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Nella camera da letto scese un silenzio così assoluto che i due giovani riuscirono a sentire in modo distinto il respiro lieve e regolare della piccola Poppy e perfino il suono dell’orologio a cucù appeso in salotto, al piano inferiore, che avvisava dell’ora appena trascorsa.

Gli occhi azzurri di David erano ancora spalancati e fissi sul viso di Ginger, le sue labbra carnose erano socchiuse in un’espressione di puro sconcerto e non riusciva a pronunciare una sola parola; non riusciva a staccare gli occhi dall’ex moglie e si aspettava di vederla scoppiare a ridere da un momento all’altro per poi dirgli che non si trattava altro che di uno scherzo, uno scherzo di pessimo gusto, che gli aveva fatto per chissà quale motivo.

Ma Ginger non fece nulla di simile: non scoppiò a ridere né disse che le sue parole si trattavano di uno scherzo; si limitò a ricambiare in silenzio lo sguardo sconvolto dell’ex marito, con un’espressione seria.

Perché era seria. Era estremamente seria. Non lo stava prendendo per il culo.

Il giovane uomo impiegò ancora qualche istante prima di ritrovare la voce, e quando ci riuscì, dopo aver sbattuto le palpebre, chiese all’ex moglie di ripetere quello che aveva detto, per essere sicuro di avere capito bene; e lei, dopo aver fatto uno strano sorriso, lo accontentò.

“Poppy è tua figlia”.

Il secondo colpo non si rivelò meno duro del primo, ma adesso, dopo aver superato lo stordimento iniziale, David iniziava a vedere la situazione sotto un punto di vista più lucido, freddo e razionale.

“Questo non è possibile” disse scuotendo la testa “Ginger, questo non è assolutamente possibile e lo sappiamo benissimo entrambi. Come è possibile che… Che sia mia figlia se noi due non siamo una coppia da tantissimo tempo?”

“Ho scoperto di aspettarla poche settimane dopo la mia partenza” continuò lei, ignorando le parole del chitarrista “sei proprio certo che non ti viene in mente nulla? Proprio niente di niente riguardo i nostri ultimi incontri?”

“Che vuoi dire?” domandò lui, corrucciando le sopracciglia “cosa stai cercando d’insinuare?”

“Non sto cercando d’insinuare proprio un bel niente, ti sto solo dicendo: sei proprio certo di non ricordare nulla in particolare riguardo i nostri ultimi incontri, David?” insistette la giovane, fissandolo ancora; l’espressione di David si corrucciò ancora di più e si sforzò di ripensare a quei giorni di quasi due anni prima, ma non gli tornò in mente niente di particolare.

E non gli tornava in mente niente di particolare perché non era successo niente di particolare. Come avrebbe potuto dimenticarsi qualcosa di simile se fosse accaduto per davvero?

Come avrebbe potuto dimenticarsi di avere tradito la propria attuale moglie andando a letto con l’ex? Come avrebbe potuto dimenticarsi di avere tradito Virginia con Ginger?

Era impossibile che qualcosa di simile fosse accaduto… A meno che…

Gli occhi del chitarrista si spalancarono di nuovo, ed il suo viso perse colore.

A meno che non stessero parlando di qualcosa che era avvenuto a sua insaputa.

Ora che ci pensava meglio, ora che nella mente gli si era insinuato quel terribile dubbio, ricordava una sera in particolare che effettivamente risaliva a poco tempo prima della scomparsa dell’ex moglie: Ginger era andata a casa sua per prendere i bambini, li aveva portati dalla madre adottiva e poi era tornata indietro perché… Perché in quell’occasione era tornata indietro? Forse perché doveva parlargli proprio di qualcosa che riguardava i piccoli?

Ricordava che incredibilmente, e stranamente, tra loro due c’era stata una conversazione distesa come non accadeva da tantissimo tempo (addirittura da quando erano ancora sposati) e che ad un certo punto era stata proprio la giovane a proporre di bere qualcosa insieme.

Virginia non c’era per qualche motivo che non ricordava. Forse era uscita a cena con delle amiche.

I pochi e confusi ricordi che aveva di quella sera finivano lì e ricominciavano dalla mattina seguente; non ricordava nessun postumo da sbornia, ma al tempo stesso se non ricordava tutto poteva solo significare che aveva bevuto parecchio.

Oppure… Oppure che nel suo bicchiere era stato versato qualcosa in un momento in cui si era assentato… Ma poteva davvero essere accaduto qualcosa di simile? Ginger poteva essersi spinta tanto oltre da mettere qualcosa di strano nel suo bicchiere? Lei? Proprio lei che aveva sempre provato una forte repulsione per le sostanze stupefacenti in genere, e che era diventata ancora più profonda da quando proprio la droga le aveva portato via Syd?

Gli occhi di David si soffermarono con più attenzione sulla giovane.

Ginger non sarebbe mai stata capace di commettere una simile azione meschina, ma quella che aveva davanti ai suoi occhi non era la stessa persona che aveva conosciuto sette anni prima. Quella davanti ai suoi occhi era la stessa persona che aveva avuto il coraggio di abbandonare due figli piccoli e di sparire per due anni, ed in quanto tale poteva anche essersi spinta a mettere di nascosto qualcosa nel suo bicchiere per incastrarlo.

Solo per vendetta.

Il giovane tornò a fissare la bambina addormentata.

Forse si trattava di una suggestione personale, ma improvvisamente gli sembrava di scorgere qualche tratto in comune con Demi e con Alice.

Alice.

Il volto di David perse improvvisamente colore.

Che spiegazioni avrebbe dato a Virginia in merito a quella storia? Si erano sposati da un paio di anni, quello precedente era nata la loro prima figlia e adesso tutto rischiava di essere rovinato per una vendetta personale; lui per primo aveva sbagliato in passato, lui per primo aveva le proprie colpe e responsabilità, lui per primo aveva distrutto la famiglia costruita con Ginger, ma non immaginava che lei si sarebbe spinta a progettare una vendetta simile.

“Virginia non deve venire necessariamente a conoscenza di questa storia” disse la giovane, parlando per prima, intuendo qual’era il filo di pensieri dell’ex marito e cosa si nascondeva dietro al suo viso improvvisamente bianco; gli si avvicinò e gli posò la mano destra sul braccio sinistro “se adesso ne parliamo con calma, possiamo trovare il giusto compromesso”.

A quel punto, la giovane avvicinò le labbra all’orecchio sinistro dell’ex marito.

“Io ne avrei già uno piuttosto vantaggioso da proporti”.

David rivolse all’ex moglie uno sguardo sconcertato, tirò indietro il braccio sinistro, per liberarsi dalla presa di Ginger, ed uscì dalla stanza in silenzio, troppo sconvolto per dire qualunque cosa; lei non provò a seguirlo, e rimase all’interno della stanza, con le mani strette attorno al bordo in legno della culla e gli occhi fissi sulla porta spalancata.

Il chitarrista non ritornò sui propri passi, ma in compenso qualche istante più tardi si affacciò Pamela, altrettanto sconvolta.

“Cos’è successo?” domandò, pretendendo subito delle spiegazioni da parte della figlia adottiva; la vide fare un sorriso che non prometteva nulla di buono “perché David è scappato letteralmente via con il viso pallido ed un’espressione sconvolta?”.

Pamela era in cucina quando il chitarrista era uscito di corsa dalla camera da letto; non era riuscita a fermarlo, ma prima che uscisse era riuscita a vedere le condizioni in cui versava.

“Ohh, nulla di preoccupante” commentò lei, scrollando le spalle con noncuranza “credo solo che abbia bisogno di un po’ di tempo per rielaborare il fatto che Poppy è sua figlia”

“Che cosa?” Pam non si rese nemmeno conto di urlare “che cosa… Come… Come sarebbe a dire che…”.

Erano tante le domande che la donna di mezz’età avrebbe voluto rivolgere alla figlia adottiva, ma anche lei, come poco prima era accaduto a David, era così sconcertata da non riuscire nemmeno a parlare.

“Sarebbe a dire che è proprio così, non c’è molto altro d’aggiungere. David non si ricorda della notte movimentata che abbiamo avuto, ma io sì, e quello che abbiamo davanti ai nostri occhi ne è il risultato. Non ti ho detto subito la verità perché prima ne dovevo parlare con lui. Nonostante tutto, era giusto che fosse il primo a saperlo” Ginger si chinò sulla culla per sistemare e rimboccare il lenzuolino alla bambina, e quando tornò a concentrarsi sulla madre adottiva si accorse che oltre allo sconcerto, sul suo volto era apparsa anche una profonda preoccupazione; e la spiegazione che si nascondeva dietro essa era molto semplice: quella storia non le piaceva come non le piacevano i comportamenti e l’atteggiamento di Ginger. Da quando era tornata, non aveva fatto altro che creare scompiglio. Ed iniziava ad avere la terribile sensazione che quello fosse solo che l’inizio. E non sapeva neppure se dirle o meno che era meglio lasciar perdere Roger perché nel frattempo si era creato una famiglia “ohh, mommi, non ti preoccupare, te l’ho già detto: David se ne è andato in quel modo solo perché deve rielaborare la notizia che gli ho dato, ma tornerà. Sa che non ha altra scelta a propria disposizione. Dai retta alle parole che sto per dire: non solo tornerà, ma sarà pronto ad ascoltare ed accettare il compromesso che ho da offrirgli”.











David non riuscì a tornare direttamente a casa.

Mancavano pochi metri quando parcheggiò sul ciglio della strada e si ritrovò costretto a piegarsi in avanti e prendere una serie di profondi respiri per non cedere all’ondata di nausea che l’aveva colto all’improvviso ed alla sprovvista.

Era già accaduto in passato, quando Virginia lo aveva raggiunto a sorpresa in Inghilterra e la loro si era trasformata a tutti gli effetti in una vera e propria relazione clandestina; c’erano state numerose volte in cui era stato costretto a fare i conti con attacchi di nausea come quello quando abbandonava il suo vecchio appartamento (dopo essere stato in intimità con la sua bellissima amante) per ritornare a casa da Ginger e dai bambini.

Ogni volta doveva fermarsi per un po’, calmarsi e solo allora riusciva a tornare a casa e varcare la soglia d’ingresso con un sorriso che non lasciava intuire nulla di quello che nascondeva.

Mai e poi mai avrebbe immaginato di ritrovarsi ancora in una situazione simile, eppure era accaduto ed incredibilmente le protagoniste femminili erano le stesse, con l’unica eccezione che questa volta i ruoli erano invertiti: Virginia e Ginger; la sua attuale moglie e la sua ex moglie.

E questa volta non c’era alcuna relazione clandestina. Ma una notte isolata che aveva portato con sé delle conseguenze.

Dopo aver preso l’ennesimo profondo respiro, ed aver ricacciato indietro l’attacco di nausea, il giovane uomo si sforzò di riportare alla mente tutto quello che ricordava della notte menzionata da Ginger, ma nonostante tutti i suoi sforzi i ricordi erano frammentati, e si fermavano a loro due che conversavano davanti a due calici di vino… Od erano due bicchieri di birra?; non ricordava assolutamente nulla del presunto rapporto sessuale che aveva consumato con lei, e quel particolare non faceva altro che rafforzare la teoria di qualcosa che era stato aggiunto all’alcol che aveva bevuto e che gli aveva annebbiato la mente.

E se quella teoria era vera, allora significava che Ginger stava pianificando la propria vendetta da moltissimo tempo, forse perfino dal giorno in cui aveva trovato il bigliettino con il numero di telefono e l’indirizzo di Virginia.

Ma se quella teoria era vera, perché la sua ex moglie era sparita nel nulla per quasi due anni, anziché presentarsi davanti la porta di casa sua e dirgli che erano in procinto di diventare genitori di nuovo? Perc,hé non aveva agito in quel modo per distruggere Virginia, dato che la odiava con tutta sé stessa? Perché aveva agito in quel modo?

Non aveva alcun senso.

David allontanò le mani dal viso e scosse la testa: quel comportamento non aveva alcun senso come non aveva alcun senso scervellarsi per trovare un senso logico; adesso doveva solo concentrarsi sulla situazione in cui si era infilato a proprio malgrado, su cos’era giù giusto fare e sulla propria famiglia.

E su Virginia. Soprattutto su Virginia.

Cosa doveva fare con lei? Cosa doveva raccontarle e cosa, invece, era meglio tacerle? Doveva raccontarle tutto, non appena sarebbero stati da soli? Si sarebbe dimostrata comprensiva? Avrebbe capito che non era altro che una vittima? Od era meglio tacere per non rovinare anche il suo secondo matrimonio? Come poteva essere certo che la moglie non avrebbe creduto alle sue spiegazioni, perché le avrebbe considerate solo un ridicolo tentativo di arrampicarsi sugli specchi, e lo avrebbe abbandonato, portando via con sé la piccola Alice?

Magari avrebbe rifatto ritorno perfino negli Stati Uniti, a Philadelphia…

David rientrò in casa una decina di minuti più tardi; varcò la soglia d’ingresso e s’immobilizzò dinanzi alla scena che si presentò ai suoi occhi: sulla moquette del salotto, erano radunati Virginia, Keith, Demi e la piccola Alice; la giovane ragazza americana stava mostrando ai due bambini più grandi come disegnare qualcosa su un foglio di carta, e loro la stavano ascoltando con particolare attenzione, mentre la bimba più piccola osservava il peluche che stringeva tra le manine.

Tra quelle mura si respirava una pace ed una tranquillità che non avevano nulla a che fare con l’atmosfera ormai sempre più opprimente che regnava all’interno del loro nuovo Studio di registrazione, e la risposta definitiva che stava cercando arrivò nel momento in cui Virginia si accorse del suo rientro e sollevò gli occhi per accoglierlo con un sorriso, nonostante anche lei sapesse perfettamente dov’era stato: magari non era la decisione migliore da prendere, magari in un secondo momento se ne sarebbe pentito, ma ora come ora non aveva la minima intenzione di informare la moglie della confessione di Ginger, perché non voleva mettere a repentaglio la sua nuova famiglia.

Non voleva correre il rischio di dare inizio ad una profonda crisi tra lui e la giovane che era certo di amare.

Keith e Demi non erano ancora stati informati del ritorno della madre, e quando David si era improvvisamente assentato da casa, Virginia aveva spiegato loro, con voce dolce e gentile, che c’erano alcune cose che doveva sistemare in Studio, ma che non dovevano preoccuparsi di nulla perché sarebbe tornato a casa il prima possibile; Demi aveva creduto immediatamente alle parole della nuova moglie del padre, Keith invece aveva fatto una strana espressione, ma non aveva posto nessuna domanda scomoda da rispondere: la questione si era conclusa in quel modo, e la giovane coppia si comportò normalmente per tutta la durata della cena, ridendo e scherzando insieme ai piccoli.

Solo quando tutti e tre vennero portati nei rispettivi lettini, David e Virginia affrontarono quello che era successo veramente; la giovane si assicurò di chiudere la porta della camera, e che in corridoio non ci fosse nessuno, prima di chiedere al marito com’era andata e cosa lui e Ginger si erano detti con esattezza.
“Come immagini che sia andata?” con la scusa di doversi cambiare, il giovane uomo voltò le spalle alla moglie, perché in quel modo era più semplice affrontare la conversazione; temeva che se l’avesse guardata negli occhi, lei avrebbe potuto intuire qualcosa in qualche modo. Non era certo di essere un eccellente bugiardo. Con Ginger, in passato, diverse volte aveva avuto solo che tanta fortuna “se credi che mi abbia dato le risposte che mi doveva, sei completamente fuori strada. Ohh, e pretende di avere ragione. Pensa che sia stato giusto abbandonare tutto e tutti, a partire dai suoi figli, perché aveva bisogno di un po’ di tempo per sé stessa. Hai capito, Virginia? Tempo per sé stessa. Ed ha avuto il coraggio di dare la colpa a me ed alla nostra relazione. Sarei stato io a spingerla a prendere questa decisione, perché stava passando un brutto periodo ed io sono stato così crudele da annunciarle la nostra intenzione di fidanzarci e sposarci, ma che cosa avrei dovuto fare, secondo te? Non fare un passo simile per non urtare i suoi sentimenti? Agire alle sue spalle e dirle tutto quanto quando ormai eravamo già marito e moglie? Ed in questo caso non sarei stato crudele? Ha avuto il coraggio di puntare il dito contro di me, anziché assumersi le proprie responsabilità, ma indovina quale è stata la prima persona con cui ha tentato di parlare al suo ritorno? Ti do un piccolo indizio: non sono stato né io né Pamela”

“Roger?” domandò la ragazza americana; nella sua voce non c’era alcuna traccia di sorpresa: sapeva già che quella era la risposta esatta, a lasciarla veramente perplessa era piuttosto il comportamento della rossa: voleva far apparire loro due come due vermi schifosi quando in realtà era stata la prima a rivolgere la propria attenzione da diverso tempo verso un altro uomo; e la parte peggiore era che non si trattava di uno sconosciuto, ma di un altro componente del gruppo. Un amico d’infanzia di David, anche se tra loro due non c’era mai stato un rapporto idilliaco.

Quello non era stato un semplice tradimento, ma bensì un doppio tradimento che aveva rischiato quasi di dividere per sempre il gruppo; quando tra le proprie mani era capitata la rivista con dentro quell’articolo di giornale, aveva seriamente temuto di trovarsi davanti alla fine dei Pink Floyd.

Poi, piano piano, anche se non del tutto, la situazione si era sistemata; i quattro giovani uomini erano riusciti a ritrovare una sorta di nuovo equilibrio (anche se non era più lo stesso di prima), Roger aveva sposato l’odiosa Carolyne, i due avevano avuto perfino il loro primo figlio un paio di mesi prima, ed ora Ginger era sbucata fuori dal nulla, pronta di sicuro a creare altro scompiglio.

Pronta a finire il lavoro lasciato a metà.

“Sì, esatto, proprio lui. Roger è stato il primo con cui ha provato a parlare” confermò David con una smorfia contrariata; non importava se il matrimonio tra lui e Ginger era finito da un pezzo ed il loro rapporto era ormai incrinato in maniera definitiva: quella storia proprio non riusciva a digerirla in nessun modo perché si sentiva preso in giro fin dall’inizio, fin da quando i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta alla festa a casa di Richard e Juliette “proprio con la persona che riusciva a sopportare di meno al mondo. Non so quante volte, quando eravamo sposati, continuava a dirmi che non riusciva proprio a sopportare la sua presenza… Ha provato a parlargli, ma ovviamente non ha ottenuto nulla. Dopo quello che è successo, non mi sorprende affatto che lui non voglia assolutamente vederla e, conoscendo, sono certo che non cambierà idea in nessun modo… Ma Ginger è terribilmente testarda, in questo sono proprio uguali, quindi stai pur certa che ben presto proverà a fare un secondo tentativo”

“Non sa che adesso è sposato ed ha pure un figlio?”

“Dal modo in cui parlava, credo proprio che fosse all’oscuro di tutto. Mi è parso di capire che quei due non si siano scambiati molte parole, figuriamoci se lui l’ha messa al corrente delle novità che riguardano la sua vita privata”

“E tu non le hai detto nulla?”

“Perché avrei dovuto farlo? Sarebbe stato come rovinare tutto il divertimento, e ti dirò di più: spero di essere presente quando lo scoprirà, perché non vorrei mai perdermi uno spettacolo simile” disse il giovane uomo; nella propria mente riusciva quasi ad immaginare l’intera scena, e l’espressione di Ginger alla vista di Roger in compagnia di Carolyne e del piccolo Harry; il preciso istante in cui avrebbe visto la consapevolezza farsi strada nel suo sguardo…

Sì, decisamente uno spettacolo che non era intenzionato a perdersi.

“David, che cosa sei intenzionato a fare ora?”

“Non lo so” rispose il chitarrista, per la prima volta in tutta onestà da quando era iniziata la conversazione; in quel caso non c’era bisogno di mentire perché non aveva proprio la più pallida idea di cosa fare, come muoversi e come agire, e tutto quanto ruotava attorno alla rivelazione di Ginger: senza quella, prendere una decisione sarebbe stato molto più facile.

Virginia incrociò le braccia, visibilmente a disagio, e si morse il labbro inferiore.
“Ho sempre cercato di essere conciliante e di aiutarvi a trovare il modo d’instaurare un rapporto civile tra voi due per il benessere dei bambini, ma adesso mi sono resa conto che molte cose sono cambiate e che non posso più essere così ragionevole. Io… Io non avrei mai voluto arrivare a questo punto, ma il comportamento di Ginger non lascia altra scelta: David, voglio che tu abbia meno a che fare con quella donna. Voglio che lei esca dalle nostre vite tanto quanto quelle dei bambini” disse la ragazza americana con fermezza, riuscendo finalmente ad attirare su di sé lo sguardo del marito, che fino a quel momento era sempre stato rivolto da un’altra parte “prendimi per una sciocca, ma ho avuto una sgradevolissima sensazione per tutto il tempo che lei è stata qui, e sono riuscita a tirare un sospiro di sollievo solo quando se ne è andata. E se dovesse ripresentarsi un’altra volta mentre in casa ci siamo solo io ed Alice? Cosa potrebbe arrivare a fare? Ti confesso che ho paura”

“Temi che possa farti del male? Non credo che possa spingersi fino a questo punto”

“Ed avresti mai creduto che fosse in grado di abbandonare tutto e tutti e di sparire nel nulla per quasi due anni, per poi ripresentarsi come se non fosse accaduto nulla?” replicò immediatamente la giovane, lasciando il marito incapace di rispondere “no, non lo avresti mai creduto, eppure è proprio ciò che è successo. E se è accaduto questo, chi mi assicura che non possa mai accadere quello che ti ho appena detto? Oppure, chi mi assicura che non possa presentarsi un giorno in cui sono da sola con i bambini, prenderli e sparire di nuovo, magari questa volta per sempre? Credo che da lei ci si possa aspettare qualunque cosa ormai. David, io non posso parlare perché Ginger non la conosco bene, ma tu sì: ti sembra lei quella che è tornata?”.

Finalmente una domanda a cui era semplice rispondere: no, quella che si era ritrovato davanti agli occhi non gli era apparsa affatto come Ginger, e non aveva nulla a che fare con la tinta bionda ai capelli. Quando l’aveva guardata negli occhi, aveva avuto l’impressione di trovarsi dinanzi ad una completa sconosciuta e non era riuscito a reprimere un brivido freddo lungo la spina dorsale.

Era cambiata, e quel cambiamento non gli piaceva affatto.

“E non pensi che rischierei di ottenere proprio questo se le dicessi di stare lontana da tutti noi? Lei vuole vedere i bambini, e se davvero fosse capace di fare qualunque cosa, non credi che potrebbe reagire in questo modo se provassi ad impedirle di vederli? Ginger è testarda, e se vuole una cosa non si ferma fino a quando non l’ha ottenuta. Con la tua tecnica rischiamo solo di ottenere l’effetto contrario”

“E vorresti permetterle di vederli?” chiese Virginia, così sconcertata che quasi non poteva credere alle proprie orecchie “in questi ultimi due anni mi sono occupata io di Keith e Demi quando tu non c’eri. Ho sempre pensato a tutto quanto io: ero io a preparare loro i pasti, ero io a svegliarli alla mattina ed a prepararli, ero io a badare a loro e sono stata sempre io ad occuparmi di Keith quando ha passato quell’orribile periodo, ti ricordi, David? Ho cercato di fare del mio meglio per rasserenarli, ed anche se non ho mai preteso che iniziassero a vedere me come una seconda madre, in questi due anni lo sono stata più io che Ginger, perché una vera madre non si azzarderebbe mai ad abbandonare i propri figli senza una valida spiegazione. Non è giusto, non lo accetto e non mi sentirei affatto tranquilla di sapere che quei due bambini sono da soli con quella squilibrata della loro madre! Perché questo è: una squilibrata. Dave… Dave, ti ricordi quando Ginger se ne è andata da casa vostra, fuori di sé, portando via i bambini? Quanto eri spaventato quando mi hai raccontato quello che era successo? Non sei riuscito a tranquillizzarti fino a quando Pamela non ti ha detto che Keith e Demi erano da lei e che stavano bene, anche se leggermente scossi”

“Ma non farli vedere a Ginger equivarrebbe a non farli vedere neanche a Pamela e non sarebbe giusto. Lei non sarebbe altro che una vittima collaterale di questa… Follia”

“Questo non è esatto, perché Pamela potrebbe sempre venire qui tutte le volte che desidera a vedere i suoi nipotini. Questa è la soluzione migliore e più sicura”.

Il giovane uomo scosse la testa, facendo dondolare i lunghi capelli biondo scuro.

No, quella non era affatto la soluzione migliore, ma l’inizio della sua fine.

Anche se desiderava con tutto sé stesso avere la custodia esclusiva dei piccoli Keith e Demi non poteva farlo per due motivi: primo, c’era sempre la possibilità che Ginger studiasse un piano per rapire i bambini, portarli lontano e non tornare mai più in Inghilterra; secondo, prima di attuare un piano così crudele avrebbe rivelato a Virginia l’esistenza di Poppy per assicurarsi di porre fine al loro matrimonio.

Da qualunque prospettiva provasse a vedere quella situazione, il risultato comunque non cambiava: era l’ex moglie ad avere in mano il coltello dalla parte del manico, per lui non c’era nessuna via di fuga… Tranne una, una soltanto: tornare da Ginger ed ascoltare quello che aveva da dirgli.

Oppure confessare già tutto di Poppy a Virginia.

Ma… Era una buona idea?

David guardò la moglie, lesse una profonda preoccupazione nei suoi occhi azzurri e si rese conto che non solo non sarebbe stata affatto una buona idea svuotare il sacco, ma non avrebbe fatto altro che accelerare la propria fine attraverso le proprie stesse mani e non poteva permettere ad un simile scenario di concretizzarsi; anche se quando si erano sposati le aveva promesso di essere fedele e leale, non poteva fare altro che tenere quel segreto per sé.

“Virginia, non ti preoccupare. Parlerò meglio con lei e cercheremo di trovare una soluzione”

“Sei seriamente intenzionato a rivederla? Ma… Perché?” domandò la ragazza americana, corrucciando le sopracciglia in un’espressione confusa; c’era qualcosa che non tornava nelle risposte di David, aveva notato qualcosa di strano fin dal suo rientro a casa, nel suo atteggiamento fin troppo composto che andava in contrasto con quello di quando era uscito.

“Perché se è vero che abbiamo a che fare con una persona così imprevedibile, non credo che sia saggio rischiare di irritarla”.

Virginia socchiuse le labbra per ribattere, ma si ritrovò a richiuderle senza avere emesso alcun suono: per quanto non fosse d’accordo, e preoccupata, non poteva dire nulla in risposta alle parole del marito perché aveva ragione.

Avevano le mani legate, ed anche se non era giusto non potevano agire in nessun altro modo.

Alla giovane non rimase altro che emettere un sospiro arrendevole e chiudere lì la questione, perché non sarebbe servito a nulla continuarla dicendo che non riusciva proprio a scrollarsi di dosso una spiacevole e sgradevole sensazione, ma quando si coricò a letto e si girò dall’altra parte, dopo il bacio della buonanotte, non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte a causa dei numerosi pensieri, ignara che anche il marito accanto a lei si trovava nelle medesime condizioni; anche David si ritrovò a trascorrere l’intera notte insonne, e ben presto si rese conto di essere impaziente di rivedere Ginger per trovare una soluzione a quella situazione che rischiava di trasformarsi in un enorme disastro.

E quando Ginger rivide l’ex marito, appena il giorno seguente, mentre si trovava sul divanetto a dondolo sotto il portico di casa, dopo aver chiuso il libretto di poesie che stava leggendo non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto.

“Sapevo che prima o poi saresti tornato” commentò posando il libretto sul cuscino affianco, mentre lui saliva i due scalini del portico “ma francamente sono sorpresa di vederti così presto. Per come sei fatto, ero certa che ci avresti impiegato più tempo a sbollire la rabbia”

“Possiamo parlare?” tagliò corto lui, guardandosi attorno; la giovane si alzò dal divanetto a dondolo e fece cenno all’ex marito di seguirla dentro casa.
Lo condusse in cucina ed una volta lì dentro prese dal frigo una caraffa piena di limonata fresca, che Pamela aveva personalmente preparato poche ore prima.

“Questa non puoi non berla, la limonata di mommi è speciale” disse lei con un sorriso conciliante “posso offrirti anche qualcosa da mangiare? Ci sono dei biscottini che…”

“No, grazie”

“Ne sei proprio sicuro? Guarda che sono davvero buonissimi, la ricet…”

“No. Grazie” ribeté in tono secco il chitarrista, muovendosi a disagio e guardandosi attorno altrettanto a disagio per poi soffermarsi con lo sguardo sul bicchiere pieno di limonata e piegare le labbra carnose in una smorfia “non sono venuto qui per trascorrere qualche ora in compagnia a bere, mangiare e chiacchierare, e poi chi mi assicura che tu non abbia corretto la limonata con altro?”

“Altro?” chiese Ginger con un’espressione perplessa, chiudendo lo sportello del frigorifero “e cosa dovrei averci aggiunto?”

“Non lo so… Magari prima del mio arrivo ci hai aggiunto qualcosa come hai fatto durante quell’incontro di cui mi hai accennato ieri sera”.

La giovane si bloccò con il bicchiere pieno di limonata fresca a mezz’aria, nell’atto di posarlo sopra al tavolo, e le sue labbra carnose si schiusero in un’espressione offesa perché aveva perfettamente capito quello che il chitarrista stava insinuando, in modo neppure così velato.

“Io non posso crederci!” esclamò poi, sbattendo il bicchiere contro la superficie liscia del tavolo; alcune goccioline di limonata traboccarono ed uscirono “stai seriamente dicendo che quella sera ti ho drogato?”

“Sto dicendo che per quanto mi sia sforzato di ripensare a quella serata, i ricordi che ho si bloccano nello stesso momento in cui ti ho offerto da bere: se stiamo parlando dello stesso episodio, allora tutto quello che mi ricordo è che stavamo parlando e che ti ho chiesto se desideravi bere qualcosa. Punto. Nient’altro. Che cosa dovrei pensare, dunque?”

“E tu credi che io sarei capace di fare qualcosa di simile?”

“Sei stata capace di sparire per due anni interi senza mai dare alcuna notizia sul tuo conto, Ginger” rispose David, con un sorrisetto ironico “direi che questo la dice lunga: come sei stata in grado di fare una cosa simile, dal mio punto di vista potresti essere capace di fare qualunque altra cosa… Come drogare di nascosto il mio vino per vendetta”

“Non ci posso credere!” esclamò di nuovo Ginger, battendo le mani e lasciandosi andare ad una risata divertita “ohh, cielo, è una fortuna che mommi e Poppy non siano qui presenti a sentire queste assurdità… Sai, David, quando ti ho conosciuto credevo davvero che anche tu, come Syd, fossi diverso da tutti gli altri ragazzi, ed invece solo adesso mi rendo conto che sei proprio come tutti gli altri. Uomini. Piuttosto che assumervi le vostre responsabilità cercate sempre di scaricare la colpa sulle spalle della donna, ehh? Anziché ammettere che quello che è successo è successo perché hai bevuto troppo, preferisci cullarti nell’illusione di essere stato incastrato. Eppure da un lato avrei dovuto immaginare una reazione simile da parte tua, visto che sei la stessa persona che per sei lunghi mesi non ha avuto il coraggio di confessarmi di essere innamorato di un’altra donna, ed ha preferisco che trovassi un bigliettino dentro uno dei miei libri, scoprendo la verità in un modo orrendo. Ho preteso troppo da te”

“E se quella notte davvero ho solo bevuto troppo perché non mi hai fermato prima di finire a letto insieme?”.

Questa volta Ginger non rispose e preferì alzarsi per prendere un bicchiere di limonata per sé; mandò giù un lungo sorso, dimostrando all’ex marito che dentro alla caraffa non c’era altro che non fosse acqua, spremuta di limone, zucchero e foglie di menta.

“Ormai non ha più alcun senso rivangare queste cose: quello che è successo è successo, e non può essere cambiato” si fermò un momento per vedere se David l’avrebbe imitata con il proprio bicchiere di limonata, ma sembrava ben intenzionato a tenerlo lontano da sé; non si fidava minimamente “senti, credo che ti sei fatto un’idea completamente diversa riguardo questo incontro da quello che in realtà voglio che sia. Io non voglio partire col piede di guerra, no. Non voglio nulla di simile. Anzi. Mi piacerebbe avere una conversazione civile e distesa con te, ecco perché ti ho accolto con gentilezza, offrendoti un bicchiere di limonata e dei biscotti fatti in casa”

“Ahh, certo, ieri non mi sembravi così intenzionata a parlare come due persone adulte e civili, ed ora vorresti rimediare offrendomi della limonata e dei biscotti?” chiese il giovane uomo, confuso “ma hai almeno la vaga idea di quello che ti esce dalla bocca?”

“Ieri è stata la prima volta che ci siamo rivisti dopo due anni ed abbiamo lasciato che le emozioni, soprattutto quelle negative, prendessero il sopravvento sul buonsenso, ma ho avuto un’intera notte per riflettere, ed anche per te è stato lo stesso. Che senso ha rivangare il passato e continuare a litigare a questo punto? Anche tu la pensi così, ed entrambi sappiamo perché sei tornato sui tuoi passi così presto. Dunque, lasciami indovinare…” Ginger assunse una finta aria pensierosa prima di continuare “immagino che al tuo rientro a casa, non appena ne hai avuta occasione, hai raccontato alla tua dolce metà della nostra conversazione, giusto?”

“Sì, e se proprio sei così curiosa di sapere che cosa abbiamo detto, sappi che se dipendesse da Virginia dovrei troncare definitivamente i rapporti con te. Non le è piaciuta la tua visita a sorpresa e pensa seriamente che non dovresti trascorrere del tempo da sola con i bambini”

“Crede davvero che sarei capace di fare del male a Keith o Demi? Lo credi anche tu?”

“Vai dritta al punto della questione, Ginger, sono stanco di questi preamboli e vorrei tornare a casa il prima possibile”

“Perché sei così ansioso di andartene? Vuoi tagliare la corda il più in fretta possibile perché hai paura che possa accadere ancora quello che è già successo due anni fa?” lo stuzzicò apposta la giovane, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio sinistro “mommi e Poppy resteranno fuori ancora per un bel po’ di tempo ed io non ho alcuna fretta di finire questa conversazione. Sono due anni che non ci vediamo e sono molte le cose che abbiamo da dirci, non sei d’accordo anche tu? In realtà non m’interessa nulla di quello che vi siete detti tu e Virginia, ma piuttosto quello che non vi siete detti, perché se adesso sei qui può significare una cosa soltanto, e si ricollega direttamente alle parole che ho detto poco fa”.

Ginger mandò giù un altro lungo sorso di limonata prima di concludere la frase.

“Tu non le hai detto nulla di Poppy. Non sei intenzionato a farlo perché hai una paura fottuta di vedere il tuo matrimonio cadere a pezzi, Virginia che se ne va per sempre con vostra figlia con l’intenzione di non fartela vedere mai più e sei venuto qui per ascoltare la soluzione a cui io ho pensato. Non vorresti farlo, odi la sola idea di essere costretto a farlo, ma sai benissimo di non avere altra scelta. Sei con le spalle al muro”.

Il viso di David era apparentemente impassibile, ma sotto il tavolo stava stringendo i pugni con così tanta forza da avere le nocche completamente bianche; Ginger conosceva abbastanza bene il suo ex marito da sapere che in realtà quella che stava indossando non era altro che una maschera pronta a scivolare via.

Aveva visto coi propri occhi che cosa significava far arrabbiare David, eppure non riusciva a smettere di stuzzicarlo; era il minimo che meritava per quello che le aveva fatto, per avere distrutto la loro famiglia, per averla presa in giro senza alcun ritegno.

“Vuoi dirmi una buona volta che cosa vuoi da me?” chiese dopo un breve silenzio il chitarrista, a denti stretti, dando così prova di quanto stava facendo fatica a trattenersi.

“Non molto in realtà… Di sicuro molto meno di quello che t’immagini: per prima cosa, per quanto riguarda i ragazzi, voglio l’affidamento congiunto. Niente deve cambiare da quello che è stato finora… Anzi, vorrei che adesso passassero un po’ di tempo con me, dato che non li vedo da due anni. Per quanto riguarda Poppy, beh… Immagino che tu non sia affatto intenzionato a raccontare la verità sul suo conto alla tua dolce metà, e per me va bene così. Non è un problema. E potrai vederla tutte le volte che vorrai quando verrai qui con i bambini o quando usciremo insieme tutti quanti… Ormai è arrivato il momento di comportarci in modo civile in loro presenza e di riuscire ad esserci entrambi nelle occasioni importanti, come durante i loro compleanni, giusto? Visto? Non mi sembra di chiedere molto, non ti pare? Se lo avessi voluto, avrei potuto essere molto più stronza, dato che sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, non ti pare? Ahh… Quasi… Quasi mi stavo dimenticando, che stupida…” Ginger si bloccò e scoppiò a ridere, come se si fosse dimenticata qualcosa che solo in quel momento le era tornato in mente di sfuggita “c’è un’altra piccola cosa che vorrei chiederti. Una sciocchezza. Niente di che. Una cosa irrivelante”

“Ovvero?” chiese Gilmour in tono sospettoso.

Tutti quei preamboli non gli piacevano affatto.

Ginger si alzò dalla sedia, si avvicinò al lavandino, guardò per un momento il giardino anteriore dell’abitazione da una finestra ed infine si voltò di scatto verso l’ex marito.

“Voglio tornare ad essere la fotografa ufficiale della band”.

Le sopracciglia del giovane uomo s’inarcarono dalla sorpresa, e trascorse quasi un intero minuto prima che riuscisse a dire qualcosa.

“Tu vuoi… Cosa?”

“Hai sentito benissimo: voglio tornare ad essere la fotografa ufficiale della band” ripeté la giovane, con voce ferma e decisa “e non credo affatto che sia una richiesta così impossibile d’accontentare, altrimenti non te l’avrei rivolta. Puoi dire quello che vuoi sul mio conto, ma non che non sono brava con la macchinetta fotografica”

“Ohh, certo, me ne sono reso conto da solo… Soprattutto quando ci sono da scattare foto di nudi artistici” commentò il giovane uomo con una smorfia, ottenendo in risposta un’occhiata fulminante; Ginger avrebbe anche voluto ribattere, ma per sua sfortuna non poteva farlo in alcun modo “e per quale motivo ci tieni così tanto ad essere di nuovo la fotografa ufficiale del gruppo?”

“Perché mi manca il mio vecchio lavoro”.

Fu il turno di Gilmour di scoppiare a ridere per la prima volta da quando era iniziata la conversazione.

“E tu credi che io sia così stupido da credere alla spiegazione che mi hai appena dato?” chiese, poi, con un sorriso ironico, indicando sé stesso con l’indice destro “tu non vuoi il tuo vecchio posto perché ti manca, ma per essere vicina a Roger: sei convinta che riottenendo il tuo vecchio ruolo, riuscirai in qualche modo a farti ascoltare da lui. Ed io non solo dovrei permetterti di vedere tranquillamente Keith e Demi come se non fossi mai sparita dalle nostre vite per due anni, ed uscire tutti quanti insieme, ma dovrei perfino aiutarti a riavvicinarti al tuo ex amante! Ginger, ti sembra che abbia scritto coglione sulla fronte?”

“No, ma apparirà la scritta fottuto se non asseconderai una sola delle mie richieste: se non fai come ti ho detto, racconterò tutta la verità a Virginia per quanto riguarda Poppy. Non mi sembra che tu abbia altre vie di fuga”

“E se volessi il test del DNA?”.

Dinanzi a quella richiesta, gli occhi scuri della giovane si spalancarono.

“Ti direi che sei proprio un grandissimo stronzo. Perché mai dovresti chiedermi una cosa simile? Per quale ragione? Non ti fidi delle mie parole?” sul volto della giovane apparve un’espressione offesa che lasciò Gilmour senza parole: con che coraggio poteva offendersi visto come lei per prima si stava comportando nei suoi confronti e dopo le pretese insensate che stava avanzando? “pensi che ti stia raccontando una bugia? Hai la vaga idea di quanto tempo bisogna aspettare per avere i risultati di un test simile? Io non lo so, ma dubito seriamente che si tratti di una cosa così rapida. Come minimo ci vorranno mesi e mesi”

“Ed allora che certezze puoi darmi sul suo conto?”

“La mia parola, quello che ti ho raccontato: ecco qual è l’unica certezza che posso darti. Dobbiamo per forza tornare al discorso di prima? Voi uomini dovete sempre comportarvi in questo modo: prima combinate un guaio, e dopo pretendete di scaricare la responsabilità sulle spalle di qualcun altro. Complimenti. Mi stai dicendo che questo è un modo per chiuderla qui e per dirmi che non vuoi accettare la mia soluzione? Molto bene, però allora io andrò a raccontare tutto quanto a Virginia, e tu sei così certo che lei non crederà alle mie parole e solo ed esclusivamente alle tue? Sei certo che quando vedrà Poppy coi suoi occhi non noterà nessuna somiglianza con Demi o con… Come si chiama la bambina che avete avuto?”.

David avvertì un brivido freddo scendergli lungo la spina dorsale mentre Ginger lo guardava in silenzio, in attesa di una risposta, con aria di sfida, ed era certo che anche lei la conoscesse già: ovvio che non era pronto a correre un simile rischio. Lui per primo aveva già notato qualcosa di famigliare nella piccola, ed era certo che quei particolari non sarebbero sfuggiti neanche alla moglie, soprattutto dopo il racconto di Ginger.

“Cerchiamo di riportare questa conversazione a toni più amichevoli e distesi” riprese a parlare la giovane, con un tono di voce più calmo “se tu aiuti me, io aiuto te: accetta la mia soluzione, ed io ti garantisco che il tuo matrimonio non verrà mai messo in pericolo da Poppy. Lei porterà il mio cognome, e solo tu ed io conosceremo la verità sulla sua identità. Nessun altro. Non dirò nulla neppure a Keith e Demi, così eviteremo qualunque incidente di percorso. Decidere se raccontare o mai, prima o poi, la verità alla tua dolce metà sarà una scelta che spetterà solo ed esclusivamente a te. Non devi fare altro che accettare le mie richieste, e tutto sarà più semplice per entrambi”

“Posso venirti incontro per quanto riguarda l’affidamento congiunto di Keith e Demi, e per il periodo che vuoi trascorrere insieme a loro già da adesso visto che tra pochi giorni ci sarà l’inizio del nuovo tour, ma non posso fare lo stesso per quanto riguarda il tuo vecchio posto di fotografa del gruppo”.

Ginger scosse la chioma bionda, dimostrando che quello non era abbastanza per lei.

“O tutto o niente”

“Ti sto già venendo fin troppo incontro visto quello che hai fatto”

O tutto o niente

“Ginger, porca puttana, ma ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? Lo sai benissimo come funziona all’interno del gruppo: le decisioni vengono prese insieme. Qualunque proposta deve essere discussa ed approvata da tutti quanti, e trovo davvero difficile che nel tuo caso possa accadere qualcosa del genere. Se anche, per una pura questione di fortuna, dovessi riuscire a convincere Richard e Nick ad accettare la tua assurda richiesta, con Roger non accadrà mai. Lui non sarà mai d’accordo”

“Ma se la maggioranza fosse d’accordo, a quel punto il suo parere contrario non varrebbe più nulla… O vuoi forse dirmi che il singolo parere contrario di Roger vale come la maggioranza? Ma in questo caso, allora, non varrebbe più nulla il discorso che mi hai fatto. Dunque, devo supporre che in teoria ogni decisione dovrebbe essere discussa ed approvata all’unanimità tra tutti i componenti del gruppo, ma in pratica decide tutto quanto lui. Quindi… Se anche voi tre non siete d’accordo per quanto riguarda una sua proposta, lui va comunque dritto per la sua strada, giusto? E se lui può fare così, perché anche tu non puoi fare lo stesso? Ridammi il mio vecchio lavoro senza che lui e gli altri sappiano qualcosa. In fin dei conti, lo stesso gruppo a suo tempo ha concordato per l’uscita di Syd senza che lui fosse presente durante la discussione per esprimere la propria opinione. Si sono limitati a comunicare la decisione una volta che l’avevano già presa… Anzi, per la precisione Roger si è limitato a comunicargliela. Loro quella volta hanno agito alle sue spalle, perché tu ora non puoi fare lo stesso?”

“Io a quel tempo non c’ero ancora nel gruppo, ma la questione legata a Syd era ben diversa rispetto a questa”

“Appunto, era molto più grave e seria. Quindi perché non puoi accontentare la mia richiesta?”

“Perché sarebbe solo che l’ennesimo problema che si aggiunge a quelli che già abbiamo!” esclamò il giovane uomo esasperato, visto che ormai non sapeva più in che modo far ragionare l’ex moglie, sempre se era ancora possibile “e penso che ci puoi arrivare benissimo da sola, senza bisogno che ti dica il perché. Ginger, Roger non vuole avere nulla a che fare con te, e se anche in qualche modo riuscissi ad ottenere il tuo scopo e riavere indietro il tuo vecchio lavoro, hai idea di quale sarebbe l’atmosfera all’interno del gruppo? È già abbastanza tesa quella che siamo costretti a sopportare adesso, non c’è bisogno di renderla ancora più tesa”.

David non aggiunse che il reintegro di Ginger in qualità di fotografa ufficiale del gruppo avrebbe potuto portare così tanti problemi da arrivare perfino ad un possibile deterioramento del gruppo stesso, sperava che le parole che aveva detto fossero già abbastanza per far ragionare la giovane, ma purtroppo non fu così: dopo qualche istante di totale silenzio, in cui lui arrivò perfino a pensare di essere riuscito nel proprio intento, lei scosse con ancora più vigore la testa e ripeté quello che aveva già detto altre due volte.

“O tutto o niente, David. Non sarà di certo la mia presenza a segnare la fine dei Pink Floyd, e non ho alcuna intenzione di rinunciare a questa richiesta: non mi basta l’affidamento congiunto di Keith e Demi, o riavrò indietro il mio vecchio lavoro o sputerò il rospo con la tua dolce, innocente ed innamorata altra metà. Non m’importa come farai a convincere gli altri, me lo farai riottenere e basta. Hai detto che il vostro nuovo tour inizierà tra pochi giorni, giusto? E quando tornerete in Inghilterra?”

“A marzo ci sarà una breve pausa, ed avremo alcune esibizioni qui”

“Benissimo” commentò Ginger con un sorriso compiaciuto “allora a marzo, quando rientrerete, mi aspetto una risposta affermativa da parte tua. In fin dei conti hai tutto il tempo necessario a tua disposizione per riuscire a convincere gli altri”.










Virginia non era affatto contenta della decisione del marito, non riteneva che fosse saggio lasciare che i bambini trascorressero del tempo in compagnia di Ginger, non si sentiva affatto sicura e quando, qualche giorno più tardi, arrivò il momento per i piccoli di tornare a casa, tentò per l’ennesima volta di far ragionare David, perché dal suo punto di vista non era ancora troppo tardi per tornare indietro.

“Ti prego, Dave, ripensaci finché sei ancora in tempo” disse la giovane, raggiungendo il marito nell’ingresso di casa “nessuno ti costringe a farlo”.

Fortunatamente David le dava le spalle, così Virginia non vide la smorfia che fece capolino sulle sue labbra carnose subito dopo le ultime parole che aveva pronunciato, altrimenti avrebbe iniziato a tempestarlo di domande fino a spingerlo a confessare la vera verità; inconsapevolmente, aveva proprio centrato il punto della questione: anche se era il primo a non desiderare affatto che Keith e Demi restassero in compagnia della madre, purtroppo era costretto a farlo dietro ricatto.

Era Ginger ad impugnare il coltello dalla parte del manico, ed al momento non esisteva alcun modo per ribaltare la situazione.

“David, per favore” insistette la ragazza americana, con voce supplicante e con uno sguardo disperato “immagina come trascorrerò le prossime settimane lontana dai bambini! Non mi sentirò tranquilla fino a quando non torneranno qui, e sono altrettanto certa che varrà lo stesso anche per te”

“Non saranno completamente da soli con Ginger. Ti ricordo che con loro c’è anche Pamela, e sono già d’accordo che chiamerò ogni sera per parlare con loro”

“E se un giorno non dovessero rispondere?”

“Virginia, abbiamo già parlato di questo: Ginger non farà nulla di avventato fino a quando avremo l’affidamento congiunto dei bambini. I veri guai potrebbero iniziare se dovessi decidere per quello esclusivo… Anche se sarebbe la scelta più giusta da prendere”

“E non hai pensato alle loro reazioni? Mio dio, non vedono la madre da due anni, non possono ritrovarsela davanti a sé così, all’improvviso, senza che nessuno li abbia prima preparati all’incontro! Hai idea dell’impatto che una cosa simile può avere su due bambini di nove e cinque anni? Come pensi che potrebbe reagire Keith, visto che è un bambino particolarmente sensibile? È appena uscito da un brutto periodo, non mi sembra il caso di destabilizzarlo di nuovo una seconda volta” Virginia sperava di riuscire finalmente nell’ardua impresa di far ragionare il marito, ma lui si dimostrò inamovibile e lo dimostrò scuotendo la testa mentre s’infilava la giacca, pronto ad uscire di casa per accompagnare i due bambini più grandi a casa della nonna materna.

“Ginger si ritroverà a raccogliere i primi frutti di quello che ha seminato” disse poi in tono lapidario, ponendo fine alla discussione, riferendosi a quella che poteva essere la reazione dei piccoli alla vista della madre; Virginia avrebbe voluto ribattere ancora, perché per lei la discussione non era affatto finita, ma David non le lasciò il tempo perché tornò in salotto e salì le scale che portavano al primo piano per chiamare Keith e Demi, dato che il momento della partenza era finalmente arrivato.

Se Virginia era sconcertata perché ai suoi occhi il suo comportamento appariva freddo e distaccato, si sbagliava di grosso: poteva anche sembrare così dall’esterno, ma dentro di sé era tutto l’opposto; stava ribollendo proprio come un vulcano pronto all’eruzione, e se avesse potuto avrebbe evitato in qualunque modo quello che stava per fare.

Cercando di fare meno rumore possibile, il giovane uomo socchiuse la porta della cameretta che i due fratelli dividevano e li osservò in silenzio impegnati nelle proprie attività preferite: il più grande era sdraiato a pancia in giù sul pavimento e stava disegnando qualcosa su un foglio, mentre il più piccolo stava cercando di strimpellare qualcosa con la chitarra acustica; Demi era così concentrato che la punta della lingua gli usciva di lato dalla bocca, ed era uno spettacolo così buffo da vedere che David scoppiò quasi a ridere, rischiando di rendere nota la propria presenza.

Due piccoli agnellini in procinto di andare al macello.

No, non meritavano assolutamente quello a cui stavano per andare incontro, ma non poteva fare nulla per evitarlo.

Lasciò trascorrere ancora qualche secondo prima di aprire la porta, schiarirsi la gola e dire ai due fratellini che era giunto il momento della partenza; Keith e Demi lasciarono immediatamente perdere le loro attività preferite perché erano impazienti di rivedere la nonna materna, e scesero al pianoterra ridendo e facendo confusione, e lasciando a David l’arduo compito di occuparsi dei bagagli dei due e della chitarra acustica di Demi.

Mentre Virginia si occupava dei lacci delle scarpette di Demi, nonostante i lunghi capelli rossicci a coprirle in parte il viso, Keith notò la sua espressione,  si affrettò a consolarla, dicendole che sarebbero ritornati presto, e la giovane si limitò a ringraziarlo con un sorriso; una volta in macchina, quando Virginia con la piccola Alice in braccio si trasformarono in due puntini lontani che sparirono dietro un angolo, il bambino più grande domandò a David perché la ragazza americana avesse quell’espressione in viso.

Demi non aveva notato né quel particolare né stava prestando attenzione alla conversazione tra il fratello maggiore ed il padre: la sua mente era esclusivamente concentrata sul dolce benvenuto che la nonna materna preparava sempre per il loro arrivo; sperava che si trattasse della torta alla vaniglia con le codette colorate come decorazione, la sua preferita.

“Virginia è sempre triste quando deve separarsi da voi, bambini, anche se sa che è questione di poco tempo” rispose il chitarrista, rivolgendo un sorriso a Keith attraverso lo specchietto retrovisore, ma non riuscì a cancellare l’espressione corrucciata che era impressa sul suo visetto non più paffuto come un tempo.

“Sì, ma… Non lo so, ma questa volta mi è sembrato strano” insistette il bambino, fissando a sua volta lo specchietto retrovisore, alla ricerca dello sguardo di David, che iniziava a sentirsi a disagio “questa volta non sembrava solo triste. Era come se c’era altro che cercava di nascondere. E quando mi ha abbracciato, mi ha stretto un po’ prima di lasciarmi andare… Era come se non volesse farlo”.

David si schiarì la gola prima di dare una risposta a Keith, e lo fece con gli occhi ben fissi sulla strada davanti a sé; non li spostò mai sullo specchietto retrovisore per non incrociare quelli del bambino.
“Se ci pensi bene, Keith, è la stessa cosa che succede ogni mattina tra te e George: sai benissimo che non rivedrai il tuo peluche solo per poche ore, però sei triste lo stesso, giusto? Se fosse possibile, scommetto che lo porteresti con te in classe, ho indovinato?”

“Sì”

“Ecco, ora prova ad immaginare se per diverse settimane fossi costretto ad allontanarti da lui: anche se sai che poi lo rivedrai, non saresti ugualmente triste? Non vorresti averlo a tuo fianco?” il bambino più grande ci pensò per qualche istante e poi concordò per la seconda volta “è esattamente quello che sta succedendo a Virginia: sa benissimo che vi rivedrete, ma al tempo stesso non riesce a non essere triste perché sentirà moltissimo la vostra mancanza, ed ogni volta è sempre peggio. Si è molto affezionata a tutti e due, sapete? Vi vuole bene proprio come ne vuole alla vostra sorellina”

“Anche io le voglio bene, ma quando torna mamma?”.

Pocò mancò che David non frenasse bruscamente a causa dell’intervento improvviso di Demi; rimase così spiazzato dalle sue parole da non sapere in che modo rispondere, e venne preceduto da Keith, che si girò verso il fratellino più piccolo con uno sguardo corrucciato.

“Non fare domande stupide, Demi” gli rispose con un tono brusco che non era solito usare nei suoi confronti “lei non tornerà più”

“Sì che torna, invece” ribatté il più piccolo, corrucciandosi a sua volta “perché dici queste cose?”.

Demi proprio non riusciva a capire le parole del fratello maggiore, come ancora non riusciva bene a capire perché non vedeva la madre da tantissimo tempo e perché quando chiedeva spiegazioni nessuno voleva dargliele, ma per Keith era tutta un’altra storia: lui era più grande, era perspicace, fin troppo intelligente, ed aveva capito cosa si nascondeva dietro la scomparsa della madre, del tutto diversa da quella della zia.

“Perché sono la verità, Demi, apri gli occhi perché ormai non sei più un bambino piccolo. Pensaci bene: se la mamma ci voleva bene, non sarebbe già tornata? Se la mamma ci voleva bene, se ne sarebbe mai andata via come ha fatto? Lei se ne è andata perché non era più contenta della sua vita, e se non era più contenta della sua vita significa che non era più contenta neppure di noi. Ecco perché non abbiamo mai avuto sue notizie, ecco perché sono già passati due anni e non è cambiato nulla”

“Questo non è vero, stai dicendo solo tante bugie!” protestò vivamente il più piccolo, ma quando il più grande gli chiese, in tono di sfida, di dirgli quali erano le bugie che aveva detto, non riuscì a rispondere, gli occhi gli si riempirono di lacrime, la piccola bocca carnosa prese a tremare ed iniziò a tirare su con il naso; solo l’intervento tempestivo di Gilmour evitò per un soffio una brutta crisi di pianto, ma per riuscire a rasserenare il suo primogenito si ritrovò costretto a fare una piccola deviazione ed a fermarsi in una pasticceria: Demi dimenticò in fretta le parole del fratello maggiore e ritrovò il sorriso dinanzi ad una bella coppa di gelato, mentre Keith si limitò a fissare il proprio milkshake al cioccolato ed a giocherellare con la cannuccia di plastica rossa senza mai abbandonare l’espressione corrucciata che era apparsa sul suo viso da quando era stata nominata Ginger.

David non disse nulla al figlio adottivo fino a quando, poco dopo essere nuovamente saliti in macchina, Demi non si addormentò a causa della pancia piena: solo allora, con voce calma per non destabilizzarlo troppo, gli chiese perché avesse detto quelle brutte parole al fratellino.

“Mi dispiace aver quasi fatto piangere Demi, non era mia intenzione, ma non chiederò scusa per nulla di quello che ho detto perché non ho mentito. Ho detto qualcosa di sbagliato? La mamma non ci ha abbandonati?”

“No, non vi ha abbandonati” Gilmour era il primo a non credere affatto alle proprie parole, ma cos’altro poteva dire ad un bambino di nove anni?

Un bambino di nove anni che a propria insaputa stava per rivedere proprio la madre da cui si sentiva abbandonato.

“No? E perché se ne è andata senza dire niente a nessuno? Perché non ci ha mai scritto? Perché non ci ha mai chiamato? Sono passati due anni da quando se ne è andata e non ha mai dato nessuna sua notizia: se questo non è un abbandono, allora che cos’è?”

“Io…” iniziò il giovane uomo per poi restare in silenzio e scuotere la testa; non era mai stato bravo con le parole, e di certo non era pronto ad intraprendere un discorso simile con un bambino di soli nove anni “Keith, a volte la mente umana funziona in modo strano e non sempre comprensibile”

“A me sembra che sia tutto semplice da capire, ma siete voi adulti a rendere le cose molto più complicate di quello che sono in realtà” commentò il bambino, girando il viso verso il finestrino e lasciando per l’ennesima volta il chitarrista senza parole; quest’ultimo non disse nulla, la conversazione cadde nel silenzio assoluto ed arrivarono a destinazione in quel modo, senza avere più parlato e senza che lui riuscisse a trovare un modo giusto per preparare i bambini a quello che stavano per vedere.

David svegliò Demi con delicatezza, lo tirò giù dal seggiolone, prese le valige e la chitarra dal bagagliaio della macchina ed accompagnò i piccoli fin sotto il portico: il breve, ma intenso, momento di tempesta tra i due fratellini sembrava essere passato del tutto, perché ora erano tornati a ridere, sorridere ed a fare previsioni su cosa nonna Pam aveva sicuramente preparato per il loro arrivo.

David osservò i due bambini chiacchierare allegramente, suonò il campanello e venne nuovamente aggredito dalla sensazione di essere una persona orribile perché ancora non aveva detto una sola parola a Keith e Demi sul ritorno della madre adottiva, e le parole che il più grande aveva detto con la freddezza quasi di una persona adulta non lasciavano presagire alcuna reazione positiva.

“Bambini” l’allegra conversazione infantile cessò all’istante e gli occhi dei due bambini puntarono, incuriositi, al viso di David, in attesa che continuasse a parlare, sicuri che doveva far loro le solite raccomandazioni che ripeteva ogni volta che dovevano salutarsi davanti alla casa della nonna materna “io, ecco… C’è una cosa che volevo dirvi e…”.

E che riguarda vostra madre. Lei è tornata e la state per rivedere. È proprio dietro quella porta: Gilmour avrebbe voluto dire quello, o comunque qualcosa di simile e con più tatto, ma si ritrovò improvvisamente impossibilitato a parlare e la colpa era tutta di quegli sguardi innocenti che lo stavano fissando con curiosità sempre più crescente; gli occhi di Keith, in modo particolare, erano quelli più difficili da guardare.

Dio, quanto gli dispiaceva per quel povero bambino che ormai sentiva a tutti gli effetti come un altro figlio biologico. Sembrava essere destinato ad una vita costellata da sofferenze ed ingiustizie. Prima il padre che non avrebbe mai potuto conoscere, poi la scomparsa prematura della zia a cui era tanto legato ed infine l’abbandono da parte della madre per quasi due anni interi.

Ma cos’era passato per la testa di Ginger quando aveva preso quell’assurda decisione?

David non riuscì a continuare con il discorso perché sentì il rumore inconfondibile di passi che si avvicinavano; per un momento avvertì uno sgradevole brivido freddo lungo tutta la spina dorsale, ma per sua fortuna da dietro la porta d’ingresso dell’abitazione apparve il viso di Pamela, e subito i due bambini lanciarono grida entusiaste e si aggrapparono alle gambe dell’adorata nonna materna per salutarla.

“Ohh, come sono contenta di vedervi!” esclamò la donna di mezz’età con un sorriso, passando la mano destra tra i ricci neri e fitti di Keith e quella sinistra tra quelli biondi e lisci di Demi “e scommetto che voi siete impazienti di vedere che cosa vi aspetta in cucina, ho indovinato?”

“Sì! Sì! Sì! Sì!” Demi iniziò a saltare in preda ad una felicità incontenibile perché aveva appena avuto conferma che anche quella volta c’era qualcosa di dolce ad attenderlo, ed ora era impaziente di scoprire che cosa la nonna materna avesse preparato come benvenuto “è la torta alla vaniglia, nonna? Quella con tutti i zuccherini colorati che mi piace tanto? Per favore, per favore, per favore, dimmi che è quella!”

“Mh, non lo so proprio, sai?” rispose la donna, fingendo un’aria pensierosa, mentre il bambino continuava a saltellare impaziente “potrebbe anche essere, non ti resta che scoprirlo”.

Il piccolo lanciò un urlo dettato dalla gioia, perché ormai era certo che ad attenderlo in cucina c’era proprio il suo dolce preferito (riusciva quasi a vedere la magnifica torta alla vaniglia con le codette colorate, troneggiare al centro del tavolo della cucina, sopra un’apposita alzatina di vetro), e non si precipitò all’interno della casa solo perché venne prontamente fermato dal fratello maggiore.

“Un attimo, Demi. David stava per dirci qualcosa” disse Keith, tornando a fissare il chitarrista che si ritrovò di nuovo in difficoltà “che cosa dovevi dirci?”.

David guardò prima Pamela (forse la donna aveva intuito qualcosa a riguardo perché gli lanciò uno strano sguardo allarmato), poi i bambini, ed infine s’inginocchiò per essere alla loro stessa altezza.

“Volevo solo dirvi di comportarvi da bravi bambini e di non far arrabbiare la nonna fino al mio ritorno, d’accordo?” disse con un sorriso; i due piccoli annuirono con vigore, assicurando al chitarrista che non doveva preoccuparsi per nulla, e lui scompigliò prima i capelli a Demi e poi, dopo un attimo di esitazione, anche a Keith.

Avrebbe voluto aggiungere altro, ma non ci riuscì, proprio come non era riuscito a dire nulla sul ritorno di Ginger: risalì in macchina e se ne andò senza mai guardare lo specchietto retrovisore, e così non vide il piccolo Demi saltellare e sbracciarsi per salutarlo; il piccolo continuò in quel modo fino a quando la vettura del padre non scomparì e la nonna non gli disse di entrare, ricordandogli così che c’era la dolce sorpresa ad attenderlo in cucina.

E prima che Pamela potesse fermarlo, e togliergli le scarpette ed il giubbottino, il bambino era già corso in direzione della cucina, ma anziché entrare nella stanza si bloccò sulla soglia della porta con gli occhi azzurri sgranati e la piccola bocca carnosa socchiusa.

La strana reazione del fratellino minore attirò l’attenzione di Keith, che si precipitò a sua volta, incuriosito, in cucina, anche nel suo caso prima che Pamela riuscisse a fermarlo in qualche modo; voleva vedere coi propri occhi quale dolce preparato dalla nonna materna fosse riuscito a sucitare una simile reazione in Demi, e si ritrovò a sua volta fermo immobile sulla soglia della porta, con gli occhi spalancati e le labbra socchiuse: sopra la tavola della cucina non c’era nessun dolce mozzafiato… No, in realtà una torta c’era, ed era anche molto bella ed appetitosa, ma non era quella ad avere attirato l’attenzione dei due bambini. Non l’avevano neppure notata. I loro occhi erano concentrati sulla giovane donna che stava riempiendo due bicchieri alti e stretti con della limonata fresca e che aveva in braccio una bambina piccola, più piccola di loro.

Pam si avvicinò a sua volta, ma rimase qualche passo indietro, nell’ingresso; incrociò le braccia e rimase in silenzio, in trepida attesa che i nipotini dicessero qualcosa.

La sera prima aveva provato a spiegare alla figlia adottiva che non poteva semplicemente presentarsi davanti ai figli come se non fosse mai sparita per due anni, ma inutilmente: i suoi tentativi di farla ragionare non erano serviti a nulla, come non erano serviti quando aveva provato a spiegarle che non poteva recarsi alla presentazione ufficiale del nuovo album del gruppo per parlare con Roger e sistemare tutto quanto con lui; aveva provato a dirle che non avrebbe ottenuto nulla perché il bassista di sicuro non aveva alcuna intenzione di ascoltare ciò che aveva da dirgli, e come in quel caso aveva ragione, era altrettanto certa di averne anche per quanto riguardava i nipotini.

Dopo aver riempito i due bicchieri, Ginger posò la brocca sopra la tavola e sollevò il viso verso i figli; nei suoi occhi scuri apparve uno sguardo sorpreso dinanzi ai cambiamenti subìti dai due piccoli nell’arco di due anni (e di quanto la somiglianza coi rispettivi padri fosse sempre più evidente) e sulle sue labbra carnose apparve un sorriso allegro.

“Come siete cresciuti, bambini” disse con voce dolce, guardando entrambi “perché non venite qui a mangiare una fetta di torta?”.

Dopo qualche altro istante di assoluto silenzio da parte dei due fratellini, i peggiori timori di Pamela si concretizzarono: Demi, confuso ed agitato perché non riusciva a capire quello che stava succedendo, scoppiò in un pianto disperato, mentre Keith scappò in direzione del salotto, senza aver pronunciato una sola parola.

“Keith!” Ginger consegnò alla madre adottiva la piccola Poppy e, mentre Pamela cercava anche in qualche modo di placare il pianto disperato del nipotino, si precipitò a sua volta in salotto; salì in fretta le scale, ma nonostante ciò non riuscì ad arrivare in tempo, e quando provò a girare il pomello della porta della camera da letto del primogenito, si ritrovò a fare i conti con una porta chiusa a chiave, e non le rimase altro che battere il palmo della mano destra contro la superficie liscia del legno “Keith! Keith, apri immediatamente la porta! Keith!”.

Dall’interno non giunse alcuna risposta.

“Keith, lo sai benissimo che non voglio che ti chiudi a chiave in camera! Esci subito!”

“No!” finalmente arrivò una risposta dall’altra parte del legno, sottoforma di urlo che lasciò la giovane ad occhi spalancati “io non esco e tu non sei nessuno per ordinare che cosa devo fare!”

“Keith, non parlare in questo modo ed esci subito!”

“No!”.

Ginger si fermò, prese un profondo respiro ad occhi chiusi ed appoggiò la fronte contro la porta.

“Keith, per favore, apri questa porta” ripeté con voce più calma, senza più prendere a pugni il legno “tesoro, sei arrabbiato e lo capisco benissimo, ma chiuderti nella tua cameretta non serve a nulla. Apri la porta e lasciami entrare, così possiamo parlarne con calma, va bene? Che cosa ne dici? Keith? Hai sentito quello che ho detto?”.

Silenzio assoluto.

“Keith, hai sentito quello che ho detto?”

“Vattene via, non voglio vederti e non voglio sentire la tua voce! Vai via, lasciami in pace!”

“Keith…” Ginger aveva preso in considerazione ogni possibile reazione da parte dei bambini, anche le peggiori, ma non immaginava che Keith potesse arrivare al punto di chiudersi a chiave nella sua camera da letto e di rifiutarsi di avere un confronto con lei; immaginava che fosse arrabbiato, ma non che la sua rabbia arrivasse a tali proporzioni, e quasi riusciva a vederlo, al di là della porta, seduto a gambe incrociate sul letto, con gli occhi serrati e le mani premute sulle orecchie per non sentire più la sua voce “Keith, per favore, ti prego… Possiamo parlarne con calma, non devi fare altro che aprire questa porta e lasciarmi entrare… Keith? Keith lo so che ci sei, non ignorarmi”.

La giovane attese ancora qualche istante, speranzosa, ma alla fine si ritrovò costretta ad arrendersi ed a tornare al piano inferiore, in cucina; Pamela nel frattempo, con Poppy in braccio, era riuscita a placare il pianto disperato di Demi, ed ora il bambino stava mangiucchiando una fetta di torta alla vaniglia.

“Si è chiuso in camera sua e non vuole vederti?” domandò la donna di mezza età alla figlia adottiva, senza lasciarle il tempo di aprire bocca, perché dalla sua espressione aveva già intuito tutto quanto da sola, e lei si limitò ad annuire con la testa; come era già accaduto quando Ginger era tornata indietro a mani vuote dalla presentazione ufficiale, anche questa volta Pamela rimase indifferente dinanzi ai suoi occhi lucidi “e quale genere di reazione ti aspettavi da un bambino come Keith? Pensavi davvero che avrebbe fatto i salti di gioia e sarebbe corso ad abbracciarti, come se non ti vedesse solo che da poche ore? Ginger, non vi siete separati perché Keith doveva andare a scuola per sei ore, ma perché tu sei sparita completamente dalla sua vita, come da quelle di tutti noi, per quasi due anni, si può sapere che cosa ti aspettavi? Che al tuo ritorno avresti trovato tutto come prima? O che avresti trovato i problemi magicamente risolti?”.

La giovane socchiuse le labbra per poi richiuderle senza dire una parola, e Pam si limitò a scuotere la testa.

“Lascia perdere, è meglio che tu non dica nulla perché non faresti altro che peggiorare la tua situazione se aprissi bocca. Vado da Keith, vediamo se riesco a fare qualcosa per convincerlo ad uscire dalla sua camera” Pam uscì dalla stanza con ancora in braccio la nipotina più piccola, lasciando la figlia adottiva da sola con il suo secondogenito; Ginger si staccò dallo stipite della porta, si avvicinò al tavolo e prese posto su una sedia alla sinistra di Demi.

Osservò il bambino mangiare la fetta di dolce, con il mento appoggiato al palmo della mano sinistra, e poi allungò la mano destra verso di lui; voleva sistemargli una ciocca di capelli biondi e fini dietro l’orecchio destro, ma il piccolo vide il movimento, si girò a guardarla con gli occhi spalancata e subito dopo scese dalla sedia e corse in salotto, abbandonando la fetta di torta mangiata a metà, il bicchiere di limonata e la madre con la mano ferma a mezz’aria.
Ginger rimase in quella posizione per diverso tempo, mentre in sottofondo udiva distrattamente il rumore dei piccoli passi di Demi che si spostavano al piano superiore, ed alla fine abbassò la mano destra e la posò sulla superficie liscia del tavolo; aveva il labbro inferiore che tremava ed avvertiva l’impellente bisogno di scoppiare a piangere, ma cercò di trattenersi e di ricacciare indietro le lacrime in qualunque modo possibile.

D’altronde la madre adottiva glielo aveva detto molto chiaramente, e lei per prima lo sapeva benissimo: quale genere di reazione poteva mai aspettarsi da due bambini che per due lunghissimi anni si erano sentiti rifiutati dalla propria madre?

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