*9*

1975, marzo.








Keith e Demi erano sempre contenti di ricongiungersi alla propria madre per il periodo che dovevano trascorrere con lei, ma quella mattina, quando scesero dalla macchina di David e corsero da lei, erano parecchio eccitati.

Ed erano così su di giri che continuavano a parlare in contemporanea, creando così solo che una grande confusione, rendendo praticamente impossibile a Ginger riuscire a capire una sola delle loro parole.

"Piano, piano! Uno alla volta! Parlate uno alla volta altrimenti non riesco a capire quello che dite! Avanti, chi vuole raccontare per quale motivo siete così contenti?" disse la giovane con un sorriso, chinandosi sul marciapiede ed evitando accuratamente di guardare David che si stava avvicinando; Demi riprese a gridare più forte di prima perché voleva essere lui a rispondere alla domanda della madre, e Keith lo lasciò fare visto che era il più piccolo.

Ma proprio perché era il più piccolo, e da lì a qualche mese doveva compiere appena tre anni, Ginger non riuscì a capire molto dalle sue spiegazioni fatte di parole pronunciate a modo proprio, e dopo averlo ascoltato con attenzione si rivolse a Keith per avere una traduzione comprensibile.

"Stiamo per partire per un viaggio"

"Un viaggio?" chiese la rossa, corrucciando le sopracciglia, per essere certa di avere capito bene; non ricordava alcun viaggio proprio perché non ne aveva organizzato nessuno nel corso del mese in cui avrebbe avuto i bambini, e non riusciva a capire a che cosa il primogenito si stesse riferendo "quale viaggio, Keith? Chi sta per partire?"

"Noi due stiamo per partire!" esclamò il ragazzino, eccitato quanto il fratellino più piccolo che non riusciva a stare fermo dalla gioia; gli occhi gli brillavano dall'emozione, e Ginger non ricordava quanto tempo era trascorso dall'ultima volta che lo aveva visto così contento per qualcosa "non sai nulla perché è stata una sorpresa organizzata da Dave, ce lo ha detto prima di partire: andremo per qualche giorno in Francia!"

"Per qualche giorno in Francia?" Ginger si ritrovò costretta a guardare David, che non aveva ancora aperto bocca, in cerca di spiegazioni da parte sua; non era affatto contenta, a differenza dei suoi bambini, ma non poteva di certo dire quello che le passava per la testa in presenza di Keith e Demi "che cosa significa quello che stanno dicendo i bambini?"

"Io non c'entro nulla, è stata un'idea di Juliette e Lindy, ma visto che gli altri porteranno le loro famiglie, ho pensato che anche a Keith e Demi potrebbe piacere come esperienza. Questo sarebbe il loro primo, vero, viaggio a tutti gli effetti"

"La Francia non si trova dietro l'angolo. Non stiamo parlando di un viaggio in macchina, od in treno od in pullman, ma di un viaggio in aereo. Keith ha sei anni, Demi appena due: ti sembra il caso di far prendere l'aereo a due bambini così piccoli, se non è strettamente necessario?"

"Mamma, non ti devi preoccupare, ti prometto che ci comporteremo bene. Dave ha detto che ci saranno anche gli altri bambini, e se lo prendono loro l'aereo possiamo fare lo stesso anche io e Demi!" intervenne Keith, nel tentativo di convincere la madre che lui ed il fratellino più piccolo erano pronti per affrontare il loro primo viaggio in aereo, ma lei ignorò le sue parole e scosse la testa.

"Non se ne parla assolutamente" disse Ginger con fermezza, rivolgendosi nuovamente all'ex marito, che da parte sua aveva già messo da conto una reazione simile "i patti non erano questi, David: non puoi, senza alcun preavviso, organizzare un viaggio a mia insaputa, per giunta in coincidenza del mese che i bambini devono trascorrere con me"

"Mamma, ma noi non partiamo da soli" intervenne di nuovo Keith "anche tu devi venire con noi: questa è l'altra parte della sorpresa".

Ginger spalancò gli occhi; ancora una volta il suo sguardo andò alla ricerca di quello dell'ex marito.

Aveva sentito bene?

"I bambini sono entusiasti all'idea di partire, ma vorrebbero che ci fossi anche tu, Ginger. È giusto che sia così, visto che si tratterebbe del loro primo volo"

"Ma questo non è possibile, lo so bene io tanto quanto lo sai bene tu. E se io non parto, non partono neppure loro, perché non voglio che prendano l'aereo senza di me. Per quel che mi riguarda, tu sei libero di partire per tutti i viaggi che vuoi, David, ma non coinvolgere più i bambini se prima non ne hai parlato con me. Ricordati che questa era una delle condizioni che rientravano nei patti stipulati quando ho deciso di assecondare la volontà dell'affidamento congiunto... E ricorda" a quel punto la rossa abbassò la voce quel tanto che bastava affinché il primogenito non riuscisse a captare le sue parole "che anche se hai il suo affidamento, Keith non è tuo figlio biologico. Quindi con lui faresti meglio a prestare ancora più attenzione alle decisioni che prendi"

"Virginia non partirà"

"Come?"

"Lei non verrà in Francia. Deve stare lontana da casa per qualche giorno per lavoro".

Ginger avvertì la forte tentazione di chiedere a Gilmour se il lavoro in questione della sua nuova compagna avesse a che fare con il battere le strade di notte, ma si trattenne appena in tempo proprio grazie alla presenza dei bambini; era solo per loro che continuava a mantenere un atteggiamento impassibile ed apparentemente calmo, altrimenti, se lui gliene avesse parlato in privato, lontano dalle loro orecchie, sarebbe già esplosa da diversi minuti, insultandolo e chiedendogli, senza mezzi termini, come cazzo aveva il coraggio di chiederle una cosa simile.

Anche se era per i bambini.

"Non m'importa un bel niente se lei ci sarà o meno, la mia risposta non cambia. Né io né i bambini partiamo per nessun viaggio in Francia, e non provare mai più a prendere questo genere di decisioni alle mie spalle, senza avermene prima parlato. Andiamo, bambini, è ora di tornare a casa. La nonna vi sta aspettando, non vede l'ora di vedervi".

La giovane si aspettava che il chitarrista provasse a fermarla ed a farle cambiare idea, e forse era proprio quello che aveva in mente, ma venne preceduto da Keith, che s'interpose tra la madre e lo sportello della macchina; Ginger, sorpresa, si bloccò immediatamente, con la manina sinistra di Demi stretta nella propria mano destra, e fissò il figlio più grande.

"Keith, spostati, tesoro. Dobbiamo andare" il piccolo scosse con forza la chioma riccioluta "perché ti stai comportando così? Non è il momento di fare i capricci. Forza"

"Mamma, per favore!" esclamò Keith, sgranando gli occhi ed intrecciando le dita delle piccole mani "per favore, per favore, per favore! Non puoi fare un'eccezione? Per favore, io vorrei tanto partire per questo viaggio, per favore!".

Fin da quando Keith era un bambino piccolo, gli bastava sgranare gli occhi in un'espressione supplicante per riuscire a far capitolare la madre, ma questa volta Ginger non si lasciò intenerire: non solo scosse di nuovo la testa con fermezza, ma indurì il tono della voce.

"Ho detto di no, smettila d'insistere, e adesso sali in macchina prima che decida di metterti in punizione, sono stata abbastanza chiara?".

Era stata abbastanza chiara, e difatti Keith recepì immediatamente il messaggio: la sua espressione speranzosa si trasformò in una delusa, corrucciò le folte sopracciglia nere ed entrò in macchina sbattendo con forza la portiera, in modo da far capire quanto fosse profondamente offeso, ed una volta seduto, ed essersi allacciato la cintura di sicurezza, incrociò le braccia; Demi non se l'era presa tanto quanto il fratello maggiore, si era già dimenticato in parte del viaggio perché adesso i suoi pensieri erano rivolti alla sorpresa che la nonna materna doveva avergli preparato per il suo arrivo: quando lui e Keith tornavano, trovavano sempre dei biscotti od un dolce appena sfornato, preparato apposta per loro due.

David si fece avanti per aiutare l'ex moglie a sistemare Demi sul seggiolone, ma venne bloccato da lei, che gli rivolse un secondo sguardo fulminante.

"No, non serve, non pensi di avere già fatto abbastanza danni per oggi?" disse la giovane, occupandosi da sola del seggiolone e delle cinture di sicurezza "ma si può sapere come ti è venuta in mente un'idea così balorda? E perché ne hai parlato con i bambini prima di farlo con me? Sai come funziona, e sai anche che non avrei mai accettato... Non ci posso credere! Ma voi uomini quando vi decidete a crescere e maturare? Possibile che a trent'anni siate ancora dei bambini?"

"Veramente, io ne ho ancora ventinove".

Quella che doveva essere solo una battuta scherzosa si trasformò nella goccia in grado di far traboccare il vaso: dopo aver lanciato a David uno sguardo carico d'odio, per nulla intenzionata a sentire quello che aveva da dirle, la giovane occupò il posto del guidatore, allacciò la cintura di sicurezza, girò la chiave e partì mentre ancora il giovane uomo tentava di scusarsi e di attirare la sua attenzione bussando al finestrino; Demi non aveva capito di essere davanti all'ennesimo litigio tra i genitori separati, e credendo che il padre si fosse avvicinato al finestrino per salutare tutti loro, agitò una manina in ritardo.

Keith, invece, si era trincerato dietro un assoluto silenzio, e teneva gli occhi bassi e le braccia incrociate; lungo la strada di ritorno, mentre si calmava a poco a poco, Ginger si rese conto di avere esagerato con lui, a causa della foga del momento e della notizia che l'aveva colta alla sprovvista, e gli lanciò un paio di occhiate attraverso lo specchietto retrovisore prima di fare un tentativo.

"Keith..." lo chiamò per nome che erano ormai arrivati, mentre stava parcheggiando la macchina "Keith, tesoro, lo so che avresti voluto partire anche tu, ma sai che non è possibile. Cerca di capire. Pensi che in altre circostanze non sarei stata contenta di darvi una risposta differente?".

Dopo aver parcheggiato, la giovane si tolse la cintura di sicurezza e si voltò a guardare il primogenito; al suo fianco, Demi era già impaziente di scendere e di correre in casa per vedere quale sorpresa la nonna materna gli aveva preparato, e chiese alla mamma quanto ancora doveva aspettare.

"Un attimo, tesoro, aspetta solo un attimo e dopo ti faccio scendere. Prima devo finire di parlare a tuo fratello" Ginger rivolse un sorriso al bambino biondo e tornò seria quando si concentrò di nuovo su quello dai capelli ricci e neri "Keith, per favore, parlami! Dimmi qualcosa, o sei così arrabbiato con me da non volermi più rivolgere la parola? Keith? Keith, è da un mese che aspetto di vederti, non voglio saperti arrabbiato con me. Possiamo parlare e risolvere questa incomprensione?"

"Io con te non ci parlo. Sei cattiva" rispose il bimbo, rifiutandosi di guardare la madre negli occhi e scendendo dalla macchina dopo aver slacciato la cintura di sicurezza; Ginger emise un sospiro, si occupò di Demi, lo prese in braccio ed entrò in casa; alle valige ci avrebbe pensato in un secondo momento, adesso la discussione con Keith aveva la priorità.

Per sua fortuna, era ancora nell'ingresso, impegnato a togliersi il giubbotto e gli scarponcini.

La rossa posò a terra il piccolo Demi, che non perse tempo a correre in cucina per vedere la nonna e, soprattutto, quello che le aveva preparato.

"Perché non mi vuoi parlare? Perché dici che sono cattiva? Keith?" il bambino si ostinava a restare in silenzio; nel frattempo, Pamela era comparsa dalla cucina con in braccio Demi per vedere cosa stava accadendo tra madre e figlio, perché non le era sfuggita la voce concitata di Ginger "insomma, vuoi rispondermi?"

"Sei cattiva perché non vuoi che partiamo"

"Non è possibile, tesoro: tu e Demi siete troppo piccoli per prendere un aereo, e David avrebbe dovuto parlarne prima con me. Questo è il mese che tu e Demi dovete trascorrere insieme a me, quindi lui non può permettersi di organizzare proprio un bel niente"

"Ma una soluzione c'è, mamma"

"Non se ne parla, non è possibile, Keith, non dovresti neanche chiedermi una cosa simile... Proprio perché non è possibile. Ascolta, se vuoi per quest' estate possiamo organizzare un viaggio per noi quattro e puoi scegliere tu la destinazione, con l'unico limite che deve essere qui, in Inghilterra. E quando tu e Demi sarete più grandi, ti prometto che faremo un viaggio in aereo, ma adesso è troppo presto"

"Ma io non posso aspettare anni!" esclamò Keith, sbattendo il piede destro per terra, comportandosi per una volta come un bambino della sua età "insomma, io non riesco proprio a vedere qual è il problema! Ma perché tu e Dave non potete finalmente sforzarvi di andare d'accordo? Mamma, ma non capisci che vuole che ci sei anche tu perché vuole andare di nuovo d'accordo con te? Non puoi smetterla di essere così arrabbiata con lui? Io sono stanco di vedervi litigare ogni volta che v'incontrate"

"Keith, queste sono cose troppo complicate da spiegare ad un bambino di sei anni"

"Ecco, è sempre la solita storia! Quando non vuoi spiegarmi qualcosa, mi dici sempre che sono troppo piccolo! Ma solo perché ho sei anni non significa che non capisco le cose che riguardano gli adulti. Mamma, ho capito che Dave ha sbagliato perché ti ha fatto una cosa molto brutta, ma non sei stanca di litigare e di essere sempre arrabbiata con lui? Non puoi fare un piccolo sforzo ed accettare la sua proposta? Ci saranno anche gli altri bambini, mamma, non voglio mancare solo io. Per favore!" Keith congiunse le mani e sgranò gli occhi; sperava di essere riuscito finalmente a convincere la madre, e di vederla cedere, ma non fu così, e si ritrovò costretto a scontrarsi contro una cocente delusione quando la madre aprì bocca per rispondergli.

"Mi dispiace, Keith, ma come ti ho già detto, non è proprio possibile: questa è la mia risposta definitiva, non insistere ancora perché non cambierà. Mi dispiace, tesoro, cerca di capire..." Ginger allungò la mano destra per accarezzare i capelli riccioluti del figlio più grande, per consolarlo e riappacificarsi con lui, ma venne allontanata bruscamente con un piccolo schiaffo; la giovane spalancò gli occhi, sia perché non si aspettava una simile reazione e sia perché non aveva notato che quelli di Keith erano lucidi di lacrime e tremava da capo a piedi dalla rabbia.

"Non è vero che ti dispiace! A te non dispiace proprio per niente!" esclamò ad alta voce il ragazzino, con le mani strette a pugno e le guance rosse come due mele mature "a scuola sono bravo, i miei voti sono tutti alti, mi comporto sempre bene, a casa cerco sempre di essere d'aiuto quando serve, e non ho mai chiesto nulla in cambio. Questa è la prima volta che chiedo qualcosa, e tu non vuoi accontentare il mio desiderio! La verità è che tu sei cambiata da quando non stai più con Dave e non c'è più la zia Jen! Non sei più la mamma che conoscevo, e questa nuova non mi piace per niente! Rivoglio indietro la mamma che eri prima!"

"Keith!".

Keith non ascoltò il richiamo della madre e si precipitò al piano di sopra per chiudersi nella camera che divideva con lei ed il fratellino più piccolo; Ginger non provò a seguirlo: abbassò la mano che aveva alzato e si lasciò cadere sul divano alle sue spalle, coprendosi il viso con le mani.

Quando le allontanò, vide la madre adottiva che la stava fissando con uno sguardo interrogativo, in attesa di ricevere spiegazioni riguardo a quello che era successo tra loro due; Demi non aveva prestato molta attenzione alla discussione perché era più interessato a quello che aveva visto in cucina, e difatti, siccome era sceso il silenzio nel salotto, chiese alla nonna materna se poteva avere da sgranocchiare uno dei buonissimi biscotti con le gocce di cioccolato che aveva visto sopra un vassoio.

"Dopo mangiato, tesoro. Adesso si stanno ancora raffreddando e rischi solo di rovinarti l'appetito. Perché non giochi un po' mentre la nonna e la mamma parlano, va bene?".

No, non andava affatto bene al bimbo, ma siccome non poteva fare altro che aspettare, quando venne messo giù si sedette sulla moquette e prese in mano un peluche; tuttavia, prima di concentrarsi sul gioco che stringeva tra le manine, lanciò un'occhiata in direzione della stanza in cui si trovava il suo obiettivo.

Pamela prese posto affianco alla figlia adottiva, le chiese di raccontare quello che era successo tra lei e Keith, e Ginger, dopo essersi lasciata andare contro lo schienale del divano, le disse tutto quanto.

"David ha avuto la brillante idea di dire ai bambini che partiranno tutti insieme per un viaggio in Francia... E si aspetta che vada anche io perché quella non ci sarà... Come hai sentito anche tu, Keith ci vuole andare, ma non se ne parla nemmeno: prima di tutto, lui e Demi sono ancora troppo piccoli per prendere l'aereo; e secondo, avrebbe dovuto parlarne a me prima di farlo con loro... Erano questi i patti, lo sa benissimo, non so cosa gli sia preso"

"Capisco... Ma magari, come ha detto Keith, lo ha fatto perché sta cercando di mettere le basi per avere un rapporto civile con te".

Ginger lanciò uno sguardo scettico alla madre adottiva.

"E spera di farcela in questo modo? Pensava veramente che avrei gradito una sorpresa simile e che sarei stata ansiosa di partire? Ma dai, mommi: faccio già fatica a trattenermi quando viene a prendere i bambini o quando me li riporta, figurati essere costretta ad avere a che fare con lui per giorni interi e fingere di essere sorridente davanti a Keith e Demi... Se tra noi due ci fosse un rapporto diverso, allora... No, ma in questo caso non sarebbe possibile neanche se fossimo in rapporti abbastanza civili da riuscire a passare qualche giorno insieme per i bambini"
"Perché?".

La rossa girò il viso verso il soffitto e strinse le labbra.

"Perché il viaggio in Francia è stata un'idea di Juliette e Lindy... Questo significa che ci saranno anche gli altri".

L'espressione di Pamela cambiò radicalmente, perché adesso aveva capito qual'era il vero problema che si nascondeva dietro il rifiuto all'idea di partire... E non aveva nulla a che fare con la vicinanza con l'ex marito.

"Non posso e non voglio partire perché sarei costretta ad avere a che fare sia con David che con Richard... Ma soprattutto, non posso e non voglio farlo perché ci saranno sia Nick che Roger... Nick e Lindy ci hanno visti, anche se separatamente, in Grecia, e se partirò anche io, stai pur certa che qualcosa verrà a galla... No, non posso proprio partire" la giovane scosse la testa e la girò in direzione delle scale, mentre Pam si limitava ad annuire in silenzio "mi dispiace, ma Keith dovrà farsene una ragione. È troppo rischioso... Se partissi anche io, se lo accontentassi, qualcosa verrebbe fuori di sicuro... E non posso permettere che accada".

Pamela annuì ancora in silenzio, senza proferire una sola parola; Ginger non se ne preoccupò, perché era concentrata su Keith.

Qualche istante più tardi, infatti, la giovane si alzò dal divano con l'intenzione di andare a parlare al primogenito e lasciò da sola in salotto la madre adottiva; quest'ultima, si ritrovò di nuovo circondata dal silenzio assoluto, e proprio grazie a quello strano silenzio si accorse che c'era qualcosa che non andava, e capì di che cosa si trattava quando abbassò lo sguardo sulla moquette e vide il pupazzo che Demi aveva in mano abbandonato per terra e di lui nessuna traccia.

Non dovette, però, cercarlo troppo a lungo, perché già sapeva dove si trovava e si diresse a passo sicuro verso la cucina... E non rimase affatto sorpresa di vedere che era riuscito ad arrampicarsi sopra una sedia in modo da raggiungere il vassoio su cui aveva lasciato raffreddare i biscotti; lo beccò nel bel mezzo del misfatto, con un biscotto per metà mangiucchiato e con delle briciole d'impasto e del cioccolato ai lati della bocca, ma proprio per il suo aspetto buffo, e per gli occhi azzurri sgranati, non riuscì ad arrabbiarsi con lui.

Tutt'altro: si appoggiò con la spalla sinistra allo stipite della porta e sorrise.

"Adesso l'hai combinata grossa, signorino" affermò in tono scherzoso "voglio proprio vedere come riuscirai a mangiare la tua cena, visto che hai lo stomaco già pieno!".











Keith era un bambino delicato e molto sensibile, parlare con lui di qualcosa di serio significava andare per gradi proprio per evitare di sconvolgerlo nel profondo, e Ginger si rendeva conto di avere sbagliato completamente: si era lasciata trasportare dalle emozioni negative del momento, aveva perso la pazienza ed era stata scontrosa e brusca con un bambino di appena sei anni, ed anziché fargli capire perché non poteva accontentare la sua richiesta lo aveva spinto a scappare ed a rinchiudersi nella loro camera da letto.

E fu lì che lo trovò, seduto sul letto matrimoniale, con le ginocchia strette contro il petto e lo sguardo corrucciato rivolto verso il materasso; era così arrabbiato che non sollevò gli occhi né quando la madre entrò in camera né quando gli si avvicinò, prendendo posto alla sua destra.

"La cena tra poco sarà pronta, non vuoi scendere, mh? Sai che la nonna ha preparato i biscotti alle gocce di cioccolato apposta per te e Demi, per darvi il bentornato, vero? E sai anche che ci rimarrebbe molto male se tu decidessi di rimanere qui e ti rifiutassi di scendere, vuoi davvero renderla triste? Io sono convinta che non saresti in grado di rattristarla solo per fare un dispetto a me" Ginger guardò Keith, piegò il viso verso destra alla ricerca del suo sguardo, ma lui si ostinava a tenere gli occhi fissi sul materasso "dai, Keith, per favore, parlami. Ce l'hai davvero con me per questo? Tesoro, se si fosse trattato di qualcosa di fattibile sarei stata ben contenta di accontentare la tua richiesta, ma sfortunatamente non posso proprio farlo. In questo caso non è possibile"

"Perché continui a dire che non è possibile?" chiese il piccolo, uscendo finalmente dal suo mutismo "vuol dire che non sei stanca di litigare sempre con lo zio Dave?"

"No, non è questo il punto..."

"Ed allora qual è? Mamma, solo perché sono piccolo non significa che non capisco le cose, smettila di pensarlo perché non è vero. Ho capito che lui ti ha fatto tanto, tanto, tanto male e che sei ancora molto arrabbiata perché pensavi che sareste stati insieme per sempre, ma adesso non pensi che sia arrivato il momento di perdonarlo?"

"Vedi, Keith, purtroppo è molto difficile che nel nostro caso accada proprio perché David si è comportato molto male con me. Ci sono volte in cui i matrimoni finiscono perché due persone non vanno più d'accordo, altre in cui, invece, una delle due persone s'innamora di una terza... Nel nostro caso è successo proprio questo, e, da bambino intelligente e perspicace quale sei, capirai benissimo da solo che non è semplice per la persona tradita perdonare"

"Lo so... Anche se sono ancora piccolo posso immaginare che non sia facile... Però è anche brutto vedervi litigare in continuazione e sarà ancora più brutto quando Demi inizierà a capire. Adesso è ancora piccolo, ma quel giorno arriverà e non voglio vederlo triste perché voi due non riuscite ad andare d'accordo" il bambino sollevò il viso "mamma, mi dispiace per le brutte parole che ti ho detto prima, non volevo dirle, non volevo ferirti, ma... Ma è vero che negli ultimi anni sei cambiata, ed io non ti riconosco più... E sono convinto che per ritornare ad essere la mamma che conosco io devi perdonare Dave".

Ginger osservò il suo primogenito in silenzio.

Quello che Keith le stava chiedendo era tanto assurdo quanto irrealizzabile, proprio come aveva illustrato poco prima alla madre adottiva: non poteva partire perché non voleva essere costretta a trascorrere giorni interi in compagnia dell'uomo che l'aveva tradita senza farsi alcuno scrupolo, non era pronta per quello e non era neppure certa che mai lo sarebbe stata; non poteva partire perché sarebbe stata costretta a vedere Richard, ed era certa che il suo ex migliore amico avrebbe fatto di tutto per tentare di avvicinarsi e di parlarle non appena gli si fosse presentata l'occasione.

Non poteva partire perché Nick non aveva bevuto la balla che lei e Roger si trovavano in Grecia nello stesso periodo, nella stessa zona e perfino nello stesso quartiere per una pura e semplice coincidenza.

E, soprattutto, non poteva partire proprio perché c'era anche Roger.

Aveva un valido motivo per non vedere ciascuno dei quattro componenti della band, e c'erano tutti i presupposti per un vero e proprio disastro con tanto di effetti collaterali: ognuno di essi era come un piccolo tassello di un enorme domino, pronta a schiantarsi contro il successivo ed a trascinarlo giù.

Ma Keith ci teneva così tanto a partire...

Ed era un bambino così bravo, così obbediente, che non faceva mai i capricci e che non avanzava mai richieste pretenziose...

"Ci tieni così tanto a questo viaggio?".

Gli occhi del bimbo s'illuminarono, perché nella domanda della madre vedeva finalmente una piccolissima possibilità che potesse fare un passo indietro e rivalutare la propria idea, ed annuì energicamente con la testa, facendo dondolare i folti capelli ricci che tutti volevano sempre toccargli.

"Sì, mamma, ci tengo davvero tantissimo! Ci saranno anche gli altri bambini, e..." a quel punto Keith abbassò stranamente il viso "e ci sarà anche Gala, mamma".

Ginger era un'acuta osservatrice, e notò immediatamente che il figlio più grande aveva abbassato il viso per tentare di nascondere il rossore che si era improvvisamente diffuso sulle sue guance dopo aver nominato l'amica d'infanzia; non disse nulla a proposito per non metterlo ulteriormente in imbarazzo, ma decise d'indagare in modo più approfondito con cautela, anche se aveva già capito che Keith provava una particolare simpatia per la figlia più grande di Richard.

"E tu vorresti vederla?"

"Mi piacerebbe passare del tempo con lei, mamma. Adesso che tu e lo zio Rick avete litigato e non vi vedete più, io non riesco più a vedere Gala. A scuola siamo in due classi diverse, visto che lei ha un anno in più di me, e quando facciamo la pausa è sempre circondata dalle sue amiche e non riesco ad avvicinarmi quanto vorrei. Non mi piacciono le sue amiche, ridacchiano sempre quando provo ad avvicinarmi o quando la saluto" spiegò il bambino, evitando accuratamente di sollevare lo sguardo visto che sentiva ancora le guance calde; Ginger annuì, sorrise e passò la mano destra tra i capelli morbidi e folti di Keith.

"Se adesso scendi con me a preparare la tavola per la cena, ti prometto che proverò a rivalutare l'idea di partire?"

"Veramente?" mormorò Keith trattenendo il fiato e con uno sguardo speranzoso, e Ginger, sorridendo, annuì con la testa; ma in realtà non c'era nulla da sorridere, si stava sforzando di farlo solo per non far preoccupare il suo primogenito: non solo si sentiva una pessima madre, ma si sentiva anche incastrata in un vicolo cieco senza uscita, perché qualunque decisione avesse preso, avrebbe avuto inevitabilmente delle ripercussioni più o meno gravi.

Se avesse ribadito a Keith che non potevano partire per il viaggio, avrebbe compromesso il rapporto con lui, ed avrebbe reso triste un bambino che meritava solo di essere accontentato le poche volte in cui desiderava qualcosa in particolare.

Ma se avesse accettato, proprio per non deludere Keith, allora la sua frequentazione segreta con Roger sarebbe uscita inevitabilmente allo scoperto... Forse.

C'era sempre una piccola possibilità che ciò non accadesse... Infondo Nick non poteva essere così stupido da tirare fuori certi argomenti delicati in presenza di David, sapendo che avrebbero potuto scatenare un vero e proprio putiferio... Ma poteva anche accadere il contrario. C'era la possibilità che Nick scivolasse accidentalmente con quel discorso, proprio in presenza di David.

E se nel frattempo lui ne aveva già parlato con qualcuno? E se aveva dato voce ai propri dubbi con Richard? E se a sua volta Lindy aveva fatto lo stesso con Juliette?

Valeva la pena correre un rischio così serio per la felicità di Keith?

Il tormento interiore della giovane si trasformò in un malessere fisico che le tolse l'appetito; a tavola riuscì a malapena a sbocconcellare qualcosa delle buonissime pietanze che Pamela aveva preparato per festeggiare il ritorno a casa degli amati nipotini, e le risultò ancora più complicato fingere un buonumore che non aveva affatto.

Era così dilaniata sulla decisione da prendere che non appena mise a letto i due figli decise di chiamare immediatamente l'ex marito; mentre componeva il numero di telefono di casa, con la cornetta appoggiata all'orecchio sinistro, pregò almeno che a rispondere fosse David e non la sua nuova compagna che si apprestava a diventare la successiva Signora Gilmour.

Per propria fortuna, almeno in quello venne accontentata, perché a rispondere, dopo un paio di squilli, fu proprio il chitarrista, che non nascose la propria sorpresa nel ricevere una chiamata da parte dell'ex moglie.

"Prima che tu possa dire qualunque cosa, ascolta quello che io ho da dirti: non sono affatto d'accordo con questo, ritengo ancora che avresti dovuto prima parlarne con me che coi bambini, e se dipendesse solo ed esclusivamente da me la mia risposta non cambierebbe, ma Keith ci tiene così tanto a partire che non me la sento di deludere le sue aspettative, e quindi vorrei che mi parlassi di più di questo viaggio organizzato da Lindy e Juliette" la rossa ascoltò in silenzio tutto quello che il chitarrista aveva da dirle a riguardo, giocherellando con il filo del telefono ed annuendo di tanto in tanto; alla fine delle spiegazioni si morse il labbro inferiore: non era convinta di partire, ma era troppo tardi per tirarsi indietro e non voleva vedere sul faccino dolce di Keith un'espressione delusa che non avrebbe dimenticato per il resto della propria vita, per cui non aveva altra scelta. Si trovava con le spalle al muro "d'accordo, David, io accetto di partire, a tre condizioni: prima, voglio che la mia stanza sia il più lontano possibile dalla tua. Già in pubblico sarò costretta a fingere di andare d'accordo con te, per non litigare davanti ai bambini, non voglio vedere la tua faccia se posso evitarlo, va bene?"

"Va bene, ma..."

"No, stai zitto, non aggiungere altro che non sia necessario. Con le tue parole hai già fatto abbastanza guai, quindi faresti meglio a stare zitto. Quando partiremo, ti parlerò solo per lo stretto necessario che avrà a che fare con i bambini. Non provare nemmeno ad approfittarne per parlarmi di noi due, od altro di simile, perché non me ne può fregare di meno, d'accordo? Lo faccio per Keith, non per altro. Togliti qualunque strana idea dalla testa, se già stai pensando a qualcosa di simile"

"D'accordo"

"Seconda, non deve mai più accadere una cosa simile. Io non sono mai venuta a meno agli accordi che abbiamo preso in tribunale, anche se sai benissimo che non ero d'accordo con l'affidamento congiunto, e di conseguenza pretendo la medesima serietà da parte tua, va bene?"

"Va bene, Ginger, ma in mia difesa posso dirti che non era mia int..."

"Terza ed ultima condizione" lo bloccò la giovane, ricordandogli che non voleva sentire altro che non aveva a che fare con le risposte secche alle sue domande "devi assicurarmi che la tua nuova compagna non ci sarà, altrimenti io non parto. Non voglio avere nulla a che fare con lei perché non c'entra nulla con me, me lo assicuri allora?"

"Virginia ha un impegno lavorativo, posso assicurarti che non ci sarà. Non ti avrei messo in mezzo se lei ci fosse stata, Ginger, non sono così stupido" la rossa aveva più di qualche dubbio a riguardo, ma preferì tenere per sé le proprie considerazioni personali, anche perché Gilmour parlò prima che potesse aprire bocca per fare una battutina "Ginger, posso solo dire una cosa?"

"Parla, se è proprio necessario, perché poi devo andare"

"Scusami per la battuta dei ventinove anni. È stata proprio stupida, non dovevo farla".

Ginger rimase in silenzio, e poi allontanò la cornetta dall'orecchio sinistro e riagganciò, perché David non meritava alcuna risposta.

Non si era fatto alcuno scrupolo a tradirla ed a portare avanti una storia parallela per mesi e mesi, ed ora voleva chiedere scusa per una stupida battuta? E chiedere scusa per averle rovinato la vita? Quello quando lo avrebbe fatto?

Gli uomini non erano in grado di maturare neppure a trent'anni.

E pensare che David, come Richard, sembrava così diverso da tutti gli altri... E quante volte aveva pensato che il suo ex marito fosse una persona migliore di Roger?

Ginger si passò la mano destra sugli occhi, emettendo un sospiro: era già stanca quando la parte più faticosa, pesante e difficile non era ancora iniziata.

Si trascinò al piano inferiore, entrò in cucina (dove Pamela stava lavando le stoviglie sporche) e si appoggiò con la schiena ad una credenza, assumendo in modo involontario lo stesso atteggiamento del giorno in cui era stata scoperta a letto con Roger dalla madre adottiva; sistemò una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio sinistro, si schiarì la gola e si decise a parlare, informando Pamela sia della telefonata avuta con David che dell'improvvisa decisione di partire per il viaggio.

Pam, presa alla sprovvista, si bloccò con un piatto in mano e girò il viso verso la figlia adottiva.

"Mi sembrava di avere capito che la tua intenzione fosse quella di non partire assolutamente"

"Ed infatti lo era... Ma poi ho parlato con Keith e... E lui mi ha detto che vorrebbe tanto partire perché ci sarà anche Gala, capisci?" rispose la giovane con un'occhiata eloquente che diceva già tutto da sé, senza bisogno di aggiungere altro a parole, e difatti anche la donna di mezz'età intuì immediatamente come stavano le cose: quella che il nipotino più grande provava per la figlia di Richard non era più una semplice simpatia infantile, e desiderava trascorrere del tempo in sua compagnia "e Keith è un bambino così buono che non chiede mai nulla. Non fa mai i capricci, a scuola il suo comportamento ed i suoi voti sono impeccabili, come potevo dirgli di no? Quando mi ha detto che ci teneva a partire perché ci sarebbe stata anche Gala non sono proprio riuscita a restare ferma nella mia posizione"

"Capisco... E pensi di riuscire ad andare d'accordo con David? Voi due non trascorrete più una giornata insieme dai tempi in cui eravate sposati, e vi parlate a malapena quando vi trovate per i bambini... Sei sicura di potercela fare?"

"Farò buon viso a cattivo gioco, è l'unica cosa che posso fare" rispose Ginger, sforzandosi di sorridere, quando in realtà era la prima a nutrire parecchi dubbi a riguardo "cercherò di trattenermi e di recitare in modo convincente in presenza dei bambini, ma sa che per qualunque altra cosa non deve rivolgermi la parola e che in albergo condurremo due vite separate... Almeno ha avuto la decenza di coinvolgermi in questa cosa perché quella non sarà presente per degli impegni lavorativi, ed è già qualcosa: posso anche sforzarmi di sopportare la presenza di David, ma con quella non ci sarei mai riuscita... Però gli ho detto che una cosa simile non deve mai più ripetersi".

Pamela annuì, mostrandosi apparentemente tranquilla, quando in realtà la sua non era altro che una maschera: era preoccupata perché conoscendo l'impulsività della figlia adottiva non era certa che sarebbe riuscita a fingere un buon rapporto che con l'ex marito non aveva affatto, ma era ancora più preoccupata per un'altra questione più spinosa.

"E come pensi di fare con i sospetti che Nick e Lindy nutrirebbero su di te e Roger?".

La rossa abbassò il viso.

"Non lo so" rispose poi, in tutta onestà "a questo non ho pensato, ma voglio credere che nessuno di loro due sia così stupido da tirare fuori certi argomenti in presenza di David... E, comunque, dalla loro parte non hanno una sola prova concreta, e questo è già un punto a mio vantaggio, non credi?".

Sulle labbra di Pamela apparve un sorriso amaro perché lei vedeva quella storia da un altro punto di vista, da un'altra prospettiva, e non riusciva ad essere ottimista come la figlia adottiva.

"Tesoro mio, non sai quanto vorrei sbagliarmi, ma l'unica cosa che posso fare è ripetere le parole che ti ho detto poco tempo fa: temo che questa storia abbia tutti i presupposti per trasformarsi in un terribile disastro... E temo anche che ti stia avvicinando sempre più velocemente a questo terribile disastro".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top