*8*
Ginger venne svegliata nel cuore della notte da un rumore secco: quando lo udì la prima volta, sgranò gli occhi nel buio della stanza; quando lo udì la seconda volta, si tirò su col busto e guardò in direzione della finestra, dato che sembrava provenire da lì.
Solo quando si ripeté per la terza volta riuscì finalmente a capire di che cosa si trattava, perché per qualche istante vide un piccolo oggetto rimbalzare contro la superficie liscia e trasparente del vetro: c’era qualcuno che stava lanciando dei sassi per attirare la sua attenzione.
La giovane avvertì un tuffo al cuore e si sentì ritornare indietro nel tempo, a quando era solo che una ragazza spensierata di diciannove anni, entusiasta della vita ed ignara di quello che il futuro aveva in servo per lei; tutto era come quella sera: era stata svegliata di soprassalto sempre dal rumore di un sasso che si schiantava contro il vetro della finestra, era andata ad aprirla facendo attenzione a non svegliare Jennifer ed aveva visto Syd e Nick in giardino, mentre Rick e Roger erano rimasti dentro al loro sgangherato furgoncino; Syd si era arrampicato sul tubo della grondaia, era entrato nella camera da letto e l’aveva portata in braccio prima fino al pianoterra e poi fino al furgoncino.
Quella notte, ad insaputa della madre e della sorella adottive, l’aveva trascorsa all’Alexandra Palace, ad assistere ad un’esibizione del gruppo che l’aveva lasciata senza fiato, e che aveva eclissato tutte le precedenti; ed aveva chiuso in bellezza seguendo Syd nel suo appartamento, e facendo l’amore con lui.
Per la prima volta.
E le aveva confessato di essersi innamorato di lei, benché la loro frequentazione andasse avanti da pochissime settimane.
Ginger si ritrovò a desiderare disperatamente di essere tornata a quei giorni; chiuse gli occhi, li serrò in tutta forza, ed andò incontro ad una cocente delusione quando li riaprì: non era tornata indietro a quei giorni felici e spensierati, in cui credeva di avere incontrato il ragazzo dei propri sogni, non c’era Jennifer che dormiva sul letto singolo alla destra del suo e non c’era Syd ad invitarla ad uscire.
Quasi si era dimenticata che l’aveva svegliata nello stesso modo anche quando aveva voluto portarla a Cambridge per un pic nic di mezzanotte.
C’era effettivamente qualcuno in giardino, che guardava in direzione della sua finestra e che era il responsabile del suo risveglio, ma quando la rossa spalancò il vetro non apparve nessun sorriso sul suo volto, perché non era contenta di vederlo; era sorpresa, tuttavia, perché non si aspettava una mossa simile da parte sua, tra l’altro ad appena quarantotto ore dal loro ultimo incontro burrascoso.
“Che cosa ci fai qui, in piena notte?” chiese la giovane, in tono brusco, appoggiandosi coi gomiti al davanzale della finestra “non dirmi che vuoi parlare, perché io non ho alcuna intenzione di farlo. Ti risparmio la fatica inutile di provare a farmi cambiare idea: torna a casa”
“Voglio proprio parlare con te”
“E dopo quello che mi hai detto, sei convinto che io abbia voglia di ascoltare ciò che hai da dirmi? Vai via prima che mommi ci senta parlare e si svegli”
“Quando eravamo in Grecia mi hai accusato di essere una persona immatura, che sfugge al dialogo” insistette Roger, dimostrando chiaramente che non aveva intenzione di muoversi dal giardino “e se adesso ti rifiuti di fare lo stesso, dimostri solo di essere tu la persona veramente immatura tra noi due. Ti chiedo solo di ascoltarmi”
“Ed io dovrei darti una possibilità dopo quello che mi hai detto? Dovrei chiudere la finestra e tornare a letto: ecco cosa dovrei fare”
“Sentiti libera di fare quello che vuoi, ma se chiudi la finestra, io resterò qui fino a quando non deciderai di aprire la porta per darmi la possibilità di avere un confronto con te. E se dovesse essere necessario, sono perfino pronto ad arrampicarmi fin lì”
“Non stai dicendo sul serio”
“Vuoi sfidarmi?”.
No, la giovane non era affatto ansiosa di mettere alla prova il bassista, perché già sapeva che testardo com’era lo avrebbe fatto per davvero, e, con un verso seccato, gli disse di andare sotto il portico e si allontanò dalla finestra, richiudendola; non aveva cambiato idea, non aveva alcuna voglia di ascoltare quello che aveva da dirle, ma non voleva neppure vederlo arrampicarsi sul tubo della grondaia e spaccarsi una gamba nel tentativo di riuscirci.
E difatti, quando spalancò la porta d’ingresso, mise subito in chiaro un paio di cose, rivolgendogli quelle esatte parole; Roger non si lasciò intimidire, ed addirittura sorrise divertito mentre entrava in casa.
“Poco male, in passato mi è già capitato qualcosa di simile. Da ragazzino mi sono rotto un braccio cadendo da un albero. Mi ero arrampicato per recuperare la bici di Syd… Sai, sono passati anni ed ancora, ogni volta che ci penso, non riesco proprio a capire come abbia fatto ad incastrarla là sopra… Ti ha mai raccontato questo episodio?”
“No” rispose la ragazza, richiudendo la porta “e questo non mi sembra il momento migliore per raccontarlo”
“Pensavo fosse una cosa carina da dire”
“E cosa ti fa credere che, in generale, abbia voglia di sentire qualcosa che abbia a che fare con Syd?” Ginger si voltò a guardare Roger “se così facendo speravi di alleggerire la tua situazione, o di strapparmi un sorriso, sappi che non avresti potuto scegliere tecnica peggiore. Non nominare più il suo nome in mia presenza, ed ora fa silenzio e seguimi, non voglio che mommi si svegli e ci veda qui… Non saprei neppure come spiegarle la tua presenza in casa a quest’ora”.
Roger si limitò ad annuire con la testa, preferendo non aprire bocca per non aggravare ulteriormente la propria posizione e rischiare di essere cacciato di casa solo perché aveva pronunciato la parola sbagliata al momento sbagliato; seguì la rossa al piano di sopra, ed entrambi entrarono in quella che un tempo era stata la camera da letto delle sorelle Anderson.
Lei chiuse la porta cercando di non fare rumore, e, solo dopo aver udito il rumore della serratura che scattava, concentrò la propria attenzione sul giovane uomo.
“Allora, si può sapere che cosa sei venuto a fare qui a quest’ora? Parla e fa in fretta, perché sto correndo il rischio di finire in grossi guai… Ed ultimamente inizio a credere di essermi trasformata in una calamita che attira solo grossi guai”
“Mi dispiace per il modo in cui è degenerata la nostra ultima conversazione e mi dispiace anche per quello che ti ho detto: mi sono lasciato prendere troppo la mano ed ho finito per dire cose che avrei fatto molto meglio a non dire”
“Cavolo, sono proprio senza parole” commentò la giovane in un tono piatto che sottolineava il suo sarcasmo “non riesco a ricordare un’altra volta in cui mi hai chiesto scusa per qualcosa, ed adesso lo hai fatto addirittura per due volte di fila. Sono esterrefatta, ma sai che c’è? È troppo semplice scusarsi dopo, dovresti imparare a riflettere prima di aprire bocca, perché molto spesso commetti l’errore di parlare di getto, senza preoccuparti di ferire le persone attorno a te”.
Ginger gli aveva rivolto quella critica così dura senza rendersi conto che calzava a pennello anche su sé stessa; gli aveva servito su un piatto d’argento l’occasione perfetta per rinfacciarle la frecciatina crudele che cinque anni prima gli aveva rivolto a Saint Tropez, e forse se avessero avuto un discorso simile molto prima Roger non se la sarebbe lasciata scappare, ma ora preferì ingoiare il boccone amaro, lasciare da parte i vecchi risentimenti e comportarsi da persona matura che si avviava a compiere trentadue anni.
“Hai perfettamente ragione” disse, sorprendendo di nuovo la rossa, che non era abituata a vedere il bassista così ragionevole e posato “ed hai anche ragione ad avercela con me. Se potessi tornare indietro non pronuncerei quelle parole, sono state inadatte e di pessimo gusto, ma è successo e questo non posso cambiarlo. Ma le ho dette in un momento di rabbia, Ginger. Ed ero arrabbiato, e lo sono tutt’ora, perché non riesco a capire per quale motivo tu voglia continuare a portare avanti tutto questo in segreto… O meglio, non riesco a capire perché deve restare segreto a causa di David”
“Perché fin dall’inizio abbiamo concordato entrambi per una frequentazione senza alcuna implicazione sentimentale, erano questi i patti. È chiaro che se proviamo a stare l’uno lontano dall’altra finiamo per ritrovarci sullo stesso letto, ma non per questo desidero una relazione con te. Non sono contraria ai nostri incontri, ma non desidero una relazione seria dopo che ho visto sgretolarsi quella con Syd e successivamente il matrimonio con David. Non ne voglio sapere di frequentazioni impegnative, e credevo di aver capito che lo stesso valesse anche per te, ma la nostra ultima conversazione mi ha fatto sorgere molti dubbi a riguardo. Hai cambiato idea, per caso?” domandò Ginger, osservando il giovane uomo con gli occhi socchiusi, studiandolo con attenzione; era alla ricerca del più piccolo segno rivelatore, ma lui rimase perfettamente impassibile, senza scomporsi, rendendole pressoché impossibile indovinare quello che gli stava passando per la mente.
“Lo so quali erano i patti, ed infatti io non ho cambiato idea a riguardo. Pensi che anche io abbia voglia di buttarmi a capofitto in una nuova relazione dopo la mazzata sui denti che ho ricevuto da Judith? No, grazie, per un bel po’ di tempo ho già dato anche io. Un tradimento non è mai facile da digerire, ma almeno tu non hai avuto la bellissima sorpresa di tornare a casa e trovare David a letto con la sua amante”.
Ginger distorse le labbra carnose in una smorfia.
No, a lei non era andata in quel modo, ma era solo che una magra consolazione.
“Non ho cambiato idea, Ginger, ma proprio non riesco a capire perché continui a lasciarti condizionare la vita così tanto da David. Sarebbe tutto molto più semplice se la nostra frequentazione senza alcun impegno avvenisse sotto la luce del sole, non credi? Finora ci è andata bene, ma presto o tardi le cose cambieranno. Sia Judith che David sono riusciti a tenere nascoste le loro relazioni extraconiugali per sei mesi, ma poi sono uscite allo scoperto perché hanno immancabilmente commesso un passo falso… Vuoi anche tu aspettare il giorno in cui uno di noi due commetterà un passo falso?”
“Non sto permettendo a David di condizionare la mia vita, voglio solo evitare di aggiungere altri problemi a quelli che già ho”
“Ti preoccupi tanto della reazione che David potrebbe avere se decidessimo di frequentarci senza alcun impegno alla luce del sole, ma non di quella che potrebbe avere se venisse a scoprire per puro caso dei nostri incontri all’insaputa di tutti! Se dovesse scoprire tutto per caso, allora potrebbe vederla davvero come la prova che tra noi due c’è una frequentazione che va avanti da molto tempo, da quando voi due eravate ancora sposati, ed allora si che inizierebbero i problemi che vuoi così tanto evitare… Stai seguendo il mio ragionamento?” domandò il bassista, appoggiandosi con la schiena alla finestra che fino a pochi minuti prima aveva bersagliato con dei sassi trovati in giardino, e la giovane, di rimando, si appoggiò alla porta chiusa.
Sì, stava seguendo il suo ragionamento e, maledizione, aveva un senso logico che non poteva confutare.
Lei per prima aveva visto in più occasioni che una storia segreta prima o poi trovava sempre il modo di venire a galla; bastava un piccolo passo falso, come un rientro anticipato od un bigliettino nascosto nel posto sbagliato, e tutto si sgretolava, e se lei e Roger non avevano commesso quel piccolo passo falso era stato solo per una fortuita coincidenza.
Ma ci erano andati vicini, terribilmente vicini: le domande di Pamela diventavano sempre più insistenti, ed entrambi erano stati visti, anche se separatamente, in Grecia da Nick e Lindy; non era certa se Lindy nutrisse o meno dei sospetti su loro due, ma con Nick era un’altra storia: lui il sospetto ce l’aveva, e glielo aveva letto in faccia quando le aveva detto che anche Roger si trovava in Grecia.
E Nick, per quanto fosse una persona simpatica, aveva un enorme difetto: non era in grado di tenere la bocca chiusa.
David sarebbe andato su tutte le furie se fosse venuto a conoscenza di quella storia da un compagno di band, ma la sua reazione sarebbe stata così diversa se invece lo avesse informato lei? E cosa avrebbe dovuto dirgli di preciso? Lei per prima non era in grado di dare una vera e propria definizione al rapporto che la legava a Roger da un paio di mesi.
Era sicura di non provare per lui altro che attrazione fisica, ma non era altrettanto sicura che per lui fosse lo stesso.
Anche se le aveva assicurato di ricordarsi benissimo quali erano i loro patti iniziali, e di condividerli ancora, qualche piccolo dubbio iniziava ad averlo.
Ma sperava vivamente di sbagliarsi.
“Preferirei che tutto restasse invariato… Almeno per il momento. E se Nick dovesse chiederti qualcosa riguardo alla Grecia, tu dovrai negare e convincerlo che si è trattata solo di una coincidenza” sentenziò la rossa, scuotendo la testa “magari hai ragione tu, ma per il momento non voglio cambiare nulla. Abbiamo avuto solo che un piccolo incidente, se così possiamo definirlo, quindi non vedo il motivo per cui dovremo cambiare qualcosa del nostro accordo”.
Il piccolo incidente menzionato dalla giovane era l’incontro accidentale con Nick, e Roger si ritrovò costretto a compiere un enorme sforzo per non esplodere in una risata sarcastica che avrebbe irritato Ginger e molto probabilmente svegliato Pamela; non riusciva a credere alle proprie orecchie perché quello che ora lei aveva classificato con noncuranza come un piccolo incidente, due giorni prima l’aveva portata ad avere quasi un attacco di panico e li aveva condotti a litigare ed a rientrare dalla vacanza prima del previsto.
Sembravano due ragionamenti di due persone diverse, tanto erano l’uno l’opposto dell’altro, e per un solo attimo Waters si chiese se la giovane non stesse iniziando a sviluppare una seconda personalità, a causa di tutto lo stress che aveva accumulato negli ultimi anni, perché nella sua vita si era abbattuta una tragedia dopo l’altra.
Un po’ come le droghe avevano fatto con Syd.
Ma come quel pensiero era sorto, nello stesso modo Roger lo cancellò, rifiutandosi di credere che Ginger stesse sviluppando un problema mentale così serio come una doppia personalità; molto probabilmente era solo confusa e titubante perché, come ormai gli aveva ripetuto fino alla nausea, temeva la possibile reazione dell’ex marito.
Doveva portare pazienza con lei, rispettare i suoi tempi, e non provocarle alcuna pressione, altrimenti l’avrebbe fatta scappare… E la conclusione in Grecia ne era stata la prova.
“Mi auguro solo che entrambi non finiremo per pentirci di questa decisione” commentò, infine, a bassa voce, per poi guardare la ragazza negli occhi “e adesso che cosa si fa? Voglio dire, mi sembra di avere chiarito quello che era rimasto in sospeso tra noi due… E mi sembra anche che tu non abbia molta voglia di vedermi perché sei ancora risentita per quello che ho detto, quindi credo proprio che per me sia arrivato il momento di tornare a casa”.
Roger si avvicinò alla porta per andarsene; si aspettava che Ginger si spostasse in automatico per lasciarlo passare, visto che era ancora profondamente risentita per la sua battutina infelice, ed invece rimase immobile al suo posto, con le mani dietro la schiena, appoggiata alla porta, ed il viso rivolto verso il basso, nascosto in parte dai lunghi capelli sciolti.
Attese ancora per qualche secondo, finché non gli parve evidente che lei non aveva alcuna intenzione di farsi da parte.
“Se non ti sposti non posso uscire… Od è un modo carino per dirmi che devo usare la finestra?”
“Non te ne andare, per favore”.
Roger s’immobilizzò ad occhi spalancati, mentre la rossa sollevava lo sguardo: gli aveva rivolto le stesse parole che lui le aveva detto il giorno in cui aveva avuto il crollo nervoso in Studio e le aveva confessato di avere troncato i rapporti con Judith, ed anche la supplica nei suoi occhi immaginava fosse la stessa; aveva l’impressione di trovarsi di fronte ad uno strano specchio distorto, in cui i ruoli tra lui e Ginger si erano completamente ribaltati: adesso era lei quella in cerca disperatamente di qualcuno pronto ad ascoltarla e sostenerla.
“Che cosa hai detto?” le chiese per sicurezza, per essere certo di avere capito bene, e Ginger si strinse nelle spalle.
“Ti ho chiesto di restare, non voglio trascorrere la notte da sola. Non riesco a stare nella mia stanza, perché sento la mancanza dei bambini e continuo a chiedermi come stanno passando questi giorni da David e quanto si stanno affezionando a quella, e non riesco neppure a chiudere occhio qui perché ogni cosa mi ricorda lei” la più piccola girò il volto verso la parte della stanza che un tempo apparteneva a Jennifer: laddove prima c’era il suo letto, il suo comodino e la sedia dove sistemava i vestiti da utilizzare ora c’era uno spazio vuoto; tutti i suoi effetti personali erano stati sistemati in alcuni scatoloni e messi con cura in un angolo remoto della soffitta, in modo che neppure per sbaglio le potessero mai capitare tra le mani “quando prima mi hai svegliata lanciando dei sassi contro il vetro della finestra, per un momento ho creduto di essere tornata indietro a quando eravamo ragazzi, a quella sera che siete passati a prendermi prima dell’esibizione all’Alexandra Palace, te lo ricordi?”
“Sì, me lo ricordo”
“Già prima ho faticato a chiudere gli occhi, se adesso te ne vai finirò per fissare il soffitto fino a domani mattina. O se anche dovessi riuscire ad addormentarmi, so già che finirei per avere un incubo, ed ho paura di quello che potrei vedere ad occhi chiusi… Tanta paura” quello era senza alcuna ombra di dubbio un riferimento velato ai vermi di cui la giovane gli aveva parlato quando era sotto effetto di sostanze stupefacenti, e, insieme al tono supplicante che aveva usato, spinsero subito il bassista ad accogliere la sua richiesta: avrebbe trascorso lì la notte, anche se ciò implicava il serio rischio di essere scoperti da Pamela non solo in semplice compagnia, ma perfino in intimità sotto le lenzuola.
Ginger non aveva detto in modo diretto neanche quello, ma era sottointeso che con trascorrere la notte insieme non intendeva semplicemente dormire sullo stesso letto, abbracciati l’uno all’altra… Quello era il dopo.
Ed in fin dei conti anche se rischiavano di correre un rischio inutile, era proprio quel rischio inutile a rendere il tutto ancora più terribilmente eccitante.
Roger le sollevò il mento con il pollice e l’indice della mano destra, ed avvicinò il viso per baciarla; Ginger non oppose alcuna resistenza e tutto il resto venne da solo, come da copione, come da settimane e settimane: ben presto, senza domandarsi il perché, e prestando attenzione a non fare troppo rumore, si ritrovarono sdraiati sul materasso, avvinghiati e senza vestiti.
Ginger non si soffermò un solo istante, dato che si trovava nella loro vecchia camera, sulla sorella minore adottiva ed al torto che le stava facendo, perché si sentiva bene; era fermamente convinta di non provare dei sentimenti per Waters, tuttavia non poteva ignorare il fatto che solo quando si trovava in intimità con lui si sentiva bene e riusciva a prendere una pausa da tutti i problemi quotidiani; ed un’ulteriore prova arrivò quando, dopo avere fatto sesso, riuscì a chiudere gli occhi senza incontrare alcuna difficoltà e li riaprì solo la mattina seguente.
Senza aver fatto alcun incubo.
Roger stava ancora dormendo profondamente a suo fianco, e la giovane lo svegliò in modo stranamente delicato, accarezzandogli il contorno del viso con l’indice destro; quando lo vide socchiudere gli occhi, gli sorrise ed in cambio ricevette un sorriso assonnato.
“Buongiorno” mormorò subito dopo, stropicciandosi le palpebre con il dorso della mano sinistra “ti trovo bene questa mattina. Mi sembri molto più rilassata e riposata”
“Riposata è un termine un po’ esagerato da usare, visto che non si può dire che abbiamo trascorso l’intera notte a dormire” sussurrò in risposta la rossa con un sorrisetto divertito, per poi tornare subito seria “c’è una cosa che devo dirti, Roger: anche io ti devo le mie scuse. La colpa non è di uno solo, abbiamo sbagliato entrambi perché entrambi ci siamo lasciati prendere la mano… Forse io un po’ di più. Non avrei dovuto avere quella reazione così esagerata, ma cerca, per favore, di comprendere il mio punto di vista: anche se noi due non stiamo facendo nulla di sbagliato, la situazione con David è ancora troppo delicata per quello che tu mi hai chiesto. Ed anche se lui non ha più alcun diritto di intromettersi nella mia vita, preferisco ugualmente evitare scontri inutili, riesci a capire?”.
Il più grande si prese un paio di secondi per sistemare una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio destro di Ginger.
“Capisco, e non proverò più ad insistere perché non voglio litigare ancora con te… Però mi devi promettere una cosa”
“Che cosa?”
“Prometti che rifletterai sulle mie parole e prenderai in considerazione la possibilità di cambiare idea, prima o poi. Non ti sto dando una data di scadenza, ma voglio comunque che mi prometti che questa situazione cambierà non appena sentirai che sarà arrivato il momento giusto. Voglio la tua parola” rispose il bassista, diventando a sua volta improvvisamente serio; Ginger credeva che la questione fosse chiusa lì, non si aspettava una simile richiesta e di conseguenza rimase in silenzio e con gli occhi spalancati, perché non sapeva quale risposta dare e voleva evitare di litigare di nuovo dopo aver appena fatto pace.
Non riuscì comunque a dare una risposta al giovane uomo perché la porta della camera si aprì all’improvviso: la notte precedente non era stata chiusa a chiave per sicurezza, ed i due giovani amanti erano così presi dalla loro conversazione da essersi completamente dimenticati che in casa non erano soli e che adesso che era arrivata mattina il pericolo di essere scoperti si era intensificato; non si aspettavano di vedere Pamela aprire la porta per chiamare la figlia adottiva, ed invece fu proprio ciò che accadde: la donna entrò in camera per svegliare Ginger, dato che per quella mattina avevano in programma di recarsi in centro città per acquisti, e rimase pietrificata appena dopo la soglia, con ancora la mano destra stretta attorno al pomello della porta e con gli occhi spalancati, perché l’ultima cosa che si aspettava di vedere al mondo era la figlia adottiva a letto con un uomo, e che quell’uomo fosse Roger.
Non sapendo cosa fare o come reagire, così come era entrata Pamela uscì dalla stanza senza dire una parola, lasciando i due giovani altrettanto pietrificati ed incapaci di spiaccicare una sola parola.
Ginger fu la prima a riprendersi: si alzò di scatto dal letto ed iniziò a vestirsi in fretta, sussurrando delle imprecazioni, anche se ormai il danno era fatto, come le fece notare il bassista.
“Non so quanto possa essere d’aiuto vestirti così in fretta ora. Tua madre ci ha visti… Molto chiaramente, aggiungerei”
“Lo so che ci ha visti, grazie tante per la tua precisazione!” esclamò la giovane, seccata, mentre tentava d’infilarsi un paio di pantaloni che proprio non ne volevano sapere di essere indossati: era l’agitazione a giocarle quel brutto scherzo, e gliene giocò un altro quando mise su la maglietta al contrario senza rendersene conto; dopo essersi resa presentabile, si voltò verso Waters e rimase spiazzata nel vederlo ancora sotto le lenzuola, nella stessa posizione di pochi minuti prima “ma si può sapere che cosa ci fai ancora lì ed in quelle condizioni? Dovresti essere già vestito anche tu! Muoviti!”.
Per enfatizzare il concetto, Ginger raccolse i vestiti del giovane uomo, li appallottolò e glieli lanciò contro il petto; lui li prese ed emise un sospiro rassegnato.
“Dimmi, cambierebbe qualcosa se adesso mi vestissi in fretta? Cambierebbe il fatto che siamo stati sorpresi a letto da tua madre?”
“No, razza d’idiota, ma se ti vesti in fretta possiamo pensare a cosa dire per… Per… Per…” Ginger si ritrovò a balbettare a causa del panico; non riusciva a formulare un solo pensiero lucido, la sua mente era totalmente rivolta verso la madre adottiva al piano di sotto, a quello che aveva visto, a quello che stava pensando ed a quello che sicuramente le avrebbe detto. Il suo incubo peggiore si era appena concretizzato “cazzo, questo non doveva succedere! E adesso? Adesso cosa facciamo? Come ci comportiamo? Che spiegazioni diamo? Cazzo, cazzo, cazzo!”
“Guarda che non risolverai un bel niente lasciandoti prendere dal panico” intervenne il bassista, indossando prima i jeans e dopo il maglione nero a collo alto; lui, a differenza della giovane, non reputava quella situazione un problema così grosso… Infondo un po’ se l’erano andata a cercare quando avevano deciso di trascorrere insieme la notte e non si era preoccupato di andarsene il prima possibile “l’unica cosa che puoi fare, adesso, è scendere e spiegare a tua madre come stanno le cose… Non vedo come potresti inventare una bugia convincente quando… Beh… Quando era piuttosto evidente quello che stavamo facendo insieme sul tuo letto… Ed è meglio se vi lascio da sole”
“Te ne vuoi andare?” mormorò la più piccola, sbiancando in viso “vuoi tagliare la corda e lasciarmi da sola a vedermela con lei?”
“Non voglio tagliare la corda, ma quanto potrei essere d’aiuto? Di solito, in situazioni come queste le madri non sono molto propense a sentire quello che ha da dire l’individuo che hanno sorpreso a letto con loro figlia”.
Ginger guardò Roger, e suo malgrado si ritrovò costretta a dargli ragione.
Di nuovo.
Sentiva di dover affrontare la madre adottiva da sola, senza il supporto e la presenza del suo amante… A prescindere da come sarebbe andata, da quale sarebbe stato l’esito.
I due giovani uscirono dalla camera, percorsero il pianerottolo e scesero le scale; Roger era davanti e si affacciò per primo in cucina, laddove si trovava Pamela: la donna si trovava davanti ai fornelli, gli dava le spalle e quindi era impossibile vedere la sua faccia e capire qual’era il suo umore.
Al bassista non rimase altro da fare che schiarirsi la gola e rivolgerle un saluto.
“Arrivederci, signora Anderson, e buona giornata”.
Ginger lanciò immediatamente un’occhiata fulminante al suo amante, per fargli capire che avrebbe potuto scegliere qualcosa di più intelligente ed adatto da dire, e lui si limitò a scrollare le spalle prima di uscire; quando la porta d’ingresso si richiuse con un tonfo sordo, la rossa si voltò a guardare la madre adottiva, apparentemente ancora impegnata a fare qualcosa sopra i fornelli, e, dopo aver preso coraggio ed un profondo respiro, entrò a sua volta in cucina proprio nel momento in cui Waters passava per il vialetto principale: lo vide camminare a passo veloce, aprire il cancelletto, uscire, chiuderlo e salire in macchina.
Nessuna delle due parlò fino a quando la macchina non scomparve.
“Mi era sembrato di capire che tra voi due non ci fosse nulla”.
Ginger si appoggiò con la schiena ad una credenza e strinse le mani attorno al bordo del mobile in legno; Pam non aveva ancora sollevato gli occhi, ma la ragazza era certa che fosse in attesa di una risposta e delle dovute spiegazioni.
“Guarda che non è assolutamente come sembra. Prima che tu possa farti qualunque idea sbagliata, tra me e lui non c’è nulla che è iniziato quando eravamo ancora entrambi sposati… In realtà non c’è proprio nulla di natura romantica tra noi due”
“Vuoi farmi credere che questa è stata la prima volta che vi siete rivisti da dicembre e che non siete andati in Grecia insieme? Avevo già dei dubbi riguardo quel viaggio prima della tua partenza, e dopo quello che ho visto poco fa…” anche se Pamela lasciò la frase in sospeso, Ginger capì ugualmente benissimo quello che voleva farle capire: non le conveniva provare a mentire sulla vacanza perché non era più credibile che fosse partita da sola per rilassarsi un po’.
Da sola.
“Abbiamo trascorso quei giorni insieme, ma ti ho già spiegato che non è come sembra. Tutto è iniziato quando sono stata da lui a dicembre, ma non c’è nessuna storia, non siamo una coppia e non c’è nessun sentimento tra noi due: ci troviamo di tanto in tanto, quando i nostri impegni personali ce lo consentono, e trascorriamo insieme un paio di ore. Tutto qua”.
Quella non era la spiegazione che Pam si aspettava di ricevere: era certa che la figlia adottiva le avrebbe confessato che tra lei e Roger era iniziata una vera e propria relazione a tutti gli effetti, e finalmente alzò lo sguardo dai fornelli e girò il viso per osservarla con un’espressione sconcertata, mentre lei se ne stava ancora appoggiata alla credenza, tesa come una corda di violino.
“Aspetta… Mi stai dicendo che tu e Roger vi incontrate occasionalmente solo per fare sesso?”
“Esattamente. Non parliamo neppure molto”.
Pamela guardò Ginger per accertarsi che non le stesse raccontando una serie di bugie, ma la sua espressione seria non lasciava spazio ad alcun dubbio: sapeva riconoscere benissimo quando la figlia adottiva le raccontava una bugia o la verità, ed in quel caso si trattava proprio della verità.
Per quanto potesse essere sconcertante.
“Ma… Perché?”
“Perché… Perché…” come poteva spiegare una cosa che lei per prima non era ancora riuscita a comprendere? “il perché non è semplice da spiegare. In poche parole, ci siamo resi conto di provare un’attrazione fisica che non riusciamo più a nascondere, e piuttosto che andare avanti in questo modo, fingendo che non sia così, abbiamo deciso di provare con questa… Frequentazione senza alcun impegno, l’abbiamo chiamata così: quando ne abbiamo voglia, ed i nostri impegni personali ce lo consentono, c’incontriamo in un posto appartato e stiamo insieme”
“E ad entrambi va bene così?”
“Sì”
“E di chi è stata l’idea del viaggio in Grecia?”
“Di Roger. Lui e la band si sono presi un piccolo periodo di pausa, ed ha deciso di approfittarne per trascorrere un po’ di tempo là, visto che possiede una casa vicino al mare… Avremmo dovuto ritornare più tardi, ma abbiamo avuto una piccola discussione… Ci hai trovato a letto insieme perché ieri notte è venuto qui per chiarire. Mi ha svegliata lanciando dei sassi contro la finestra della camera”
“Perché avete discusso?”.
Ginger abbassò la testa prima di raccontare il piccolo incidente avvenuto durante la vacanza in Grecia; dal proprio punto di vista era certa di non star facendo nulla di sbagliato od immorale, eppure non riusciva a guardare la madre adottiva negli occhi né di sostenere troppo a lungo il suo sguardo.
“Tra tutte le persone che ci sono al mondo, abbiamo avuto la sfortuna d’incontrare proprio Nick e Lindy, ed io sono andata nel panico perché da alcune parole che ci siamo scambiati, lui ha lasciato intendere che faceva fatica a credere che io e Roger ci trovassimo in Grecia, nello stesso posto, per una pura coincidenza. Quando gliel’ho raccontato, abbiamo discusso perché secondo lui, anche se non c’è nessuna frequentazione seria tra noi due, è arrivato il momento di non nasconderci più, mentre secondo me dobbiamo continuare così perché questi erano i patti iniziali. Proprio perché tra me e lui non ci sono altro che incontri occasionali non vedo per quale motivo dovremo informare tutti gli altri… Non saprei neanche che cosa raccontare, perché non siamo né amici né una coppia… Non credo neppure che la definizione giusta per descriverci sia amanti… Ecco perché non ha senso rendere questo di dominio pubblico. Roger si è molto irritato anche perché non desidero che David venga a conoscenza di me e lui… Dice che mi lascio ancora troppo influenzare, ma la verità è che semplicemente non voglio avere problemi”
“Beh, tesoro, se desideravi non avere problemi prima di tutto non avresti dovuto iniziare ad andare a letto proprio con un compagno di band del tuo ex marito, non ti pare?” commentò Pamela con un mezzo sorrisetto ironico “con tutti gli uomini che esistono al mondo hai scelto quello meno indicato”
“Pensi che lo abbia fatto apposta?”
replicò prontamente la giovane, alzando il viso di scatto, risentita “pensi che sia andata a cercarmela? Come potevo immaginare che sarebbe accaduta una cosa simile? Non sono stata io a volerlo, è successo e basta… Ci sono alcune cose che non si possono programmare, semplicemente accadono”
“Lo so, Ginger, purtroppo non possiamo avere il pieno controllo su qualunque cosa, in modo particolare sui nostri sentimenti, ma ho comunque l’impressione che stai giocando ad un gioco davvero pericoloso”
“Guarda che i sentimenti non c’entrano nulla, non ti ricordi che te l’ho già spiegato?”
“Ne sei certa?” chiese la madre adottiva, incrociando le braccia; alle sue spalle il bollitore dell’acqua aveva iniziato a fischiare, ma lei non vi fece caso “tu mi sembri piuttosto sicura riguardo a quello che dici, ma sei certa che lo stesso valga anche per Roger? Pensi davvero che entrambi viviate questa… Questa frequentazione sullo stesso piano?”
“Sì… Perché?” chiese di rimando la rossa, socchiudendo gli occhi scuri in un’espressione sospettosa “perché mi fai questa domanda quando ti ho spiegato che entrambi condividiamo la stessa linea di pensiero?”
“Perché se fossi in te non sarei così sicura, tesoro. Quello che mi hai raccontato mi fa pensare l’esatto opposto: il fatto che Roger sia stanco che i vostri incontri avvengano di nascosto, il fatto che si sia irritato così tanto quando gli hai detto che vuoi tenere David all’oscuro di voi due… Questi non mi sembrano i comportamenti di una persona interessata solo ed esclusivamente ad un rapporto basato su incontri occasionali a base di sesso”
“Ti sbagli”
“Ti ha chiesto di partire per un viaggio insieme, e pur di avere un chiarimento con te è venuto fin qui perfino nel cuore della notte, Ginger. Non conosco quel ragazzo tanto quanto te, ma posso dire di conoscerlo abbastanza bene da aver capito quanto sia un tipo abbastanza orgoglioso e poco incline a fare il primo passo quando sa di avere torto, o mi sbaglio?”
“No, riguardo a questo non ti sbagli, perché Roger è la persona più schifosamente orgogliosa che io abbia mai incontrato, ma riguardo a tutto il resto sei completamente fuori strada” disse la ragazza, staccandosi dalla credenza e raggiungendo la madre davanti ai fornelli per togliere il bollitore prima che l’acqua bollente iniziasse a fuoriuscire; successivamente, prese due tazze e due bustine di the ai frutti di bosco da un altro mobile “ti confesso che anche io, per un momento, ho avuto il tuo stesso dubbio dopo il litigio che abbiamo avuto in Grecia, ma è stato lui stesso a rassicurarmi quando è venuto qui ieri notte: è ancora scottato dal tradimento di Judith, e non ha alcuna intenzione di buttarsi a braccia aperte in un’altra relazione seria… Come io, del resto”
“E non ti è venuto in mente, neppure per un istante, che potrebbe averti raccontato una bugia perché il tuo pensiero è rimasto lo stesso dall’inizio? Magari per lui molte cose sono cambiate, ed adesso si è reso conto che non gli basta più quello che avete”.
Ginger riempì la propria tazza con dell’acqua bollente, immerse al suo interno la bustina di the ai frutti di bosco ed iniziò a mescolare con un cucchiaino, in modo da rilasciare l’aroma dell’infuso più velocemente; si prese qualche istante per riflettere sulle parole della madre adottiva, chiedendosi se Roger potesse averle effettivamente raccontato una bugia in risposta a delle parole che non si aspettava di ricevere a due mesi di distanza dal loro primo incontro, e sul comportamento del bassista durante il litigio avuto in Grecia, che l’aveva portata a nutrire quello stesso dubbio.
Alla fine, dopo averci pensato con attenzione, scosse la testa risoluta.
“No, non mi ha raccontato una bugia. Almeno su questa cosa posso affermare con certezza che la pensiamo allo stesso modo” la giovane corrucciò le sopracciglia con gli occhi fissi sulla tazza “credo che in tutti questi anni sia la prima volta che io e Roger ci ritroviamo a concordare su qualcosa”
“Se lo dici tu”.
Il commento laconico di Pam spinse la ragazza a rivolgerle un’occhiata risentita.
“Non pretendo che tu capisca o che condivida la mia scelta, mommi, ma non mi lascerò neppure condizionare dal tuo giudizio a riguardo. Non so se sto facendo la cosa giusta o se sto commettendo il peggior errore della mia vita, io so solo una cosa: mi sento bene. Non posso dire di essere felice, ma mi sento bene come non mi capitava da tempo. Voglio viverla alla giornata, senza alcun impegno, e non ha alcuna importanza come finirà: se andrà avanti, bene… Se finirà, pazienza. Vedremo cosa accadrà, ora non voglio interrogarmi sul futuro. Non voglio pormi nessuna domanda”.
Pamela era talmente spiazzata dal ragionamento della figlia da faticare quasi a riconoscerla; non riusciva a vedere Ginger in quel discorso, come non riusciva a comprendere lo strano ed indefinito rapporto che negli ultimi mesi si era creato tra lei ed il bassista per il semplice motivo che mai e poi mai avrebbe immaginato che potesse accadere qualcosa di simile.
Ma se tra quei due c’era un’attrazione fisica assopita da tempo, che entrambi avevano cercato di nascondere e reprimere in qualunque modo, perché allora Ginger aveva chiesto a Roger di avvicinarsi a Jennifer quando aveva scoperto della sua malattia?
Ecco, quello era un argomento che la donna avrebbe desiderato approfondire con la figlia adottiva, perché costituiva uno dei tanti punti oscuri che aveva in testa, ma Jennifer rappresentava un argomento tabù in casa loro, e Ginger era già abbastanza destabilizzata, non aveva bisogno che il suo equilibrio precario venisse spezzato da una domanda troppo prematura.
Era meglio aspettare ancora, come era meglio aspettare a consigliarle di rivolgersi ad una persona esperta a cui poter confidare i propri disagi interiori.
Pamela emise un sospiro rassegnato e prese in mano il bollitore per riempire anche la propria tazza.
“Anche se sono tua madre, e mi preoccupo per te, non voglio commettere l’errore di costringerti a prendere quella che ritengo essere la scelta migliore per te, è giusto che tu viva liberamente la tua vita” disse poi, immergendo l’altra bustina di the ai frutti di bosco “però posso comunque esprimere la mia opinione a riguardo, ed io resto dell’idea che a giocare col fuoco, prima o poi si finisce per restare bruciati. Questa storia ha tutti i presupposti per trasformarsi in un terribile disastro”.
Ginger distorse le labbra in una smorfia scettica.
Ancora ignorava quanto l’intuito della madre adottiva avesse fatto centro per l’ennesima volta.
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