho come l’impressione che qualcosa di simile sarebbe accaduto lo stesso” Carolyne attese una risposta dal marito e poi, non ottenendo nulla, si sporse in avanti per prenderlo per mano, invitandolo silenziosamente a girare il viso verso di lei ed a guardarla negli occhi; per tutto il tempo della conversazione, lo sguardo del bassista non si era mai scostato dalla finestra “Roger… George… Se non mi dici quello che ti sta succedendo né io né nessun altro può aiutarti. Evitare di parlare non è la soluzione del problema, e se oggi è successo quello che è successo è proprio perché sei arrivato ad un punto di rottura dopo esserti tenuto tutto quanto dentro. Vuoi raggiungerlo di nuovo?”
“Ricordi il discorso che abbiamo avuto in camera?” domandò Waters, accontentando Carolyne e girando il viso verso di lei; la giovane donna annuì e nel frattempo constatò che oltre ad essere dimagrito, aveva anche delle profonde occhiaie nere “ho sentito di nuovo quella sensazione di disgusto quando sono salito sul palco e mi sono ritrovato davanti a tutte quelle persone… E quando… Quando ho sentito quel ragazzo in prima fila urlare il mio nome, io… è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non ci ho visto più, ho perso il controllo. Cazzo”.
Il bassista si piegò in avanti, nascose il viso tra le mani ed emise un gemito.
“Cazzo, gli ho sputato in faccia, te ne rendi conto? E ti rendi conto di quello che adesso scriveranno i giornali su di me? Ho dato a quegli sciacalli esattamente ciò che stavano aspettando” si lamentò, poi, immaginando già quali sarebbero stati i titoli delle prime pagine dei giornali.
“E tu ignorali, fai finta che non esistano. Lo sai che quella roba non è altro che spazzatura e che ai giornalisti piace solo speculare sulla vita delle persone. E se proprio vuoi ricavare qualcosa di buono da questa brutta storia, allora dovrebbe essere la consapevolezza che ormai non puoi più permetterti dei ritmi così serrati. Forse è arrivato il momento di fermarsi e di prendere un profondo respiro… E magari di stare un po’ con la tua famiglia. Quanto tempo hai trascorso in compagnia di Harry negli ultimi mesi”
“Purtroppo sai benissimo che il lavoro che faccio non mi permette di avere degli orari fissi e che mi fa trascorrere molto tempo lontano da casa, anche mesi interi. E quindi stai dicendo che la soluzione a tutti i miei problemi sarebbe di prendere un periodo di pausa? Una vacanza?”
“Da quanto tempo non stacchi la spina?”
“Ahh, adesso mi stai facendo una domanda a cui non credo di essere in grado di rispondere” mormorò il bassista allontanando le mani dal viso “credo di non essermi più fermato da…. Forse l’ultima vera vacanza l’ho fatta in Grecia quando ero ancora sposato con la mia ex moglie, ma è stata tutt’altro che una vacanza rilassante. Ed è stata anche l’ultima del nostro matrimonio. D’allora non ricordo di essermi preso un’altra pausa”
“Direi che questo spiega tutto quanto”
“No, non spiega un bel niente: non sono nella condizione di prendermi una pausa perché tutto il lavoro ricade solo ed esclusivamente sulle mie spalle, ed anche se decidessi di staccare un po’ la spina non sono sicuro che qualcosa cambierebbe… O forse… Forse non ci penserei più mentre sono con te ed Harry, ma tutto ritornerebbe indietro non appena risalirei sopra un palco. È come se…”
“Come se?” ripeté Carolyne, vedendo il marito bloccarsi e non proseguire con le proprie considerazioni personali, e lui scosse la testa.
“Non so spiegare neanche io quello che ultimamente mi succede quando salgo sopra un palco e mi ritrovo davanti ad pubblico. Non è accaduto da un giorno all’altro, credo piuttosto che si tratti di una consapevolezza che ho preso poco per volta, e… E così, piano piano, quella che era una semplice mal sopportazione si è trasformata in una sorta di… Di Muro Invisibile tra me e la folla. Ecco come mi sento, ecco forse qual è l’immagine che riesce meglio a spiegare quello che sento: mi sembra come che tra me ed il pubblico si sia creato una specie di muro invisibile a separarci e…” Roger corrucciò le sopracciglia “e ora che per la prima volta l’ho detto ad alta voce mi rendo conto di quanto suoni strano e di quanto dimostri che forse ho bisogno davvero di staccare un po’ la spina da tutto quanto… Almeno per i prossimi mesi. E forse adesso è meglio se cambiamo argomento: il dottore ha detto per quanto tempo ancora devo restare in ospedale?”
“Roger” Carolyne pronunciò il nome del marito con un’espressione estremamente seria anziché rispondere alla sua domanda “so che quello che sto per dire va contro le mie precedenti parole, e spero proprio di non pentirmene, ma, ecco, stavo pensando… Se hai questo chiodo fisso che non riesci a toglierti dalla testa, magari il modo giusto di affrontarlo è provare a trasformarlo in qualcosa su cui lavorare, non credi?”.
Nessuno andò a prendere Ginger al suo rientro in Inghilterra, e nessuno l’accolse calorosamente quando varcò la soglia di casa: non c’era nessuno striscione colorato disegnato da Keith e da Demi, e nessuna torta alla marmellata di fragole e panna preparata da Pamela, e nessuno che aspettava con trepidazione il suo arrivo; i bambini erano a scuola, ed anche la donna di mezz’età non era presente in casa in quel momento.
Ginger si ritrovò a fare i conti con una grande abitazione deserta ed immersa nel silenzio più totale, e proprio in quel silenzio più totale, che sembrava accentuare ancora di più il suo stato di solitudine assoluta, si ritrovò ad aspettare il ritorno della madre adottiva; si preparò un the caldo per ingannare l’attesa, ma alla fine si ritrovò ad osservare la tazza senza mai avvicinarla alle labbra.
Il the caldo si raffreddò, e quando Pamela rientrò insieme a Poppy, era ormai imbevibile.
Ginger aveva atteso per più di un’ora il rientro della madre adottiva, e quando finalmente la vide, non riuscì più a trattenersi; per tutto il tempo del lungo viaggio di ritorno in aereo aveva cercato in qualunque modo di trattenere le lacrime per non farsi vedere debole davanti agli altri.
A Roger.
“È tutto finito” disse scuotendo lentamente la testa da destra a sinistra, con lo sguardo rivolto alla madre adottiva “ho perso, non c’è altro che possa dire o fare. Sono partita con la convinzione che sarei riuscita a far cambiare idea a Roger, ma così non è stato. Non solo le cose non sono andate come mi aspettavo, ma addirittura…”.
Ginger stava per dire a Pamela quello che il bassista gli aveva confessato riguardo Jennifer, ma si fermò appena in tempo; non c’era motivo di assestarle quell’ulteriore mazzata sui denti, non dopo tutte quelle che le aveva rifilato nell’ultimo periodo, da quando era tornata.
“Addirittura, durante una discussione… La nostra ultima discussione… Si è spinto oltre” proseguì, per poi correggersi una seconda volta alla vista degli occhi azzurri di Pamela che si spalancavano “no, non è quello che pensi, non mi ha messo le mani addosso, ma ha preso la mia macchinetta fotografica preferita, la prima che mi hai regalato, e l’ha scagliata contro una parete, riducendola in queste condizioni”.
La giovane si fermò di nuovo per tirare fuori dalla propria borsa quello che restava dei suoi ferri del mestiere e posarlo sopra al tavolo.
“Quando gli ho chiesto spiegazioni ha detto di averlo fatto perché sapeva quanto ero affezionata a questa macchinetta fotografica e quanto sarei stata male se le fosse accaduto qualcosa, e voleva restituirmi una piccola parte della sofferenza che gli ho procurato. Voleva farmi sentire come lui si è sentito quando ha visto quell’articolo di giornale. Mi ha anche detto di andarmene perché solo la vista del mio viso gli procurava la nausea, e… Io me ne sono andata, e da quella sera non ho più provato a rivolgergli la parola, e non so cosa fare” Ginger emise un sospiro e si passò le mani tra i capelli “non posso sopportare l’idea che mi odi così profondamente, ma ormai non so più come fare per essere ascoltata da lui. Mi dispiace, ho sbagliato, ho agito d’impulso ed ho commesso un’enorme cazzata e vorrei davvero rimediare. Tutti meritano una seconda possibilità, ma a quanto pare Roger la pensa in modo diverso riguardo me. Ha addirittura detto che il tradimento mio è stato più grave di quello di Judith… E Judith l’ha trovata a letto, a casa loro, in compagnia di un altro uomo!”
“Roger era uscito da poco tempo da un matrimonio disastroso quando ha dovuto fare i conti con il tuo tradimento. Credo sia fin troppo comprensibile che abbia sentito il mondo crollare sulle proprie spalle e che a distanza di anni non abbia alcuna intenzione di sentire le tue spiegazioni. Ci sono persone che per tutta la vita non vogliono più avere nulla a che fare con i propri ex. E poi, Ginger, adesso è sposato ed è diventato padre, si è creato una nuova famiglia, sei davvero intenzionata a distruggerla?” disse Pamela, parlando per la prima volta, ed in tutta risposta l’unica figlia adottiva che le era rimasta sollevò gli occhi con uno sbuffo.
“Gli uomini sono i primi che si divertono a creare e distruggere famiglie a loro piacimento, basta che di mezzo ci sia una ragazza più giovane, più bella e col cervello di un’oca” rispose poi, in un riferimento non del tutto velato al proprio matrimonio “Roger non si è creato una nuova vita, non ha fatto altro che legarsi alla prima donna che ha incontrato. Sai quando si sono conosciuti? Neppure un mese dopo la mia partenza, e sai quando si sono sposati? Sono diventati marito e moglie dopo neanche un anno che stavano insieme, e non avevano programmato nessun figlio. La sua non è stata altro che una ripicca alla mia partenza, e lo è ancora: lui non è contento. Finge solo di esserlo per farmi un dispetto”
“Ed io invece sono convinta che sia andato davvero avanti e che sia contento insieme a quella donna”
“Se tu avessi vist…”
“Mary Jane, adesso basta!” esclamò la donna di mezz’età, riducendo la figlia adottiva al silenzio e facendole spalancare gli occhi dalla sorpresa “basta, sono stanca di tutto questo e di tutte le sciocchezze che escono dalla tua bocca. Vuoi sapere la verità? Devi smetterla di complicare la vita a Roger, perché mi sembra che sia stato fin troppo chiaro. Non vuole avere più nulla a che fare con te, e la colpa è solo tua. È troppo tardi per rimediare e non puoi fare nulla per cambiare questa cosa. A volte nella vita ci sono situazioni in cui non puoi fare altro che accettare la sconfitta e basta, e questa è proprio una di esse. Lui ha chiuso con questo capitolo ed è andato avanti, e lo stesso dovresti farlo anche tu: dovresti lasciarti il passato alle spalle ed andare avanti con la tua vita… O finirai per esserne travolta”
“Che vuoi dire?” domandò la giovane, perplessa, notando l’ombra scura che era scesa sul volto della donna di mezz’età; in risposta, Pamela emise un sospiro, si avvicinò ad un mobile, aprì un cassetto e tirò fuori un oggetto che posò sopra il tavolo e spinse verso la figlia adottiva.
Roger e John uscirono dalla casa materna con la scusa di prendere una boccata d’aria fresca e si spostarono nel giardino sul retro per fumare; il bassista si guardò furtivamente alle spalle prima di accettare la sigaretta dal fratello maggiore, e quando l’accese, la prima profonda boccata l’aspirò ad occhi chiusi per gustarsela meglio.
“Mio dio, mi sembrano passati secoli dall’ultimo tiro che ho fatto. Credevo di averne quasi dimenticato il gusto” commentò a bassa voce, per poi aspirare una seconda boccata “non dovrei farlo per come è ridotto il mio fegato, ma, cazzo, i dottori la fanno più semplice di quello che in realtà è”
“Ed hai già pensato a come giustificare la puzza di fumo quando Carolyne la sentirà?”
“Dirò che tu hai fumato e che per questo motivo ho i vestiti impregnati di odore da fumo”
“Ohh, certo, e quindi ti avrei soffiato il fumo anche direttamente in bocca?” domandò John in tono ironico “ecco, questo è sempre stato uno dei tuoi tanti difetti: non ti sei mai soffermato a pensare alle conseguenze delle tue azioni, e non sei mai stato bravo ad inventare delle menzogne convincenti… Ed infatti nostra madre ti scopriva subito… Ed anche Judy scopriva subito quando c’era qualcosa che non andava”
“Ti prego, non ricomincerai ancora con questa storia, vero? Perché non mi sembra proprio il caso. Ho commesso i miei errori in passato, come accade anche a tante altre persone, ma appartengono appunto al passato, non al presente… E se la memoria non m’inganna, la maggior parte delle volte finivo nei guai con nostra madre perché cercavi di cavartela scaricando la colpa su di me”
“Guarda che la mia era una semplice battuta” si difese il maggiore dei fratelli, accendendo una seconda sigaretta dal momento che la prima l’aveva già terminata in poche boccate; anche il più piccolo, per qualche istante, avvertì la tentazione di fare lo stesso, ma poi cambiò idea dato che non sapeva a quali conseguenze sarebbe andato incontro, preferendo godersi al meglio la prima “non ci posso fare niente se sei una persona estremamente permalosa”
“Non sono permaloso, semplicemente non mi piace rivangare il passato nemmeno per scherzo. Se alcune cose me le sono lasciate definitivamente alle spalle, un motivo dovrà pur esserci, no?” rispose Roger in tono piccato, dimostrando l’esatto contrario, e John rispose a sua volta roteando gli occhi “quando ho divorziato da Judith, ho trascorso un periodo davvero infernale. Credevo di non volere più una relazione, figuriamoci un matrimonio, ed invece poi è arrivata Carolyne. Mi ha aiutato molto ed ancora lo sta facendo. Mi ha consigliato di prendermi un piccolo periodo di pausa fino alla fine dell’estate e di provare a lavorare su alcune… Diciamo alcune idee di cui le ho parlato… E sta funzionando. E grazie a questa vacanza ho tantissimo tempo libero e riesco anche a concentrarmi meglio sulle idee che mi ha suggerito. Forse sto riuscendo a tirarne fuori qualcosa di buono”
“Sono contento di sapere che sei riuscito a lasciarti alle spalle tutto quello che è successo a partire dal divorzio” commentò John, riferendosi indirettamente alla tormentata frequentazione con Ginger; Roger non disse nulla in risposta, e prese qualche istante per sé aspirando un’altra boccata di fumo grigio e denso.
“A proposito di questo” disse poi, rompendo il silenzio “c’è qualcosa di cui vorrei parlarti, ma lo faccio solo se mi prometti di non perdere la calma, altrimenti non è neppure il caso che inizi"
“Dopo una premessa del genere non puoi pensare di restare in silenzio, e comunque avevo immaginato qualcosa di simile: non mi avresti mai chiesto di uscire a prendere una boccata d’aria, lontano da nostra madre e dalle nostre mogli, se dietro non ci fosse stato qualcosa di cui avevi urgenza di parlarmi in privato. Di che cosa si tratta? In che guaio ti sei cacciato? Hai ancora assunto qualcosa?”
“No, non mi sono cacciato in nessun guaio e no, non ho preso nessun genere di schifezze. Si tratta di una faccenda più… Privata”
“Non dirmi che si tratta di una faccenda così privata che riguarda anche Carolyne perché poco fa mi hai assicurato che non c’è niente che non va nel tuo matrimonio” commentò il più grande con un sorriso, per poi tornare subito serio perché le sue stesse parole gli avevano fatto venire in mente un’idea improvvisa “non dirmi che ti stai riferendo a chi penso io”
“Dipende di chi stai parlando”
“Ohh, credo che tu abbia capito perfettamente di chi sto parlando senza che ci sia bisogno di dire il suo nome” disse John con una smorfia di disgusto “e non mi dire che hai ancora a che fare con lei perché so per certo che è sparita”
“Sei rimasto un po’ indietro con la storia, ma in ogni caso non è quello che pensi”.
Alla fine il bassista si arrese ed accese una seconda sigaretta prima di parlare ancora; ne aveva bisogno in qualità di supporto emotivo e, dopo aver lanciato un’ulteriore occhiata alle proprie spalle, per essere certo di essere ancora da solo con il fratello maggiore, svuotò il sacco, raccontando tutto quello che era successo negli ultimi mesi: dal ritorno di Ginger ai suoi numerosi tentativi di riappacificazione; da come era riuscita a riottenere il ruolo di fotografa del gruppo alla loro ultima discussione che si era conclusa con una macchinetta fotografica scagliata contro una parete.
John ascoltò tutto il racconto del fratello minore in silenzio, fumando, ed a confessione conclusa socchiuse gli occhi azzurri.
“Sei sicuro di raccontarmela giusta?” domandò, fissando Roger con uno sguardo indagatore “non è che hai omesso appositamente qualche dettaglio come, magari, il fatto che in realtà i vostri incontri sono andati in modo diverso?”
“Assolutamente no, io e lei non siamo andati di nuovo a letto insieme e mai riaccadrà. Ho chiuso con lei già da tempo e credo che questa volta sono riuscito finalmente a farglielo capire” rispose il bassista, portandosi la seconda sigaretta alle labbra, ripensando allo sguardo che Ginger gli aveva rivolto prima di uscire di corsa dalla camera d’ospedale “ed il modo migliore per concludere questa storia già abbastanza penosa, sarebbero le sue dimissioni”
“E tu credi che le darà?”
“Non lo so, ma è quello che mi auguro perché così potrei definitivamente chiudere i conti con il passato una volta per tutte. Non ho fatto alcuna eccezione con Judith, figuriamoci perché dovrei farla con lei, con quello che mi ha fatto. Gliel’ho detto molto chiaramente che non voglio più vedere la sua faccia”.
John continuò a fissare il fratello minore con uno sguardo indagatore, e quest’ultimo ricambiò lo sguardo senza mai abbassare il proprio; alla fine, il più grande emise un sospiro e tornò a sorridere perché aveva capito che il più piccolo era stato sincero e che non gli stava nascondendo nulla.
“Sono contento di sentirtelo dire perché per un momento ho temuto il peggio. Mi raccomando, stai lontano da quella stronza e non dimenticare mai quello che ti ha fatto. Ricorda che oltre ad averti preso in giro, per colpa sua non ci siamo più rivolti la parola per mesi”
“Lo so, me lo ricordo”
“Guarda che sto parlando seriamente”
“Lo so, anche io sono serio” ribatté Roger, lasciando cadere il mozzicone di sigaretta e schiacciandolo sotto la scarpa destra “puoi stare tranquillo perché dopo quello che mi ha fatto non c’è il rischio che possa ricadere nella sua trappola. Posso garantirti che non è altro che un capitolo del mio passato con cui ho chiuso definitivamente e per sempre. Ora ho ben altro di più importante su cui concentrarmi… Ad esempio, come farò a rientrare in casa, dopo aver fumato due sigarette, senza che Carolyne noti che i miei vestiti puzzano terribilmente di fumo”.
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