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1977, marzo.











“Ragazzi, non potete immaginare quanto sia contento di tornare in Inghilterra!” esclamò Nick, lasciandosi cadere su una delle poltroncine che c’erano nella hall dell’albergo in cui risiedeva con il resto del gruppo; su un divanetto posizionato di fronte, c’erano anche David e Rick. Roger, da quello che sapeva, doveva essere ancora in camera “non ne posso più di questo tour”

“Allora mi dispiace essere proprio io ad infrangere le tue aspettative, ma devi sapere che il tour non è affatto finito: torniamo in Inghilterra perché dobbiamo esibirci anche lì” intervenne Richard, aspirando una boccata di fumo dalla sigaretta che aveva stretta nella mano destra e rilasciandola dalle labbra socchiuse; Juliette odiava vedere il marito fumare, e quindi lui era costretto a soddisfare il suo unico vizio solo quando era lontano da casa, come in quel caso: quella che si stava gustando, difatti, sarebbe stata la sua ultima sigaretta per un paio di settimane, perché non poteva rischiare di tornare dalla moglie con i vestiti che puzzavano di fumo.

Nick rispose con una risata sarcastica ed accese a sua volta una sigaretta.

“Ha! Molto spiritoso, lo so che mancano ancora alcuni mesi alla fine del tour, visto che l’ultima tappa l’abbiamo a Montreal a luglio, io mi stavo riferendo alla piccola pausa che abbiamo prima delle esibizioni in Inghilterra. Non ditemi che non siete ansiosi di tornare a casa”

“A me mancano tutti terribilmente” commentò Rick, riferendosi proprio a Juliette, Gala e Jamie “anche se so che ogni volta è questione di pochi mesi, e che nel mezzo di un tour ci sono sempre delle pause, diventa sempre più difficile distaccarsi da casa. Sarebbe tutto molto più semplice se anche le proprie famiglie potessero spostarsi insieme a noi”

“In quel caso non ci si annoierebbe mai” commentò a sua volta Nick, immaginandosi per un secondo come sarebbero stati i prossimi tour se al proprio fianco avesse avuto sempre Lindy, Chloe e Holly; non aggiunse altro perché si aspettava un intervento anche da parte di David, ed invece quest’ultimo continuò a fumare a sua volta con il viso rivolto altrove. Dallo sguardo che aveva negli occhi, il batterista non era neppure sicuro che avesse prestato attenzione alle loro parole “… Ma a quanto pare c’è qualcuno che non la pensa come noi, ehh David?”

“Mh?” finalmente, dopo aver ricevuto una leggera gomitata all’altezza delle costole, l’attenzione del chitarrista si focalizzò sui compagni di band “cosa? Avete detto qualcosa?”

“Io e Rick stavamo parlando della pausa dal tour, e di quanto siamo contenti di ricongiungerci con le nostre famiglie”

“Ohh, sì… Giusto… Giusto…” né Nick né Rick potevano saperlo, ma il motivo che si nascondeva dietro l’improvvvisa assenza mentale di David era lo stesso per cui loro erano così sorridenti ed allegri: l’imminente ritorno a casa; e non sapevano nulla perché Gilmour non aveva ancora raccontato una sola parola riguardo a quello che era successo poco prima della loro partenza, né tantomeno li aveva messi al corrente della pretesa che Ginger aveva avanzato e che si aspettava di vedere soddisfatta.

Aveva rimandato quella questione finché gli era stato possibile, fingendo perfino che non fosse mai accaduto nulla, ma ora non poteva più farlo: sapeva che al proprio rientro sarebbe stata questione di poche ore prima che Ginger iniziasse a tempestarlo di chiamate per conoscere il verdetto, quello che non sapeva era come informare il resto del gruppo.

Roger, in modo particolare.

Mason e Wright si scambiarono una rapida occhiata allarmata: la risposta del chitarrista non solo non li aveva convinti affatto, ma aveva confermato il sospetto che era accaduto qualcosa di cui loro erano all’oscuro.

“Scusa se te lo dico, eppure non sembri così contento di tornare a casa” disse il batterista, e proprio in quel momento gli tornò in mente uno strano episodio simile accaduto quattro anni prima, sempre mentre erano in tour e nella hall di un albergo “per caso… Per caso hai provato a chiamare a casa ed anziché rispondere Virginia, ha risposto qualcun altro?”

“Che cosa?” David corrucciò le sopracciglia in un’espressione confusa perché non aveva capito a che cosa si stesse riferendo il compagno di band, mettendo in difficoltà quest’ultimo.

“A Rog è successo questo poco prima del suo divorzio da Judith: quando ha provato a chiamarla, mentre eravamo ancora negli Stati Uniti, dall’altra parte del telefono ha risposto un uomo sconosciuto e lui ha subito riattaccato. In quell’occasione io e Rick abbiamo provato a tranquillizzarlo, dicendogli che forse la centralinista aveva inoltrato la chiamata ad un numero errato, ma detto tra di noi, io personalmente avevo già capito cos’era successo… Ma non è detto che sia sempre così, può davvero capitare che una chiamata venga inoltrata ad un numero sbagliato, vedrai che nel tuo caso è successo proprio questo”

“Guarda che tra me e Virginia non è successo nulla di simile” precisò subito David, chiarendo il fraintendimento che si era creato tra loro tre “tra noi due va tutto bene…”.

Per il momento. Per il momento andava tutto bene, ma quanto ancora sarebbe continuato quello stato apparente di calma? Come poteva introdurre l’argomento con Nick e Rick? E cosa avrebbe raccontato a Ginger al proprio rientro in Inghilterra?

Ohh, e come poteva essere certo che proprio in quel momento la sua ex moglie non stesse mettendo al corrente la sua attuale moglie dell’esistenza di Poppy, venendo a meno alla promessa che gli aveva fatto poco prima della partenza?

Per tutte quelle lunghe settimane lontano da casa, ogni volta che aveva sollevato la cornetta del telefono per chiamare Virginia era sempre stato aggredito dalla paura di sentire la sua voce chiedergli spiegazioni riguardo Poppy o di chiedergli direttamente il divorzio; non era mai successo fino a quel momento, ogni volta al termine di ogni chiamata aveva sempre tirato un lungo sospiro di sollievo, ma non era ancora fuori pericolo.

“Ma…” un profondo respiro, ora non poteva più tornare indietro “ma ben presto potrebbero sorgere diversi problemi, se adesso non vi parlo di una cosa. E potrebbero sorgere o meno a seconda di quello che direte quando avrò finito di parlare”.

Questa volta Mason e Wright si scambiarono un’occhiata confusa: non avevano capito nulla del discorso del compagno di band, soprattutto come il suo matrimonio potesse dipendere da una loro possibile risposta.

Richard si chiese se poco prima David era stato del tutto sincero con loro due o se invece stesse per confessare di avere un’amante e di mantenere il segreto, dato che ci era già passato una volta durante il suo primo matrimonio; ed in quell’occasione, aveva commesso l’errore di tenere la bocca chiusa.

“Ma… Ma di che cosa stai parlando?” chiese a quel punto Nick, parlando anche per Richard, e David si accese un’altra sigaretta prima di dare una risposta.

Anche quel particolare era interessante visto che, tecnicamente, aveva smesso di fumare due anni prima dopo che alcuni suoi colpi di tosse, provocati dal fumo, erano rimasti accidentalmente incisi su una traccia.

“Indovinate chi, poco prima della nostra partenza, è tornato in Inghilterra” disse il chitarrista, buttando fuori una boccata di fumo dalle labbra socchiuse “se ci pensate bene, la risposta è abbastanza immediata”.

Nick corrucciò le sopracciglia, a differenza di Richard che aveva capito immediatamente chi era la persona in questione; ed il fatto che David aveva introdotto quell’argomento in un momento in cui Roger non era presente, era solo che un’ulteriore conferma alla sua supposizione.

“Ginger?”

“Ehh? Ginger?” l’espressione corrucciata del batterista si trasformò in una sorpresa e sgranò gli occhi verdi “Ginger è tornata? Davvero? E quando?”

“Te l’ho detto, poco prima della nostra partenza per il tour”

“E tu ci hai parlato?” domandò Wright sforzandosi di mantenere un’espressione impassibile, anche se in realtà era allibito: non riusciva a credere che la sua ex migliore amica era finalmente tornata in Inghilterra e lo scopriva solo ora, a mesi di distanza.

“Sì, ci ho parlato. Due volte” David aspirò un’altra boccata di fumo “e vuole riavere indietro il suo vecchio posto di fotografa del gruppo”

“Che cosa?” domandò Nick allibito, esprimendo per la seconda volta quello che era anche il pensiero di Rick “ma cosa… Cosa significa che ha chiesto di riavere indietro…”

“No, lei non ha chiesto un bel niente. La sua è una pretesa: vuole indietro il suo vecchio lavoro. Punto e basta”

“Ma… Ma… Perché?”

“Al suo ritorno in Inghilterra, Ginger si è presentata a casa mia. Io non c’ero, lei e Virginia hanno avuto una piccola discussione e quando se ne è andata, senza essere vista, ha preso il mio pass per la presentazione ufficiale di Animals

“Non capisco” commentò ancora corrucciato il batterista, passandosi la mano destra tra i capelli ondulati “perché è andata alla presentazione dell’album se nessuno di noi era presente?”

Nessuno di noi tre era presente” precisò il chitarrista per poi voltarsi a guardare il batterista con uno sguardo eloquente, e rimase in silenzio fino a quando non vide apparire uno sguardo di consapevolezza negli occhi di Nick e le sue labbra socchiudersi in un’esclamazione di sorpresa “a lei non interessava che uno di noi fosse presente. Ha preso il mio pass di nascosto perché sperava che fosse un’altra persona ad esserci, e così è stato”

“Aspetta un momento” l’espressione di Nick tornò ad essere di nuovo accigliata “ma non ha alcun senso! Stai dicendo che Ginger e Roger si sarebbero incontrati, e… E questo non è possibile. Perché se fosse davvero accaduto, Rog ce lo avrebbe detto”

“Perché? Tu avresti voglia di parlare di una persona di cui non vuoi sapere più niente? Ginger non mi ha detto molto a riguardo, ma è chiaro che in quell’occasione non ha ottenuto il risultato che sperava, e secondo te perché adesso vuole indietro il suo vecchio lavoro, mh? Perché le manca la sua più grande passione o perché vuole disperatamente riuscire a parlare con Roger e chiarirsi? Quale delle due opzioni ti sembra più valida?”

“Io non ci sto capendo più nulla!” esclamò Mason, sconcertato, passandosi di nuovo le mani tra i capelli ondulati “perché adesso vuole in qualunque modo avere un chiarimento con lui, mentre due anni fa non si è fatta alcuno scrupolo a… A fare quello che ha fatto? Non ha alcun senso!”

“E che senso ha avuto, allora, prendermi in giro fin dall’inizio, dato che avevano già una relazione?” disse a sua volta David con una smorfia “ ormai è chiaro come la luce del sole che tra loro due c’è sempre stato qualcosa, erano troppo strane le loro discussioni. Litigavano troppo spesso ed in modo troppo acceso per essere reale. Non erano altro che recite. Ci hanno sempre preso in giro, me per primo. Mi ha fatto sentire una persona orribile per la relazione segreta che ho avuto con Virginia, quando lei ne aveva una da molto più tempo… Con una persona che conoscevo, per giunta”

“Eppure a me sono sempre sembrati molto reali i loro litigi” commentò Nick, con un’espressione accigliata, ripensando ad alcune delle discussioni tra i due a cui aveva assistito in prima persona “mi sembra strano che sia stata sempre tutta una recita. Vuoi dirmi che allora era tutto quanto organizzato anche quella volta a Saint Tropez che Ginger ha detto quella frase sul padre di Roger?”.

Erano passati diversi anni da quel piccolo tour sulla riviera francese che si era trasformato in una breve vacanza, ma ricordava ancora il litigio acceso tra i due giovani, come ricordava altrettanto bene le parole che Ginger aveva pronunciato con il solo scopo di ferire nel profondo Roger e la reazione di lui: era impallidito vistosamente, aveva detto alla giovane che lei con lui aveva chiuso e poi era uscito dalla villetta; lui e gli altri lo avevano seguito all’esterno e raggiunto in spiaggia, trovandolo fuori di sé dalla rabbia.

Ricordava che Judith aveva faticato parecchio per riuscire a calmarlo, e ricordava anche che Roger aveva pianto; ecco perché quel ricordo gli era rimasto impresso nella mente così chiaramente: non ricordava un’altra occasione in cui aveva visto il bassista versare delle lacrime.

Non riusciva a credere che anche quell’episodio fosse stato solo che una grande montatura, ma in caso contrario doveva fare i propri complimenti a Ginger e Roger perché avevano recitato in modo impeccabile.

“Un momento!” esclamò di nuovo il batterista “ma allora è stata tutta una montatura anche la storia che ha avuto con Syd? È stato tutto finto fin dall’inizio?”

“Certo che è stato tutto finto” affermò il chitarrista con estrema convinzione “vuoi sapere come sono andate le cose, dal mio punto di vista? Ginger non ha mai provato nulla né per Syd né per me: sia io che lui siamo stati delle coperture per allontanare qualunque possibile sospetto… O, peggio ancora, delle semplici ripicche perché Roger non era intenzionato a lasciare Judith”

“Però continuo a non capire: se davvero le cose stavano così, perché per l’appunto Roger non ha lasciato Judith per stare con Ginger? Non sarebbe stato tutto più semplice in questo modo? E perché lei due anni fa ha venduto quelle foto? Capisci quello che intendo dire? C’è qualcosa che non torna in tutto questo”

“Qualunque sia la verità la sanno solo loro due” intervenne a quel punto Rick, mentre David si limitava a scuotere la testa “l’unica cosa certa è che Ginger non può più avere nulla a che fare con noi. Nel gruppo gira già un’aria fin troppo tossica”

“Lei è convinta del contrario”

“Ahh sì? E chi glielo spiegherebbe a Roger?”

“Secondo lei dovremo reintegrarla senza dirgli nulla e lasciarglielo scoprire a cose già fatte”.

Nell’udire quelle assurde parole, sia Nick che Richard spalancarono gli occhi.

“Che cosa?” il primo a parlare fu di nuovo Mason “ma si rende conto di quella che sarebbe la reazione di Roger se agissimo in questo modo alle sue spalle? Non possiamo non dirglielo”

“E dall’altro lato non possiamo neppure dirglielo perché immaginate benissimo anche voi che impatto avrebbe una notizia simile sul suo umore e sull’andamento del tour” sentenziò Wright “e quindi ritorniamo al punto di partenza ed al parere che ho già espresso: Ginger non può più avere nulla a che fare con noi. È fuori discussione. Assolutamente”

“Un momento!” esclamò per la seconda volta Nick, colto da un dubbio improvviso “ma lei sa che Rog si è sposato di nuovo ed ha avuto un figlio?”

“Non credo proprio che lo sappia ed io non mi sono preoccupato di precisarlo” rispose David scuotendo la testa “ma conoscendo il carattere testardo di Ginger, dubito fortemente che una notizia simile la convincerebbe a desistere dallo scopo che si è prefissata”

“Un altro motivo in più per non accettare la sua richiesta” precisò Wright, incontrando il pieno appoggio di Mason: l’equilibrio del gruppo era già messo costantemente a dura prova dai continui litigi che sorgevano durante le sessioni di registrazione, non c’era alcun bisogno di metterlo a repentaglio definitivamente con il reintegro di Ginger in qualità di loro fotografa ufficiale.

Non con le dinamiche che si erano create negli ultimi anni.

“Mi dispiace per tutto quello che è successo a Ginger e mi è dispiaciuto perderla in qualità di fotografa perché era molto brava, ma Rick ha ragione” disse a sua volta Nick scuotendo la testa “con la situazione che si è creata non farebbe altro che dare il colpo di grazia al gruppo… Ed ai nervi di Roger. E sono già abbastanza tesi normalmente”.

David emise un sospiro.

Ancora prima di trovare il coraggio d’ iniziare quella conversazione sapeva già come sarebbe andata a finire, e così era stato: Richard e Nick gli avevano dato le risposte che si aspettava, ed ora arrivava la parte più difficile, ovvero comunicarlo alla diretta interessata.

Ed anche in quel caso riusciva perfettamente ad immaginare quale sarebbe stata la sua reazione.

Ohh, e c’era sempre la questione della minaccia in sospeso con cui doveva fare i conti.

“Allora è deciso” sentenziò Wright, dal momento che nessun altro sembrava intenzionato ad aprire ancora bocca, mettendo la parola fine a quella questione “e continuare a discuterne non ha alcun senso, perché non esiste altra soluzione al di fuori di questa”

“E riguardo Roger?” chiese allora Mason “credete che sia meglio dirglielo comunque o tacere?”

“Che cosa?”.

David, Richard e Nick si voltarono all’unisono nell’udire una voce maschile alle loro spalle: impegnati com’erano a discutere non si erano accorti che Waters nel frattempo era uscito a sua volta dalla sua camera e li aveva raggiunti nella hall; ora, il bassista se ne stava in piedi, con le mani infilate nelle tasche della giacca, ad alternare lo sguardo da uno all’altro di loro tre, e non avevano la più pallida idea di quanto avesse udito del discorso.

Non sapevano se fosse arrivato da pochi istanti o se si trovava lì da molto più tempo, non sapevano se avesse sentito solo le ultime parole o se gran parte della conversazione.

“Allora?” insistette dopo qualche istante di silenzio assoluto, iniziando ad irritarsi perché nessuno voleva rispondergli “si può sapere come mai avete pronunciato il mio nome?”.

I tre tirarono inconsciamente un sospiro di sollievo nell’udire quelle parole, perché era chiaro che Roger era appena sceso nella hall e soprattutto non aveva capito di che cosa stavano parlando e di chi, e Mason trovò da solo la risposta alla propria domanda, posta appena qualche istante prima: era molto meglio che l’amico non venisse informato della richiesta avanzata da Ginger.

“Ohh, niente di che, una questione di poco conto” disse alla fine Wright, prima che Waters potesse aprire di nuovo bocca, sorridendo per risultare ancora più convincente “David ha proposto un ristorante dove pranzare, Nick un altro ed ora non sappiamo dove andare. Ti stavamo aspettando perché abbiamo bisogno di te per risolvere questo problema”.












David attese il primo pomeriggio per informare Ginger della decisione presa dal gruppo: al rientro dal pranzo, con la scusa di riposare un po’, salì nella propria camera, prese in mano la cornetta e chiese ad una centralinista d’inoltrare la chiamata in Inghilterra, dettandole il numero di casa Anderson.

Mentre ascoltava in modo distratto gli squilli, in attesa di una risposta, Gilmour si chiese come avrebbe fatto a comunicare all’ex moglie il responso negativo e quali sarebbero state le conseguenze; si chiese se avrebbe davvero mantenuto fede alla minaccia di raccontare a Virginia tutto riguardo la piccola Poppy e non riuscì a reprimere un brivido che gli attraversò tutta la schiena.

Poteva sempre cercare di far ragionare Ginger, ma c’era davvero la possibilità che lei si appellasse al proprio buonsenso? Oppure non era altro che tempo sprecato già in partenza?











“Keith, per favore, aspetta un momento”.

Il bambino, controvoglia, richiuse la portiera posteriore sinistra della vettura e borbottò un cosa c’è? senza degnarsi di sollevare gli occhi verdi in direzione dello specchietto retrovisore, ed il motivo era semplice: non aveva alcuna intenzione di guardare la madre.

“Keith, per favore, potresti guardarmi mentre parlo e non tenere lo sguardo fisso sulle scarpe? Sto cercando di avere una conversazione seria con te e non posso farlo fino a quando continuerai ad ignorarmi in questo modo… Per favore”.

Dietro insistenza di Ginger, Keith, ancora più controvoglia, si ritrovò costretto a sollevare le iridi chiare ed a puntarle in direzione dello specchietto retrovisore; lo sguardo freddo e carico di odio che la giovane lesse negli occhi verdi del suo primogenito la colpì con la stessa intensità di un pugno allo stomaco, ma nonostante ciò non la fece desistere dal fare il discorso che si era preparata la notte precedente, nella solitudine della propria camera da letto.

“Keith, per favore” ripeté per l’ennesima volta, provocando un moto di stizza nel bambino, che già voleva scendere dalla vettura “per quanto ancora vuoi continuare in questo modo?”

“Non lo so, sei stata tu la prima ad iniziare”.

Ginger si ritrovò costretta ad emettere un profondo sospiro prima di continuare, e lo fece voltandosi a guardare direttamente il figlio più grande negli occhi, e lui, di rimando, abbassò di nuovo il proprio sguardo, sfuggendo da qualunque contatto visivo; era cosciente della sofferenza e della disperazione che traspariva da quello della madre, ma non gliene importava niente.

Come a lei, del resto, non gliene era importato niente di averlo abbandonato per quasi due anni interi.

“È tuo diritto essere arrabbiato con me, ma se solo me ne lasciassi la possibilità, sono pronta a spiegarti tutto quanto, Keith. Per favore…” anche se stava rischiando grosso, la giovane non riuscì a resistere alla tentazione di allungare la mano destra per accarezzare la folta chioma di capelli ricci e neri del primogenito “per favore, mio piccolo riccio…”.

Quello era troppo per il bambino, che allontanò da sé in malo modo la mano della madre e scese dalla macchina prima di essere richiamato indietro, e prima di arrivare in ritardo a scuola; Ginger trattenne il fiato, e guardò Keith allontanarsi a passo veloce e raggiungere Gala, che lo stava pazientemente aspettando vicino al cancello d’ingresso dell’edificio scolastico per entrare insieme.

Solo davanti alla sua migliore amica (perché ormai non potevano essere definiti in nessun altro modo) ritrovò il sorriso ed il buonumore, e quello fu un ulteriore pugno allo stomaco per la giovane, che si ritrovò costretta a premere entrambe le mani contro la bocca per riuscire a ricacciare indietro le lacrime che volevano scendere con prepotenza lungo le guance.

Con Demi era stato tutto relativamente più semplice, complice la giovanissima età ed un carattere più malleabile, e dopo un piccolo scombussolamento iniziale, era riuscita a riavvicinarsi a lui quasi come se i due anni di assenza non fossero mai esistiti, ma con Keith non era stato lo stesso.

Lui era tutta un’altra storia: a distanza di mesi dal suo ritorno, l’adorato primogenito era ancora freddo e distaccato nei suoi confronti, rifiutava ogni contatto e non voleva neppure guardarla negli occhi; ormai aveva perso il conto di tutti i tentativi che aveva provato a fare per parlare e riavvicinarsi anche con lui, e tutti erano stati puntualmente rispediti indietro al mittente.

Solo una volta aveva provato a sfogarsi con la madre adottiva, piangendo le lacrime che era sempre costretta a trattenere, ma da lei non aveva ricevuto alcun genere di supporto emotivo ed affettivo: le aveva rivolto uno sguardo distaccato, e con voce altrettanto distaccata le aveva semplicemente detto che quelle altro non erano che le conseguenze delle sue azioni, e che ne doveva prendere atto.

Ginger afferrò il volante con entrambe le mani, piegò il viso in avanti e prese una serie di profondi respiri proprio per non cedere alle lacrime; quando lo sollevò, difatti, sembrava aver ritrovato una parvenza di calma e riuscì perfino a mettere in moto la macchina, dopo aver tirato su col naso un’unica volta.

Non doveva andare nel panico e lasciare che la disperazione prendesse il sopravvento solo perché stava facendo i conti con una strada tutta in salita: Keith aveva un carattere più particolare di quello di Demi perché era particolare anche la storia che aveva alle proprie spalle; era ferito, deluso, amareggiato e stava ancora soffrendo, ma ben presto, col giusto tatto e le giuste parole, quella situazione sarebbe cambiata, a poco a poco sarebbe riuscita a riavvicinarsi anche a lui e tutto si sarebbe chiarito.

Doveva solo che avere pazienza e non calcare troppo la mano, come aveva appena fatto.

E la strada in salita si sarebbe trasformata in una in discesa.

La seconda mazzata sui denti arrivò nel primo pomeriggio, quando Pamela la informò che dall’altra parte del telefono che aveva appena squillato c’era David che aveva bisogno di parlarle immediatamente: la giovane si precipitò subito al piano di sopra, in camera da letto, per avere la giusta privacy, facendo attenzione a non rivolgere neppure uno sguardo alle fotografie appese sulla parete alla destra delle scale, si sedette sul letto a gambe incrociate, afferrò la cornetta con trepidazione e chiese immediatamente all’ex marito quale era stata la decisione del gruppo in merito alla richiesta che aveva avanzato.

E la seconda mazzata arrivò con la risposta che ricevette, e che era tutto l’opposto di quello che voleva sentire: David ne aveva parlato con il resto del gruppo e tutti avevano concordato all’unisono che non potevano fare nulla per lei.

Sul volto di Ginger scese un’espressione delusa, che venne subito rimpiazzata da una furiosa, a testimonianza della sua volontà di non arrendersi così facilmente.

“Come sarebbe a dire che non se ne può fare nulla? Ne hai parlato con gli altri? Avete parlato davvero di questo oppure non mi stai raccontando altro che l’ennesima bugia, tanto per cambiare, come durante i sei mesi in cui tu e Virginia siete stati amanti?” sibilò la giovane, col volto paonazzo dalla rabbia; ormai ogni occasione era buona per lanciare una frecciatina al vetriolo nei confronti dell’ex coniuge “vuoi dirmi che tutti quanti hanno detto che non desiderano avermi di nuovo come fotografa? Almeno hai provato ad essere un po’ convincente e persuasivo?”

“Ho provato a fare tutto quello che era in mio potere per peronare la tua causa” disse in propria difesa il chitarrista, preferendo non rispondere alla provocazione lanciatagli dall’ex moglie; Ginger distorse le labbra carnose in una smorfia contrariata e scettica, ed a differenza di David non ci pensò due volte ad infierire ancora su di lui, rigirando il dito nella solita vecchia piaga del tradimento coniugale.

“Ahh sì? Tu credi? Secondo me, invece, non ti sei impegnato a sufficienza… Non come quando hai parlato al tuo caro amico della relazione che stavi avendo alle mie spalle e lo hai convinto a tenere la bocca chiusa con me. In quell’occasione sì che sei stato davvero molto convincente e persuasivo”.

Ancora una volta il chitarrista preferì non cedere alla provocazione per non trasformare la conversazione telefonica nell’ennesimo litigio (e perché per sua sfortuna era Ginger ad avere il coltello dalla parte del manico, dato che c’era sempre la latente minaccia che Virginia scoprisse chi era il padre della piccola Poppy), ma dal sospiro che la giovane sentì dall’altro lato della cornetta, era fin troppo chiaro quanta fatica stava facendo per trattenersi dall’infierire a sua volta senza risparmiarsi.

Senti, io ci ho provato, ma non c’è stato modo di convincere Richard e Nick. Entrambi la pensano allo stesso modo: con tutto quello che è successo, e vista la situazione attuale, non è possibile darti quello che vuoi. Stai chiedendo una cosa che è proprio al di fuori delle nostre capacità

“E Roger che cosa ha detto a riguardo?” quando dall’altra parte della cornetta non giunse alcuna risposta per diversi secondi, sulle labbra della giovane apparve un sorriso ironico “proprio come immaginavo: non avete avuto il coraggio di parlarne in sua presenza. E non avete avuto neppure il coraggio di prendere una decisione indipendentemente dalla sua presenza perché avete una paura fottuta della sua reazione. Mi sembrava che il gruppo stesso avesse deciso che non ci sarebbe stato più alcun leader, o nell’arco di questi due anni mi sono persa qualche piccolo cambiamento?”

Andiamo, Ginger, cerca di essere realista e ragionevole, per favore!” nella voce di David era sparita qualunque traccia di irritazione od esasperazione; con una punta di soddisfazione, Ginger notò che adesso era solo che disperato, ma cercava comunque di non lasciarlo troppo a vedere… Peccato solo che la sua tattica stava fallendo miseramente “Roger è il primo a non desiderare nessun genere di contatto con te, credi davvero che se ne avessimo parlato in sua presenza questo avrebbe cambiato le cose? Sai benissimo che non avrebbe cambiato nulla perché sai altrettanto benissimo che la tua richiesta non può essere accolta in nessun modo. È impossibile. Ti prego, cerca di essere ragionevole e di fare un passo indietro. Posso accettare quella dell’affidamento congiunto di Keith e Demi, ma riguardo a quella di essere di nuovo la fotografa ufficiale del gruppo non posso fare nulla per il semplice fatto che non è possibile. In nessun modo”.

Lasciò che l’ex marito si sfogasse ed alla fine, quando rimase muto ad ansimare per riprendere fiato, emise un lungo sospiro e scosse la testa.

“Ahh, Dave… Credi a quello che sto per dirti: non avrei mai voluto arrivare a questo punto, nonostante tutto, ma purtroppo tu non mi lasci altra scelta”

Che vuoi dire?” adesso la disperazione e l’angoscia erano più che evidenti “Ginger, che vu…”.

Ginger posò la cornetta sul supporto di plastica, interrompendo così la conversazione telefonica, certa che non avrebbe fatto altro che far sprofondare l’ex marito nel panico assoluto: proprio quello che lei voleva.

Voleva che tremasse come una foglia di paura al solo pensiero che Virginia avrebbe potuto ricevere una telefonata od una visita a sorpresa in qualunque momento; voleva che fosse convinto che adesso avrebbe messo in atto la propria minaccia, anche se così non era.

No, non era intenzionata a farlo… Almeno per il momento.

Per sua fortuna, aveva previsto quell’opzione e di conseguenza aveva studiato un piano di riserva. Un asso nella manica pronto ad essere sfoderato se ce ne fosse stato bisogno.

Ginger aprì il primo cassetto del comodino, lo stesso in cui conservava ancora, con estrema cura, il blocchetto di lettere che Syd le aveva spedito nei due mesi in cui si erano frequentati e quello di scatti rubati; i suoi occhi scuri indugiarono per una manciata di secondi sui frammenti di un passato che aveva lasciato per sempre alle proprie spalle, ma prima di essere vinta dalla tentazione di prenderli e sfogliarli, rischiando solo di riaprire le solite vecchie ferite sanguinanti, allungò la mano destra, prese qualcos’altro custodito all’interno del cassetto e poi lo richiuse con un gesto secco.

Guardò le tre buste che aveva in mano, su cui aveva scritto tre nomi diversi con una penna dall’inchiostro nero, e che aveva preparato in precedenza: il suo piano di riserva, l’asso nella manica che le avrebbe permesso di raggiungere il proprio scopo.

C’era una quarta busta, ma quella l’aveva lasciata momentaneamente all’interno del cassetto.

Dopo averle osservate per qualche secondo, la giovane posò i tre oggetti sul materasso, prese di nuovo in mano la cornetta del telefono e digitò un numero; mentre aspettava pazientemente di ricevere una risposta, rifletté per l’ennesima volta riguardo a quello che stava per fare, ma la conclusione era sempre la stessa: non era sua intenzione spingersi fino a quel punto, ma David, col suo debole tentativo che non aveva portato a nulla, non le stava lasciando altra scelta se non quella di giocare sporco.











David trasalì nell’udire lo squillo del telefono, ed il suo volto impallidì all’improvviso quando venne preceduto da Virginia a sollevare la cornetta per rispondere; la giovane non poteva vederlo perché gli dava le spalle, ma gli occhi del chitarrista erano spalancati dal terrore e fissi su di lei, ed ormai era così ogni volta che sentiva quel suono riempire l’aria della casa, perché ogni volta temeva che fosse quella fatidica telefonata.

Riuscì a tranquillizzarsi solo quando, a chiamata conclusa, la moglie gli disse che si trattava del manager del gruppo che voleva vederlo immediatamente; rilassò le spalle e si disse che d’ora in avanti doveva cercare di mantenere di più il controllo, altrimenti prima o poi avrebbe finito per commettere l’errore di strappare letteralmente di mano a Virginia la cornetta del telefono e sbatterla contro il supporto, ed allora sì che sarebbero iniziati i guai.

“Che strano!” esclamò la giovane, con un’espressione perplessa, posando le mani sui fianchi e con lo sguardo ancora fisso sul telefono “Steve sembrava piuttosto agitato. Mi domando che cosa possa essere accaduto, dato che è così ansioso di parlare con te. Devo preoccuparmi?”

“Assolutamente no” mentì il giovane uomo, spostandosi nell’ingresso dell’abitazione e prendendo la giacca dall’attaccapanni; in realtà, c’era molto di cui la sua giovane moglie doveva preoccuparsi “vedrai che ci sarà stato solo che qualche contrattempo con le prossime tappe del tour, niente che non possa essere risolto in un modo o nell’altro. Non è la prima volta che accadono imprevisti di questo genere. Non è la fine del mondo”.

Un imprevisto nel tour non era la fine del mondo. La fine del mondo era ubriacarsi, finire a letto con la propria ex moglie, metterla incinta, ritrovarsi di nuovo padre e non sapere come comunicarlo alla propria nuova moglie, che a sua volta aveva avuto una bambina da poco tempo.

Alice e Poppy non avevano molti mesi di differenza, e solo ora se ne rendeva conto.

“David” la voce seria di Virginia richiamò l’attenzione di Gilmour; voltandosi, si rese conto che anche la sua espressione era altrettanto seria. E perplessa. Ed indagatrice “dove stai andando se non ti ho ancora detto dove Steve ti vuole incontrare?”

“Credevo… Credevo fosse scontato a… Britannia Row…”

“E perché sei così pallido?” domandò la giovane, notando solo in quel momento lo strano colorito in volto del marito, facendolo agitare ancora di più “Dave, sei proprio sicuro che non mi devo preoccupare? Perché da quando ho risposto al telefono, ed ho sentito la voce di Steve, non riesco a scrollarmi di dosso la strana sensazione che c’è qualcosa che non va… Ed il tuo atteggiamento non fa altro che rafforzare questa convinzione”.

Doveva fare qualcosa prima che le domande si trasformassero in un vero e proprio interrogatorio mirato a fargli confessare la verità: David si allontanò dalla porta d’ingresso, raggiunse la moglie, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente sulle labbra; sapeva che quello non era abbastanza, per cui, quando pose fine al bacio, cercò di parlare con un tono di voce più convincente possibile.

“Non c’è niente che non vada, te lo ripeto: evidentemente deve essere accaduto qualche piccolo contrattempo con le prossime date del tour, forse ci sono stati dei cambiamenti di cui devo essere informato, non lo so, ma so per certo che non si tratta di nulla che non può essere risolto in poco tempo. Andiamo, sai benissimo come è fatto Steve: va nel panico anche per la più piccola sciocchezza” disse con un sorriso; Virginia osservò a lungo il viso del marito, che nel frattempo era tornato ad essere del suo colorito normale, ed alla fine sorrise a sua volta.

L’espressione indagatrice sparì, così come l’ansia del chitarrista.

“Allora speriamo che anche in questo caso si tratti di una sciocchezza da poco conto. Comunque ha detto che ti aspetta nel pub in cui a volte vi fermate per pranzare. Ha detto che tu sai benissimo quale intende”.

David baciò una seconda volta la moglie sulle labbra, prese le chiavi della macchina, uscì di casa ed una volta in macchina si lasciò  andare contro lo schienale del sedile con un sospiro.

Si passò la mano destra sulla fronte ricoperta di sudore; anche la maglietta che indossava era incollata alla schiena ed al petto sempre a causa del sudore.
Sentiva di avere rischiato grosso, e sentiva anche che se avesse continuato in quel modo non avrebbe resistito ancora a lungo, finendo per commettere da solo un passo falso.

Solo dopo aver preso un profondo respiro, il giovane uomo riuscì ad inserire la chiave ed a partire.

Mantenere la calma.

Ecco che cosa doveva fare: mantenere la calma, o non avrebbe fatto altro che cadere nel tranello di Ginger. O forse era proprio quello che lei voleva: forse voleva vederlo fregarsi con le proprie mani.

Di certo c’era solo che quel lungo silenzio da parte sua era strano.

Era trascorso qualche giorno dalla loro ultima telefonata e dal loro rientro in Inghilterra, e non era successo nulla; nessuna vendetta era stata ancora messa in atto, e tutte le volte che il telefono in casa Gilmour aveva iniziato a squillare, non si era mai rivelata essere lei. E tutte le volte che qualcuno aveva suonato il citofono, quel qualcuno non si era mai rivelato essere lei.

David non sapeva proprio come interpretare quello strano silenzio, non sapeva neppure se doveva considerarlo come un buono od un cattivo segno, ma quando arrivò al pub in cui lui ed il resto della band andavano spesso a pranzare, cercò di scacciare momentaneamente dalla mente i propri problemi personali per concentrarsi su quello che Steve doveva dirgli; una volta varcata la porta d’ingresso del locale individuò subito il tavolo occupato dal manager e non rimase affatto sorpreso di vedere anche Richard e Nick: quel particolare non faceva altro che avvalorare la sua supposizione riguardo un problema tecnico legato alle successive tappe del tour.

Anche l’espressione preoccupata di Steve, ed il posacenere dentro cui spiccavano diversi mozziconi di sigaretta, non era altro che l’ennesima conferma.

“Allora, che cosa è successo?” domandò Gilmour, dopo aver preso posto a sua volta davanti al tavolo, rivolgendosi direttamente al manager “Virginia mi ha detto che la tua voce al telefono sembrava parecchio agitata, c’è stato qualche problema con il tour? Ci sono dei problemi tecnici o qualche data è stata cancellata?”

“Non posso dire niente finché non ci saremo tutti”.

David lanciò un’occhiata all’unico posto vuoto che restava: effettivamente mancava ancora Roger.

“Stiamo aspettando Rog?”.

O’Rourke non disse nulla, e questa volta Gilmour corrucciò le sopracciglia perché il suo comportamento stava iniziando a diventare strano, troppo strano per essere dovuto ad un semplice imprevisto che aveva a che fare con le successive date del tour.

“Ohh, insomma, io non ci sto capendo più nulla!” esclamò a quel punto Mason, stanco di tutte quelle stranezze e di non ricevere le dovute spiegazioni da parte del manager, che dal loro arrivo non aveva fatto altro che restare in silenzio e continuare a fumare nervosamente; anche Rick aveva una sigaretta in mano, ed anche lui stava fumando perché era irrequieto “si può sapere co…”.

Il batterista si bloccò all’improvviso, con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa; David impiegò qualche istante a capire che stava fissando qualcosa alle sue spalle, ma non appena si girò intuì immediatamente chi aveva appena calamitato la sua attenzione, ed intuì anche che non poteva trovarsi lì per caso: dalla porta d’ingresso del pub era appena entrata Ginger.

Mentre la giovane si avvicinava al loro tavolo, David si rigirò lentamente e concentrò lo sguardo sulla superficie liscia del mobile.

Improvvisamente le venatura del legno non gli erano mai apparse così interessanti.

Ginger si fermò davanti al tavolo occupato dai quattro giovani uomini, guardò David, guardò Nick ancora sconcertato e con la bocca socchiusa ed evitò accuratamente di fare altrettanto con Richard, comportandosi come se lui non ci fosse e come se non fossero mai stati quasi fratello e sorella; lui, invece, la fissava e non riusciva a credere a quello che i suoi occhi vedevano.

“Ciao, ragazzi, da quanto tempo non ci vediamo, vero?” disse la giovane con un sorriso, occupando l’ultimo posto libero, per poi girare il viso verso Nick “accidenti, non credevo che un giorno ti avrei rivisto senza baffi, come nei primi tempi. Te l’hanno detto che stai molto meglio così? Sembri molto più giovane”.

Mason non sapeva esattamente cosa dire, era ancora troppo sconcertato di ritrovarsi davanti a Ginger dopo due anni dalla sua scomparsa, e si limitò a fare un mezzo sorriso nervoso; la giovane guardò di nuovo tutti i presenti, ad eccezione di quello che un tempo era stato il suo migliore amico, e si schiarì la gola prima di parlare.

Con sé aveva una borsa.

“Molto bene, adesso che ci siamo tutti possiamo iniziare, e dal momento che sono stata io a chiedere la vostra presenza qui, spetta anche a me il compito di parlare per prima e di spiegarvi che cosa sta succedendo. È tutto molto semplice in realtà: poco prima del vostro ritorno in Inghilterra, David mi ha avvisata per telefono che vi ha parlato della mia proposta di essere nuovamente la fotografa personale del gruppo, ed avete rifiutato, è corretto?” Ginger attese qualche istante prima di proseguire; lo sguardo di David era ancora fisso sulla superficie del tavolo, ma non si stava perdendo una sola parola di quello che la ex moglie stava dicendo, ed il suo tono fin troppo calmo non lo convinceva affatto. Anche Richard e Nick la stavano ascoltando con attenzione, curiosi di vedere dove volesse andare a parare con quel discorso “mh, devo dedurre che il vostro silenzio equivale ad una risposta affermativa. Molto bene, almeno adesso so per certo che David non mi ha raccontato una bugia, ma credo che non si sia sforzato abbastanza a favore della mia causa, quindi eccomi qui per farlo personalmente: voglio riavere indietro il mio vecchio posto di fotografa ufficiale del gruppo”

“Lo sai che è impossibile”

“Come?” Ginger si ritrovò costretta a posare gli occhi su Richard, dato che era stato lui a parlare, ma dal suo sguardo non traspariva alcun genere di emozione, come se stesse fissando un completo sconosciuto per la prima volta “come sarebbe a dire che è impossibile?”

“Sarebbe a dire che la tua richiesta, sempre se così può essere definita, non può essere accolta e sai benissimo il perché. C’è davvero bisogno che te lo spiega od è abbastanza evidente?” ribatté Wright altrettanto impassibile “perché piuttosto non ci dici per quale motivo vuoi riavere il tuo vecchio lavoro?”

“Nick?” la giovane si rifiutò di dare una risposta all’ex migliore amico e si voltò a guardare Mason “la tua opinione a riguardo? Anche tu la pensi allo stesso modo?”

“Beh, mettiamola in questo modo…” iniziò il batterista dopo essersi schiarito la gola, visibilmente in difficoltà per colpa del paio di occhi scuri che si sentiva puntato addosso, che lo stavano perforando da parte a parte “a seconda della nostra risposta o facciamo arrabbiare te o facciamo arrabbiare Roger, e quindi, semplificando l’intera questione, tutto si riduce ad un: o te o lui, e francamente io preferisco scegliere lui dal momento che lo conosco dai tempi della scuola. Siamo amici, non potrei mai assestargli una simile pugnalata alle spalle”

“La tua risposta è lodevole, ma mi domando se sia dettata da un vero senso di lealtà nei suoi confronti, oppure se si riduce tutto ad una semplice questione di terrore assoluto” commentò la diretta interessata piegando le labbra in una smorfia di disgusto, certa che il batterista avesse detto quelle parole per paura e non per l’amicizia che c’era tra lui ed il bassista “ad ogni modo, ammetto di non essere affatto sorpresa delle vostre risposte. Immaginavo che avreste detto qualcosa di simile, così non sono uscita di casa impreparata”.

Ginger prese la borsa che aveva portato con sé, l’aprì, tirò fuori tre buste bianche e posizionò quella giusta dinanzi al corrispettivo destinatario: una era per Rick, una per Nick ed una per David; i primi due fissarono la propria busta, su cui era scritto il proprio nome con una penna dall’inchiostro nero, con la stessa espressione perplessa, il terzo invece non aveva ancora spostato gli occhi dalla superficie del tavolo.

“Che cos’è?” chiese Mason, prendendo in mano la propria busta con uno sguardo confuso “che cosa c’è dentro?”

“Vi ricordate il nostro secondo incontro, il primo con il gruppo al completo? Ohh, David non può di certo ricordarselo visto che a quel tempo lui non c’era, ma voi sì: ci siamo incontrati in quel vecchio scantinato che avevate convertito a sala prove, ed io avevo portato con me un plico di foto che avevo scattato qualche giorno prima, alla vostra esibizione all’ UFO club. Ecco, proprio come in quell’occasione ho portato quelle foto per farvi conoscere come lavoro, e qual è il mio stile, adesso ve ne ho portate altre per peronare la mia causa. Guardatele, coraggio, vediamo se riusciranno a compiere un piccolo miracolo. Magari resterete così stupefatti dei miei miglioramenti da cambiare idea”.

Il discorso di Ginger era strano, ma il sorriso che aveva impresso sulle labbra, mentre se ne stava con la mano destra appoggiata alla corrispettiva guancia, se possibile lo era ancora di più; Nick capì cosa c’era dietro le parole e l’espressione dell’ex moglie di David solo dopo aver aperto la busta e tirato fuori il suo contenuto: sgranò immediatamente gli occhi, le guance persero colore e non riuscì più a staccare gli occhi da quello che aveva in mano.

Anche Richard reagì in modo simile, ma a differenza del batterista, lanciò uno sguardo tradito a quella che un tempo era stata la sua migliore amica.

David non provò neppure ad aprire la busta, perché già aveva una vaga idea di quello che avrebbe trovato al suo interno.

La giovane osservò in silenzio i tre giovani uomini con un sorriso compiaciuto sulle labbra, attese ancora qualche istante affinché si riprendessero da quello che avevano visto e poi continuò.

“Mi dispiace” disse con un’espressione che era tutto l’opposto delle sue parole “l’ho detto anche a David per telefono: non avrei mai voluto arrivare a questo punto, ma purtroppo il vostro rifiuto non mi ha lasciato altra scelta, se non quella di vedermi costretta ad optare per il piano B”

“Ma… Ma… Ma… Cosa…” Mason era così sconvolto da non rendersi conto che stava balbettando, e faticò a staccare gli occhi da quello che aveva in mano per puntarli su Ginger; anche sul suo viso, come in quello di Rick, era impressa l’espressione sconcertata di chi non immaginava di ricevere un simile colpo basso “questo che cosa significa?”

“Non è abbastanza evidente?” domandò a sua volta la giovane, sbeffeggiandoli con le stesse parole che si era vista rivolgere poco prima “d’accordo, se non è abbastanza evidente ve lo renderò io ancora di più: o io riavrò indietro il mio vecchio lavoro o quello che state vedendo diventerà ben presto di dominio pubblico… Penso che sappiate benissimo che il mio non è un bluff e che non mi farei nessun problema a rendere pubblico tutto quanto”

“Che cosa?” gridò quasi Nick, lasciando la presa sui fogli che aveva in mano “tu non puoi parlare sul serio! Non puoi farlo! Questo è un vero e proprio ricatto!”

“Sì che lo è e si che posso farlo!” esclamò a sua volta Ginger, battendo il pugno destro sul tavolo e facendo sussultare il batterista, che non si aspettava una reazione così violenta “vuoi dirmi che sono una grandissima stronza? Bene, coraggio, fallo pure, ma io di rimando posso dirvi che voi non siete altro che degli enormi idioti, perché se a vostro tempo aveste fatto più attenzione, adesso non vi ritrovereste in questa situazione. Ed in realtà dovreste anche considerarvi fortunati, perché se fosse stato qualcun altro a fare questo, sareste rovinati già da un bel pezzo”

“E quindi stai dicendo che dovremmo ringraziarti, quando è palese che ci stai ricattando nel più vigliacco dei modi? Non puoi farlo” ribatté Nick, ormai in preda al panico, per poi voltarsi verso il manager alla ricerca di un supporto, un appiglio a cui aggrapparsi “non può farlo, vero?”

“È inutile che cerchi il suo aiuto, non può fare nulla per nessuno di voi” il sorriso sulle labbra della giovane si allargò: tutto stava andando esattamente come previsto, e sarebbe stato lo stesso con l’esito “io e Steve ci siamo già incontrati, abbiamo già parlato ed anche lui ha ricevuto una busta come le vostre. Anche lui si trova nella vostra identica situazione, quindi non può fare nulla per tirarvi fuori dal guaio in cui vi siete infilati con le vostre stesse mani. Arrendetevi, guardate in faccia la realtà: davanti a voi non c’è nessun’altra soluzione al di fuori di quella che io vi ho proposto. Mmmh, certo, potete sempre giocarvi la carta del ma quello che ci hai fatto vedere è roba vecchia, ed è vero… Ma si tratta di una carta che vale la pena di essere giocata? Siete pronti a rischiare fino a questo punto? E siete sicuri che quello che state vedendo non influirà in modo negativo nella vostra vita personale? nel vostro menage famigliare? Siete sicuri che non installerà nessun dubbio nelle menti delle vostre mogli? Sapete… I dubbi sono tremendi. Terribilmente tremendi. Prima sono un qualcosa di piccolo ed insignificante e poi, a poco a poco, diventano sempre più famelici ed iniziano a divorarvi dall’interno”

“Come dei vermi?” il paragone di Richard non era stato casuale: come Ginger non si era fatta alcuno scrupolo a pugnalarli alle spalle, lui non aveva fatto altro che restituirle il favore, ed infatti vide la sua espressione sicura ed arrogante vacillare, perché aveva subito capito il riferimento neppure troppo implicito che aveva fatto; fu solo questione di pochi secondi, però, e la sua espressione tornò subito ad essere fredda.

“Esatto, come dei vermi, il concetto è lo stesso” rispose con voce tagliente, alzandosi “vedete un po’ voi se vi conviene rischiare così tanto solo perché non avete il coraggio di affrontare la reazione di Roger, e non per una questione di lealtà ed amicizia nei suoi confronti. Però, se io fossi in voi mi porrei questa domanda prima di prendere di nuovo una decisione troppo affrettata: vale davvero la pena correre un rischio così grosso per una persona che al posto mio non ci penserebbe due volte a pararsi il culo?”.

La giovane fece un’altra pausa ad effetto prima di proseguire e terminare col proprio discorso.

“Adesso vi lascio da soli, è evidente che avete molto di cui discutere ed è giusto che lo facciate tra di voi… Ohh, quasi mi dimenticavo!” esclamò Ginger con una risatina, frugando di nuovo all’interno della borsa; tirò fuori una quarta busta bianca e la posò davanti all’ex marito “saresti così gentile da dare questa a Roger non appena hai occasione di vederlo? Te ne sarei grata, per me significherebbe tantissimo”.

Con un sorriso fin troppo ampio, la giovane si congedò dai quattro uomini ed uscì dal pub; quando la porta d’ingresso si richiuse alle sue spalle, calò il silenzio più assoluto tra i tre compagni di band ed il loro manager.

Nessuno di loro desiderava parlare per primo, ma tutti stavano pensando la stessa cosa: erano con le spalle al muro, e non c’era molto che potessero fare… Tranne optare per il male minore.

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