*3*

Carolyne ebbe un assaggio della testardaggine di Roger la mattina seguente, quando nella sua postazione lavorativa trovò un bellissimo mazzo di fiori freschi.

Tra i petali colorati non c'era nessun biglietto, ma la giovane donna aveva subito capito chi era il mittente del regalo inaspettato, e, proprio per quel motivo, prese immediatamente il mazzo e lo gettò dentro un cestino della spazzatura.

Nei quattro giorni successivi, ogni mattina, trovò una sorpresa simile a quella, che puntualmente faceva la stessa fine della prima: un altro mazzo di fiori, una scatola di cioccolatini e due pacchetti regalo che non perse neppure tempo a scartare; il sesto giorno, con sorpresa, non trovò nulla ad aspettarla sul bancone della reception e pensò che finalmente il suo messaggio doveva essere arrivato a destinazione forte e chiaro.

Tuttavia, si rese conto di aver cantato vittoria troppo presto quando, al termine della giornata, nel momento in cui salì in macchina si rese conto che c'era un biglietto bloccato tra il vetro ed un tergicristallo; ed anche se voleva lasciarlo lì ed ignorarlo, perché anche in quel caso già sapeva chi doveva averlo posizionato in quel posto, la curiosità ebbe la meglio e la spinse a scendere dalla macchina per recuperarlo, ma lo aprì al proprio arrivo a casa, dopo essersi tolta la giacca, le scarpe ed essersi lasciata cadere sul divano: sul foglio di carta stropicciato non c'era né una frase né un nome, solamente un numero di telefono scritto con una penna nera.

Dinanzi a quel numero di telefono, Carolyne emise un sospiro seccato e scosse la testa: quel giovane uomo era così incredibile, nel senso negativo del termine, che non solo non sapeva accettare una risposta negativa, ma dopo che aveva ignorato palesemente tutti i suoi tentativi di attirare l'attenzione, si era spinto perfino al punto di lasciarle per iscritto il suo numero di telefono.

Che cosa sperava di ottenere in quel modo? Credeva di avere fatto una mossa vincente? Credeva che in quel modo sarebbe caduta ai suoi piedi? Non aveva proprio capito un bel niente, sia di lei che delle donne in generale.

Era ora di darci un taglio netto, perché quella storia non era più divertente.

Anzi, non lo era mai stata fin dall'inizio.

Quel biglietto non meritava altro che essere strappato in tanti piccoli pezzi o di essere gettato in pasto alle fiamme di un caminetto, ma Carolyne decise di sollevare la cornetta del telefono fisso e di digitare quel numero solo ed esclusivamente per chiudere quella faccenda; attese, tamburellando le dita della mano sinistra sul bracciolo del divano, che il diretto interessato rispondesse, e quando ciò accadde, lo attaccò immediatamente, lasciandogli appena il tempo di dire un semplice pronto?.

"Ascoltami attentamente" iniziò la giovane donna, alzandosi ed iniziando a camminare avanti ed indietro senza rendersene conto "non so se hai ignorato le mie parole, se non hai capito o se sei semplicemente stupido, ma adesso te lo ripeterò una seconda volta, e sarà anche l'ultima: quando ti ho detto di non essere interessata al tuo invito, non è stata una frase di circostanza per farmi desiderare. Te l'ho detto perché lo pensavo davvero e perché lo penso davvero tutt'ora. Adesso ti è più chiaro il concetto?"

"Ahh, e quindi i fiori e tutto il resto non ti hanno fatto cambiare punto di vista nemmeno un pochino?".

Carolyne s'immobilizzò ad occhi spalancati e con la cornetta stretta nella mano destra.

Le opzioni erano due a quel punto: o era davvero stupido o continuava a divertirsi a prenderla spudoratamente per il culo.

"Adesso riattacco"

"No, no, no. Non riattaccare, andiamo. Non era mia intenzione farti arrabbiare" si affrettò a dire il bassista dall'altra parte della cornetta, mentre la giovane l'aveva già allontanata dal proprio orecchio "per favore".

La cosa migliore da fare era mostrarsi inflessibili e riagganciare immediatamente, Carolyne lo sapeva benissimo, eppure qualcosa nel tono di voce del giovane uomo la spinse a riavvicinare la cornetta all'orecchio ed a continuare a parlargli.

"E perché non dovrei farlo, sentiamo? Dammi una buona ragione per non interrompere la chiamata in questo stesso momento. Provaci tu, perché io non ne riesco a trovare neanche uno. Sono qui, a parlare con una persona che non m'interessa minimamente e che ha iniziato a tormentarmi a causa di uno stupido commento superficiale che mi pento di avere fatto. Se potessi tornare indietro, credimi, farei ben attenzione a starmene zitta"

"Aspetta, quindi se ti sei pentita di quello che hai detto, significa che non lo pensi veramente?"

"Senti, io sono una persona educata che odia la volgarità, ma in questo caso lasciatelo proprio dire: vai a farti fottere. Te lo dico col cuore. E smettila di darmi il tormento" la giovane riagganciò immediatamente la chiamata, prese in mano il bigliettino che aveva trovato sul vetro della macchina, lo accartocciò e lo buttò in un cestino; credeva di essere stata chiara e ferma, che il messaggio fosse arrivato a destinazione e che il problema fosse risolto, ma si trovò costretta a ricredersi appena il giorno seguente quando, verso la tarda mattinata, si ritrovò faccia a faccia con lui e, con un sospiro seccato, gli chiese che cosa volesse ancora.

"Mi sono comportato da vero cretino ieri sera al telefono. Non so cosa mi sia preso, forse volevo solo apparire divertente ed invece ho ottenuto l'effetto opposto. Non sono venuto qui per disturbarti e per importunarti ancora, la mia intenzione non è mai stata quella d'importunarti, ma per scusarmi per il mio comportamento e per chiederti, questa volta seriamente e nel modo adeguato, di uscire insieme" disse Roger con un'espressione seria ed in tono posato, tutto l'opposto dell'atteggiamento che aveva assunto durante la breve telefonata della sera precedente; anche Carolyne rimase colpita da quel cambiamento, ma non era sufficiente per farle fare un passo indietro.

"Accetto le tue scuse, ma per quanto riguarda l'invito ad uscire, mi dispiace, ma la mia risposta non cambia"

"Ma... Perché?"

"Perché non sono interessata ad avere un appuntamento con un uomo"

"Mh, e non sei interessata perché al momento non vuoi uscire con un uomo o perché non sei interessata in generale ad uscirci insieme?" Roger approfittò dell'occasione perfetta per usare a proprio vantaggio il fraintendimento che c'era stato tra lui e Carolyne, e per un istante gli sembrò di vedere l'ombra di un sorriso sulle sue labbra: era quasi riuscito a farla ridere con una battuta, e ciò significava che non era un'impresa così impossibile riuscire a farle cambiare idea.

"Esco con gli uomini, ma al momento non sono interessata ad avere un appuntamento con uno di loro. E se stai per chiedermi per quale motivo non desidero avere un appuntamento, ti risparmio la fatica perché, con tutto il rispetto, non sono affari che ti riguardano"

"Ohh, ma certo, lo capisco benissimo, infondo anche io non ti ho dato nessuna spiegazione sul perché al momento non sono interessato ad uscire con una donna... Ma forse può esserci una soluzione a questo problema: se non vuoi avere un appuntamento, puoi non vedere il mio invito come un appuntamento, ma come due persone che decidono semplicemente di uscire a pranzo insieme per... Scambiare un paio di parole. Se guardiamo la situazione sotto questo punto di vista, non stiamo parlando di un appuntamento a sfondo romantico, giusto?"

"Beh, se la mettiamo sotto questo punto di vista, potresti anche avere ragione tu, ma siamo sempre al punto di partenza: perché dovrei uscire a pranzo con te, anche se è per scambiare qualche parola?"

"Forse la vera domanda è: perché non dovresti accettare di uscire a pranzo con me? Vuoi un motivo per accettare? Te lo do subito. Se ci pensi bene da questo invito ci guadagniamo entrambi: io ci guadagno perché in questo modo riuscirò a farmi perdonare per la mia figuraccia di ieri sera, e tu ci guadagni perché otterrai un pranzo gratis"

"Incredibile" commentò la giovane, sconcertata, inarcando le sopracciglia "te lo ha mai detto nessuno che sei fin troppo sicuro di te stesso?"

"Avere sicurezza in sé è una qualità positiva"

"Ohh, non lo metto in dubbio. Ma la troppa sicurezza in sé, come nel tuo caso, fa presto a trasformarsi in arroganza" precisò Carolyne, posando la penna che aveva in mano ed appoggiando il mento sul palmo della mano destra "tu non ti arrendi mai, ehh? Continui ad insistere fino a quando una persona non cede per lo sfinimento?"

"Se può portare a dei risultati positivi, perché no?" rispose il bassista, appoggiando i gomiti sul bancone ed incrociando le braccia con un mezzo sorriso "allora, posso considerare le tue parole come una risposta affermativa? La mia tecnica funziona, oppure devo già pensare a qualcosa di nuovo?".

Carolyne si prese qualche istante per pensare, più per tenere il giovane uomo sulle spine che per una vera necessità di riflettere se accettare o meno quell'invito a pranzo.

"D'accordo, mi hai convinta, se è solo per scambiare qualche parola" disse infine, alzandosi per prendere la giacca e la borsa "hai già pensato a dove andare?".





Quando si trovarono seduti l'uno di fronte all'altro, Carolyne ne approfittò per studiare il volto di Roger; il giorno in cui aveva iniziato a lavorare come segretaria negli Studi di registrazione di Abbey Road gli aveva solo che lanciato un'occhiata veloce e superficiale, e neppure nelle occasioni in cui successivamente avevano parlato non lo aveva osservato con la dovuta attenzione.

La prima cosa che notò, fu che il giovane uomo aveva dei tratti molto particolari, ma che nell'insieme formavano una strana armonia: aveva un viso magro, dalla forma allungata, incorniciato da lunghi capelli castani (troppo lunghi per i suoi gusti personali. Gli arrivavano quasi fino a metà petto), zigomi sporgenti, labbra carnose ed un naso lungo e stretto.

Per seconda cosa, forse per la loro particolarità, notò che aveva le guance ed il naso tempestato da tante piccole lentiggini.

Infine, per ultima cosa, ma non per questo meno importante, notò che aveva dei bellissimi occhi azzurri e si chiese come avevano fatto a sfuggirle fino a quel momento, dato che non passavano affatto inosservati; e quando Roger si portò alle labbra una sigaretta per fumarla, notò anche che aveva delle mani grandi, dalle dita lunghe ed affusolate, cariche di anelli.

E quando si ritrovò i suoi occhi addosso, capì all'istante perché era solito ad avere qualunque donna ai propri piedi.

Ma con lei non funzionava in quel modo.

A sua volta, anche Roger approfittò dell'occasione per osservare ancora più attentamente Carolyne e trovò conferma alla prima impressione che aveva avuto: era davvero molto bella, ed i capelli biondi e gli occhi scuri creavano un accostamento particolare, ma al tempo stesso gradevole.

Chissà se oltre alla bellezza possedeva anche qualche altra dote nascosta.

"Perché mi stai osservando in quel modo?" ad interrompere il silenzio ci pensò la giovane, e Roger si accorse di un altro piccolo particolare che non gli dispiaceva affatto e lo intrigava ancora di più: tutte le altre ragazze erano solite abbassare lo sguardo davanti a lui, lei invece lo sosteneva senza alcuna difficoltà, e sulle sue guance non c'era alcuna traccia di rossore dovuto all'imbarazzo.

Non come Jennifer; non ricordava una sola volta in cui le sue guance non fossero diventate rosse quando si guardavano negli occhi.

"Inizialmente volevo chiederti se il fumo ti da fastidio, ma poi mi sono reso conto che abbiamo dimenticato un passaggio fondamentale in quello che stiamo facendo: non ci siamo ancora presentati... O meglio, tu non hai ancora detto il tuo nome"

"E perché tu non dovresti fare altrettanto?"

"Perché... Ohh, andiamo, perché sai già chi sono" Roger era convinto che Carolyne gli avesse detto solo come ripicca personale di non avere idea di chi fosse, ed invece si ritrovò costretto a ricredersi davanti al suo sguardo perplesso e reale: la giovane e bella segretaria non stava fingendo; per quanto potesse sembrare assurdo ed incredibile, lei non aveva davvero idea di chi fosse "tu non... Tu non mi conosci?"

"No, non conosco né te né il tuo gruppo. A quanto pare sono l'unica a non conoscere un gruppo così famoso da essere costretto ad assumere una segretaria che risponda con un no a tutte le richieste d'interviste che riceve" rispose lei, con un mezzo sorriso ironico "questa scoperta ti disturba, per caso? Mi sembri piuttosto... Destabilizzato"

"Assolutamente no, tutt'altro. Sono sorpreso perché è da... Ohh, mio dio, è da non so quanto tempo che non mi capitava d'incontrare qualcuno che non ha idea di chi sono. E sinceramente non mi dispiace affatto come cosa. Quando sei agli inizi, sogni il successo, ma quando riesci a raggiungere il tuo obiettivo, per quei pochi che ci riescono, allora inizi a domandarti se le persone stanno attorno a te perché sono interessate veramente a te o perché vogliono brillare di riflesso. E lo stesso vale per le donne che incontro: vogliono davvero stare con me, oppure il loro interesse nasce solo ed esclusivamente dal mio successo?"

"E quale credi che sia la risposta giusta?"

"Immagino, senza alcuna ombra di dubbio, la seconda, ma la cosa non mi tocca minimamente: loro vogliono stare con me perché sono un personaggio pubblico, ed io voglio stare con loro solo per trascorrere qualche ora piacevole"

"Mh, capisco" commentò Carolyne, irrigidendosi "quindi, in poche parole, stai dicendo che per te le donne non sono altro che una sorta di giocattolo sessuale"

"Io non ho mai detto questo, casomai è l'incontrario per quanto riguarda queste donne, e non faccio altro che dare loro quello che vogliono. Si tratta solo di una questione d'interessi che combaciano"

"E magari in questa questione d'interessi che combaciano, casualmente ci si dimentica che a casa c'è già qualcuno".

Il bassista rimase sorpreso di quel commento così mirato: non sembravano delle semplici parole di circostanza, davano piuttosto l'impressione che la giovane si stesse riferendo a qualcosa che aveva vissuto in prima persona, ed a testimonianza di ciò c'era anche la sua espressione che era diventata più seria ed i muscoli del viso si erano irrigiditi.

Sì, il suo non poteva essere un semplice commento generico, ma Roger non ebbe il tempo di chiederle spiegazioni a riguardo perché arrivarono le loro ordinazioni, e quando lei riprese a parlare, tenendo gli occhi fissi sulla sua insalata con pollo, cambiò completamente argomento; era chiaro che non volesse continuare con quello precedente e lui preferì non insistere.

Anche nel suo caso si trattava di un argomento piuttosto spinoso che preferiva evitare accuratamente.

"Comunque, mi chiamo Carolyne"

"Roger" rispose il bassista "Carolyne... Carolyne... Te l'ha mai detto nessuno che hai proprio un bellissimo nome? È molto altisonante"

"Scommetto che dici queste stesse parole a tutte le ragazze che incontri per farle cadere ancora più facilmente ai tuoi piedi, Roger"

"Ohh, ed invece io scommetto che tu dici queste stesse parole a tutti i ragazzi che ti dicono che hai un bellissimo nome per spingerli a dire che non è assolutamente vero, che lo pensano veramente e per spingerli a farti altri complimenti. Lo capisco, sai? Se fossi stata tu a dirmelo, anche io avrei risposto nello stesso modo per ricevere qualche complimento" disse il giovane uomo; rimase piacevolmente sorpreso di vedere apparire un sorriso sulle labbra di Carolyne, pensò che era ancora più bella quando sorrideva e distese le labbra a sua volta "ahh, alla fine sono riuscito a strapparti un sorriso. Credevo di non riuscirci più ormai".

La giovane segretaria non rispose e abbassò lo sguardo sull'orologio che portava al polso sinistro.

"La pausa pranzo sta per finire. Ed anche se mi trovo fuori con te, non posso rientrare a lavoro in ritardo, altrimenti rischio di passare dei guai seri"

"Già, immagino... Ed immagino anche che la nostra conoscenza si fermerà a questo pranzo, e non posso biasimarti dal momento che è stato un vero e proprio disastro: non abbiamo parlato molto e quel poco di cui abbiamo discusso è decisamente da cancellare. Le uniche cose positive per me è che sono riuscito ad ottenere il tuo nome ed a strapparti un piccolo sorriso, mentre l'unica cosa positiva per te è che ci hai guadagnato un pranzo gratuito... Perché il pranzo lo pago io, sia chiaro" precisò il bassista, premurandosi di tirare fuori il portafoglio da una tasca dei jeans "avrò pure i miei difetti, ma non permetterò mai ad una donna di tirare fuori i suoi soldi".

Le parole di Roger non erano una battuta, ma riuscirono comunque a strappare un sorriso alla giovane segretaria; era strano, eppure, nonostante il suo punto di vista non fosse cambiato, e nonostante che il pranzo stesso fosse stato un enorme disastro (perché lo era stato, eccome. E se fosse stato un appuntamento romantico, senza alcuna ombra di dubbio sarebbe finito in cima alla lista di primi appuntamenti da dimenticare ed a cui non ci sarebbe stato alcun seguito), si era divertita e le dispiaceva pensare che non ci sarebbe stata un'altra occasione per conversare ancora con lui.

Non si fidava, era piuttosto diffidente nei suoi confronti, eppure, al tempo stesso, dopo aver chiarito il piccolo incidente della loro prima conversazione e della telefonata, tutto sommato quel giovane uomo non era affatto male, e si era rivelato piuttosto interessante.

Anche se aveva avuto la netta sensazione che nascondesse qualcosa, ed aveva avvertito quella sensazione quando aveva fatto il commento sugli uomini pronti a tradire con leggerezza.

Carolyne si sentiva combattuta perché aveva paura di commettere il medesimo errore a poca distanza dal precedente, temeva di dare la propria fiducia alla persona sbagliata, che non ci avrebbe pensato due volte a tradirla alla prima buona occasione, ma alla fine decise di dare retta al proprio istinto, a condizione di andarci con calma, con i piedi di piombo.

D'altronde, approfondire la conoscenza di una persona non significava in automatico ritrovarsi ad avere una relazione; ed al primo campanello d'allarme poteva benissimo fare un passo indietro ed allontanarsi prima di ritrovarsi ad essere l'unica a soffrire.

O magari sarebbe nata solo che una semplice amicizia.

Non poteva fare altro che tentare che scoprirlo.

"In effetti non posso che concordare con te: è stato un vero e proprio disastro da dimenticare. È stato un disastro così grande che se fosse stato un appuntamento, beh... Penso che le nostre strade si sarebbero separate appena fuori dalla porta... Ma questo non si tratta di un appuntamento, e nonostante tutto sono costretta ad ammettere che mi sono divertita, e mi dispiace non avere avuto abbastanza tempo per parlare di più" l'espressione sorpresa di Roger, che non si aspettava assolutamente una risposta simile, riuscì a strappare un altro sorriso a Carolyne, questa volta più spontaneo dei precedenti "e devo ammettere anche che non mi dispiacerebbe ripetere l'esperienza di oggi qualche volta. Magari, se dovesse essercene l'occasione, il prossimo pranzo andrà meglio. E magari la prossima volta avremo anche occasione di parlare di più".

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